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Autore: SunriseNina    19/09/2011    3 recensioni
-Luna?-
-Sì?-
-Ma quindi io e te adesso stiamo… stiamo insieme, penso, no?- si dondolò avanti e indietro con le guance di un rosso vivo e quel maledetto nodo alla gola.
-Certo che adesso stiamo insieme, non vedi? Qui ci siamo solo tu ed io!- rispose lei.
-Non intendevo in quel senso!- Neville si tormentò i capelli con aria disperata –Volevo dire insieme inteso come fidanzati! Insieme, stare insieme, capisci? Essere fidanzati, ecco!- si torturava come suo solito le dita tremanti e sudate, spiccicando faticosamente parola.
Gli sorrise. Un sorriso dolce e felice, un sorriso che Neville amava più di qualsiasi altra cosa al mondo:-Sì, penso di sì. Tu che dici?-
-Secondo me sì- rispose, senza capire il senso di quel discorso.
-Allora dev’essere per forza così- affermò lei –Sì, siamo fidanzati. O come dici tu, stiamo insieme-.
-Adoro le tue fossette- disse a un certo punto Luna.
-Me lo avevi già detto- osservò lui, non per questo meno compiaciuto.
-No, quella volta ti ho detto che mi piacciono le fossette, in generale- puntualizzò lei con naturalezza –Ma era una piccola bugia. A me piacciono le tue, e basta-.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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They say be afraid

You're not like the others, futuristic lover

Different DNA

They don't understand you

You're from a whole other world

A different dimension

You open my eyes

And I'm ready to go

Lead me into the light

Kiss me.

 




