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Autore: Anastasia_Malfoy    17/09/2011    6 recensioni
Dal Primo Capitolo:
Pensandoci bene, Remus, ti rendi conto che in realtà tutto è iniziato molto prima di quanto ti aspettassi. Molto dopo di quando avessi voluto comunque. E ti rendi conto che, no, non dimenticherai la prima volta che ti sei reso conto di volere Sirius Orion Black per ben altri motivi, rispetto a quello di studiare con lui o fare una partita a scacchi. Hai sempre voluto fare questo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ti ritrovi a gemere, perché davvero, non ce la fai più a trattenere quel suono rauco tra le labbra.
Non quando riesci a provare certe sensazioni. Ma davvero, dovresti stare zitto perché è già
abbastanza strano sapere che non sapere che non sarai tu a gestire i giochi. Sentire quel ghignetto
premuto contro il tuo stomaco ti fa davvero venire voglia di cavarti gli occhi. O fare qualsiasi cosa
altrettanto stupida. Ma non riesci sul serio a controllarti. Non ci riesci proprio. Non quando la sua
lingua continua a scorrere sul tuo stomaco. E non quando quella stessa lingua passa il tuo ombelico,
leggera ma prepotente, aiutata dai denti bianchi della persona a cui quella lingua appartiene.  Va tutto
drammaticamente bene. Troppo bene. Senti i suoi capelli scorrere lentamente sul tuo petto, fino a
raggiungere il tuo collo e capisci che, si, ha perfettamente capito di averti in pugno. Che in quel
frangente potrebbe chiederti di dire alla McGranitt che odi la scuola e non fartene pentire. Vedi che
si diverte a vedere che hai più o meno una faccia da pesce lesso. Perciò non riesci a prevedere il
fatto che ti sta catturando la bocca in una maniera che dovrebbe essere tutto, meno che innocente,
pretendendo l’accesso con la lingua. Mugoli piano, quando il bacio finisce tanto repentinamente
quanto è iniziato.

 
-Rem, Rem. Avresti dovuto dirmelo prima che eri così accondiscendente, sai? Mi sarei fatto meno
seghe mentali.- ti dice, ghignando a un centimetro dalle tue labbra, mentre ti solletica dolcemente
l’ombelico.

 
-E tu avresti dovuto dirmi di avere il feticismo degli ombelichi. È malattia questa, lo sai?- dici,
deglutendo rumorosamente e provando a non indugiare poi così tanto su quello che hai davanti.

 
-Oh, Rem, la mia era semplice curiosità.- ti risponde, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
 
-Curiosità?- gli chiedi, titubante. Anche se poi decidi di prendere coraggio. Per la miseria, Remus John
Lupin. Sei un Grifondoro e un Malandrino, non puoi avere paura. Così alzi lentamente la mano,
carezzandogli il volto e passandola tra i suoi capelli nerissimi e leggermente arruffati.

 
-Quando ti trasformi è la parte che si tende di più. Ti ho osservato tanto mentre ti trasformi.- ti dice,
con uno sguardo disarmante.

 
-Sirius.-ti limiti a chiamarlo. E ti rendi conto che tutto quello che hai aspettato finora era che si
fermasse per qualche istante e ti guardasse in quel modo, accarezzandoti le labbra, per poi poggiarvi
le sue lente e delicate quando vogliono esserlo.

 
Ed è bello sentirlo contro di te, mentre mugugna frasi insensate, interrotte dai baci sulla pelle. Della
bacca di uno sull’altro.

 
Pensandoci bene, Remus, ti rendi conto che in realtà tutto è iniziato molto prima di quanto ti aspettassi.
Molto dopo di quando avessi voluto comunque. E ti rendi conto che, no, non dimenticherai la prima volta
che ti sei reso conto di volere Sirius Orion Black per ben altri motivi, rispetto a quello di studiare con lui
o fare una partita a scacchi. Hai sempre voluto fare
questo.
 
Forse non è tanto male come idea. Ma ti rendi conto che per capirci veramente qualcosa, devi davvero
partire dall’inizio.
 
