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Autore: VaniaMajor    08/09/2011    4 recensioni
La primavera giunge accompagnata da due lieti eventi: un matrimonio e un anniversario. Sesshomaru sembra deciso a perderseli entrambi. Affari lo chiamano in Cina...affari che hanno una stretta relazione con la figura di suo padre. Durante la sua assenza, però, la pace viene fatta a pezzi da un pericolo allarmante...Ultimo (forse) capitolo della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
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Author's note: La coppia principale litiga fin dalle prime righe, Inuken ci rimette lo zampino e una coppia di amici si sposa. La primavera nella Sengoku Jidai comincia bene...

Kagome uscì dal pozzo, issandosi con fatica visto lo zaino pesante che aveva sulle spalle. Si sedette sul bordo di legno e passò le gambe dall’altra parte, togliendosi la frangia dagli occhi con un sospiro di soddisfazione. Era passata da un paio d’ore l’ora di pranzo. A casa aveva lasciato un cielo terso e azzurro, un bel venticello tiepido e il Goshinboku in inizio di fioritura. Nella Sengoku Jidai, invece, il cielo era cupo e piovigginava in maniera leggera. I pochi fiori del Goshinboku erano zuppi, segno che aveva piovuto più forte in precedenza. Kagome corrugò la fronte. Bel modo di festeggiare l’arrivo della primavera! Mancavano pochissimi giorni al matrimonio di Sango e Miroku. La ragazza sperava che il tempo si decidesse a sistemarsi per quella data. Si alzò in piedi, caricandosi lo zaino sulle spalle, poi sul suo viso comparve un largo sorriso nel vedere Inuyasha venirle incontro, proveniente dal villaggio.
«Inuyasha!» lo salutò, correndogli incontro velocemente quanto glielo consentiva il pesante ingombro.
«Kagome, potevi dirmelo che tornavi oggi.- sbuffò Inuyasha, per tutta risposta, sfilandole lo zaino dalle spalle e sollevandolo con noncuranza con una sola mano- Sarei venuto a prenderti.»
«So che stai aiutando Miroku con gli ultimi ritocchi. Non volevo disturbarti.» disse Kagome. Inuyasha sbuffò di nuovo.
«Ma che ultimi ritocchi! Quella casa è pronta da un anno, Miroku ha solo le smanie da sposo a due passi dall’altare!» disse, acido.
«Che romantico…» sospirò Kagome, con le mani sulle guance e lo sguardo sognante.
«Che idiota, vorrai dire. Perde tempo in stupidaggini. Invece, potrebbe darmi una mano a eliminare gli ultimi demoni di Soichiro.» sentenziò Inuyasha, buttandosi lo zaino oltre la spalla e iniziando a incamminarsi.
«Prima delle nozze?! Inuyasha, tu non hai un briciolo di romanticismo!» lo rimproverò Kagome, camminandogli a fianco.
«Romanticismo? Che c’entra il romanticismo?- chiese Inuyasha, perplesso- Io so solo che Sango sospetterà di avere le corna tutta la vita e che Miroku prenderà un sacco di legnate nei secoli dei secoli.»
«Tu pensi solo alle cose negative.- sbuffò Kagome- Quei due si amano moltissimo. Vivranno felici, probabilmente avranno molti figli come desidera Miroku, e sono sicura che il nostro amico non sfiorerà mai nemmeno una donna dopo il matrimonio. Se è per questo, non lo fa da quando si è fidanzato con Sango.»
«Ma ci prova con tutte.» sottolineò Inuyasha.
«Lo fa solo per far ingelosire Sango.- gli spiegò Kagome- Non capisci che la cosa lo lusinga?»
«No.» rispose Inuyasha, dopo un attimo di riflessione. Come faceva a lusingarlo una cosa che lo portava a sfoggiare bernoccoli e lividi, ben meritati a parer suo?
«Oh, Inuyasha, quanto sei prosaico.» borbottò Kagome, contrariata.
«E tu sei troppo romantica.» ritorse Inuyasha. Kagome mise il broncio.
«Allora, secondo te, nemmeno noi potremmo andare d’accordo.» disse, cupa.
«Cosa?» chiese Inuyasha, fermandosi. Attorno a Kagome c’era un’aria scura che gli faceva venire la pelle d’oca. Doveva aver detto qualcosa che non le era piaciuto.