Pozioni.
Neville sentì un tenue brivido di disgusto salirgli per la schiena, mentre passava con il dito sulle brossure dei libri di quello scaffale: libri su libri di pozioni, formule scritte a righe fitte e disegni così complicati che al posto di aiutarti ti ingarbugliavano il ragionamento.
Si diresse verso l’altro lato della libreria, quando la vide. Era poco più in là, ad osservare i libri d’incantesimi con le spalle rivolte verso di lui. I lunghi e biondi capelli erano raccolti in una treccia sfatta e flaccida, stretta alla fine con un codino rosso come bacche di pungitopo.
Neville cercò di non concentrarsi su quel paragone, ma tutti i fatti accaduti quel dicembre gli riempirono la mente: il vischio, Hannah, la lettera per lo zio, il S.Mungo, il regalo. Il regalo.
Luna non gli parlava né lo salutava da tre giorni, ormai: in tutti i corridoi, appena lo scorgeva, cambiava improvvisamente direzione, esclamando di aver dimenticato un libro, un amuleto o dicendo che sentiva chiaramente la presenza di un Gorgosprizzo, mentre tutti i presenti la guardavano straniti.
Era diventato snervante questo comportamento della ragazza, ma la cosa che più faceva impazzire Neville era che non poteva per niente biasimarla, anche se avrebbe voluto che Luna sapesse cosa aveva fatto in tutti quei giorni in cui non aveva risposto al regalo di Natale: non riusciva a capacitarsi di tutte le ore che aveva passato girando per la camera a testa bassa, pensando freneticamente cosa regalarle, cosa scriverle nel biglietto.
Era difficile, se non impossibile, trovare un regalo per Luna: come si poteva stupire una ragazza che già di per sé è una sorpresa?
Non ci si poteva illudere di conoscerla, e se mai ti capitava di pensarlo improvvisamente ecco che un suo lato nascosto esplodeva davanti ai tuoi occhi; era come un pezzo di vetro infranto, di cui tutti i riflessi luccicanti non sono mai scopribili, ed ogni faccia ti affascina con i suoi rilucenti giochi di sfumature e bagliori.
Il problema di rigirare tra le mani un vetro, però, è che ti fai male.
Neville aveva sentito benissimo quel dolore quando aveva stretto i  fogli immacolati per il biglietto, o quando si era detto che questa o quella idea per il regalo erano delle scemenze. Ne aveva pensate di tutti i tipi: un anello con il tappo di Burrobirra, magari qualche nuovo orecchino con dei ravanelli, qualche paio di scarpe visto che le rubavano i vestiti, qualche molletta stravagante, ogni genere di amuleto e paccottiglia che era riuscito a trovare, ma niente sembrava adatto. Tutto sarebbe stato solo un eco, una copia deforme e noiosa di cose che Luna aveva già.
Per il biglietto, era stata totale disperazione: aveva passato un’intera giornata solo per decidere tra “Ciao Luna” e “Cara Luna”, e dopo questa introduzione non aveva scritto più niente: la pergamena era immacolata, mentre rotoli e rotoli di prove si accatastavano nel cestino accanto alla scrivania.
E dopo tutti quei giorni,  non le aveva spedito niente.
Niente. Neanche un ringraziamento, nemmeno uno stupido pacchetto di Cioccorane o Tuttigusti+1.
Si domandava che fare: erano da soli, in mezzo a quegli alti scaffali ricolmi di libri. Neville non aveva intenzione di nascondersi per sempre… Oppure sì? Sarebbe riuscito a spiegarsi senza far accadere il finimondo? Aveva paura di rovinare la situazione più di quanto non l’avesse già fatto, ma doveva fare qualcosa.
Avrebbe sistemato tutto, in un modo o nell’altro.
-Ciao, Luna- tuonò, in mezzo al silenzio tombale della biblioteca. La ragazza si voltò di scatto, lo guardò per una frazione di secondo con sorpresa, poi tornò alla sua solita espressione assorta:-Oh, ciao. Neville- il modo in cui aveva calcato con la voce il suo nome per intero e l’impazienza con cui si guardava intorno facevano capire che non voleva parlare e stava cercando il modo più veloce per andarsene. Neville si sentì a disagio, ma non abbassò lo sguardo, anzi, con tutte le sue forze strinse i pugni e continuò a fissare gli occhi cristallini della ragazza:-Grazie. Per il regalo, intendo. Volevo risponderti, ma…-
-Sì, certo, immagino. Volevi TANTO rispondermi- sputò quella parola con arroganza –Ma tra una cosa e l’altra a Lunatica Lovegood si può pensare in un altro momento, e ci si dimentica...- continuò a sfogliare i libri, sforzandosi di avere un’espressione concentrata mentre passava lo sguardo sulle frasi senza leggerle.