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 


Remus Lupin era uno studente come un altro. Certo, apparteneva al gruppo di amici più discusso dai tempi
della fondazione di Hogwarts e una volta al mese doveva affrontare quello che in famiglia ormai veniva ufficialmente
chiamato ‘piccolo problema peloso’, ma… era sostanzialmente un ragazzo semplice.  Frequentava il sesto anno
ed era prefetto, cosa che lo faceva sentire vagamente in colpa se faceva anche solo vagamente.. il malandrino,
ecco. Perciò si era ritrovato a fare da coscienza al gruppo, senza sentirsi mai in imbarazzo. Si sentiva come il
contrappeso di una bilancia: da un lato c’erano James e Sirius, sempre malandrini, sempre a fare scherzi; dall’altro
c’era lui, più calmo, pacato. Era molto più facile trovarlo a leggere un libro più grande di lui, che a fare anche vagamente
ironia con qualcuno. Questo, ovviamente, i suoi amici lo sapevano, per questo preferivano evitare di incitarlo a fare
scherzi che lui non voleva fare. Anche perché quando il dolce, pacato Remus ci si metteva.. allora lo scherzo del
secolo era stato appena concepito. Perché unire il suo intelletto con quello di Felpato e Ramoso… non era qualcosa
da sottovalutare. Ma quello non era uno di quei momenti per Remus. Non lo era proprio. Non stava nemmeno leggendo.
Era appoggiato ad un albero in riva al Lago Nero e pensava. A tutto e a niente. Ed era bello svuotare la mente ogni tanto.
 
Fu riscosso da un soffice fruscio sull’erba, di un uomo che cammina. Alzò lo sguardo e sorrise. Sirius Black
non sarebbe cambiato mai. Portava ancora la divisa come la portava un bambino di undici anni. E si ostinava
ancora a portare solo i pantaloni e la camicia sotto il mantello, senza maglione, la cravatta mollemente appoggiata
sulla camicia bianca. Diceva che aveva sempre caldo e che il maglione l’avrebbe fatto soffocare. Era vero. Sirius
aveva la pelle bollente. Era una stufetta umana.
 
-Hey, Rem.- lo salutò lui con un ghigno. Fenotipo Black, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
 
-Hey, Sirius. James e Peter?- gli chiese con un sorriso.
 
-Perché, Rem? Non ti basto io?- gli chiese quello, ridacchiando, mentre si sedeva accanto a lui.
 
-Oh, non vorrei mai mancarti di rispetto. Ma tu e Jamie vivete in simbiosi, praticamente, e Peter è sempre dietro
a James. Quindi mi chiedevo se dovevo avvalermi della mia spilla per salvargli le penne oppure no.- gli rispose,
riprendendo la lettura di.. be’, di qualunque cosa avesse tra le mani in quel momento.
 
Sirius non gli rispose. Si limitò a sdraiarsi e ad appoggiare la testa sulle gambe incrociate del lupo mannaro.
Remus chiuse il libro e gli occhi. Era pace quella che sentiva. Era pace assoluta.
 
-Rem?- lo chiamò alla realtà Sirius, dopo quelli che gli sembrarono millenni.
 
-Si?-
 
-James è a disturbare la Evans in biblioteca. Peter è in punizione. Ha delle ripetizioni con la McGranitt.- gli disse,
chiudendo gli occhi, come se avesse deciso all’ultimo secondo di cambiare discorso.
 
-Oh.- rispose semplicemente.
 
-Rem?- lo chiamò nuovamente Sirius.
 
-Si, Sirius?-
 
-Bella allitterazione. – ridacchiò quello. –Stai ancora con Karen?-
 
Una domanda fatta a bruciapelo, in un contesto inaspettato.
 
-Perché?- gli chiese.
 
-Non lo so. Quando sei con lei ti rinchiudi nella tua bolla di secchionaggine con lei e ci lasci perdere. Mi mancava
il mio secchione. Ti ho controllato nella Mappa.- gli rispose, con un sorriso disarmante e sincero.
 
