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Autore: Ulisse85    08/09/2011    3 recensioni
La Morte... una storia di omicidi inspiegabili. Il sovrannaturale si mischia alle vicende di vita quotidiana di Marco e Ettore... lungo un cammino che li porrà a confronto con se stessi e con qualcosa di molto più grande di loro.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Martedì 1 marzo

 

 

Mi dovresti dare l’indirizzo della piscina dove vai il fine settimana…” Ettore era evidentemente sarcastico, ma c’era del giusto nelle sue parole, ogni inizio settimana Marco ripartiva come se avesse fatto il pieno di energie e con qualche cosa di più chiaro in mente.

Infatti in quel momento stava sottolineando alcune coincidenze… “Allora tutti i decessi sono avvenuti secondo la scientifica tra le 23 e le 2..”

esatto..”

quindi possiamo dire intorno a mezzanotte e mezza, che è la conclusione dei coroner, che per non essere poco scientifici ci danno sempre datazioni per intervalli…”

esatto…” la voce di Ettore era più alta questa volta

Lucio, quello che mette in stampa è un tipo puntuale di solito?”

Beh… lo è sempre stato, ma ultimamente lo è un po’ meno, è normale ha appena superato gli ottanta anni…” Ettore sollevò le spalle

A che ora dovrebbe avvenire la messa in stampa del giornale?” incalzò Marco

A mezzanotte e mezza” Ettore si sporse sulla scrivania.

.. e sbaglio o proprio nelle 8 notti dei decessi Lucio è stato sempre un po’ in ritardo con le messe in stampa…”

...è vero, e infatti è perché ritardava che faceva in tempo a inserire i nomi delle varie vittime…”

“… a inserire l’ultimo nome nella lista dei necrologi del giovedì”. Concluse Marco.

E’ molto strano” Anselmi era pensieroso “ma cosa può c’entrare Lucio… gli omicidi sono avvenuti anche a una o due ore di macchina da qui, per comunicarglieli il direttore lo chiamava sempre appena avuta notizia dall’ANSA, - Ettore fece due calcoli- metti che gli omicidi avvenissero a mezzanotte e mezza… dopo un’ora l’ANSA veniva informata dalla polizia, dall’ANSA al direttore, dal direttore a Lucio… questo riceveva le telefonate del direttore fra l’1.30 e le 2.00 di notte, qui sotto , in sala stampa.”

Marco sapeva dove voleva arrivare l’amico: “… se anche consideriamo gli omicidi avvenuti a solo un’ora da qui, fra andare e tornare fanno due ore, e invece dopo un’ora dai decessi Lucio era già qui. Non ha senso”

E poi comunque non ce lo vedo Lucio, a 81 anni a sfrecciare a 100 km/h per le strade dopo aver commesso un omicidio per fare in tempo a tornare in sala stampa…”

Marco aveva appena visto crollare il suo bel castello di carte. “E se semplicemente fosse complice di qualcuno?”

Perché?” Ettore scosse la testa “se fosse stato lui avrebbe spiegato i ritardi e le coincidenze di orario, ma se non è stato materialmente lui, non c’è motivo di sospettarlo… che faceva, aspettava che il complice colpisse per poi fare in tempo a scrivere il nome della vittima sul necrologio di quel giovedì e non del successivo… che era complice per puro spirito di precisione giornalistica?!”

Anselmi aveva ragione, ma comunque “…troppe coincidenze fanno sì che nessuna di esse possa essere spiegata come una coincidenza – Marco sentiva che la strada era quella giusta- il giornale, L’Orizzonte, è in qualche modo legato a tutte queste morti. Non so come, ma c’entra”

Beh, ho un’idea – Anselmi cercò di sdrammatizzare un po’ – facciamo come nella signora in giallo, lasciamo fare l’assassino, una volta morti tutti, l’unico rimasto in vita, è il colpevole!”

Poi scusa una cosa – Marco notò che stavano dando troppi particolari per scontati- la polizia come faceva a venire in un’ora a sapere delle morti? “

Marco aveva di nuovo l’attenzione del suo futuro collega “Per Roberto Angeletti, ok, era agli arresti domiciliari, la polizia ce la aveva fuori dalla porta, posso passare sull’imprenditore, che proprio perché aveva tentato il suicidio era ben sorvegliato…”

Non dimenticarti di Renato Desino che ha scagliato il telefono, quindi avrà attirato l’attenzione…”

Ok, fanno tre, ne sono morti altri cinque….come faceva la polizia a sapere subito dei decessi, e ad andare quindi a controllare, per poi comunicarlo all’ANSA e avviare la catena…”

Esatto mio giovane detective… in altre parole: chi avvertiva la polizia doveva essere al corrente dei delitti o averli commessi, quindi è questo il punto: chi avvertiva la polizia?”

   
 
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