«Dici che Miroku e Sango litigheranno sempre.- disse Kagome, e Inuyasha le sentì nella voce un inizio di pianto- Anche noi litighiamo sempre. Vuol dire che non potremo mai sposarci, perché…»
«Oi! Ma che stai dicendo?!- esclamò Inuyasha, lasciando andare lo zaino e afferrando Kagome per le braccia- Ho detto solo che quei due litigheranno sempre, non che non si amano! E’ ovvio che si sposeranno e saranno pure felici! Su noi due, poi, non devi avere nessun dubbio. Noi ci amiamo, quindi quando ci sposeremo saremo semplicemente ancora più felici di quanto siamo adesso! Hai capito, Kagome? Non dire mai più una cosa simile!»
L’aura negativa intorno a Kagome scomparve del tutto e sul viso della ragazza ricomparve un dolce sorriso, cosa che fece saltare un battito al cuore di Inuyasha.
«Hai detto ‘quando’ ci sposeremo, Inuyasha.» disse lei, arrossendo.
«Eh?» chiese Inuyasha, perplesso per quel repentino cambiamento di umore e d’argomento.
«Hai detto ‘quando’ ci sposeremo, non ‘se’ ci sposeremo.- spiegò Kagome, felice- Vuol dire che hai intenzione di sposarmi, prima o poi.»
Inuyasha rimase basito, poi un afflusso di sangue gli salì al volto, facendolo tingere di porpora. Non si era mai sentito così imbarazzato in tutta la sua vita. La frase gli era scappata senza alcuna premeditazione. Non aveva pensato al senso delle sue parole. Non voleva farle una proposta di matrimonio in questo modo così sciatto!
«Ehm…io…parlavo per dopo…per il futuro.- balbettò Inuyasha- E’ certo che io…però ora sei troppo giovane…e poi non ti ho chiesto come si deve…insomma…così è un po’ rude, ma…»
Kagome lo abbracciò, avendo capito cosa intendeva dire.
«Aspetterò di ricevere una proposta come si deve.- disse, felice- Per ora mi basta quello che hai detto.»
Si alzò sulla punta dei piedi e baciò Inuyasha sulla bocca. Inuyasha la strinse a sé e la baciò a sua volta, più intensamente, lasciandosi avvolgere dal dolce profumo di Kagome. Fosse stato per lui, se la sarebbe portata via già da un pezzo, matrimonio o meno. Sapeva, però, di dover attendere che Kagome mettesse in chiaro le cose con la sua famiglia. Ci voleva ancora tempo perché Kagome diventasse solo sua.
«Dai, andiamo al villaggio.» disse infine, lasciandola andare con riluttanza. Kagome gli prese la mano, sorridente e con le guance rosee.
«Shippo è tornato?» chiese.
«Sì, stamattina.» confermò Inuyasha.
«Anna e Sesshomaru verranno al matrimonio?» chiese Kagome, alzando lo sguardo su di lui. Gli vide sul volto una smorfia.
«Anna e Rin verranno. Quel cretino di Sesshomaru è partito per la Cina.» disse, sprezzante.
«Hanno litigato?» chiese Kagome, preoccupata.
«Come al solito. Niente di serio, solo due teste dure che cozzano e fanno un sacco di rumore.» sentenziò Inuyasha. L’immagine evocata dallo yokai fece ridere Kagome e presto Inuyasha si unì a lei. I due raggiunsero il villaggio appena prima che la pioggia tornasse a intensificarsi.

***

«Shippo! Vai a cercare Miroku, per favore?» gridò Sango, affacciandosi alla porta della casa di Kaede. Il piccolo kitsune, che stava chiacchierando con un bambino del villaggio, annuì in risposta e si mise in cerca del monaco.
«Sarà con Inuyasha, qui attorno.» disse Kaede, che stava cucendo la manica di un bell’abito bianco da sposa seduta accanto al focolare.
«Se ne va sempre in giro.- borbottò Sango, tormentandosi nervosamente le mani- Domani ci sposiamo e non era presente quando Kaede-sama ha fatto l’auspicio, e…»
«Sei nervosa, Sango?» chiese Kagome, sorridendo. Sango si zittì, arrossendo. In effetti si sentiva tremare. Desiderava ardentemente sposare Miroku, ma era anche molto agitata. Il matrimonio era un passo importante. A un doloroso ricordo, la morte di Kohaku, si sarebbe presto sovrapposta una dolce ricorrenza. Nel frattempo, però, non poteva evitare di sentirsi agitata fino all’inverosimile.
«Da cosa l’hai dedotto?» chiese, mesta. Kagome rise e Kaede scosse la testa.