-Volevo davvero risponderti, solo che… non sapevo cosa darti, cosa scriverti- Neville iniziava a sentire la lingua imbrogliarsi –Mi dispiace, Luna-.
Lo disse con un tono di voce così rammaricato che la ragazza non poté far finta di niente: alzò lo sguardo dalla pagina del tomo che reggeva tra le mani sottili e disse:-Bene. A te dispiace molto. Quindi ora stiamo male in due- lo disse con viso imperturbabile, ma Neville sapeva e capiva che era profondamente arrabbiata.
Non capiva: Luna, di solito, non se la prendeva mai con le persone, anche per torti ben più gravi; ascoltava le voci su di lei sorridendo, o restandone assolutamente indifferente: perché in quel momento era così irosa? Perché per quel suo sbaglio aveva bisogno di infuriarsi?
-Farò- Neville inspirò profondamente, in ansia –Qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa per farmi perdonare!-
Luna lo guardò a labbra serrate; i suoi occhi pallidi e sporgenti lo squadrarono per lunghi istanti in cui Neville cercò invano di rimanere fermo e non tremare, ma era molto difficile, considerando il trambusto che stava combinando la sua pancia in preda all’angoscia.
-Qualsiasi cosa?- scandì le parole come se le stesse soppesando, immaginando con cosa far pagare il debito al ragazzo davanti a lei. Nei suoi occhi, per pochi fugaci istanti, balenò un barlume inquietante.
Neville sussultò, spaventato, ma non poteva più tirarsi indietro:-S..sì- annuì aggrottando le sopracciglia –Qualsiasi cosa-.
Luna parve riprendersi completamente dalla collera e gli rivolse un grande e solare sorriso:-Oh, allora va bene!-
-Oh, ok!- era bastato davvero così poco a farla tornare felice? –E… ecco… cosa posso fare?-
Luna finse palesemente di rifletterci:-Mhm…- e poi, senza che il ragazzo potesse reagire in qualsiasi modo, lasciò cadere il libro in terra con un tonfo, agguantò Neville per il vestito e lo baciò.
Il ragazzo percepì il cuore diventare una bomba, che esplose con furore nel suo petto: Luna gli premeva con ardore le labbra sulle sue. Sentiva il profumo delicato dei suoi capelli, il calore del suo viso, le sue dita che gli toccavano il corpo attraverso i vestiti. Con uno slancio di passione le cinse la vita con le larghe braccia ed entrambi, come se avessero premeditato quel momento da tempo immemore, schiusero le labbra.
Intrecciavano le lingue con foga, concedendosi alcuni respiri affannosi per poi riprendere con ancor più sentimento a baciarsi. Nei convulsi movimenti dei loro corpi pressati e delle bocche che giocavano tra loro, sembravano delle onde che cercando di sovrastarsi l’un l’altra, crollandosi addosso con forza spiazzante. Neville sentì Luna così piccola stretta nel suo abbraccio e al contempo così potente mentre lo assaliva con la voracità di una belva. Sentiva, tra i movimenti delle sue mani, il desiderio che lei aveva tanto represso e intese che quella era la sua confessione.
Neville non capì più nulla, la realtà aveva i contorni indefiniti e deformati: i capelli biondi di Luna e il suo viso pallido era quello che la sua vista annebbiata riusciva a vedere, il calore e il sapore dolciastro della bocca di Luna lo inebriavano facendogli correre brividi di piacere per la schiena.
Improvvisamente Luna si allontanò, lasciandolo con la bocca ancora aperta. Si passò la lingua tra le labbra, lo guardò con il fiato affannato e disse, con la voce più tranquilla possibile:-Penso che basti, per saldare il tuo debito- raccolse il libro da terra e se ne andò a passo veloce, come se niente fosse.
Neville rimase lì in piedi, ad osservare incredulo gli scaffali intorno a lui. Pensieri su pensieri gli affollavano la mente:  ”Ho baciato una ragazza, anzi, ho baciato proprio Luna!” “Chi l’avrebbe mai detto che studiare Pozioni mi avrebbe aiutato ad avere il primo bacio…” “Oddio ma le sarà piaciuto? Come sono stato?!” si toccò con la punta delle dita le labbra umide, e un sorriso gli si formò istintivamente in viso. Era stato forse il momento più bello della sua vita, o almeno, in quel momento sembrava che null’altro potesse essere significativo. Avrebbe potuto piombare Voldemort in quel momento nella biblioteca, e sarebbe stato di marginale importanza.
La neve fioccava oltre gli spessi vetri delle pareti. L’aria era gelida e impregnata dell’odore della carta consunta dei tomi della biblioteca. Neville si guardava attorno, cercando di catturare ogni singolo particolare nella sua mente, rendendo perpetua e immortale l’immagine di lui e Luna che si baciavano.
 
