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Autore: TheGhostOfYou    20/09/2011    6 recensioni
Helena Riddle è la figlia illegittima di Voldemort e Bellatrix Lestrange, avuta poco prima che il Signore Oscuro cadesse per mano del piccolo Harry Potter. Quando il signore Oscuro risorge, viene mandata ad Hogwarts come spia, istruita ad odiare Babbani e Traditori del Sangue. Ma quando arriva a scuola, conosce un mondo magico totalmente diverso da quello a cui è abituata. Fa amicizia con Harry, Ron ed Hermione, amici per la pelle, ed attraverso loro impara a vivere senza la paura dell’ombra di un padre come Lord Voldemort ed impara ad amare. Conosce Draco, un ragazzo introverso, che comincia a provare qualcosa per Hermione, ma troppo legato alle tradizioni per poter pensare di vivere una vita diversa da quella che suo padre ha in serbo per lui. È attraverso loro che Helena trova il coraggio per passare dalla parte dell’Ordine e tradire i Mangiamorte. Ed è grazie a loro che combatterà in prima linea per distruggere suo padre, Lord Voldemort.
Prima Fan Fiction di una trilogia.
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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8. Feelings


Ottobre stava passando velocemente, più veloce di quanto tutti volessero; la pioggia batteva il castello e le colline lì intorno da giorni, ormai, senza fermarsi. Il lago nero stava diventando sempre più pieno, e rischiava di straripare. Non passava giorno senza che gli studenti del castello non rimanessero incastrati in una pozza profonda di fango, mentre andavano ad Erbologia  o Cura delle Creature Magiche.
 
Ad Hermione piaceva la pioggia; fin da bambina, il suono delle gocce d’acqua che picchiavano sui vetri della sua camera e sul tetto avevano il potere di tranquillizzarla. Ancora in quel momento, dormiva meglio se c’era un temporale che infuriava all’esterno.
Fu così che si ritrovò a passeggiare sotto l’acqua, munita di un ombrello scuro; era perfettamente in grado di usare un incantesimo Impervius, ma a lei piaceva avere qualcosa che la mantenesse in contatto con il mondo Babbano. Non voleva di certo negare le sue origini, anzi, ne andava orgogliosa, tanto che alcune abitudini erano rimaste le stesse.
 
L’ombrello ne era la dimostrazione lampante.
 
Camminare sotto la pioggia, poi, le faceva bene, la rilassava, ed era una cosa che non si concedeva spesso, perché non aveva proprio il tempo per rilassarsi.
Ma in quelle ultime settimane erano successe delle cose che non si sarebbe mai immaginata; la sua testa girava ogni volta che ci pensava.
Il motivo di quel casino era Draco Malfoy.
Erano due settimane che la tormentava, in tutti i modi possibili. Prima la trattava bene, sorridendole educatamente, ed il momento dopo tornava ad essere il Draco Malfoy antipatico e spregevole che aveva sempre conosciuto, specialmente in presenza di Harry e Ron.
Hermione non riusciva a capire il suo comportamento; da un giorno all’altro, aveva cercato di essere carino con lei, l’aveva addirittura aiutata, quando gli anni precedenti la disprezzava per quello che era. Lei era rimasta molto colpita da quell’atteggiamento, tanto che si era ritrovata a pensare a Draco anche quando non voleva.
 
Draco. Pensava a lui come Draco, non come a Malfoy.
 
Sbuffò, appoggiandosi per un attimo ad un muretto di pietra; l’acqua scendeva violentemente, sferzando le colline verdi e fangose e picchiando sui vetri scuri del castello. Chiuse gli occhi, privandosi per un attimo dell’ombrello. Le gocce di pioggia scendevano fredde sulle sue palpebre chiuse. Scosse la testa, ripensando a quello che era  accaduto la sera prima, dopo cena.
 
