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Autore: Lights    18/09/2011    11 recensioni
Harry - Hermione, una continua lotta silenziosa su quella invisibile linea rossa che li separa l'uno dall'altra. Ma si sa che se si tira troppo la corda, primo o poi si spezza.
Storia scritta in occasione del BirthDay-A di Settembre - iniziativa del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Buon compleanno Seven!! Questo secondo capitolo è tutto per te

(perdona l’anticipo ma per esigenze di copione ho dovuto darti il tuo regalo prima)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2- Amo il tuo profumo

 

 

 

- Buongiorno! – augurò Ron entrando in cucina quella mattina. Si avvicinò a Hermione e le baciò il capo. – tieni, - le porse l’elastico per i capelli, - così domi quella chioma ribelle – le fece l’occhiolino complice.

Lei lo afferrò e stava per raccoglierli in uno chignon quando in cucina entrò Harry. Si bloccò mentre le immagini della sera prima le fecero perdere ogni intenzione di compiere quel gesto.

- Buongiorno, - augurò Harry ancora assonnato, grattandosi il capo e con quel gesto, scompigliò ancora di più, sempre se era possibile, la propria chioma. Si avvicinò all’amica e le posò un bacio sulla tempia.

- Sei riuscita a dormire… - ma si fermò a breve distanza dal suo viso osservandola attentamente, -  hai studiato per tutta la notte come al tuo solito. – la riprese.

Colpita sul vivo Hermione, strinse i capelli con un gesto di rabbia in una crocchia disordinata e si allontanò da lui.

- Che fai ora, mi spii? – chiese irritata, sentendosi per la prima volta come una bambina beccata con le mani nella nutella.

Harry si versò il caffè nella tazza, se la portò vicino alle labbra, annusò l’aroma forte e ne bevve un sorso.

- Non mi serve, - iniziò serio, - ti conosco abbastanza per sapere che cosa vogliono dire quelle occhiaie, gli occhi arrossati, quelle labbra tirate e le tre linee che solcano la tua fronte, indice che la tua mente è stracolma di nozioni. – finì la sua diagnosi, quasi in tono severo, seccato.

- Non ho più quindici anni se non te ne fossi accorto, – rispose piccata, si alzò di scatto e lo fronteggiò picchiettando l’indice sul petto di Harry, per poi lasciarvi la mano appoggiata.

I due rimasero fermi nella loro posizione a guardarsi dritto negli occhi, come se fosse una sfida a chi avesse tolto lo sguardo per prima.

I respiri di ognuno solleticavano delicatamente il viso dell’altro, mentre uno strano magnetismo fece vibrare la loro pelle.

Un colpo di tosse distrasse Harry e Hermione da quello stato di scontro silenzioso che sembrava un vecchio disco rotto fosse stato appena graffiato dalla puntina del giradischi.

I due girarono contemporaneamente il volto verso Ron.

- Devo venire a conoscenza di qualcosa? – chiese una volta che ebbe l’attenzione degli amici, - o indovino da solo? – si portò la tazza alle labbra nascondendo dietro di essa un sorriso furbo.

Hermione capì al volo quell’allusione facile. Si staccò da Harry rifugiando la mano incriminata nell’altra, ad un tratto le parve che il corpo di lui avesse preso a scottare.

Lo guardò brevemente e poi ritornò su Ron.

- Non c’è niente da sapere e non mi piacciono queste stupide allusioni, non le ho mai sopportate. – rispose piccata, - noi tre siamo amici, lo afferriamo benissimo tutti, mi pare? –

inarcò un sopracciglio e lo ammonì con lo sguardo. Prese la sua tazza e la appoggiò nel lavandino. Baciò Ron sulla guancia per salutarlo rifilandogli un pizzicotto nel costato e poi fronteggiò Harry.

- Farò tardi, non serve che mi aspetti sveglio, papà – disse in tono sarcastico.

 

 

 

Hermione era rientrata a casa nel tardo pomeriggio, ritrovandola completamente in silenzio. Si chiuse la porta alle spalle e attese qualche secondo per accertarsi che realmente fosse sola.

Appoggiò la borsa sul tavolino, si tolse lentamente la giacchetta e la appoggiò sulla sedia. Si levò le scarpe e a piedi nudi si diresse verso il bagno.