 








La neve sembrava avesse finalmente deciso di cessare, ma il giardino era ancora coperto da uno spesso strato candido e ghiacciato. Ormai era inizio febbraio, e gli alunni si erano completamente immersi nuovamente nello studio.
Neville aveva parecchi compiti arretrati, ne era consapevole, ma non voleva saltare una riunione dell’ES: era diventato incredibilmente più bravo. Si impegnava come non mai, voleva eccellere, e per una volta nella sua vita sembrava riuscirci: era orgoglioso di sé stesso, anche perché tutti notavano i suoi miglioramenti e si congratulavano continuamente; sentire gli sguardi altrui la faceva sentire comunque in imbarazzo, ma era anche entusiasta.
L’unica cosa che lo confondeva e rendeva dubbioso era lo strano rapporto che, da quel giorno in biblioteca, si era formato tra lui e Luna.
Più ci rifletteva, più si convinceva che quel bacio fosse stato fondamentale: era la soglia, la differenza tra una qualsiasi persona e lui. Vedendo Luna nei corridoi, chiunque poteva ammirarne i  tratti delicati del viso, le lunghe e suadenti ciglia, le labbra delicate, ma nessuno poteva conoscere il loro tepore e la loro morbidezza in un bacio; non potevano capire com’era accarezzare le curve del suo corpo e sentire le sue ciocche sfiorargli le guance. Era l’unico che, vedendola parlare, avrebbe avuto la consapevolezza di conoscere a menadito la sua bocca.
Come un muto patto, Luna aveva consegnato a Neville le chiavi di una zona segreta della sua anima, che lui e soltanto lui conosceva; eppure null’altro c’era tra loro, se non una scintilla di confidenza e mistero quando i loro sguardi si incontravano.
Neville aveva dato per scontato che, dopo un bacio, si sarebbero fidanzati, o avrebbero cominciato ad uscire insieme: era così che andava nelle coppie, non ne era completamente convinto, ma tutti gli esempi portavano a quella conclusione; eppure lui e Luna si comportavano esattamente come prima, salutandosi nei corridoi con un sorriso amichevole, chiacchierando ogni tanto, come si addice a qualsiasi coppia di buoni amici.
Era qui il problema: loro non erano solo amici, o almeno, Neville pensava che non lo fossero. Effettivamente il dubbio cresceva in lui, lievitava fino a farlo impazzire: Luna aveva la caratteristica di essere tremendamente enigmatica, e sebbene questo la rendesse ancor più fascinosa, non era certo un bene in quella situazione. Cosa voleva da Neville, e ancor più importante: voleva qualcosa da Neville? Il loro bacio era stato un passatempo, un momento qualsiasi con un ragazzo a caso? Era questo che cercava di fargli capire Luna?
-Ehi, Neville!- era la voce di Seamus –Hai letto dell’uscita ad Hogsmeade?!-
-No, non ho guardato- rispose lui all’amico che aveva corso per raggiungerlo –Quand’è?-
-Il 14 febbraio! San Valentino!- si sfregò le mani –Oh, spero che nessuno abbia già invitato Susan Bones!-
-Susan? Dici la ragazza di Tassorosso? Ma tu mica non… non volevi uscire con Katie Bell?- gli chiese Neville confuso.
L’altro sbuffò e si mise a ridere:-Ma sì, Katie dice che sono troppo piccolo, e ha aggiunto anche qualcos’altro… comunque con Susan è pacchia assicurata, ci siamo già limonati in estate!- Neville ricordò dell’allusione di Dean, in dormitorio –E tu? Come va con Hannah?-
-Oh, sì. Bene, bene!- ogni qualvolta lui e Hannah si trovavano nella stessa stanza, in un modo o nell’altro finivano per lavorare insieme, o per parlarsi. C’era ovviamente lo zampino dei due Grifondoro, e anche la Tassorosso sembrava interessata, soprattutto in quel momento, dato che Neville si era fatto anche una buona reputazione nell’ES. Il ragazzo non si lamentava, Hannah era timida quanto lui ma simpatica, quindi passare tempo con lei non gli dispiaceva. Ovviamente, però, nella sua mente trovava posto Luna, e solo lei, unica tra tutti i sogni del ragazzo.
Camminarono parlottando fino alla sala dell’ES, e Neville ebbe una visione mentre il suo Patronus si librava argenteo per la stanza: poteva invitare Luna a Hogsmeade. Era perfetto per chiarire tutto. Doveva capire, o avrebbe continuato invano a rivoltarsi tra le coperte preso dall’insonnia e dalle paranoie.
“Sì” si disse sorridendo “è un’idea fantastica!” si voltò, cercando tra tutti quei volti la pallida ragazza: stava tentando di disarmare Justin con risultati soddisfacenti. Aveva un tenero sorriso sul viso mentre diceva “Expelliarmus” con voce bambina. Quanto era bella.
-Luna!- si avvicinò a lei –Hai saputo della prossima uscita ad Hogsmeade?-
Lei tentennò qualche secondo, forse perché Neville era balzato fuori dal nulla con quella domanda insolita:-Sì, ho letto nella bacheca!-
