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Autore: LilithJow    31/08/2011    5 recensioni
Il mio nome è Samantha Finnigan. Sono nata e cresciuta a Rossville, una cittadina con poco più di mille abitanti nell'Illinois, Stati Uniti.
Sto per compiere ottanta anni.
Ho vissuto una vita meravigliosa, ho avuto un marito affettuoso e tre fantastici bambini.
Ma non è di questo che sto per scrivere. Sono convinta che alla gente piacerebbe leggere di una grande storia d'amore, con un bel lieto fine, ma purtroppo io e i lieti fine non siamo mai andati d'accordo.
Ciò che state per leggere, perchè se adesso avete queste righe sotto gli occhi, presumo lo stiate per fare, non ne ha neanche l'ombra, o, per meglio dire, dipende dai punti di vista.
Voglio raccontarvi di un periodo particolare della mia vita, di molti anni fa, cinquantacinque per l'esattezza. Per me è come fosse ieri, forse perchè non ho mai dimenticato quello che successe. Impossibile farlo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Stavo entrando in un circolo senza fine, un viaggio con una meta non positiva, senza la possibilità di ritorno. La parte peggiore era che ne ero perfettamente consapevole e avevo la possibilità di fermarmi, di fare un passo indietro e mettere fine a tutto. Il problema era che non ne avevo la minima intenzione.
I miei appuntamenti con Daniel aumentarono. Passavamo quasi tutto il tempo insieme, a parte la mattina, quando lui era a scuola. Molte volte, lui si addormentò a casa mia, anche se prima non successe mai nulla.
Ma non era il sesso che mi importava fare con lui. L'importante era che passasse tempo con me e che Lucas lo sapesse.
Gli obiettivi che avevo in testa all'inizio erano parzialmente cambiati. Dopo ciò che mi aveva detto, non avevo intenzione che Lucas tornasse da me e restasse con me. No, doveva succedere solo la prima parte.
Volevo che lui soffrisse, esattamente come lo avevo fatto io negli ultimi cinque anni e come lo facevo ogni volta che dovevo vederlo con Haley.
Haley.
Quella biondina mi faceva letteralmente saltare i nervi. Un giorno, mentre aspettavo che Daniel si cambiasse i vestiti per uscire a mangiare una pizza, rimasi da sola con lei in salotto. Sperai per tutto il tempo che lui facesse in fretta o che Lucas tornasse a casa prima dal lavoro: avrei sopportato meglio vedere loro due insieme che passare minuti in più con lei. Purtroppo non accadde né una cosa, né l'altra.
“Ultimamente passi molto tempo con Daniel” squittì lei. Io annuii e basta. Non volevo intraprendere una conversazione con lei, anche perchè avrei finito per prenderla a parole. “Il che non mi dispiace” continuò lei, imperterrita. “Lucas mi ha raccontato di voi, la vostra storia, eccetera, e devo ammettere che all'inizio ero intimorita dal tuo improvviso ritorno.. Ma poi mi sono detta, hey, perchè dovrei? Insomma, fai parte del passato e poi hai iniziato a uscire con Daniel. Va tutto assolutamente alla perfezione”. La convinzione con cui parlò mi fece irritare. Non sapevo neanche da dove venisse tutta quella sicurezza che mostrava, aggiustandosi i suoi capelli biondi accuratamente raccolti in una coda.
I dubbi erano soprattutto sul fatto che a Lucas piacesse una del genere. Haley era il mio opposto ed era.. Finta. Forse non la conoscevo abbastanza per dirlo, ma dava quell'impressione, sia dall'aspetto, che dai modi di fare.
Ma io la odiavo: mi stava portando via l'uomo della mia vita e mi stava estremamente sottovalutando.
“Già, il passato” esclamai, con un sorriso tirato sul viso. Lei mi guardò sbattendo innumerevoli volte le palpebre. “E' passato” ribadì. Poi cominciò a blaterale. Non stetti a sentirla, mi persi, come al solito, nei miei viaggi mentali, che furono brevi, a causa dell'arrivo di Daniel. Mi alzai allora di scatto e tirai un sospiro di sollievo. Con il suo arrivo, coincise il ritorno a casa di Lucas.
E il peggio accadde.
Vedendo noi quattro lì fermi, senza niente da dire, Haley si fece venire una 'brillante' idea. Brillante per lei, ovviamente.
“Oh, ma che ne dite se restassimo qui, tutti e quattro, a cena? Sarebbe un'occasione per conoscerci meglio e per una sera non saremo solo io e Lucas! Abbiamo esaurito gli argomenti di conversazione” esclamò. La sua voce fu più squillante del solito. Tentai di desistere, sostenendo che ormai avevo prenotato un tavolo, cosa non vera, ma alla fine dovetti arrendermi, grazie allo sguardo supplicante di Daniel, che avrebbe fatto di tutto, a mio parere, per non sentire le lamentele future di Haley.
