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Autore: Sweet Amber    10/09/2011    2 recensioni
"Aprì di scatto gli occhi, non sapeva se definire sogno o incubo ciò che era tornato a tormentarlo. La vista era appannata e la testa gli girava vorticosamente, l'odore di narcotico lo prese alla gola."
La sete di vendetta ha logorato il suo essere, il rimorso non lo sfiora nemmeno ed è disposto a ricorrere qualsiasi mezzo pur di placare il suo animo. 
Una lettera misteriosa quanto banale, un biglietto di sola andata per l'esperienza più dura della loro vita e un traditore.
Un intreccio tra violenza e ironia, aggressività e sentimenti, fumo e alcol, amore e shonen-ai.
........salve a tutti! Questa è la mia primissima ff e ringrazio di cuore Avly per avermi sostenuta. Spero sia di vostro gradimento, buona lettura!
Avviso: la parte finale del terzo capitolo è stata revisionata e modificata
Amber
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Eccomi qui con un nuovo capitolo! Mi scuso per l'attesa, ma ho dovuto dare l'esame di recupero e sono stata in montagna dove non c'era la connessione ç.ç comunque sia, voglio ringraziare di cuore Iria HeartInRussia per aver recensito! Ringrazio anche tutti quelli che hanno semplicemente letto questi pochi capitoli, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, buona lettura!


Capitolo 2
 
 
L'umiliazione le bruciava ancora nell'orgoglio ma la rabbia che annebbiava la mente di Lena si era dissolta quasi completamente ed era tonata a pensare con la sua solita razionalità. Si alzò dal letto e si mise di fronte allo specchio; era cambiata molto in assenza di Kai. I capelli si erano allungati notevolmente e le sfioravano la vita come delle lingue di fuoco, il seno una volta in boccio si era trasformato in uno splendido fiore e grazie agli allenamenti a cui si sottoponeva i fianchi si erano modellati e le gambe snellite e slanciate; poteva definirsi una ragazza a dir poco perfetta. "Eppure Kai non è qui con me" L'unica cosa che era rimasta immutata era lo sguardo, freddo ma profondo; c'era da perdersi in quegli immensi occhi indaco. Distolse lo sguardo dallo specchio, non le piaceva avere attimi di debolezza tanto meno cadere preda di vecchi ricordi. Si impose di pensare ad altro. Mise una mano nella tasca dei jeans e prese il pacchetto di camel blue e uscì sul terrazzo. Tirò fuori una sigaretta e l'accese; aveva cercato di smettere, ma era impossibile. Primo perchè era diventato un vizio, secondo perchè tra Yuri e Boris non sapeva chi fumava di più e finiva quasi sempre con lo scroccare da loro. Portò la sigaretta alla bocca lentamente, come se non le importasse molto, ma in realtà aveva brama di assaporare quel tabacco e non le sarebbe bastato mai. Diede un paio di colpi col dito sulla camel e fece un altro tiro. Continuava a non spiegarsi il fatto che Kai avesse accettato di prendere parte a quella messa in scena, lo conosceva abbastanza bene da sapere che non prendeva ordini da nessuno, tanto meno da Vorkov: qualcosa non quadrava, una morsa le stringeva lo stomaco e non era per il fatto che si stava fumando la sigaretta a gan velocità. Aveva un brutto presentimento, non riusciva a credere che anche i ragazzi degli altri Team avessero accettato così facilmente. Finì la paglia con finta calma per poi spegnere il mozzicone sul posacenere. Rientrò nella camera e guardò la sveglia sul suo comodino, segnava le 10.30, il tempo era volato; uscì dalla stanza e scese in cucina dove vide Yuri seduto che beveva del caffè mentre Boris era intento ad ispezionare il frigo
-Bisogna andare a fare la spesa, non c'è quasi più niente qui dentro. Chi va?-
-Io non ho la patente, per cui non guardate me! Le buste della spesa non ci stanno sulla moto!- così Lena si tirò fuori
-Ho capito che è il mio turno- per lo meno Yuri si era tolto l'impiccio di cucinare
-Dico anche io, Ivanov. Comunque, oggi il menù prevede zuppa solyanka quindi devi prendere carne di vitello, pancetta affumicata, patate, prezzemolo, cipolle, no quelle le abbiamo, olive e...- Boris non fece in tempo a continuare la sua lista infinita di ingredienti che Yuri lo prese per la maglia e lo guardò con uno guardo da far accapponare la pelle
-Basta così. Io vado- lasciò la presa, s'infilò la giacca nera, prese le chiavi della macchina e si diresse verso la porta
-Prendi qualcosa anche per domani!- urlò Boris per infastidirlo ancora un po'
-Cazzo, chiudi la bocca Kuznestov!- per poco Yuri non tolse la porta dai cardini.
 