-E non è che… ti andrebbe…- Neville cercava con tutto sé stesso di completare quella frase, ma la ragazza lo anticipò:-Hermione ha organizzato una cosa fantastica! Un’intervista per il Cavillo con Harry! Sarà fantastico, vedrai! Come sono felice!- saltellava, sprizzando allegria da tutti i pori. Neville, dal canto suo, sentì il cuore diventare di piombo, e sentì l’impellente bisogno di vomintare:-Ah… quindi tu per San Valentino sei…-
-Oh, è San Valentino? Ah giusto, è il 14! Oh, vabbè, non mi perdo nulla di che, penso, no?- sorrise sincera, osservando il ragazzo.
Neville sentì la rabbia montargli in gola: com’era possibile? Ma davvero non si rendeva conto di niente? Davvero era così… così stupida?
Scosse la testa, come non capacitandosi di averlo pensato, ma non vedeva altre possibilità: si stava forse prendendo gioco di lui? Che intenzioni aveva, prima lo baciava e poi neanche si ricordava di lui in una data come quella?!
-No, non ti perdi nulla- si voltò con aria cupa, diretto verso la porta. Non aveva più molto senso restare lì, con il destino che si faceva beffe di lui, ma qualcuno gli sbarrò la strada:-Ciao Neville- disse una vocetta flebile –Sei… impegnato per San Valentino?-
Il ragazzo rimase impalato qualche secondo, prima di realizzare che era Hannah a bloccargli il passaggio:-Oh, ecco, io no, non sono impegnato-.
-Oh, bene- l’altra continuò a fissarsi le scarpe dalla punta lucida. Rimasero in silenzio.
-E... quindi vorresti…?- Neville cercò a tentoni di farla parlare.
-Ehm, non so, ti andrebbe di uscire? Con me? Nel senso, niente di che, andiamo ai Tre Manici di Scopa, beviamo qualcosa…- si aggiustava con nervosismo i ciuffi dietro le orecchie ed arrossiva mano a mano che parlava. Neville ci rifletté: no, non aveva nulla da fare, quel giorno. Il fato aveva probabilmente deciso di mettergli i bastoni tra le ruote in tutti i modi possibili ed immaginabili, e Luna lo aiutava con la sua indifferenza. Cosa interessava a lei se Neville si sentiva male, se il suo cuore gli sembrava trafitto da degli spilli per le fitte che gli dava, se quella situazione lo faceva soffrire in modo indicibile?
-Va bene. Ci vediamo la mattina prima di uscire dal castello davanti all’ingresso, ok?-
-O...ok!- esclamò Hannah con un sorriso –Allora ci vediamo! Sì, ci vediamo!- sgattaiolò via con la sua agilità impressionante e scomparì tra i corridoi di Hogwarts.
Ripensandoci quella sera, si disse che non aveva per niente senso uscire con Hannah, quando sapeva benissimo che avrebbe pensato tutta la giornata a Luna; probabilmente, si disse, aveva accettato nel vano tentativo di ingelosirla.
Purtroppo, niente di tutto ciò pareva funzionare con Luna, nessun normale sotterfugio da ragazzini: era troppo ingenua o troppo furba per cadere in quel genere di tranelli amorosi.
“Ma tu guarda di che ragazza complicata dovevo innamorarmi…” si rivoltò sbuffando sotto la pesante coperta e fissò la piantina sul comodino dallo spiraglio nelle tende: il ricordo di quando aveva visto Luna per la prima volta divenne vivido nella sua mente, e con esso le sensazioni del giorno in biblioteca lo travolsero completamente.
-Ho baciato Luna- sussurrò alla Mimbulus mimbledonia, come per rendere la pianta partecipe del suo dolce segreto. Immerso nel buio di quella notte, sul suo volto si formava un triste e rassegnato sorriso: si era arreso al fatto che Luna fosse completamente strana e indecifrabile, e al contempo si diceva che l’amava.
Io amo Luna”.
Questa pensiero lo cullava dolcemente nell’oscurità delle ore notturne, come il rumore lontano dello sciabordio delle onde. Un insolito tepore si diffuse pulsante dal suo cuore, spargendosi per il corpo.

"Io amo Luna".















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SPAZIO AUTRICE: spero abbiate pietà della sottoscritta, perché non ho aggiornato la Fic per un sacco DD: colpa della scuola, mi dispiace ç-ç
Spero che questo capitolo mi faccia perdonare. Insomma, non so come è venuto, spero vi piaccia. Onestamente, aspettavo questo momento da parecchio, non so se sono riuscita a scriverlo bene come questa scena si meritava xD mi sono fatta un sacco di possibilità per il loro primo bacio, e alla fine ho scelto questa... non era la più pittoresca o romantica, ma era quella più vera, più da Neville e Luna che mi fosse venuta in mente. Spontanea, genuina, insolita. Anche una tetra biblioteca colma di libri di pozioni diventa il loro paradiso *w*
Ok, attendete il prossimo capitolo, che sarà parecchio lungo, quindi non posso far promesse in quanto al "quando" ò__ò so solo che cercherò di riprendere un ritmo più... incalzante, a scrivere :DD
Baci :3


Nina.
   
 
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