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Autore: Nakara86    15/09/2011    1 recensioni
Questi racconti mi sono venuti in mente molti anni fa, intorno al 2006, quando la mia vena scrittoria e capace di inventarsi storie si è presentata. In quel periodo ho inventato un personaggio degli x-men, uno che non avrebbe futuro all'interno della squadra per la semplice ragione che il suo potere non permetterebbe più ai suoi colleghi di vivere avventure. Può esistere solo se Logan è nei dintorni perché in quel caso lui non terrebbe conto dei suoi consigli e farebbe comunque di testa sua. Così farà per tutta la durata di queste scene che di per sé non hanno l'obiettivo di raccontare avventure ma di studiare i personaggi e il fascino che Wolverine esercita su di me.
I momenti mancanti sono inseriti all'interno della vicenda del primo film degli x-men quando la mia mutante non era altro che una giovane studente del professore che sognava di entrare a far parte della squadra.
La vicenda è la stessa narrata nel film, solo che ho fatto come se Pantera esistesse e nei film non fosse presentata.
Ho immaginato la vicenda divisa indicativamente in 5 giorni.
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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3 giorno
 
Il mattino seguente Charles li convocò tutti nel suo ufficio, ed in via del tutto straordinaria, anche a Pantera era stato concesso tale privilegio.
"Quella macchina emette radiazioni che accelerano o comunque provocano una mutazione delle cellule umane in cellule mutanti ..." cominciò Charles tralasciando i convenevoli.
"... ma la mutazione è innaturale ed il corpo di Kelly la sta rigettando. È un miracolo che non sia ancora morto." concluse Jean.
"E per quale ragione avrebbe creato quella macchina?" chiese Ciclope.
"Conoscendolo è probabile che voglia tramutare gli umani in mutanti, come noi..." disse timidamente Pantera cercando con lo sguardo il consenso del Professore.
"Si, ma cosa c'entra tutto questo con Rogue?" chiese Logan.
"Non lo so..." esclamò Charles rassegnato.
Un'idea iniziò a farsi strada nella mente della sibilla, ma le mancavano alcune informazioni per avere un quadro completo.
"Aspettate un attimo, tu hai detto che quella macchina prende forza direttamente da Magneto..." iniziò Scott.
"Infatti l'ha quasi ucciso per la verità." disse il professore ricordandosi quello che aveva visto frugando nei ricordi del Senatore. Magneto dentro una macchina che emana un'intensa luce bianca pura che investe i mutanti ed anche il Senatore Kelly, seduto davanti ad Erik, obbligato a subire la mutazione forzata.
"Vuole usare Rogue per passarle il suo potere... - disse allora Pantera in un soffio – e trasferirlo alla macchina attraverso di lei!" concluse.
Tutto fu più chiaro, anche la visione che aveva avuto la notte prima ebbe più senso. Sentì che stava per svenire e guardò Charles con fare supplichevole.
"Cos'hai Pantera?" le chiese Jean preoccupata.
"Niente – sussurrò – vorrei, vorrei solo stare sola con il Professore un attimo."
"Scott, vai a preparare il jet, io vado a cercare Rogue, Jean... dai un uniforme a Logan."
"Hazel iniziò a fare cenni inconsulti di diniego ma nessuno se ne accorse."
"No aspetta un momento, lui non può venire con noi." esclamò Scott.
"Invece lo farà..." ordinò Charles.
"Chiedo scusa Professore, ma è una missione pericolosa e lui non è in grado di..."
"Ehi, io non ho scoperchiato una stazione ferroviaria!"
"No, tu sei quello che ha pugnalato Rogue al petto!"
"Scott..." sussurrò Jean.
"Bene, allora perché non prendi la tua stupida missione e te la ficchi su per il..."
"Il Senatore Kelly è morto!" Tempesta aveva fatto irruzione nell'ufficio ponendo fine allo scontro verbale dei due e gettando Pantera nella disperazione più totale.
"Vado a cercarla – disse il Professore – e voi due smettetela!" disse ai due uomini che ancora in quel momento si stavano fronteggiando.
 
