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Autore: alessia21685    13/09/2011    18 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Mamma mia che belle recensioni che mi avete lasciato ragazze! Sono commossa! *__*
 è davvero un piacere scrivere per voi! 
Visto che l'ispirazione per una volta non si è fatta desiderare, eccomi qui a postare subito subito! 
Sono sicura che adorerete questo capitolo (o almeno spero! perchè io ho adorato davvero scriverlo!)
Grazie ancora infinite per il vostro entusiasmo !|


Cap 17 : Prendimi l'anima

Il suono dei  passi rimbombava lungo le pareti dei sotterranei,interrompendo il silenzio del corridoio deserto.

Le parole dure e autoritarie del preside risuonavano ancora nelle orecchie di Hermione.

-Non tolleriamo questo genere di comportamenti nella nostra scuola. E non è il primo incidente che sembra correlato a lei, signor Riddle. -

A nulla erano servite le parole di Hermione, quando aveva riferito la sua versione dei fatti.

Se non fosse stato per Lumacorno, sicuramente Tom sarebbe stato espulso all’istante.

Ma la sua convinzione che Tom non meritasse l’espulsione, ma solo una solenne punizione, non era stata accettata di buon grado da Dippet.

“E sia.” Aveva  infine sbottato. “Non verrà espulso seduta stante. Ma molti fattori dovranno essere valutati. Provvederò io stesso a sentire altri testimoni, compreso il signor Middleton. E se i fatti deporranno all’unanimità contro di lei, non potrò che confermare la sua espulsione.”

Hermione si torse le mani in preda al nervosismo. Tom non era ancora salvo.

Se tutti gli altri studenti avessero testimoniato contro di lui, come era probabile, l’espulsione sarebbe stata inevitabile.

Ed era tutta colpa sua.

“Tom!” gridò cercando di rincorrerlo lungo il corridoio che portava alla Sala Comune dei Serpeverde.

Tom non aveva aperto bocca da quando erano usciti dall’ufficio del preside.

Si  era messo a camminare come una furia, muto e senza  espressione, lasciando Hermione dietro di sé.

Lo sentì pronunciare con voce monocorde  la parola d’ordine all’ingresso, e poi proseguì senza voltarsi , mentre e si dirigeva a passo deciso verso il dormitorio dei ragazzi.

 “Ti prego Tom, fermati!”

Finalmente, a metà scala lui si bloccò. Hermione lo raggiunse.

Quando alzò lo sguardo sul suo viso, un brivido ghiacciato le scese lungo la schiena.

Il volto di Tom era inespressivo, muto. Un volto che lei ancora vedeva nei suoi incubi.

Gli afferrò la mano, incapace di trattenersi. Era fredda e inerte tra le sue dita.

“Mi dispiace. Non avrei dovuto portarti alla festa… io…”

“Non è colpa tua.Non fa niente.”

Il suo tono freddo e privo di vita la fece trasalire. Gli occhi le pizzicarono.

“Tom mi dispiace!”

Lui non le rispose, si voltò e proseguì fino al dormitorio dei ragazzi, sbattendo la porta dietro di sé.

Ma Hermione non si diede per vinta.

Pur sapendo che non avrebbe dovuto farlo, salì le scale che portavano al dormitorio maschile, grata per il fatto che tutti gli altri studenti fossero ancora alla festa .

Quando aprì la porta, vide Tom accucciato contro una parete, la faccia tra le mani.

Tutto in lui sembrava fragile e spaventato.

Hermione si avvicinò .

Tom sollevò in fretta il capo e si rialzò in piedi.

Hermione non poteva più sopportare lo sguardo terrorizzato dei suoi occhi.

“Tom, ti prego…”

Sollevò  una mano tremante per accarezzargli il viso,  ma lui si retrasse, voltandosi  verso il muro e aggrappandosi ad esso con la mano.

Appoggiò la fronte alla parete di pietra e con un grido soffocato  vi tirò un pugno .

Non appena Hermione vide il sangue che colava caldo dalle sue nocche  una stretta gli strangolò il cuore.

“Fermo!” gridò bloccando il suo polso, mentre stava per scagliarsi di nuovo contro la pietra grezza con la mano insanguinata.

Lui ringhiò, tirò a sé la mano cercando di liberarsi dalla sua presa, trascinando Hermione con sé, facendola finire schiacciata tra il suo corpo e il muro.

Hermione ebbe un flash-back della prima sera che si erano conosciuti, quando lui l’aveva stretta alla parete puntandole la bacchetta alla gola.

“Tu…” disse lui  con voce tremante. “ Tu non hai idea…se mi dovessero espellere…”.

I suoi occhi sembravano liquidi,trasparenti come una pozza di acqua verde e scura.

“Io… non ho dove altro andare.” Disse infine.

Il cuore di Hermione sembrava sanguinare da tanto  le faceva male.

