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Autore: Silyia_Shio    04/09/2011    2 recensioni
L'unica luce che ti fa vivere si è spenta, ormai vai avanti per inerzia riposando in una soffice illusione di nulla finchè l'acqua non ti cattura portandoti dove il dolore è bianco e si presenta nelle vesti di una bambina.
Al tuo fianco avrai i riflessi di una te ancora nascosta e per vincere il dolore dovrai smettere di lasciarti trascinare dalla corrente.
Questa è la tua battaglia, Lidia!
Genere: Dark, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fragile e Delicata:
 

 

Un urlo leggermente strozzato dalle sue stesse mani le raschiò la gola e si disperse nella foresta. Vedeva il sangue colare copioso dalla spalla del ragazzo macchiandogli la giacca nera che assumeva un colore più scuro e scivolare lungo la mano destra fino a gocciolare a terra.
Il ragazzo d’altro canto, come insofferente alla ferita, aveva già estratto la scimitarra dalle venature rosse e muovendo velocemente la lama parava gli artigli del lupo, il quale andò in frantumi non appena la rossa lama gli trapassò la gola.
Il ragazzo ripose la sua arma nella cintola e osservando Lidia con un sorriso incrinato dal dolore per la ferita, le allungò la mano sana.
«Presto, vieni.»
«Lidia..» una voce all’apparenza calda e sicura scivolò tra i rami secchi degli alberi ed insinuandosi dentro il suo corpo le fece fremere il cuore.
In un attimo tra lei e la fiamma si frappose un muro invalicabile. Una parete di cristallo che lasciava trasparire la magnificenza del mondo esterno ma che la teneva catturata in quella fragile prigione che era il suo sogno. Bario le aveva preso la mano che stava allungando all’altro ragazzo e le aveva cinto la vita attirandola a sé.
Il principe aveva allontanato la bambina dal mercenario.
«..non puoi prendere la sua mano, se tu lo facessi ricadresti nell’incubo della sofferenza. Rimani con noi e ti prometto che il tuo cuore conoscerà la leggerezza della felicità.»
Quant’erano dolci quelle parole per una ragazzina abbandonata in un buio bosco dove la luce che illuminava il suo sentiero era scomparsa. Cosa poteva mai desiderare di più della felicità? Anche lei voleva risentire il battito veloce che quel caldo sentimento causava al suo cuore. In fondo lei voleva solo vivere in un sogno dove non c’erano più lacrime.
Sentì il suo corpo rilassarsi, il peso della decisione giusta da prendere era svanito; ora si sarebbe di nuovo abbandonata a Bario ed a Leidy, perché con loro c’era il sogno.
«Lidia! Ti prego Lidia ascoltami…»
Nel buio bosco dove la bambina si era persa una flebile scintilla cercava d’illuminarle il cammino ma la sua luce era troppo debole ed il buio troppo pungente per gli occhi di quella bambina ormai stanca di correre verso il nulla alla ricerca del suo sentiero.
Le parole della fiamma giunsero ovattate alle orecchie della bambina, tutte tranne le ultime:  «..Lidia, il sogno in cui credi di vivere in realtà è il vero incubo!»
Le ultime pungenti parole prima del sonno.
 
 
La fiamma conosceva quel trucco, aveva visto molta, moltissima gente cadere addormentata sotto il tocco di quel ragazzo perfetto eppure non riusciva ancora a spiegarsi come fosse possibile; l’unica cosa che sapeva era che quando le persone si risvegliavano avevano irrimediabilmente gli occhi neri ed opachi e sembrava fossero state svuotate dalla loro anima.
Quando sentì il corno dell’Ombra risuonare il suo urlo di ritirata alto nel cielo capì d’aver fallito eppure svanendo nel buio sperò con quelle parole d’aver mosso qualcosa nello spirito di quella ragazza, una qualsiasi cosa che le impedisse di diventare un guscio vuoto.
 
 
Non cercò neanche di seguirlo, infondo il suo ordine era semplicemente quello d’impedire a Lidia di scappare e l’aveva portato a termine.
O forse, lo lasciò scappare sperando inconsciamente d’aver dato vita ad una fiammella di speranza, per lui e per tutti gli altri.
Bario osservò la fragile ragazzina che teneva tra le braccia e sollevandola s’incamminò verso il lago.
Quando giunse al limitare dell’anello d’alberi che proteggeva lo specchio brillante d’acqua, la visione che gli si presentò davanti agli occhi avrebbe shockato chiunque altro, ma non lui, lui ormai era abituato a quel dipinto grottesco di un pittore impazzito.
Leidy, come una delicata bambina, danzava leggera sulla neve alzando petali cristallizzati di acqua e sangue e come se i corpi ai suoi piedi fossero bambole, li sistemava su sedie di ghiaccio rappresentando un delizioso squarcio dell’ora del thè.
E sorrideva, sorrideva come una bambina con un’innocenza sbagliata.
Spesso aveva desiderato domandarle perché, capire perché si comportava così. E qualche volta gliel’aveva anche chiesto, ma proprio come se Leidy fosse una bambina non era mai riuscito a farla ragionare ed a farle spiegare i suoi comportamenti. Lei rispondeva con frasi vaghe che rimanevano in sospeso nell’aria finché non venivano cancellate da un suo sorriso da bimba.
« Oh, Bario sei tornato!» la vocina squillante della principessa distolse il principe dai suoi pensieri che la osservò correre nella sua direzione, e vedendo quell’ingenuità dipinta sul suo viso non poté non riservarle un sorriso, infondo era pur sempre una fragile bambina che aveva bisogno d’affetto.
 
