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Autore: Maryangy91    01/09/2011    1 recensioni
Victoria è sempre stata una ragazza responsabile quanto bella. Però alcuni eventi cambiano la sua vita costringendola a crescere più in fretta. Ma nonostante i suoi problemi, la ragazza, cerca di andare avanti con la sua giovane età.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando lessi il messaggio che diceva "Sei stata cercata dal numero 3######### alle 01:13" mi salii il sangue alla testa, non potevo crederci. Era il numero di Dany. "Avrà sbagliato numero. Sicuramente voleva chiamare qualche puttanella" pensai con le lacrime agli occhi. Ma in cuor mio speravo che non era così, inoltre ero felice sapere che lui aveva ancora il mio numero, oppure lo conosceva a memoria.

Infischiandomene dell'ora gli mandai un messaggio. "Mi è arrivato un messaggio dove c'era scritto che mi avevi cercata verso l'1:13. Non so se hai sbagliato numero o cercavi davvero me. Anche se lo spero."

Dopo un po' sentii di nuovo squillare il cellulare, mi era arrivato un messaggio con il suo numero con scritto: "Speri cosa?"

Non sapevo cosa rispondergli, anzi, non avevo il coraggio di farlo. Già soffrivo troppo stare senza di lui, ora un rifiuto mi avrebbe spezzata completamente.

Poiché non lo risposi mi chiamò.

"Pronto" dissi accettando la chiamata.

"Ciao, come va?"

"A seconda a cosa ti riferisci"

"Victoria per favore, ho sonno" mi implorò mia sorella minore.

"Scusa, ora vado di la. E' Dany" dissi a bassissima voce, soprattutto l'ultima frase. Vidi Ania alzare un pugno in cielo spruzzando allegria da tutti i pori.

"Scusami, era mia sorella"

"Non preoccuparti. Allora a quanto ho capito non stai molto bene"

"Sono tante cose. Ieri stasera mia sorella si è sentita poco bene e siamo state in ospedale. Poi mio padre, beh, lo sai"

"E tu, come stai?"

"Cerco di andare avanti, cerco di distrarmi per dimenticarti Dany" mi pentii di averglielo detto. Non sapevo se avevo fatto bene.

"E ci stai riuscendo?"

"Sinceramente no" dissi senza neanche pensarci.

"Confesso a anche tu manchi a me"

Mentre ero felice ma non sapevo cosa dire lui mi disse: "Cosa ne dici di vederci?"

"Ok, quando?" in quel momento le gambe non mi reggevano più, dovetti sedermi tanto ero contenta.

"Domani sera verso le 20:00 ti va bene? Vorrei portarti a cena"

"Ci sto"

"Sai credo che anche io ti debba delle scuse. Anche se tu ti sei comportata da immatura io ho scaricato su di te parte della rabbia che avevo dentro"

"Non preoccuparti Dany, ti comprendo. Scusami anche tu, dovevo parlarne con te invece di affrettare le cose e comportarmi da immatura"

"Va bene vediamoci e cerchiamo di riprovarci"

"Sono d'accordo"

"A domani allora, buona notte anche se notte non è più!"

"Hai ragione, allora buon giorno con gli occhi chiusi" dissi sorridendo, in quel momento mi sentivo veramente contenta.

"Anche a te!" disse, poi riagganciammo.

 

Senza neanche vedere l'ora andai a letto, ma mentre cercavo di addormentarmi le mie sorelle accesero una lampada facendomi capire che l'interrogatorio era iniziato.

"Allora cosa vi siete detti?" disse Ania

"Si, dai, raccontaci tutto" continuò Marianne

"Ok ok, se ve lo dico poi mi lasciate dormire? Sono stanca morta"

"Va bene"

"Allora, mi ha chiamata verso l' una e un quarto ma non avevo linea, così mi è arrivato un messaggio di avviso. Gli ho mandato un messaggio per sapere cosa voleva e mi ha risposto se mi faceva piacere essere stata chiamata da lui"

"E tu cosa gli hai risposto?" chiese Ania, la più curiosa della famiglia

"Io non l'ho risposto così lui mi ha chiamata e ci siamo organizzati per vederci domani sera, anzi stasera"

"Evvai" esultò Ania

"Finalmente" continuò Marianne

Vennero vicino al mio letto e mi abbracciarono tutte e due, contemporaneamente.