«Beh, l’auspicio è solo una cosa senza importanza. Che tu abbia tanta fretta di dire a Miroku che secondo Kaede-sama vivrete felici…»
«Oh, Kagome-chan, non prendermi in giro!- disse Sango, arrossendo fino alla radice dei capelli- So anch’io che è una stupidaggine, però…»
«E’ permesso?»
Le due ragazze si voltarono verso la porta. Inquadrate dalla luce del sole che filtrava ai loro lati, sulla soglia stavano Anna e Rin, entrambe sorridenti.
«Anna! Rin-chan!» esclamò Kagome, alzandosi in piedi.
«Benvenute!» le accolse Sango, abbracciando prima una e poi l’altra.
«Non siamo in ritardo, vero?- rise Anna, con un lampo malizioso negli occhi- Dalla vostra conversazione mi pare di capire che le nozze non sono ancora state celebrate.»
«Anna, non scherzare…sapessi come sono agitata!» confessò Sango, facendo spazio a Kagome perché le salutasse.
«Rin è felice per te e Miroku-sama, Sango-chan!» disse la bambina, con un gran sorriso.
«Grazie, Rin.» mormorò Sango, felice.
«Noto che nessuno mi chiede dov’è Sesshomaru.- disse Anna, entrando in casa, con tono colloquiale- Shippo ha fatto la spia?»
«Ci ha raccontato il vostro litigio.- ammise Kaede, continuando a cucire- Allora, alla fine è andato in Cina?»
«Sì.- sbuffò Anna, poi scrollò le spalle- Ma forse è meglio così. Costringerlo a stare in mezzo a tanti esseri umani non era consigliabile. Inoltre…non dovrei dirlo, ma Sesshomaru non è esattamente lo spirito della festa.»
Kagome e Sango si guardarono, incerte se ridere alla battuta o conservare un prudente silenzio. Anna sorrise, conscia del loro dilemma, poi porse un pacco a Sango.
«Tieni, il nostro regalo di nozze.- disse- Mio e di Rin.»
«Le ha scelte Rin!» aggiunse la bambina. Anna le fece cenno di non dire altro per non rovinare la sorpresa. Sempre più imbarazzata, Sango prese il pacco dalle mani della yokai. In quel momento, entrarono Miroku, Inuyasha e Shippo.
«Mi sembrava di aver sentito il tuo odore.» borbottò Inuyasha, rivolto ad Anna.
«Anna, mia cara amica! Qual buon vento ti conduce a noi?» esclamò Miroku, aprendo le braccia per stringere a sé la yokai, che lo fermò con una mano in faccia mentre Sango gli strattonava con cattiveria il codino.
«E’ questo il trattamento riservato allo sposo?» piagnucolò Miroku, offeso.
«Se lo sposo sei tu, sì. - disse Sango, fulminandolo con lo sguardo- Anna ci ha portato un regalo. Lo apriamo?»
«Ma certo, Sango.- disse Miroku, tornando serio per poi inchinarsi ad Anna e Rin- Vi ringrazio per la vostra gentilezza.»
Anna fece un gesto vago, come a dire che non era necessario. Sango si inginocchiò sul pavimento e aprì il pacco, mentre Kagome curiosava da sopra la sua spalla. Davanti ai loro occhi, comparvero metri e metri di tessuti di eccellente fattura.
«Kami-sama…sono bellissimi.- mormorò Sango, alzando una stoffa chiara ricamata d’azzurro- Anna, questa stoffa vale un patrimonio!»
«Ah sì?- chiese Anna, scrollando le spalle- Ho solo pensato che avrebbero potuto farvi comodo. Potrai creare qualche vestito per te e per Miroku. Desideravo donarvi qualcosa di utile per la futura vita coniugale.»
«I colori li ha scelti Rin!- intervenne la bambina, inginocchiandosi accanto a Sango- Ti piacciono, Sango-chan? Questo, questo e questo sono per te. Invece questi per Miroku-sama, perché sono più scuri. Poi ci sono i pettini per i capelli e quelli li ha scelti Anna-nee-chan.»
«Non…non so cosa dire.» mormorò Sango, commossa, guardando Miroku per avere supporto.
«Per parte mia, vi ringrazio.- disse il monaco, sorridendo, poi scompigliò i capelli di Rin- Mi piacciono molto i colori che hai scelto, Rin-chan!»
La bambina sorrise, felice.
