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Autore: cioccorana_    17/09/2011    0 recensioni
Era il tempo delle leggende, dei cavalieri e degli eroi, tempo di paura e terrore per il popolo magico, costretto a nascondersi e a prepararsi ad entrare in clandestinità. Un viaggio in un epoca remota, agli albori della Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo, personaggio, Priscilla, Corvonero, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 1:
Accidere ex una scintilla incendia passim


Era una notte tenebrosa e senza luna. Tutti gli abitanti del minuscolo villaggio dormivano profondamente nelle loro povere capanne di legno.
Regnava il silenzio più assoluto. L’unico rumore che si udiva era il fruscio del vento sulle cime degli alberi, lì intorno.
In una notte come quella, nessuno si sarebbe accorto di un gruppo di uomini a cavallo che avanzava silenziosamente sul sentiero con torce e forconi.
Nessuno, tranne una bambina.
 
Si svegliò di soprassalto, certa di aver udito delle voci. Si mise a sedere sul suo giaciglio di paglia e gettò un’occhiata ai suoi genitori: dormivano ancora. Nemmeno suo fratello, coricato accanto a lei, sembrava essersi accorto di niente. Si alzò senza fare rumore e si avvicinò alla finestra.
Sembrava tutto tranquillo, ma all’improvviso successe qualcosa.
 
Vide delle ombre muoversi  sulla strada e, subito dopo, la capanna di fronte prese fuoco. La bambina urlò, svegliando i suoi famigliari, proprio mentre il fuoco veniva appiccato anche alla loro abitazione. Paralizzata com’era della paura, si accorse a malapena che qualcuno l’aveva afferrata per un braccio e la stava trascinando fuori da quella trappola mortale, mentre le fiamme divoravano avidamente le fragili pareti di legno e l’aria si faceva sempre più ardente e irrespirabile. Giunta in strada, si guardò intorno confusa. Il fumo la accecava e non riusciva a vedere altro che un inferno di fuoco e alcuni abitanti del villaggio che fuggivano in tutte le direzioni.
 
Poi il vento cambiò, spazzando via il fumo scuro e soffocante dai suoi occhi e vide suo padre a pochi passi di distanza da lei, chino su un uomo dal volto irriconoscibile per le numerose ustioni. La ragazzina si avvicinò tremante, ma suo padre tese una mano verso di lei, allontanandola.
 
« Scappa, Brianna! Scappa! » le gridò sopra il ruggito del fuoco.
 
La bambina scosse la testa, piangendo, ma fu spinta via da una folla spaventata in cerca di una via di scampo. Nella calca, qualcuno la cinse protettivo con un braccio e, alzando la testa, la ragazzina scorse il viso tormentato di sua madre e quello altrettanto terrorizzato di suo fratello. La donna trascinò i suoi figli lontano dalla folla, in direzione di un muro di fuoco. Iniziò a correre verso le fiamme, tenendo per mano i suoi ragazzi e, quando furono così vicini da iniziare a sentire il calore infernale delle lingue di fuoco sul loro viso, il muro si aprì, lasciandoli passare. Si inoltrarono precipitosamente nel bosco, senza vedere dove stessero andando, gli occhi ancora abbagliati dalla luce delle fiamme.
 
Udirono un uomo gridare: « Là c’è qualcuno! Stanno scappando! »
 
La donna accelerò il passo, ansimando e tenendo ancora saldamente per mano i suoi bambini. Correvano nel buio e sentivano il rumore degli zoccoli dei cavalli alle loro calcagna. Erano vicini.
 
All’improvviso, la donna inciampò e cadde, lasciando le mani dei suoi ragazzi.
« Aedan, figlio mio » sussurrò tra i singhiozzi, mentre gli uomini erano a una decina di metri da loro « prendi tua sorella e scappa lontano. Correte più veloce che potete e allontanatevi da qui ».
« Madre… » mormorò la bambina nel buio, mentre sentiva enormi lacrime inondarle il viso.
 
« Sono laggiù! » urlò qualcuno, spaventosamente vicino.
Il ragazzo afferrò la mano tremante della sorella e riprese a correre, mentre una voce profonda e autoritaria ordinava agli uomini di fermarsi. Ci fu un improvviso lampo di luce bianca e qualcuno urlò, mentre un paio di cavalli nitrirono spaventati. I bambini si fermarono e si voltarono, giusto in tempo per scorgere un nuovo lampo, seguito da un’esplosione. Alcuni uomini furono scagliati lontano e, alla luce degli alberi incendiati, i bambini videro i restanti uomini sguainare le spade e avventarsi contro loro madre, in piedi davanti a loro. Ci fu l’ennesimo lampo e un grosso ramo si staccò da un albero con un sonoro schiocco, precipitando sugli uomini e schiacciandoli al suolo. Solo in pochi riuscirono ad evitarlo e uno di loro si  parò di fronte alla donna. Alzò la spada sopra la testa, per poi colpire la giovane con tutta la forza che aveva. La donna cadde a terra, la spada conficcata nel petto, e non si mosse più. L’uomo si avvicinò ed estrasse la spada dal corpo senza vita, ringhiando: « Questa è la fine che si meritano le maledette streghe ».
 
Tutti gli uomini rimasti montarono nuovamente a cavallo e si allontanarono rapidamente.
 
Presto tornò a regnare il silenzio della notte, disturbato soltanto dallo scoppiettio del fuoco sui rami bruciacchiati e dal pianto sommesso di due ragazzi che avevano appena visto morire la loro amata madre.
  
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