"Non poteva mancare il famoso abbraccio collettivo, vero Vichy?"

"Infatti. Ora però voglio solo dormire, vi prego"

"Ok ok"

Dissero lasciandomi finalmente dormire.

 

Mi svegliai alle 12:15 saltando giù dal letto e andando diritto in cucina.

"Ragazze state avete già pulito? Mi dispiace. Perché non mi avete svegliata?"

"Non preoccuparti, eri stanchissima"

"Grazie"

"Si ma non prenderci il vizio, questa è una tantum. Che non si verifichi più ok?" disse Marianne col volto serio, come una signora che rimprovera la sua cameriera.

"Zi, badrona, non zi verificherà più" risposi io, così scoppiammo a ridere tutte e tre.

Fino all'ora di pranzo mi misi a scegliere i vestiti e le scarpe per la serata con Dany.

Finalmente mi convinsi su un vestito bianco e nero che arrivava al ginocchio, con i sandali e la borsa nera. Dopo passai al trucco. Mi provai tutte le sfumature possibile con i colori che mi stavano meglio.

Andai a pranzo con un occhio truccato e l altro no.

"Bellissima, ti sta benissimo questo mezzo trucco"

"Non scherzate, sto letteralmente impazzendo"

"Dai che sarai bellissima"

Consumammo il pranzo in un'armonia che non vedevo da tanto, troppo tempo in casa mia.

"Ora per farmi perdonare la cucina la pulisco io"

"Vai a prepararti"

"Ho già tutto pronto" dissi prendendo i piatti sporchi che si trovavano sulla tavola.

"Ok, allora noi ti aiutiamo a sparecchiare e spazziamo il pavimento"

 

Quando loro finirono io mi trovavo a strofinare la spugna sulla cucina. In quel momento rimasi sola con mia madre. Non volevo fare lo stesso errore, questa volta volevo dirglielo io e subito.

"Mamma devo dirti una cosa"

"Cosa gioia"

"Ti ricordi di Daniele? Il ragazzo che.."

"Si si, mi ricordo. Quello che ti ha lasciata in un mare di lacrime e di dolore" tagliò corto mia madre interrompendomi.

"Fu anche colpa mia. Comunque stasera ci vediamo"

"Non cadere nella sua trappola Victoria. Sei una bellissima ragazza e anche in gamba, puoi trovare veramente chi ti farà solo ridere"

"Non preoccuparti mamma, abbiamo capito i nostri errori. Te l'ho detto solo per non ripetere l'errore di tempo fa"
"Tu sei una ragazza molto intelligente e matura, ma l'amore può chiudere gli occhi. Quello che voglio dirti è di stare attenta"

"Non preoccuparti mamma"

 

Dopo aver pulito andai a stendermi sul letto per un' ora circa. Verso le 18:00 mi preparai tutto sul letto, e andai a farmi doccia e shampoo. Poi mi asciugai i capelli, mi vestii e mi truccai. Nell'ultima mezz'ora ero tanto in ansia da non riuscire a mettere lo smalto.

"Vichy ti calmi?"

"Sono calma"

"Allora perché tremi tutta?"

"Non lo so"

"Dammi questo smalto, ci penso io"

"Grazie"

Non appena lo smalto si asciugò mi arrivò un messaggio di Dany, mi chiedeva di uscire poiché era arrivato.

Salutai ed uscii.

Appena salii in macchina ma sentii emozionatissima. Avevo una voglia matta di stringerlo forte e baciarlo innumerevoli volte. Ma mi limitai solo a parlargli.

"Buonasera Dany"

"Buonasera"

"Ti trovo bene" per non dire sei da urlo

"Anche a te" dopo un po' riprese: "Ti andrebbe una pizza?"

"La pizza mi va sempre, l'adoro"

"Allora ti porto in una pizzeria dove la fanno veramente buona"

"Attento, sono una buongustaia"

"Tu mangiala e poi mi dirai"

"Ok. E se non mi piacerà?"

"Scommettiamo che invece ti piacerà moltissimo?"

"Ci sto! E se perdi cosa farai?"

"Chi perde dirà il momento peggiore di quando ci siamo lasciati"

"Mi sta bene"

 

Purtroppo vinse lui, quella pizza era veramente squisita.