-Non ci chiudiamo nella nostra bolla di secchionaggine.- bofonchiò Remus, infilandosi le mani nelle tasche, totalmente
dimentico del peso in più che aveva sulla gamba destra.
 
Nell’infilare la mano destra nella tasca, infatti,  questa sfiorò il viso di Sirius in una carezza leggera e involontaria.
Ritirò subito la mano, in imbarazzo. Sirius aprì leggermente le palpebre, portando il suo sguardo su quello dell’amico.
Ma richiuse gli occhi quasi subito. Quell’evento fu totalmente ignorato.
 
-E invece si. Karen è una stronza Corvonero che mi impedisce di copiare i tuoi compiti perché li avete fatti
insieme. E non è giusto. Noi ti abbiamo conosciuto prima di lei. Non può accampare diritti su di te solo perché
è la tua ragazza.- bofonchiò in risposta Sirius.
 
-Be’, forse vorrebbe che tu imparassi qualcosa dai compiti, ecco.- fu la brillante risposta che Remus riuscì a
trovare.
 
-Rem, l’unica cosa che vuole fare quella ragazza è dimostrare che è superiore a noi e portarti a letto, ovviamente
dopo avere fatto i compiti.- ribatté Sirius. –E mi andrebbe pure bene, se non fosse così rompiballe.-
 
Remus non rispose. Il rapporto con Karen era iniziato per caso. Aveva fatto tutto lei. Durante la ronda di Remus
era venuta a trovarlo, ovviamente prima che scattasse il coprifuoco, e lo aveva spinto al muro, baciandolo e
togliendogli la possibilità di scappare. Dopo era stato tutto un rincorrersi, ma non era nulla di serio, per nessuno
dei due.
 
 
All’improvviso Sirius si alzò, togliendosi il mantello. Dopodiché si tolse le scarpe e la cravatta. Si stava sbottonando
la camicia, quando Remus lo interruppe.
 
-Sirius, ma che stai facendo?- gli chiese Remus, guardandolo.
 
Sirius non rispose fino a quando non si tolse la camicia.
 
-Voglio fare un bagno nel Lago.-
 
Remus lo guardò come se fosse impazzito.
 
-Sai, potrei anche essere d’accordo, se non fosse che quel lago è pieno di sirene e avvincini, per non parlare poi
della Piovra Gigante. E poi l’acqua è gelata, Sirius!- disse Remus, guardandolo negli occhi.
 
Perché no, Remus non doveva staccare lo sguardo dagli occhi di Sirius. Perché stava cominciando a farsi domande
strane. Tipo: ‘quando diamine è stato che Sirius è riuscito a farsi quelle braccia?’. Oppure: ‘il quidditch non può
avere fatto quello. Davvero non può’.
 
-Ma no che non è fredda. Basta abituarsi. E poi è vero che ci sono certi animali che fanno accapponare la pelle,
ma non ci avvicinano mai a riva.- gli rispose, liberandosi dei pantaloni e restando in boxer.
 
Sirius non attese risposta da parte di Remus che si gettò sul lago. Decise di immergersi completamente, bagnandosi
pure i capelli, per evitare di avere freddo. Funzionò. L’aria fuori non era proprio gelata, essendo ormai primavera,
ma l’acqua ci metteva un po’ di più a riscaldarsi. Ma per lui era piacevole. Si girò verso Remus.
 
-Hey, Rem! Perché non vieni anche tu?-
 
Nessuna risposta.
 
-Rem, ma ci sei?-
 
In effetti Remus aveva un’aria piuttosto assente. Il fatto era che lui era scioccato. Sul serio, non riusciva a
capacitarsi del fatto che avesse un amico così stupido.
 
E così bello.
 
No, quella non era una cosa giusta da pensare, non in quel momento.
 
-Dai, Rem! Sei un Malandrino anche tu, in fondo. Molto in fondo, forse, ma hai anche tu un orgoglio da
difendere!- gli urlò Sirius. Che aveva dannatamente ragione. Era un Malandrino e un Grifondoro, e l’orgoglio
era il maledetto peccato di ogni membro di quella nobile casa.
 