«Io e Kaede-sama, invece, abbiamo confezionato l’abito da sposa di Sango.- disse Kagome, orgogliosa per l’impresa- Stavamo giusto finendo l’ultima cucitura.»
«Ormai è fatta, Kagome.» disse Kaede, tagliando il filo con i denti e ammirando l’opera.
«Pare che si sia profuso grande impegno per questo matrimonio.» rise Anna, facendo arrossire persino Miroku.
«Quel cretino di mio fratello alla fine non è venuto.» osservò Inuyasha, sarcastico.
«No, è in Cina. O meglio, dovrebbe essere nelle sue vicinanze, ormai.- sospirò Anna, alzando gli occhi al cielo- Tornerà fra tre settimane, più o meno. Fine della questione.»
«Meglio. E’ solo un rompiscatole, ci avrebbe rovinato la festa.» sentenziò Inuyasha, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Kagome, che aveva capito quanto Anna fosse dispiaciuta per quella mancanza.
«Anna, perché non vieni a vedere la casa che ho approntato per me e Sango? Non hai ancora avuto modo di visitarla, vero?» propose Miroku, con un sorriso luminoso.
«Vi accompagno.» disse Inuyasha, sollecitato da un pizzicotto di Kagome, che aveva visto Sango rabbuiarsi. Sango riteneva che Anna fosse estremamente bella e quindi una tentazione non da poco per Miroku. Non si rendeva conto che il monaco non faceva altro che stuzzicarla.
«Ma sì, vengo volentieri.- disse Anna, allegra- Rin-chan, tu rimani con Shippo e le ragazze?»
«Sì, Rin resta qui. Rin vuole che Sango guardi tutte le stoffe che ha scelto per lei!» disse la bambina, con gli occhi che le rilucevano. Per lei, fare quel regalo era una cosa importante. Sango acconsentì di buon grado a guardare tutto con calma. Dopotutto, Anna le aveva appena messo tra le mani un patrimonio in stoffe.
Miroku, Inuyasha e Anna uscirono dalla casa di Kaede e si diressero verso il fondo del villaggio, ove Miroku aveva costruito la casa in cui avrebbe vissuto con Sango. La costruzione era recente, risaliva a dopo la battaglia contro Soichiro, ma Miroku vi aveva profuso così tanti sforzi che già dall’esterno si capiva benissimo che la casa non aveva una funzione strettamente pratica, ma anche estetica.
«Ma guarda quanto lavoro…» mormorò Anna, ammirata, notando gli intagli su stipite e architrave. «Miroku, sei bravo a intagliare il legno!»
«Se lo dici tu, ci credo.» disse Miroku, nascondendo un sorriso di soddisfazione.
«Non sollevare questo argomento.- la pregò Inuyasha, con una smorfia- Ogni giorno scopre che avrebbe potuto aggiungere qualcosa. Di questo passo bucherà il legno e Sango si troverà una casa con le pareti traforate.»
Anna scoppiò a ridere di gusto, facendo sogghignare Inuyasha.
«Ah ah, molto divertente.- disse Miroku, scoccando a Inuyasha un’occhiataccia- Invece di criticare, prova a fare qualcosa per Kagome-sama.»
«Che vuoi dire?» lo aggredì Inuyasha.
«Chissà.- disse Miroku, con un sorrisetto, prima di aprire la porta- Prego, Anna…entra!»
Anna si trovò in un’ampia stanza, al cui centro era stato scavato il focolare. Lanciò un’esclamazione estasiata nel vedere gli accostamenti di legni di diverso colore con cui Miroku aveva ricoperto l’interno, tutti intarsiati con motivi floreali. Batté la mani, deliziata.
«Miroku, è una meraviglia!- esclamò, voltandosi verso il monaco- Sango l’ha già vista?»
«Ancora no!- disse Miroku, fingendo indignazione- Sarà una sorpresa per il giorno del matrimonio.»
«Cioè per domani.» sottolineò Inuyasha.
«Già, domani.» disse Miroku, e un sorriso un po’ sognante gli comparve sul volto. Anna, intenerita, gli scoccò un sorriso abbagliante.
«Sango è una donna fortunata.- sentenziò, prima di guardarsi attorno nel vedere due porte scorrevoli, una a destra e una a sinistra- E di là cosa c’è?»
«A destra c’è la nostra camera da letto.- disse Miroku, aprendo la porta con aria maliziosa e mostrando un’altra bella stanza alla yokai- Di là, invece, dormiranno i nostri figli…quando arriveranno.»