Pantera sgattaiolò fuori da lì nell'indifferenza generale, solo Logan si voltò a guardarla.
"Professore!" urlò Pantera mentre lo seguiva.
"Non ora Pantera..."
"Professore è importante!"
"Me lo dirai dopo." disse lui entrando in Cerebro e chiudendosi la porta alle spalle, in faccia alla ragazza.
"Dopo potrebbe essere troppo tardi!" protestò la sibilla battendo i pugni contro la porta di ferro.
"Cos'è successo?" una voce le giunse alle spalle e lei si voltò abbandonandosi contro la parete metallica.
"Niente – rispose subito lei – ma come, come hai fatto a trovarmi?" chiese incuriosita.
"Ho seguito i tuoi passi..." rispose semplicemente lui.
"Hai seguito? Hai seguito cosa?" chiese ancora.
"Il rumore dei tuoi passi! Devo dirtelo ancora una volta?"
"Non è possibile!" esclamò, ma capì di stare sbagliando quando vide lo sguardo perplesso del mutante, i cui occhi verdi erano fissi dentro i suoi.
"Logan! Cosa ci fai li? Vieni, devo darti l'uniforme se non ti dispiace!" disse secco Scott che già faticava a pensare all'idea di doversi portare lui in missione.
"A più tardi … Hazel …" sorrise lui sarcastico, ma lei non rideva.
"Logan, aspetta!" disse la ragazza correndo dietro all'uomo.
"Pantera, noi avremmo da fare!" esclamò piccato Scott mentre Logan si voltava a guardarla.
"Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti ad indossare quella tutina o pensi di farcela da solo prima che ti uccida?" chiese acida lei, ma Scott non si mosse, attese.
"Logan, ascoltami, qualunque idea, qualunque cosa ti venga in mente di fare quando sarai lassù... non farla! Ti prego, ascoltami"
"Ma con chi credi di stare parlando?" disse lui infastidito staccandole le mani dalla giacca ed allontanandosi per seguire Ciclope.
"Logan, ti fidi del mio potere?"
"Non molto a dire la verità..." rispose lui lanciandole uno sguardo in tralice e sparendo insieme a Ciclope dentro la stanza delle uniformi.
Poi le porte di Cerebro si spalancarono e Pantera vide che il Professore era riverso a terra.
"Professore?" chiese, ma quando vide la sagoma del mutante immobile ai piedi della sedia a rotelle capì che qualcosa non andava.
"Professore!" esclamò, incapace di spiegarsi come fosse possibile che non fosse stata in grado di prevedere una cosa simile. Entrò in quell'enorme sfera con una passerella sospesa a mezz'aria e per un momento rimase stupita dall'enormità di quel luogo. Si guardò brevemente intorno senza capire come un pezzo enorme di metallo come quello fosse in grado di potenziare il potere del Professore tanto da permettergli di trovare ogni singolo mutante in qualunque parte del mondo. Riprendendo il controllo dei pensieri, lo raggiunse e lo mise sulla sedia a rotelle ed una volta fuori da lì chiamò a gran voce Jean.
Scott e Logan riapparvero da dove erano spariti sicuramente richiamati dalle urla di Pantera.
"Cosa gli hai fatto?" le chiese Scott.
"Io? Niente!Non so nemmeno com'è fatto Cerebro! Oggi ci sono entrata per la prima volta."
"Allora cosa gli è successo?"
"Non lo so Scott! Probabilmente non si è sentito bene oppure ha avuto un attacco... non sarebbe la prima volta."
"Si, ma..." 
"Ciclope, non lo so! Smettila di chiedermelo! Solo Jean può capire cosa gli sia successo!" e detto questo la ragazza non parlò più, ma prese nota mentale di chiedere al Professore il perché di quello che era accaduto... sempre che si fosse risvegliato.
 