Perciò Remus fu parecchio veloce a liberarsi di tutto l’abbigliamento, restare in boxer anche lui e gettarsi nel
Lago. Per poi raggiungere il suo amico, che lo guardava con un strano ghigno sul volto.
 
-Grande, Rem. La lezione di domani sarà ‘come saltare le lezioni senza sentirsi in colpa’. Ci stai?- gli chiese,
schizzandogli l’acqua.
 
-L’acqua è davvero magnifica.- gli rispose Remus, dando alla scena un senso diverso. Era ammollo fino al
mento, con le palpebre chiuse e agli occhi di Sirius non era mai stato così.. tenero. Continuò a guardarlo,
senza chiedersi perché, senza pensarci troppo. Distolse lo sguardo solo quando Remus riaprì gli occhi,
destandolo dalla sua contemplazione.
 
-Io e Karen ci siamo lasciati.- disse Remus, guardando il tramonto.
 
-Perché?-gli chiese Sirius, sentendosi stranamente più leggero al livello del petto, senza sapere perché.
 
-Perché mi da fastidio il fatto che voi mi copiate i compiti, sul serio. Ma mi dà ancora più fastidio il senso di
colpa per non avervi fatto copiare. E mi da fastidio che Karen mi abbia chiesto di scegliere tra lei e voi, come
se fosse veramente importante per me. Non scambio una scopata per i miei amici.- gli rispose, stringendo i
pugni sotto l’acqua.
 
Ad un certo punto sentì un impatto. Si, un impatto, perché Sirius l’aveva placcato. Non era un tipo che
abbracciava spesso, e quando lo faceva era sempre talmente imbarazzato che più forte ti placcava, più voleva
che quell’abbraccio significasse qualcosa. E a quanto pensava Remus, Sirius voleva che quell’abbraccio
significasse proprio tanto.
 
-Sir, non respiro.- ridacchiò, contro la spalla bollente dell’amico.
 
-Stai parlando e ridacchiando. Questo vuol dire che stai respirando.- mugugnò Sirius imbarazzato.
 
-Certo.- gli rispose, staccandosi.
 
-Rem?-
 
-Si?-
 
-Non metterti più con una corvonero. Non ti fanno bene. I grifondoro sono meglio.- gli rispose, sorridendo
brevemente, e allontanandosi da lui, per recuperare i vestiti.
 
Remus lo guardò allontanarsi, sentendo una strana stretta allo stomaco. Poi sorrise alla sua frase.
 
-Hai ragione, Sirius. I Grifondoro sono meglio.-





Spazio Autrice: Prima Slash che scrivo in tutta la mia vita. Ma le amo. Pensare che speravo la mia prima slash fosse una Klaine o una Kurtofsky mi fa sentire in colpa. Ma Rem e Sirius sono tanto coccolosi!! >.< Perciò non so cosa pensare di questa fiction. Per adesso è una Shot, ma se dovesse avere abbastanza seguito penso la trasformerò in una long. E non è una scusa per avere recensioni, penso che sarebbe un suicidio mettersi in un lavoro che non ha seguito quando ho altre due storie da finire, anche se ad una mancano solo un paio di capitoli. Perciò lettore avvisato, mezzo salvato.

Però il vostro parere mi serve sul serio. Almeno so se dedicarmi nuovamente alle storie slash oppure dedicarmi perennemente alle storie etero. ç_ç

Per quanto riguarda il capitolo, per la prima volta sono orgogliosa dell'italiano. Benedetti aggettivi possessivi unisex. *-* Poi... be', il nome di Karen ha un perché chi segue le altre mie storie sa che ho la fissa per How I Met Your Mother. Bene, Karen è la stronza che stava col mio Ted ai tempi del liceo e del College. Poi l'ultima battuta di Remus è mooooolto fluff. Mi andava di concludere così. Detto questo, passo e chiudo. :D


A presto!

Micaela
   
 
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