Non vedeva l'ora di uscire e respirare un po' d'aria fresca, accompagnata chiaramente da una lucky strike. Era arrivato un freddo improvviso "E pensare che stamattina Lena è andata a correre" Si tirò su la cerniera della giacca e aprì la portiera della macchina, si allacciò la cintura, diede qualche tiro e mise in moto. Dopo aver fatto manovra accese la radio, cambiò un paio di stazioni fino a quando la melodia di una canzone a lui ben nota non gli arrivò alle orecchie, la canticchiava spesso con Kai -And I'm free, free fallin' -.
 
-Non capisco cosa sia preso a Yuri- così Lena ruppe il silenzio
-Cosa intendi?- chiese con noncuranza Boris
-Non fare il finto tonto. So che hai notato anche tu il fatto che Yuri abbia accettato così tanto facilmente l'invito di Vorkov, così come Kai e gli altri ragazzi- non vedeva l'ora di sbattere in faccia l'ovvio a qualcuno, anche se avrebbe preferito che ci fosse anche suo fratello
-Mh, perspicace. Secondo te c'è qualcosa sotto?-
-Chiaro. Probabilmente Yuri è stato accecato dal lontano ricordo di Kai e non ha resistito al suo... "richiamo"- "Già, al suo irresistibile richiamo"
-Tsk, è un idiota. Invece Kai e gli altri? Che gli abbiano teso una trappola?- ipotizzò Boris, era da molto che non aveva a che fare con quelli del monastero, ma i metodi che utilizzavano se li ricordava ancora
-Non ne ho idea. Ma se fosse così, noi saremmo i prossimi- la sottile tensione che aleggiava in cucina era palpabile -Dobbiamo far cambiare idea a Yuri, prima che succeda qualcosa. Non ho intenzione di farmi fottere da Vorkov così facilmente - Lena avrebbe sputato volentieri a terra, ma non lo fece solo perchè dopo avrebbe dovuto pulire. Era decisa a fare sul serio, non le importava se suo fratello si fosse fatto fregare come un novellino, lei non sarebbe andata da nessuna parte.
-Nemmeno io. Ora muoviamoci Ivanov, prima che il lupo della steppa torni e ci sbrani- Boris si alzò dalla sedia e andò verso il piano superiore -Io faccio le camere, tu... sistema la cucina... dai, sai quel che devi fare-
-Ok- fu la risposta lapidaria di Lena che aveva già iniziato a fare le sue faccende.
 
Entrò nella sua stanza con l'intento di fare un po' di ordine; spostò il cuscino, fece il letto, piegò le coperte e sistemò gli abiti nell'armadio. Ad un tratto lo sguardo cadde sul comodino e aprì il primo cassetto; sapeva benissimo che era ancora lì, non l'aveva più usata da quando aveva fatto una strage: la sua hk p30 "Fanculo, stavano per farmi fuori!" Erano molti i pensieri che girovagavano per la mente di Boris, ma solo uno ebbe la meglio. Afferrò saldamente la pistola e una scarica di adrenalina gli invase il corpo "Si torna ai vecchi tempi" Prese la fondina dal fondo del cassetto, l'assicurò ai pantaloni e ci mise la semiautomatica coprendola con la felpa
-Tsk, sarò fuori allenamento- sussurrò tra se e se il ragazzo
-E adesso parli da solo, Kuznestov?-  da dietro la porta fece capolino la figura di Lena
-Da quanto sei qui?-
-Abbastanza per sapere che hai preso sul serio l'ipotesi che potremmo essere in qualche modo il prossimo bersaglio di Vorkov-
-Probabile. Ma vedi di smettere di spiare la gente, hai davvero rotto il cazzo-
-Fanculo Boris, e muoviti a rifare le stanze! Io ho già pulito tutta la casa- disse con fare beffardo Lena che aveva già oltrepassato la soglia lasciando il ragazzo da solo "Mi ha fottuto di nuovo..." Prese l'ipod e uscì sul balcone, partirono ad un volume a dir poco assordante i Metallica con No Remorse e si accese una sigaretta; un mezzo sorriso solcò il suo viso.
 
Aveva finito di pulire tutto già da un pezzo, non che ci fosse molto da fare visto che aveva solamente passato l'aspirapolvere e sistemato le poche cose che c'erano in giro. Si era fatta un caffè ed era andata a fumarsi un'altra sigaretta "Invece di stare a cazzeggiare dovrei stare all'erta anche io... ok, stop paranoie" Anche se lei era al piano terra riusciva a sentire la musica che Boris si sparava al massimo volume nelle orecchie -No remorse, no repent. We don't care what it meant- canticchiava a bassa voce, Lena la conosceva bene quella canzone.
 