Poi Tom cercò di calmarsi, alzando lo sguardo al cielo e prendendo un bel respiro.

Quando la guardò di nuovo la sua espressione era amareggiata, rassegnata.

“Io non ho nessuno.”

Allentò la presa e si allontanò da lei.

 Hermione ripensò alle parole scritte con calligrafia tremante e infantile del suo diario.

Rivide davanti agli occhi la stanza grigia e lugubre dell’orfanotrofio, che lui aveva descritto così bene da fargliela sembrare reale e dolorosa.

“No.” Sussurrò Hermione con la gola chiusa.

Tom si voltò.

“Non è vero che non hai nessuno Tom.” Buttò fuori Hermione tutto d’un fiato.

“Hai me.” Continuò avvicinandosi.

Lui non si mosse.Non osava muoversi per non interrompere quello che forse dopotutto poteva essere solo un sogno. Poi però scosse la testa.

“Non sono degno di te.” Sussurrò . “Tu non sai…”

“Non mi importa.” Esclamò Hermione  bloccando la sua frase sul nascere.

Non le importava quello che lui aveva fatto, o quello che aveva  avuto intenzione di fare.

Non le importava più nulla ormai, solo una cosa contava: Tom stava soffrendo.

E lei avrebbe fatto qualsiasi cosa, avrebbe anche venduto la sua anima al diavolo, pur di vedere quella sofferenza scomparire dal suo volto.

Si avvicinò a lui con gli occhi lucidi di lacrime e alzò una mano verso il suo viso.

Lo accarezzò e sentì le sue guancie arrossire al suo tocco, calde di vita.

E seppe che non sarebbe mai più tornato quello di prima, freddo e insensibile. Lei non glielo avrebbe permesso.

“Io ti amo.” Sussurrò Hermione mentre una lacrima le ruzzolava giù lungo la guancia.

Gli occhi di Tom si spalancarono increduli, inondati di luce.

Hermione sentiva che Tom non stava respirando, le sue labbra tremavano, mentre la guardava come se da quel momento dipendesse la sua intera vita.

E non aveva importanza se lui non le avesse detto che anche lui l’amava, perché i suoi occhi le dicevano tutto ciò che la sua bocca non riusciva ad esprimere.

Le prese il viso fra le sue mani calde e la baciò come se fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto prima di morire. Come se si stesse cibando di lei, del suo amore per lui, del suo calore .

Hermione si sentì leggera e perfetta tra le sue braccia, assaporando le sue labbra carnose e morbide.

Leggera, così leggera…

Si rese a malapena conto che Tom l’aveva presa per i fianchi e l’aveva sollevata , adagiandola delicatamente sul letto.

Si abbandonò totalmente a lui, stringendolo forte a sé  e intrecciando le dita nei suoi capelli di seta scura.

Sentiva la sua bocca sensuale ovunque, sul suo collo, sul suo viso,sulle palpebre, sulle guance.

Le sue labbra ingorde le asciugavano le lacrime.

 “Ho bisogno di te, Hermione… Ho così tanto bisogno di te…”

Hermione sentì le sue guance andare in fiamme, e il calore diffondersi lentamente a tutto il suo corpo, incendiandosi.

“Oh Tom…” sospirò mentre lui le baciava il collo e la pelle sensibile della gola.

Nell’udire il suo nome pronunciato in quel modo , Tom ebbe un fremito.

Hermione armeggiò con i bottoni della sua camicia e gli allentò la cravatta.

Quando la camicia scivolò a terra Tom sussultò, il petto gli si alzava e abbassava  ritmicamente , come se avesse appena fatto una corsa sfrenata.

Hermione accarezzò la pelle morbida e vellutata delle due spalle, guardandolo negli occhi .

In quegli occhi screziati di verde,azzurro e blu che sembravano leggerle dentro l’anima.

Poi con la punta delle dita accarezzò le cicatrici che segnavano la sua schiena, e rabbrividì.

Quanto dolore aveva dovuto subire… quante ingiustizie. E sembrava che ad esse non ci fosse mai fine.

“Giuro che farò di tutto,perché nessuno ti faccia più soffrire”.Gli sussurrò a fior di labbra.

“Allora non smettere di baciarmi. Non smettere di stringermi Hermione.”

Lei gli obbedì, stringendolo a se e baciandolo come aveva sempre voluto baciarlo,lentamente e assaporando ogni suo movimento,ogni suo respiro caldo nella sua bocca.

Ad un tratto però un grido acuto squarciò il silenzio della stanza. Un grido di terrore che fece accapponare la pelle ad Hermione.

Lei e Tom balzarono in piedi, guardandosi in preda alla confusione.

“Che succede?” sussurrò lei.

Poi altre grida si unirono al primo. Venivano dal piano di sotto, dalla Sala Comune.

“Non lo so.” Rispose Tom serrando la mascella.

  
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