«Conoscendoti, credo che quella stanza sarà presto occupata.» ridacchiò Anna. Inuyasha roteò platealmente gli occhi e Miroku rise. Anna aveva colpito nel segno! Poco dopo, i tre erano seduti sul pavimento a bere del tè.
«In pratica, cosa è andato a fare Sesshomaru in Cina?» chiese Inuyasha, seduto con la schiena contro la parete.
«Shippo non ve l’ha detto?- chiese Anna, blandamente stupita- Un demone cinese gli ha scritto, dicendo di aver fabbricato un gioiello per lui. Pare sia stato lo spirito di tuo padre a commissionarglielo.»
Inuyasha si alzò a sedere dritto di scatto.
«Mio padre?!- sbottò- E che aspettavi a dirmelo?!»
«Scusa…hai ragione, non ci ho più pensato.- borbottò lei, nascondendo metà del volto dietro la tazza fumante- Fatto sta che questo demone, Kun Yan, era amico di tuo padre. Circa un anno fa, lo spettro di Inuken si è presentato a lui e gli ha chiesto di fabbricare questo gioiello per Sesshomaru.»
«Che tipo di gioiello?» chiese Miroku. Anna si strinse nelle spalle.
«Non lo so. So solo che è pervaso da un potere particolare. Sesshomaru è andato a vedere di che si tratta.» rispose, poi fece un sospiro. Non sembrava molto felice di quella separazione temporanea. Miroku rifletté.
«Un anno fa…non coincide con il momento in cui arrivasti nella Sengoku Jidai?» chiese. Anna levò gli occhi e le mani al cielo in un gesto plateale.
«Qualcuno che se lo ricorda! Grazie, kami!- esclamò, facendo aumentare la loro perplessità, poi rise- Sesshomaru l’aveva completamente dimenticato. Mi sono scelta un grandissimo buzzurro.»
«Ho sempre detto che hai gusti terribili.- disse Inuyasha, con una smorfia- Comunque sia, mi sembra una coincidenza strana.»
«Chissà? Forse.- disse Anna, riflettendo- In ogni caso, all’epoca io non vidi Inuken. Non sapevo come fossi arrivata qui. Il suo fantasma mi apparve solo diverso tempo dopo, quando cercai di trovare un sistema per tornare a casa. Non credo ci siano collegamenti tra questo fatto e la chiamata di Kun Yan.»
«Non si può mai dire.» la avvertì Miroku.
«Sicché è già passato un anno da quando sei arrivata qui?» chiese Inuyasha, riandando con la memoria a tutte le cose che erano successe in così poco tempo. Il suo riavvicinamento con il fratello, la morte di Naraku, la guerra contro Soichiro, l’amicizia con i ragazzi di Nerima, l’orrida esperienza con il demone Kiokumushi…
«Dal mio arrivo sì.- ammise Anna- Tra un paio di settimane, invece, sarà l’anniversario della mia rinascita come demone.» Rimase un attimo in silenzio, incupendosi. «E’ anche l’anniversario della prima volta che ho visto Sesshomaru.- mormorò- Volevo trascorrere la ricorrenza con lui, ma è scappato in Cina.» Rise senza convinzione. «Non sono tranquilla.» disse infine, confessandosi.
«Credo che tu sia diventata un po’ paranoica.- disse Inuyasha, senza alcun tatto- D’altra parte, non posso darti tutti i torti. Quel cretino di Sesshomaru poteva anche aspettare un po’.»
Anna sorrise alle sue parole e Miroku le posò una mano sulla spalla.
«Non ci pensare, non gli accadrà nulla di male.- le disse, per rincuorarla- Ingegnati a consolare quest’uomo che dà l’addio al celibato e la vita tornerà a sorriderti.»
«Guarda che lo dico a Sango e faccio saltare le nozze.» disse Inuyasha, sollevando un sopracciglio, mentre Anna scoppiava a ridere.
«Non intendevo nulla di sconcio!» si difese Miroku, atteggiando il viso a un’espressione di onore offeso.
Anna guardò i due battibeccare con un sorriso, poi sfiorò con la mano la cicatrice nascosta che le marchiava il collo. Quello era il segno del suo matrimonio segreto. Il suo uomo era lontano, ma le loro anime erano unite. Non aveva nulla di cui preoccuparsi.

***

Il tempo fu clemente e sulle nozze di Miroku e Sango splendette un bel sole.