"Finalmente sono riuscito ad uscire da quel cazzo di supermarket" Mise le buste della spesa nel bagagliaio e andò al posto di guida, uscì dal parcheggio e si diresse verso casa. Buttò un occhio sullo specchietto retrovisore e vide una kawasaki ninja nera, ma non ci fece molto caso. Mancavano ancora una decina di minuti e la moto era ancora dietro di lui, premette l'acceleratore e lo stesso fece l'altro conducente "Ci mancava solo un rompi palle! Mi sta attaccato al culo, ma chi cazzo è? Quasi nessuno passa per questa zona" Yuri tentò di osservare meglio quel tizio, era completamente vestito di nero col casco integrale opaco, sembrava essere ben piazzato. Premette l'acceleratore ancora di più e sorpassò il limite di parecchio, tanto nelle vicinanze non c'erano autovelox nè tanto meno la polizia. Arrivò difronte a casa in poco tempo, fece una manovra suicida ma parcheggiò in modo impeccabile, la kawasaki aveva rallentato e l'uomo girò la testa verso Yuri che riuscì ad oltrepassare il casco con lo sguardo come se volesse trapassare quel tizo, poi scomparve dietro ad una curva "Tsk, la prossima volta gli lascio anche un autografo" Salì i gradini che portavano alla porta ed entrò.
 
-Ce l'hai fatta ad arrivare!- era quasi mezzogiorno e lo stomaco di Boris iniziava a brontolare
-C'era fila alle casse- appoggiò la spesa sul tavolo e appese la giacca all'appendi abiti
-Ehi Yuri- Lena lanciò un occhiata a Boris che afferrò al volo, dovevano parlagli il prima possibile
-Per caso sapete se qui nelle vicinanze c'è un nuovo stabilimento?- la domanda inaspettata di Yuri lasciò spiazzati gli altri due
-Cosa intendi? Perchè questa domanda?- Boris aveva gli occhi spalancati e a Lena tremavano le mani
-No è solo che un tizo in moto mi ha seguito per tutto il tragitto e ha proseguto lungo la strada, solo che da quella parte c'è solamente l'ingresso nel bosco- Yuri pronunciò quella frase con un'ingenuità tale da far venire i brividi alla sorella "Ma si può sapere che cazzo gli è successo?!" Lena sembrava paralizzata
-Yuri, quella strada non conduce a niente se non alla foresta. E' successo qualcosa di particolare?!- se un'ora fa Boris aveva un lieve sorriso sulle labbra ora era scomparso del tutto
-Nero, era completamente vestito di nero, moto compresa. Mi è stato alle calcagna poi mi ha guardato ed è scomparso- il cervello di Yuri sembrava aver ripreso a funzionare nel modo giusto e solo in quel momento si era accorto della grande stonzata che aveva fatto "Devo smettere di bere alcol la mattina! Cazzo, mi hanno fottuto! Era sicuramente uno scagnozzo di Vorkov e io l'ho portato diretttamente a casa! Ho accettato come un idiota sprovveduto, siamo nella merda" Alzò lo sguardo verso i suoi compagni che imprecavano a bassa voce
-Ho fatto una cazzata-
-Già- dissero Lena e Boris all'unisono
-E ora che si fa?- la ragazza non perse tempo -Rettifico. E ora che faranno?-
-Non lo voglio nemmeno sapere- finalmente Yuri si era risvegliato da quella specie di stato comatoso ed ingenuo.
 
Udirono il vetro infrangersi all'improvviso, mille schegge volarono ovunque e i ragazzi si gettarono sul pavimento. La finestra della cucina era diventata un poligono; la mano di Boris scivolò prontamente sulla pistola e la estrasse all'istante. Lena senza esitare si alzò in modo da attirare l'attenzione degli aggressori su di essa "Kuznestov fai fuoco, ora!" Il ragazzo riuscì ad atterarne due, ma ne mancò uno, il quale sparò con due mani. Il volto graffiato di Yuri sbiancò quando vide la sorella accasciarsi a terra, era stata colpita di striscio ad un braccio. Ad un tratto la porta venne sfondata da un uomo seguito da altri quattro, tutti vestiti completamente di nero. I ragazzi fecero in tempo a guardarsi negli occhi, l'adrenalina invadeva i loro corpi e le loro menti erano accomunate da un solo pensiero "Siamo fottuti".
 
Sweet Amber
  
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