Erano tutti riuniti nel laboratorio quando quel silenzio minacciò di soffocarla e la spinse ad uscire dalla stanza. Logan la notò e dopo aver toccato la spalla a Ciclope per cercare di dargli conforto, attraversò la porta che poco prima aveva oltrepassato Hazel.
"Pantera" la chiamò il mutante per farsi notare perché era sicuro che lei non si fosse accorta di essere stata seguita.
La ragazza si fermò ma non si voltò a guardarlo, infatti Logan le dovette toccare una spalla per farla voltare.
Quando quegli occhi allungati incontrarono i suoi le chiese: "Che cos'hai?"
"Niente..." rispose lei sospirando e facendo come per andarsene di nuovo.
"Ah va bene, come vuoi..." disse lui e la lasciò lì mentre lui proseguiva.
"Non ho visto quello che stava succedendo al Professore." rispose lei con la voce incrinata.
Logan sorrise compiaciuto di aver ricevuto una reazione da lei, era da quando era lì che desiderava che lei gli parlasse più di quanto non avesse osato fino ad allora.
"Posso farti una domanda?" le chiese lui voltandosi a guardarla.
"Dipende" rispose lei.
"Come funziona il tuo potere?"
Lei lo guardò interrogativa: 
"Prevedo il futuro" rispose tranquillamente lei.
"Non prevedi tutte le tragedie del mondo però..."
"No, prevedo in base al rapporto che ho con i soggetti delle mie visioni – disse lei sempre più confusa – e questo che è strano! Charles è il mio Maestro, è quasi come un padre!"
"Il Professore ha detto che Magneto ha un elmetto che scherma il suo potere... non hai mai preso in considerazione la possibilità che magari Cerebro faccia una cosa simile anche al tuo di potere?"
"No – rispose lei come se avesse appena scoperto l'acqua calda – anche se non credo che il mio potere siano onde cerebrali..." 
"Jean!" i due mutanti si voltarono richiamati dalle urla di Ciclope.
"Jean! No!" ma poco dopo sentirono le porte di Cerebro chiudersi con un tonfo e qualcuno che batteva loro contro.
Logan corse a vedere cosa stesse succedendo prima di lei che lo seguì subito dopo, ma quando arrivarono le porte si stavano aprendo e Ciclope stava già correndo sulla passerella.
Jean era inginocchiata per terra e tremava almeno quanto Logan che stava combattendo una battaglia all'ultimo sangue con il suo inconscio per evitare di correre lì e lanciare Scott nel vuoto per prendersi Jean. Era evidente che ne era fortemente attratto e per quanto lei non lo desse a vedere, nemmeno lui le era del tutto indifferente. Pantera questo lo aveva capito ma dall'inizio aveva cercato di dirsi che era una battaglia persa quella conquista impossibile ed era contenta anche dei pochi istanti che riusciva a passare sola con lui senza che lui la trattasse come un'inetta.
Attesero fuori che i due tornassero prima di sapere che Jean era riuscita a scoprire dove avessero portato Rogue.
"Tra cinque minuti nell'ufficio del Professore... io prendo il comando, tu Pantera rimani a vegliare sul Professore."
"Che cosa?" chiese lei.
"Fallo, per favore... lui te lo avrebbe chiesto..."
"Non fare il sentimentale Scott, so benissimo che non mi vuoi tra i piedi..." disse lei lanciandogli uno sguardo di puro odio. Senza dire niente a nessuno lasciò lì il trio ed entrò nell'infermeria.
Logan non fece in tempo a fermarla che lei era già scomparsa dietro la porta circolare e lui stava camminando dietro Ciclope e Jean. 
"Complimenti..." commentò sorpassando i due e sparendo su per le scale che portavano allo studio di Xavier.
 
