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Autore: NanaBianca    10/09/2011    4 recensioni
Da grande appassionata del telefilm Buffy, voglio provare a mischiare un po' le carte per vedere cosa ne esce fuori. [NO Cross-over] [Spoiler Terza Stagione] [Damon/Nuovo Personaggio]
Klaus è partito portando Stefan con sé. Tra Elena e Damon l'intesa e l'attrazione fisica diventano sempre più potenti. Ma qualcosa sta per succedere a Mystic Falls. Summer Reed, l' attuale cacciatrice, si reca in questa piccola cittadina alla ricerca di un pugnale: l'unica arma in grado di sconfiggere Klaus.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo II




«A quanto vedo...gli omicidi più misteriosi si concentrano nella zona del Tennessee» disse Damon, leggendo le notizie che apparivano sullo schermo del Pc.
«In effetti è così...»
Elena si alzò dalla sedia. «Ed è per questo che ho intenzione di recarmi lì. Manca più di una settimana all'inizio delle lezioni...» continuò, mentre camminava nervosamente per fare mente locale sul da farsi.
«Non se ne parla. Tu non vai proprio da nessuna parte!»
Damon bloccò quasi sul nascere le sue agitate confabulazioni.
Elena si arrestò, per poi dirigersi con determinazione verso di lui.
«È
di Stefan che stiamo parlando! Non posso continuare a vagliare informazioni su internet, come se stessi preparando una tesina!...Devo fare qualcosa...» gli replicò, con tono alterato, per poi continuare con più calma: la calma di chi ha un nodo alla gola.
«Devo trovarlo, Damon»
le si inumidirono gli occhi; era stanca di sentirsi impotente.
La schiena di Damon si mosse impercettibilmente all'indietro, come se fossero state le parole di Elena a spostarlo. La guardò fisso negli occhi e fece una mezza smorfia con la bocca. Anche se si trattava di suo fratello, quegli occhi velati di lacrime erano un boccone spietatamente amaro.
«Lo capisco, Elena. Ma devi restare al sicuro. Klaus è convinto che tu sia morta ed è preferibile che resti di questa convinzione! Non ci servono altre preoccupazioni! Sarò io ad andare...da solo!»
disse con tono autoritario, scandendo con decisione soprattutto le ultime due parole. Elena lo fissò per qualche istante, per poi iniziare a scuotere la testa in segno di negazione.
«No, non posso...non riesco più a starmene qui ad aspettare!»
mormorò, portando lo sguardo di lato, per poi perderlo nel vuoto. «Ho bisogno di sapere che sta bene.» Una lacrima le rigò il volto, nonostante il disperato tentativo di mostrarsi forte.
Damon cancellò quel segno di tristezza dal suo viso col pollice: un gesto che includeva una latente e sofferta carezza.
«Lo troverò...è una promessa»
le disse con tono confortante, ma interrompendo quel contatto con una sorta di freddezza. «Ora va a riposare.»
Dopo qualche secondo di esitazione e smarrimento, Elena fece un cenno col capo. Quella mano leggera sul suo volto aveva avuto l'effetto di mille dolci parole e, mentre osservava Damon lasciare la sua stanza, per un attimo, desiderò intensamente che restasse, ma quel pensiero fu subito annientato.


*** ***


Mentre guidava verso casa, Damon si chiedeva se quel bacio non avesse acceso in lui delle vane e inconsapevoli speranze.
Fino a quel momento, aveva completamente rinunciato all'idea di poter stare con Elena. Quando le aveva dichiarato il suo amore per la prima volta, le parole che aveva pronunciato avevano rispecchiato i suoi più sinceri pensieri: lui non la meritava. Era Stefan il fratello buono: quello che lottava attivamente contro il suo lato malvagio. Era lui a meritare un angelo come Elena al suo fianco. Damon si era rassegnato al suo ruolo di difensore, che comunque comportava una notevole frenata ai sui istinti. Anche stare semplicemente al suo fianco per proteggerla, per Damon, significava meritare quel posto. Tutto per lui era più difficile, perché proprio non riusciva ad accendere in sé quella parte di coscienza che dà valore alla vita umana. Per Damon, solo la vita di Elena era realmente importante; tutti gli altri erano solo pezzi di carne dal collo fragile, che valevano quanto fili d'erba calpestati incurantemente.
Damon sapeva cosa lo rendeva tanto diverso dal fratello — in fondo, anche Stefan era stato un vampiro criticabile quanto lui. Eppure, il minore aveva trovato in sé la forza per combattere e controllare la sua nat
ura questo, almeno, fino all'arrivo di Klaus. A Damon, quella forza mancava: lui non ci aveva mai neanche provato. Damon aveva amato con tutto sé stesso una donna che non lo aveva scelto. Per 145 anni aveva detestato Stefan per il semplice fatto che Katherine avesse trasformato anche lui, per poi scoprire che era addirittura lui quello che lei amava tra i due. Certe ferite sono difficili o quasi impossibili da curare. Aprirsi all'umanità, per un vampiro, vuol dire lasciare libero accesso ad ogni dolore, misurarsi continuamente con le proprie emozioni e convivere con i propri tormenti.
Stefan doveva confrontarsi con il rimorso per le vite che aveva spezzato. Damon doveva fare i conti con un
amore mai ricambiato.
E il destino, anche questa volta, ad un secolo e mezzo di distanza, non era stato dalla sua parte: ancora una donna...ancora secondo.
Come accettare il proprio lato umano con questi presupposti?
Le vittime collezionate con gli anni non sarebbero state un problema per la sua coscienza; la sua natura di vampiro sarebbe stata per lui una più che valida giustificazione a ciò che riteneva un semplice allargamento della catena alimentare.
Ma quale scusante aveva per non essere mai il primo nel cuore della donna che amava?
E, soprattutto, come poteva trovare in sé la forza per mettersi in gioco, se partiva sconfitto per l'ennesima volta?


*** ***


I dettagli della strada si perdevano a causa dell'alta velocità.
Nella mente, ancora gli occhi di Elena carichi di amore per Stefan.
Nel petto, qualcosa stringeva i suoi polmoni strozzandogli l'aria nella gola; ma qualcosa catturò la sua attenzione, liberandolo da quell'opprimente sensazione. Sul ciglio della strada, una donna gli faceva segno di fermarsi.
Damon accostò e uscì dall'auto con una movenza calma e sicura. Osservò con curiosità la giovane ragazza dai capelli biondi che lo aveva distolto dai suoi spiacevoli pensieri e le sue labbra si incresparono in un mezzo e ambiguo sorriso.
«Come posso aiutarti?» domandò, col suo solito fascino ipnotico.
«Grazie a Dio ti sei fermato! Iniziavo a temere che non sarei più tornata a casa! Ho bucato una ruota, ed ho il cellulare completamente scarico...» disse la ragazza, rincuorandosi.
Damon la guardò fisso negli occhi: delle innocenti iridi color nocciola.
«Posso sapere il tuo nome?» le domandò serafico. E la ragazza si perse per qualche istante nel fascino elettrico di quello sconosciuto. «Louren...mi chiamo Louren» rispose, con un lieve imbarazzo.
Damon, con una scintilla di perversione che illuminava i suoi occhi, estese il suo sorriso a tutta la larghezza delle labbra. «Felice di averti incontrata...Louren» un secondo dopo, i suoi canini affondavano nel collo della ragazza, facendo scivolare sangue caldo sulla sua candida pelle.
Era inutile urlare e dimenarsi. Il presentimento di Louren... forse non era così sbagliato!




Grazie per la lettura :)
NaNa***



  
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