Correva come sempre, presa dall’agitazione di arrivare in ritardo alla riunione dei Prefetti, con una pila di documenti in mano, stretti tra le braccia ed il petto.
Gazza aveva appena pulito ed il pavimento era scivoloso, ma lei continuava a correre. Improvvisamente, aveva messo male il piede ed era scivolata senza grazia per terra, spargendo i documenti dei Prefetti tutti intorno a se.
- Maledizione.-
Si era alzata in piedi ed aveva cominciato a raccogliere febbrilmente quei fogli, poi aveva sentito un paio di passi avvicinarsi, e aveva visto due mani pallide aiutarla a raccogliere i documenti.
- Devi stare attenta a dove metti i piedi, Granger.-
Ad Hermione parve di averlo visto addirittura sorridere, un evento raro, se si trattava dell’algido Draco Malfoy. Si era avvicinato a lei, porgendole i fogli.
Lei aveva allungato le mani tremanti, e, senza volere, aveva sfiorato il polso lasciato scoperto dalla camicia. Aveva sentito un brivido, ma l’aveva ricollegato alla sua pelle fredda.
Draco aveva ritratto la mano.
- Non toccarmi con le tue sudice mani, Sanguesporco.- il tono era cattivo e spregevole.
Senza aggiungere altro, si era voltato ed era sparito.
 
Hermione sbuffò nuovamente; continuava a non capirlo, e, sinceramente, lo avrebbe volentieri mandato al diavolo.
 
Non dire cavolate. Tu non lo manderesti al diavolo, ora.
 
Aprendo l’ombrello, Hermione maledì il suo cuore che batteva così forte, chiedendosi il perché di quella reazione ogni volta che vedeva Draco o pensava a lui.
 
Draco, non Malfoy.
 
 Incamminandosi verso il castello ebbe una rivelazione scioccante.
Per quanto potesse essere disgustoso, antipatico, e per quanto odiasse l’idea, a lei piaceva Draco Malfoy.
 
****
 
Gli allenamenti di Quidditch non si cancellavano per nulla al mondo, nemmeno per la peggiore tempesta degli ultimi anni. Mentre la pioggia continuava a scendere, Harry fissava Angelina che si sbracciava con i ragazzi che erano venuti per fare i provini. Alicia Spinnet, infatti, se n’era andata dalla squadra per motivi personali, e i Grifondoro avevano bisogno di una nuova Cacciatrice o un nuovo Cacciatore.
Tra le file degli aspiranti giocatori, una Ginevra Weasley parecchio terrorizzata aspettava con ansia il suo turno.
Harry non poté fare a meno di guardarla; sembrava indifesa, in quella divisa troppo grande per lei e con quella scopa troppo vecchia, ma i suoi occhi bruciavano di passione. Una passione, Harry lo sapeva, che si portava dietro da quando era piccola.
Con la coda dell’occhio vide una divisa nera e verde attraversare le tribune ed andarsi a sedere in un posto in alto, e si voltò.
Blaise Zabini si era comodamente appoggiato al sedile di pietra, e guardava con aria apparentemente annoiata quello che succedeva in campo.
- Anche le spie, adesso?- Harry strinse i pugni. I Serpeverde giocavano sporco.
- Che succede, Harry?- Ginny si era avvicinata e guardò nella direzione di Zabini. – Cazzo.-
- Ginny!-
- Scusa, è che ora mi tormenta. Me lo ritrovo ovunque!-
La ragazza alzò gli occhi al cielo, per poi dirigersi nuovamente al suo posto. Zabini la ossessionava, e non era sicura che quella sensazione fosse del tutto negativa. Lo incrociava casualmente nei corridoi, in aula, in sala Grande. Solo quando lo incontrò fuori dal bagno delle ragazze cominciò a chiedersi se per caso non la pedinasse.
- Ci penso io, Harry, non appena ho finito il provino.- disse, mentre il ragazzo tornava in sella alla sua scopa e cominciava a sorvolare il campo.
 