Il volto del Professore sembrava così rilassato mentre riposava in balia di ciò chè era stato inserito in Cerebro. Jean aveva raccontato loro di aver visto che nel liquido di trasmissione c'era qualcosa di nero che lei era riuscita a risucchiare via prima di provare ad usare il macchinario. Tutti sapevano perfettamente chi fosse stato, Magneto o qualche suo scagnozzo, probabilmente la sua compagna mutaforma che era riuscita ad infiltrarsi nella scuola, nemmeno con troppa fatica probabilmente visto che nessuno aveva controllato gli alunni nelle ultime 24 ore.
Loro ne erano sicuri, ma non ne avevano le prove, l'unica cosa che sapevano era che Charles era perso in un limbo e Jean non era ancora riuscita a trovarlo per riportarlo nel mondo dei vivi. Ora lei era sola con lui, ad accarezzargli una mano tiepida, così lontana dal calore che normalmente quelle stesse mani le passavano.
"Pantera..." qualcuno bussò alla porta e lei si mosse verso di essa per sbloccarla. Quando questa si spalancò si trovò davanti Logan.
"Sei venuto a darmi l'ultimo prezzo anche tu per caso?" chiese lei sulla difensiva.
"No, sono venuto a chiederti cosa pensi di queste tutine..." disse lui osservandosi le braccia.
Lei sorrise: 
"Fai attenzione a non muoverti troppo , altrimenti la strappi..." disse lei avvicinandosi ed osservando il corpo statuario così ben visibile sotto quell'uniforme. Quando vide come lo stesse guardando fece un passo verso di lei e le sussurrò nell'orecchio: 
"Che mi dici della Missione?" chiese lui sorridendo beffardo per il brivido che aveva sentito percorrere la ragazza mentre lui le parlava così vicino.
La ragazza si allontanò: 
"Buon divertimento..." disse voltandosi di nuovo verso il Professore, dandosi della sciocca per essere cascata in quel tranello che Logan le aveva teso così magistralmente ed insultandolo per averle ricordato quella maledetta missione. Poi riprese: 
"Ti ho già detto quello che dovevo dirti, ma tanto non lo farai, tanto più che non ti fidi del mio potere...".
"È pericoloso vero?" le chiese lui serio.
"Molto – disse lei voltandosi di nuovo verso di lui di scatto – ma mi rendo anche conto che non possiamo lasciare Rogue là a morire. Non abbiamo scelte." disse lei mentre Logan la guardava combattuto tra sentimenti che lei non riusciva a comprendere.
"Ci vediamo più tardi..." disse lui e lei si sentì morire a quelle parole.
"Fai attenzione..." urlò lei fuori dalla porta e lui si limitò a sollevare un braccio senza nemmeno voltarsi a guardarla. Lei sentì quel groppo in gola farsi sempre più opprimente finché con un singhiozzo non lasciò cadere due timide lacrime prima di rimproverarsi per tanta debolezza.
Corse di sopra ed attese di vedere il jet emergere dai sotterranei e quando lo fece capì che era finita... non l'avrebbe più rivisto. Accanto a lei, Colosso la stringeva con tenerezza a se' mentre guardava gli occhi della donna farsi sempre più umidi e la mascella irrigidirsi per sopprimere le lacrime che non aspettavano altro che solcarle il volto.
 
Lei e Colosso erano sdraiati sul letto ad una piazza e mezzo di Pantera ad osservarsi e ad attendere ansiosi il ritorno dei mutanti. Erano passate parecchie ore da quando erano partiti ed alle 2 di notte non erano ancora tornati. La giovane allora si alzò e si mosse verso la porta per andare in cucina a prepararsi qualcosa di caldo che le permettesse di addormentarsi e rilassare i nervi, ma quando mise piede fuori dalla stanza un dolore lancinante le colpì la testa. Lei cadde a terra piena della sofferenza dei suoi compagni di cui sentiva ogni respiro ed ogni nervo tirato. Prima Rogue, poi Jean, Tempesta, Ciclope ed infine Wolverine. Tutti quei volti le trasmettevano immagini diverse e tanta luce bianca pura, tanto forte da farle venire la nausea. Quella doveva essere la macchina di Magneto. Poi, di colpo, la luce terminò lasciandola immersa nel buio più totale, solo il volto di Jean le apparve per un brevissimo istante, poi come ceca, rimase ad osservare il vuoto davanti a se' incapace di sollevarsi da lì. Sentì solo due mani enormi aiutarla ad alzarsi e condurla con delicatezza al suo letto. Colosso ormai aveva imparato a riconoscere le reazioni della donna alle visioni e quella doveva essere sicuramente una di quelle. La fece sedere sul letto e fu lui a scendere in cucina a prepararle qualcosa di caldo per farla rilassare. Aprì il mobiletto degli alcolici di cui solo Charles e Ciclope avevano la chiave e ne prese fuori una bottiglia di whisky rovesciandone il contenuto in un bicchiere destinato a Pantera.
 