La cena fu pronta in una mezz'ora scarsa. Evidentemente Haley, da brava casalinga, aveva già preparato tutto prima. Ebbi l'estrema sfortuna di essere seduta di fronte a Lucas. Per una persona normale, sarebbe stato semplice, ma per me che ero incondizionatamente rapita dai suoi occhi verdi, fu una tortura, aggiungendo il fatto che al mio fianco c'era Daniel e i suoi fari azzurri.
Non sapevo cosa Daniel avesse effettivamente raccontato al fratello, se aveva detto che ero un'amica con cui usciva o ero di più. Sperai la seconda e se così fosse stato, il mio obiettivo era parzialmente raggiunto.
“Ho preparato un arrosto delizioso, Lucas ne va pazzo”. La voce squillante di Haley riempì la sala da pranzo.
Io tenni lo sguardo basso, per quasi tutto il tempo della cena. Ci fu silenzio e fu imbarazzante. Io odiavo i silenzi, mi facevano diventare ansiosa, ma in quel momento evitai di romperlo. Volevo solo che la serata finisse in fretta.
Ovviamente non fu così.
“Che programmi avevate per stasera? Pizza e..?” chiese Lucas, finendo per primo il suo piatto. “Uhm, non so.. Forse cinema” risposi, tranquillamente, cercando di risultare il più naturale possibile. “Oh, Lucas, non era così difficile da immaginare” intervenne Haley “sono le solite cose che fanno due grandi amici come loro”.
Ecco. Daniel non aveva raccontato proprio tutto, obiettivo mancato. Ma prima che mi demoralizzassi, lui, a mia sorpresa, rimediò. “Veramente stiamo insieme” esclamò, continuando a mangiare. Lo disse con scioltezza, fin troppa. Lucas non ebbe una reazione esagerata, non come me la aspettavo, ma percepii da piccoli e impercettibili gesti che non era una cosa che avrebbe facilmente accettato. “Insieme? Inteso come..” disse. “Come coppia. Lui ama lei, lei ama lui.. Inteso così” finii la frase Daniel.
In cuor mio sperai che il verbo che aveva usato fosse appartenente ad una frase fatta, da usare in momenti come quelli, anche perchè Daniel non poteva essere innamorato di me.
Daniel non doveva essere innamorato di me.
Alzai lo sguardo in quel momento. Incontrai prima gli occhi verdi di Lucas. Vidi ancora quel velo grigio sul suo viso. Non seppi dire se era dispiacere, delusione o cos'altro. Volevo dire qualcosa, ma Daniel afferrò la mia mano, posata sopra il tavolo. Lucas osservò quel gesto e poco dopo scosse il capo.
Sorrise.
Perchè diavolo sorrideva?
“Congratulazioni” disse. Mascherò tutto con gioia.
Sì, Lucas Monroe era un grande attore e recitava la parte dell'antagonista nel film della mia vita.
La cena finì così come era iniziata, in silenzio. Uscii da quella casa a pezzi, psicologicamente. Daniel mi accompagnò all'auto. Prima che io potessi salire, prese il mio viso tra le mani e mi baciò dolcemente sulle labbra.
Era fin troppo dolce e a volte mi portava al punto di sciogliermi. Ma anche ciò non doveva e non poteva accadere. Nemmeno quello.
Il bacio durò più a lungo del previsto e fui costretta a distaccarlo, mettendo due dita sulle sue labbra. “Farei meglio ad andare, prima che si faccia troppo tardi” mormorai. “Mhm, sì, solo un..” replicò lui e riprese a baciarmi. Si spostò poi sul mio collo. Sentivo il suo respiro sulla mia pelle. Di solito, avrebbe dovuto essere caldo, tiepido. Il suo era.. freddo, così come lo era lui, tutto il suo corpo. Daniel era molto strano da quel punto di vista.
Socchiusi gli occhi, mi rilassava. Lasciai che i sensi mi trasportassero, solo per un momento. Lasciai che lui mi accarezzasse le braccia e i fianchi e che scendesse con le labbra fino all'incavo del mio collo.
“Ti amo”.
Lo disse, lo disse sul serio. E io spalancai gli occhi. Cercai di convincermi che non fosse reale, che fosse tutto frutto della mia immaginazione, ma quando lo guardai, lo vidi fissarmi. Attendeva una risposta e io non la avevo, non avevo nessuna parola. Quel che mi salvò, fu il mio cellulare che squillò. “Scusa” dissi, prendendolo subito. Era solo un messaggio, ma finsi che fosse una chiamata per allontanarmi definitivamente.
Prima di andare via, vidi sul viso di Daniel la fotocopia dell'espressione di Lucas pochi minuti prima. Quei due erano molto più simili di quanto pensassi.
Solo che uno non mi amava più e l'altro aveva appena cominciato a farlo.






 

  
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