In seguito, Harry ripensò a quella giornata come l’inizio della loro fortuna sul campo da Quidditch. Sebbene Ron fosse davvero una frana e non riuscisse a prendere nemmeno una palla, Ginny aveva compensato volando benissimo e giocando al meglio, nonostante l’acqua che li aveva inzuppati dopo pochissimo. Si vedeva che aveva il sangue da giocatrice di Quidditch, come Fred e George le avevano urlato per tutta la partita di prova. Era leggera, veloce e precisa, come Harry aveva visto fare solo ai giocatori della Bulgaria e dell’Irlanda l’anno prima alla Coppa del Mondo.
- Ottimo! Ginny, benvenuta in squadra!-
Angelina le sorrise, dandole il cinque, ed annunciò che per quel giorno le audizioni erano finite, fissando il prossimo allenamento per il giorno seguente.
- Sei stata grande, Gin!- le urlò dietro Harry mentre lei spariva su per le scalinate, in direzione di Zabini.
- Ho fatto schifo, vero?- chiese Ron, che era affranto e sconsolato accanto a lui.
- No Ron. Il tuo problema è che vai in tensione se ti guardano.- Harry scosse la testa; si chiedeva come avrebbero fatto a giocare il giorno dopo quando Ron non prendeva nemmeno un tiro. – Mettiti in testa che sei un portiere.-
- Dove va mia sorella?-
- Oh.- Harry scoppiò a ridere. – Va a dire a Zabini di smettere  di seguirla. Lo vedremo correre in infermeria, probabilmente.-
 
Blaise chiuse il libro di “Pozioni Avanzate”, accuratamente protetto da un incanto Impervius, e sollevò il viso. Ginny stava correndo verso di lui, bagnata dalla testa ai piedi, con le guance rosse e il viso contratto dalla rabbia.
 
È bella anche così.
 
Non sapeva dire esattamente quando la fissa per Ginny fosse cominciata; forse, da quando Helena passava tanto tempo con lui e l’aveva aiutato ad accettare il fatto di essere diverso, o forse, quando Ginny l’aveva aiutato, raccogliendo i suoi libri.
 
O forse, in quel preciso istante, mentre avanzava verso di lui furiosa.
 
- Zabini!- la sua voce tuonò per tutto lo stadio. Si sentiva solo la pioggia battere sul terreno, e l’eco della sua voce. Blaise sorrise.
- Ciao, Ginny.-
- Ci stavi spiando, per caso?-
Blaise scrollò le spalle.
- No, per niente.-
Ginny sembrò arrabbiarsi ancora di più, e diventò più rossa.
- Perché mi segui sempre? Hai intenzione di seguirmi anche quando vado a dormire?-
 
Questa non sarebbe una brutta idea.
 
Blaise si alzò, mentre i suoi occhi blu si posavano su Ginny. La vide arrossire ancora e mangiarsi il labbro inferiore. Le posò una mano sulla spalla; la carnagione scura del ragazzo era in contrasto con la pelle delicata e bianca del suo collo. La vide deglutire e tenere gli occhi aperti a fatica.
Forse anche lei provava qualcosa.
- Esci con me, Weasley.-
Ginny spalancò la bocca, ma non uscì alcun suono. Blaise sembrava serio, e non intenzionato a prenderla in giro. In quel momento, la pelle del suo collo, a contatto con la mano scura del ragazzo bruciava troppo. Non sapeva cosa dire, non sapeva come comportarsi.
- Come?-
- Esci con me, sabato prossimo, ad Hogsmeade.-
Per quanto si sforzasse di capire, in quel momento Ginny non riusciva proprio a mettere in fila due parole. Il suo cervello era come andato in stand by, rifiutandosi di ragionare.
- Si.- disse, senza nemmeno pensarci. Blaise sorrise, e le accarezzò una guancia.
- Ottimo.-
La superò e cominciò a scendere le scale. A metà, si voltò nuovamente verso di lei.
- Ah, in bocca al lupo per domani. Non credo vincerete.-
 