 
 
Dolci e leggere note aleggiavano tra il reale ed il sogno nella stanza dove Lidia stava riposando e lentamente la riportarono alla realtà, sempre che di realtà si possa parlare.
Aprendo gli occhi questa volta non ci fu nessuna luce ad accarezzarle il viso con il suo tocco leggero, la camera sembrava piombata in una tenebra di nebbia dove l’unico suono regnante era la delicata melodia che il carillon sul comodino stava riproducendo.
Lidia scese dal letto poggiando i piedi sul freddo pavimento in legno e camminando lentamente con la paura di produrre un qualsiasi scricchiolio che andasse a distruggere quel perfetto silenzio, si avvicinò alla finestra e sempre con lentezza aprì le tende. Fuori dal vetro appannato i contorni del giardino, del prato e più in là del bosco si perdevano in un’opaca nebbia; anche la neve senza il sole aveva smesso di brillare ed ora pareva quasi cenere.
Stranamente il suo cuore si sentì quasi leggero, quel paesaggio si rifletteva perfettamente sui suoi occhi o meglio, la sua anima si rifletteva nei minimi dettagli in quello spettacolo triste e piatto; per una volta non le sembrava di sporcare con la sua presenza il dipinto di qualche impressionista.
Con lenti movimenti fece scivolare lungo il suo corpo la camicia da notte di seta assaporando il morbido tessuto accarezzarle la pelle, prese uno degli abiti da bambolina che ogni giorno troneggiavano ai piedi del letto e con scrupolosità lo indossò. Quella mattina sembrava che quella vita le calzasse a pennello, o forse era lei ad essersi plasmata in modo da essere perfetta per quei rituali.
Scese la scalinata con una leggerezza che mai avrebbe creduto potesse appartenerle, uscì in giardino e con passo aggraziato percorse il sentiero che l’avrebbe condotta nella piccola serra, dove Bario le aveva chiesto, tramite un foglietto decorato dall’elegante firma del cavaliere, di recarsi per la colazione. Quella mattina se qualcuno l’avesse vista percorrere il giardino di rose con quella leggerezza e lo sguardo perso nel vuoto che ogni tanto si posava su qualche rosa, assurdamente ancora in vita, l’avrebbe potuta scambiare per Leidy.
 
 
L’aveva sempre odiato quell’uomo. Odiava il suo sorriso dolce che rivolgeva a Leidy, odiava il suo portamento fiero, odiava l’aura d’infinito potere che emanava ed infine odiava i suoi profondi occhi neri.
Eppure la piccola bambina bianca lo amava e lui, il suo principe, non poteva allontanarla da quell’uomo perché sapeva che la lontananza di quelle nere piume l’avrebbero fatta soffrire. E così lasciava che sul viso della principessa si disegnasse un sorriso di profonda felicità e permetteva che quel bianco, nonostante tutto così puro, si fondesse col nero del Corvo quando Leidy correva ad abbracciare quell’uomo.
Forse però più di tutto Bario lo odiava perché sapeva che le macchie che intaccavano il bianco brillante di Leidy erano causa di quell’uomo.
Quella mattina quando, entrando nella sera, lo avevano trovato ad osservare un giglio bianco, l’unico tra tutti i gigli, il cavaliere avrebbe voluto bloccare la corsa della sua principessa ed impedirle d’andare a macchiarsi però era rimasto al suo posto perché tra lui ed il Corvo, il principe di Leidy era quest’ultimo.
 
 
Quando Lidia arrivò dove i fiori sbocciavano anche d’inverno non si stupì più di quanto elaborata e raffinata potesse essere una semplice serra, semplicemente la osservò con attenzione registrando ogni minimo particolare. L’intera struttura sembrava un altro tempio a pianta circolare con la cupola a stella, la quale veniva sorretta da un’alternanza di colonne decorate con gigli e fate o con rose e farfalle. Tra le colonne erano catturate lastre di vetro decorate con spirali verdi che andavano a rappresentare dei rampicanti, invece sui vetri della cupola era stato dipinto un mare di nuvole dalle quali spuntavano dei timidi raggi di un finto sole. La porta d’ingresso stonava con il resto della serra; i vetri, racchiusi in una cornice di legno bianco, erano di una superficie liscissima con l’unica eccezione della parte superiore la quale era stata decorata con una cascata di piccole farfalle ed infine i pomelli erano in argento, uno intagliato con delle immagini di gigli e l’altro di rose.
Finito d’esaminare la serra Lidia aprì con lentezza le porte venendo accolta da differenti fragranze e dalla voce cristallina di Leidy che cinguettava felice.
«Lidia..» l’accolse o la presentò Bario, la voce leggermente incrinata da un tono simile alla paura.
A quel nome la bianca principessa ed il nero principe si volsero verso la sua figura avvolta dalla nebbia esterna; e quando gli occhi neri di Lidia incrociarono gli abissi nascosti in quelli del Corvo, la delicata leggerezza che l’aveva avvolta fino a quel momento si frantumò lasciando dentro il suo animo solo un fragile velo di nulla che minacciava di strapparsi rilasciando impetuosi tutti i dubbi che aveva di nuovo deciso di sigillare.  


***

Hola!
finalmente dopo un'eternità rieccomi a postare!^^""
come mio solito questo capitolo l'ho scritto in una sola giornata, morire se riesco a scrivere un po' per volta!XD
comunque, giusto per attirarmi un po' l'odio di chi legge, non ho svelato neanche un segreto anzi, ne ho aggiunti molti altri per non parlare dei personaggi che provano in contemporanea emozioni opposte!
boh, spero vi piaccia almeno un po' oh anime pie che leggete!
per farmelo sapere vi basterebbe commentare!XD
ok, la smetto di mendicare recensioni, tanto non ci riesco.

Al prossimo capitolo,
bye!^^ 

   
 
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