Aprì l’acqua della vasca e la lasciò scorrere per diverso tempo, in attesa di quella calda, poi versò il bagnoschiuma e, mentre la vasca si riempiva diffondendo nell’ambiente il dolce profumo della vaniglia e del miele, si spogliò con calma lasciando cadere i vestiti a terra.

“Un’altra giornata pesante” pensò soddisfatta, immergendosi nell’acqua calda. Chiuse gli occhi e con un colpo di bacchetta incantò la radio che prese a produrre una dolce melodia.

Si rilassò cercando di tenere a bada tutti gli avvenimenti di quei giorni.

 

- Torno a Londra, Harry, – gli aveva detto quando si erano incontrati, non riuscendo più a tenere il segreto, felice più che mai di ritornare nella propria città.

Harry era rimasto fermo nella sua posizione, incredulo nel sentire quelle tre parole.

“Torna da me” aveva subito idealizzato, senza pensare che quel “me” avrebbe dovuto essere un “noi”.

D’istinto si era lanciato su di lei e l’aveva abbracciata, stretta a sé, proprio come lei era solita fare con lui. Aveva tuffato il capo nei suoi capelli, sfiorandole il collo con il naso e accarezzandolo con esso. Erano rimasti in quella posizione per diversi minuti, senza mai stancarsi di stare uno nelle braccia dell’altra.

- Ora devo cercare un posto dove abitare, - aveva proseguito Hermione di fronte a una tazza da tè.

- Te l’ho già trovato, vieni a stare da me e Ron. Sarà come un tempo, anzi meglio, – aveva sorriso soddisfatto di quella proposta.

Così era stato: in giro di breve tempo lei si era stabilizzata dai due amici.

Quella strana convivenza aveva preso una piega particolare con l’assenza di Ron, facendola avvicinare ancora di più a Harry, come se fossero…

Hermione a quel pensiero spalancò gli occhi.

“No, assolutamente no, ci sei già passata” si disse decisa.

Si mosse nell’acqua, ormai fredda. Stava per uscire quando la porta del bagno si aprì.

- Harry! –

- Hermione! – dissero i due amici sorpresi.

Hermione tentò di afferrare l’asciugamano ma si ricordò solo allora che lo aveva lasciato sul lavandino e la bacchetta inavvertitamente, con quello scattò fulmineo del braccio, era scivolata a terra lontano da lei.

- Pensavo che non ci fossi, – si giustificò Harry senza riuscire a togliere lo sguardo da lei.

Hermione strinse le braccia al petto ed evitò di guardarlo.

Perché tutto d’un tratto l’acqua le sembrava che bollisse?

- L’asciugamano, - quasi ordinò imbarazzata.

- Oh sì, - Harry lo afferrò e lo aprì in tutta la sua larghezza nascondendosi dietro di esso per permetterle di uscire dalla vasca in tutta privacy.

Sentì l’acqua muoversi e avvertì il corpo di Hermione avvicinarsi a lui. Lei rimase ferma qualche secondo, giusto l’attimo per decidere come agire.

Afferrò dalle sue mani l’asciugamano e se lo avvolse intorno al corpo.

- Grazie, – riuscì a stento a dire mentre lo sguardo di Harry si fece sempre più caldo e serio, togliendole la facoltà di respirare.

- Scusa, - pronunciò lui, come a volersi punire di quello che era successo.

Hermione gli sfiorò delicatamente la guancia con il dorso delle dita e lui a quel tocco socchiuse le palpebre respirando a fondo.

- Amo il tuo profumo, - si lasciò sfuggire Harry.

La sentì sorridere.

Hermione appoggiò le mani sul suo petto e si sollevò sulle punte dei piedi per avvicinarsi al suo orecchio.

- Lo so, - confermò ritornando poi nella sua posizione.

Harry aprì di scatto gli occhi e incontrò il suo sorriso.

- Se permetti, - non aggiunse altro lasciando intendere le sue intenzioni.

- Oh sì, certo, sì, sì, certo, - rispose imbarazzato. Uscì dal bagno e si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi poi con la schiena. Respirò a fondo e percepì un’altra volta l’essenza di vaniglia e miele di Hermione.

Sorrise soddisfatto, scuotendo la testa, e si diresse nella sua camera.

Hermione si sedette sul bordo della vasca, automaticamente si portò nuovamente, come la sera precedente, la mano al petto per calmare il cuore.

“Non è possibile,” pensò incredula.

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jay, solo una parola: grazie

 

   
 
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