****
 
Il giorno dopo, nulla di quello che la squadra di Grifondoro pensava si era avverato; c’era un bellissimo sole ad accoglierli, poco dopo colazione, mentre silenziosi e tesi si avviarono verso il campo da Quidditch. Tutta la scuola era già sulle tribune, in attesa di assistere al match della stagione: Grifondoro contro Serpeverde.
Negli spogliatoi il silenzio era padrone, tanto che Harry si chiese più volte se Ron, seduto con la testa attaccata al muro e con gli occhi chiusi, fosse vivo o meno.
Si vestì con riluttanza, ma anche con una certa voglia di battere Serpeverde; non aveva più parlato con Helena dopo il bacio, e non era ansioso di farlo. Lei non si era più avvicinata a lui, ed era meglio così. Aveva più tempo per costruire il suo rapporto con Cho.
In più, avrebbe cancellato il sorriso dal volto mellifluo di Malfoy.
Per la prima volta, anche Angelina sembrava senza parole; rimase in disparte a chiacchierare con Fred e George e non ebbe nemmeno la forza di sgridare Ron quando prese la scopa sbagliata.
 
Sapevano di avere poche possibilità di vittoria.
 
Poco dopo, erano in volo. Harry scrutava il campo con attenzione; doveva prendere il Boccino il prima possibile per evitare che Serpeverde segnasse troppo spesso. Un debole boato lo riportò in se; Ron aveva appena fatto passare il terzo tiro, con la gioia dei Serpeverde. Harry guardò Ginny volare per il campo ed infilare la palla tra i pali di Serpeverde; un altro boato esplose, più forte, e proprio in quel momento il boccino passò accanto a lui, ma prima che potesse realizzare di doversi muovere, quello sparì.
Fu una partita disastrosa, perché Ron fece passare tutti i tiri in porta, ma anche molto eccitante, perché Grifondoro riuscì a segnare il doppio di Serpeverde. Ginny aveva un’energia mai vista, e dava alla squadra il sostegno necessario.
Poi, lo vide.
Malfoy che scendeva in picchiata, all’inseguimento del boccino d’oro. Harry partì a tutta velocità, ma non poteva farcela, era troppo lontano.
- Dai, coraggio!-
Si spinse in avanti con più foga, accelerando ancora di più. Era quasi arrivato. Tese una mano, proprio mentre Malfoy tendeva la sua, e poco dopo sentì il freddo metallo del boccino toccare la sua mano.
Emerse dalla picchiata, con la piccola palla d’oro tra le sue mani, mentre Malfoy si andava a schiantare per terra.
Tutto lo stadio esplose in un boato mentre lui faceva il giro delle tribune e si andava a posare delicatamente per terra, raggiunto subito da tutta la squadra, che lo abbracciò e lo acclamò.
- Sei grande Harry!-
- Un vero campione!-
- Sei la nostra vittoria, Potter!-
- Dovresti diventare un giocatore professionista.-
Mentre la folla tornava alle tribune per festeggiare, Harry vide, nascosta dietro la gente, Helena, che lo guardava e sorrideva.
Si avvicinò, guardandola negli occhi. Era molto carina, con i capelli mossi acconciati in una coda spettinata ed i jeans stretti sotto il cappotto.
 
Era bellissima.
 