"Ora ti tocca pagare il pegno"

"Ti racconto una cosa successa ieri sera"

"Ti ascolto"

"Mia sorella Ania mi convinse ad uscire con lei, andammo nella gelateria da poco aperta vicino casa mia. Stavo gustando il mio frappè quando il cameriere iniziò a guardarmi, dopo un po' finì il suo turno e si sedette vicino a noi. Ania finse di andare in bagno per lasciarci soli, ma io non avevo voglia di fare conoscenza così ero molto fredda, poi andai in bagno dove mia sorella mia chiamò Vichy come quando era piccola e non sapeva parlare. Io mi ricordai di..." mi fermai un attimo, poi continuai: "Di te quando mi chiamavi Vi e iniziai a piangere prendendo la borsa appoggiata al tavolo e andai a casa"

"Mi dispiace. Ti confesso che anche io sono stato molto male in questa settimana, senza di te" disse sfiorandomi la mano.

"Ora andiamo. Voglio passare un po' di tempo solo con te"

Quando uscimmo dalla pizzeria mi portò sulla solita spiaggia, ormai lo consideravamo "il nostro posto".

"Non c'è il tramonto ma spero ti piaccia comunque"

"Ci sono le stelle a renderla perfetta" dissi io

"Per me ci sei tu" disse lui. Poi mi strinse a se e mi baciò, fu un bacio lungo e passionale. Era evidente che non aspettavamo altro.

"Sei bellissima Vi"

"Grazie, anche tu sei stupendo"

"Mi sei mancata, mi sono mancati i tuoi baci"

"Mi è mancato il tuo modo di chiamarmi"

"Sei unica Vi, la mia gelosa e immatura Vi"

"Ho capito il mio errore, non ripeterlo più mi fa male"

"Ok"

"Sono sempre stata matura e responsabile, è una pugnalata al cuore sentirmi chiamare immatura"

"Da oggi ti chiamerò solo Vi, amore"

Ci baciammo, e ci baciammo ancora.

 

In macchina mi disse: "Io so tutto di te e della tua famiglia, anche io voglio raccontarti qualcosa che non sai"

"Non devi se non vuoi"

"Ma io voglio. Ti ricordi quando sputai in pieno volto mio padre e cercai di calmare mia madre?"

"Non dimenticherò mai quel giorno"

"Neanche mia madre. Quel giorno scoprimmo che mio padre tradisce mia madre con una docente universitaria. Della mia facoltà precisamente. Per questo mia madre quella mattina era li"

"Mi dispiace moltissimo"

"Ora hanno avviato le pratiche per il divorzio"

"Mi dispiace moltissimo, non meriti questo"

"Anche io credo di non meritare un padre come il mio, crede di poter comprare tutto con i soldi. Ma non ha capito nulla"

"L'importante è che tu sei diverso, perché non conta figli di chi siamo oppure in quale contesto sociale o famigliare viviamo, ciò che veramente conta è come siamo noi. Se capiamo che i nostri "modelli" sono sbagliati e se cerchiamo di distinguerci da loro. Errare è umano, l'importante è non perseverare ed inoltre mettercela tutta"

"Questa è la Vi che conosco da due mesi"

"Sono solo due mesi? Sicuro?"

"Ne sono sicuro, anche a me sembra di più. Quando si sta bene il tempo vola"

"Questa settimana è stata lunga, terribilmente lunga"

"Ora risorgiamo più forti di prima perché sappiamo cosa significa perderci"

"Già. E ora faremo il possibile per non perderci più"

Mentre parlavamo il mio cellulare squillò.

"E' mia sorella Marianne. Perché mi chiama?"

"Rispondi e lo scoprirai"

"Pronto"

"Vichy sono Ania"

"E' successo qualcosa a Marianne?"

"No, ho chiamato con il suo cellulare perché sul mio non ho credito"

"Perché piangi, Ania?"

"Victoria papà..."

"Ok, torno più presto possibile” e riagganciai.

"Dany scusa ma devi portarmi immediatamente a casa, credo che mio padre non stia bene"

Dany fece un inversione di marcia pazzesca, mi fece spaventare ma non dissi nulla. Volevo arrivare presto a casa per capire cosa era successo precisamente.

   
 
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