Tutto il villaggio assistette alla cerimonia, officiata dalla vecchia Kaede. Sango era uno splendore, nel kimono bianco da sposa che Kaede e Kagome le avevano confezionato. I capelli raccolti sulla nuca, un velo di trucco impostole da Kagome e il luccichio di lacrime trattenute che le brillava negli occhi fecero quasi venire un colpo a Miroku, che pure sapeva quanto fosse bella la ragazza che stava sposando.
«Sei sicura di volere me?» le chiese perfino, tanto era sconvolto. Lei gli sorrise senza rispondere, ma fu sufficiente.
Kagome e Anna si erano messe in ghingheri. Kagome aveva un abitino con giacca verde chiaro e sandali con il tacco, cosa che la faceva apparire del tutto estranea alla Sengoku Jidai. Anna, avendo preso sul serio il suo ruolo di principessa, aveva una veste aperta azzurro chiaro con ricami in oro e un kimono bianco e oro molto semplice, per non rubare la scena alla sposa. Aveva raccolto sulla nuca i lunghi capelli e sembrava davvero una regina dei demoni. La piccola Rin si era vestita a nuovo, mentre Inuyasha e Shippo non si erano formalizzati. Inuyasha, addirittura, cominciò a sbadigliare prima ancora che la cerimonia iniziasse.
Gli amici si schierarono subito dietro la coppia, in fila, ascoltando con tenera commozione le risposte della cerimonia. I due si scambiarono le promesse di matrimonio, bevvero il sake nuziale, e finalmente poterono sigillare le loro nozze con un bacio, fra gli applausi degli abitanti del villaggio. Sia Miroku che Sango ringraziarono, imbarazzati, mentre tutti facevano loro le congratulazioni. Dopo averli baciati entrambi, Anna si mise un po’ in disparte, guardando la coppia con occhi pieni di tenerezza. Era davvero felice per loro. Entrambi avevano sofferto più del necessario, durante tutta la loro vita, e questo poteva ora ripagarli di tutte le lacrime versate. Sarebbero stati felici insieme, questo era certo.
Al pensiero di Sesshomaru che decideva di sottoporsi a una cerimonia del genere, soffocò un sorriso. No, non ce lo vedeva proprio. L’unico matrimonio concepibile per Sesshomaru era quello degli yokai e in quel senso si erano già sposati.
“Non indosserò mai un abito da sposa.” pensò, mesta.
In quel momento, un forte capogiro la costrinse a portarsi una mano alla fronte. Un velo rossastro le scese per un attimo sugli occhi, accecandola. Sbatté più volte le palpebre, cercando di dissiparlo, mentre un rombo le riempiva le orecchie. Sembravano tutti i segni di un imminente collasso.
“Non è importante. Presto staremo meglio entrambi, mia cara.”
La voce, scaturita dal passato, le spedì un tale brivido lungo la schiena da irrigidirla. Conosceva quella voce…ma perché le tornava alla mente ora, con tutta quella chiarezza?
“Quel bastardo di Sesshomaru mi ha ridotto così, ma grazie al tuo potere latente riuscirò a sopravvivere. E ad ucciderlo, finalmente.”
Per gli dei…quella era la voce del demone che l’aveva quasi uccisa! Il demone che aveva tentato di assorbire il suo potere e di cui ora deteneva invece la forza yokai! Perché la sentiva ora?
Una mano le sfiorò il braccio. Subito, la vista di Anna si schiarì, le voci scomparvero e la donna tornò a sentire l’allegro vociare dei presenti sopra il rombo del proprio sangue. Si voltò verso Kagome, che la guardava con aria preoccupata.
«Anna, stai bene? Sei pallida.» chiese la ragazza.
«Sto bene.- disse Anna, con un sorriso tirato, accorgendosi di essere madida di sudore freddo- Ho avuto solo un capogiro. Credo di essermi emozionata un po’ troppo.»
Kagome sorrise, credendo alla sua risposta.
«Vieni ad aiutarmi? Bisogna portare le vivande ai tavoli e se faccio spostare le cose a Inuyasha andrà a finire che mangeremo per terra.» disse.
«Oi! Kagome!» esclamò Inuyasha, che l’aveva sentita anche da lontano.
Anna assentì, seguendola. Non vista, sfiorò la cicatrice nascosta sotto il kimono. Nulla, la pelle era liscia e integra. Sesshomaru stava bene. Ma allora, cosa significava il malore di poco prima? E perché aveva sentito quelle voci così ostili?

   
 
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