- Harry.- fece un passo verso di lui, incerta. – Complimenti sei… Voli benissimo.-
Harry non sapeva che cosa dire; non si erano rivolti la parola per un mese, ed ora questo. La osservò; sembrava stanca, le occhiaie che le circondavano gli occhi erano scure, ed era anche più pallida del solito. Sembrava portasse un peso su di se, qualcosa di grave che le impediva di vivere la sua vita.
Qualunque cosa fosse, Harry era determinato a scoprirlo.
- A che gioco stai giocando, Helena?- le parole erano più dure di quanto si aspettasse.
Lei alzò gli occhi. Sembrava ferita.
- Che cosa vuoi dire?-
- Ti bacio e scappi via. Mi ignori per un mese ed ora ti presenti qui.- avanzò verso di lei cercando di non sembrare un bambino capriccioso. – Che cosa vuoi, Helena?-
-Quello che vorrei non posso averlo. Io… Tu non sai chi sono io, Harry. Dimenticami, ok?- si voltò, lentamente, come se si aspettasse di essere fermata.
- Ho sbagliato a venire qui.-
Mosse un paio di passi, ma Harry le prese il polso, costringendola a voltarsi.
- Che cosa mi nascondi, Helena? Chi sei davvero?-
- Non posso dirtelo, Harry. Non vorresti più avere niente a che fare con me.-
Si liberò dalla presa e scappò via; tutto quello che rimase ad Harry fu un profumo talmente forte da entrargli dentro senza chiedere il permesso, e quegli occhi profondi pieni di disperazione e paura. E gli lasciò anche qualcos’altro dentro.
 
La determinazione di scoprire chi fosse quella ragazza.
 
Chi sei, Helena?
Perché hai paura di dirmelo?
 
****
 
- Zabini, Malfoy!-
Hermione correva nella Sala Grande. Sperava proprio di incontrare i due Serpeverde prima di cena, altrimenti avrebbe dovuto cercarli ovunque, e non era dell’umore adatto.
Draco si voltò; sembrava felice, quando la vide correre verso di loro. Hermione si concesse di guardarlo per un istante. Era pallido come sempre, ed i capelli biondi erano pieni di gel, ma i suoi occhi sembravano diversi.
 
Li aveva sempre visti come freddi, incapaci di illuminarsi, ma in quel momento erano proprio luminosi, come se brillassero di vita propria, e di un grigio profondo. Il viso era rilassato, e non contratto nella solita smorfia di sempre, antipatica.
Non era bello, ma c’era qualcosa di affascinante in lui, forse il portamento, o forse l’espressione diversa dal solito.
 
Hermione ignorò lo stomaco sotto sopra, e si fermò davanti a loro.
- A che cosa dobbiamo l’onore, mezzosangue?- si vedeva che non era serio, perché i suoi occhi non mentivano.
- Se vi interessa, la prima riunione con Harry sarà sabato prossimo ad Hogsemade, alle quattro.- sorrise tranquillamente, aspettando la risposta. Blaise annuì, mentre Draco sembrava pietrificato.
- Potter sarà il nostro capo?-
- Si Malfoy, e ti ricordo che sei stato tu a venire da me e chiedermi di partecipare. Ma puoi sempre tornare nella tua tana e non uscirne più, per quello che mi importa.-
Si voltò, tornandosene verso il suo tavolo.
- Hey, Mezzosangue!- Hermione si fermò, sbuffando. – Attenta agli agguati in corridoio.-
La ragazza scosse il capo e tornò a sedersi dai suoi amici.
 
Draco la fissò a lungo, e solo in quel momento gli sembrò di respirare davvero. Fare lo stronzo lo aiutava a mascherare quello che davvero provava.
- La prossima volta sbattila contro il muro e baciala, no?- Blaise lo superò e si sedette al tavolo, prendendo una porzione di pancetta. Draco si fece spazio tra lui ed Helena afferrando un calice di succo di zucca.
 
La bacerei volentieri.
 
- Sai una cosa, Blaise?- disse, con il sorriso sulle labbra. – La prossima volta credo che farò così.-
 
****
 
Ed anche il capitolo 8 è completato. Come vedete, per ora niente di oscuro è in agguato ma non sedetevi sugli allori, perché il prossimo capitolo sarà pieno di sorprese, e non proprio positive. Spero veramente che vi sia piaciuto anche questo capitolo, e di non essere caduta troppo nell’OOC. Ci sono ancora sentimenti contrastanti, per quanto riguarda Draco ed Hermione, ma anche qui piano piano arriveremo ad una soluzione, come per Helena ed Harry.
Grazie a tutti per il sostegno!
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Un bacio
Ghost.
 
   
 
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