Logan stringeva tra le braccia il corpo inerte della piccola Rogue sperando che riprendesse conoscenza e che non fosse troppo tardi.
"Qualunque cosa ti venisse in mente di fare, non farla!" sentì le parole che Pantera gli aveva detto, ma non vedeva alternative. Lui aveva più di cento anni e Rogue era poco più che adolescente, non era giusto che fosse lei a perdere la vita. Si tolse un guanto e posò la mano sul suo viso ed attese... ma invano.
Una lacrima gli solcò il volto e senza pensare oltre strinse a se' la giovane dandole una bacio sulla fronte e sperando che potesse ricevere un po' di quel calore umano che le era sempre mancato. 
Appena lo ebbe fatto però, sentì la sua energia vitale defluire da lui e lunghe piaghe aprirglisi sul viso. Rogue era viva, ma il contatto era così forte che per lui era quasi impossibile staccarsi da lei.
 
Pantera vedeva Logan come se fosse lì davanti a lui, con il viso piagato e la tuta sporca di sangue nei punti in cui lui l'aveva strappata per muoversi. Respirava affannosamente, ma sapeva che era stata una scelta sua e lei aveva fatto tutto il possibile per avvertirlo. Dopo di che iniziò a piangere, versando calde lacrime contro il cuscino mentre sentiva che qualcuno appoggiava qualcosa sul suo comodino.
Di lì a poco sentirono il jet atterrare ma lei non volle andare ad aprire loro la porta dell'hangar, non voleva vedere cosa ne fosse stato di lui, sapeva cosa avrebbe trovato. Si rifugiò nell'infermeria accarezzando, quasi a cercare conforto, la mano di Charles. Quando l'ennesima lacrima minacciò di fare capolino dalle ciglia, sentì la porta scattare e vide i tre mutanti che trasportavano, con l'aiuto di Colosso, Logan. Solo quando l'ebbero sdraiato sul lettino accanto a Charles, lei si rese conto di quanto fosse rimasto martoriato dal contatto con Rogue e di quanto sembrasse più morto che vivo.
"È vivo?" chiese lei avvicinandosi tremante al tavolo.
"Si, ma è molto indebolito..." rispose Jean. Lei si limitò ad osservarlo e ad accarezzargli il volto dove la pelle era ancora intatta, mentre Jean tamponava le ferite e gli posizionava i sensori sul petto.
"Guarirà..." le disse lei per consolarla, consapevole che in quel momento Hazel stava soffrendo le pene dell'inferno nel vedere Logan conciato così.
"Lo so... - disse lei sorridendo – solo che mai avrei immaginato di poterlo vedere... così." disse cercando di far suonare la sua voce ferma, ma sapeva che era inutile. Non ebbe altro coraggio di stare lì e così, senza dire altro sparì oltre la porta dell'infermeria.

Note dell'autrice
Lo so che da come l'ho dipinta sembrava che dovesse ribaltare il mondo, ma questa volta ha eseguito gli ordini. 
Spero di non avervi deluso, ma non volevo raccontare una storia che esiste già qunidi spero vogliate perdonarmi.
Un saluto e un grazie a quelle che hanno commentato e commenteranno.
  
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