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Autore: suni    04/06/2006    8 recensioni
Se Remus non avesse detto...
Se James non avesse NON detto...
E soprattutto, se non fosse per lo sformato...
Una bella coppia non sarebbe esistita!
EX "NORMALI DELIRI DI UNA MENTE INSTABILE"
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno.

Chiedo scusa per aver fatto aspettare così tanto, ma in parte non ero del tutto sicura che questo finale mi andasse bene, in parte non mi dispiaceva davvero tantissimo l’idea di essere arrivata alla fine, e prendere la decisione di fare l’ultima aggiunta e poi basta mi metteva un po’ tristezza.

Spero che vi siate divertiti e che questa storiella abbia allietato un po’ del vostro tempo.

Saluti a tutti.

suni

 

PARTE X

 

“Davvero, ragazzi, sto benissimo” insiste Remus cercando di scollarsi una singhiozzante Lily di dosso, tentativo coraggioso ma vano.

“Oh, Merlino…” sbuffa James lasciandosi andare a peso morto su una sedia.

Albus sorride gentilmente nella sua direzione, poi si alza e si avvicina.

Eccoci qui, nel salotto di Frank, a sospirare tutti di sollievo. Remus era andato a San Mungo con Vincent, che era sotto shock, ma quando abbiamo saputo che era in ospedale ci siamo spaventati da morire. Comunque a quanto ha raccontato a Rem, in Francia non era arrivata la minima notizia di quel che succede nel nostro paese. Il Ministero si è richiuso sul suo decadente prestigio –come se contasse davvero qualcosa- e fa sembrare che tutto sia sotto controllo. Il povero Vincent non era assolutamente preparato –oh, quanto mi dispiace.

“Li hai visti, Remus?” chiede Albus lentamente, assorto.

Lui scuote la testa.

“No… C’è stata una specie di esplosione e poi tutti si sono messi a correre in direzioni sparse, senza neanche capire dove fosse l’epicentro.” spiega, mentre Lily finalmente si stacca da lui.

“Capisco…”

Albus giocherella con la barba, immerso nei propri pensieri. L’espressione del suo viso è come sempre indecifrabile.

“Povero Shannon… Era un brav’uomo, non è vero?” commenta Frank asciugandosi una lacrima.

Lui lo conosceva abbastanza, stava in un ufficio vicino al suo.

Rimaniamo tutti in silenzio per un attimo.

Con tempismo eccellente, scelgo proprio questo attimo di raccoglimento per soffiarmi rumorosamente il naso.

Mi sono preso il più grosso spavento della mia vita, stasera: ho passato circa due ore a tentare di trattenere le lacrime col risultato che adesso ho il naso completamente tappato.

Remus si volta verso di me con un leggero sorriso.

“Ti senti meglio?” mi chiede gentilmente.

“Merlino, sì. –rispondo- Adesso sì”

“Non azzardatevi –interviene James lamentoso- ad uscire più di casa, o mi verrà un infarto”

Rimaniamo di nuovo in silenzio.

“Va bene. –Albus prende il mantello- Vorrei che adesso andaste tutti a casa a riposare”

“Ma-..” inizia James contrariato.

“Domani ci incontreremo e parleremo con calma. Del resto ora non sappiamo neanche esattamente cosa è successo.” insiste Albus con fermezza. Jim annuisce tetro.

Frank sta asciugandosi le lacrime, perciò accompagno io Albus alla porta.

“Sirius –mi dice quietamente, quasi soprappensiero, prima di uscire- sappi che la prossima volta che ti rechi sul luogo del delitto di testa tua, come hai fatto in questi giorni, ti chiudo nel ripostiglio delle scope di Hogwarts”

Io lo guardo vacuo.

“Non pensavo che-..” cerco di difendermi.

“E’ precisamente quel che intendevo: pensa, prima.” insiste lui distrattamente.

Sorrido, mentre si incammina giù per le scale, quindi chiudo la porta.

Non sono per niente d’accordo.

Comunque, Frank vuole stare da solo, perciò raccogliamo le nostre cose e ce ne andiamo.

Fuori, Londra sembra tranquilla, come se non fosse successo nulla.

“Ma che fine ha fatto Peter?” chiede James, quasi tra sé, incamminandosi sul marciapiede.

“Probabilmente non aveva molta voglia di andare in giro, data la situazione” osservo io con un sorriso. Il coraggio sovrumano di Codaliscia è uno dei nostri argomenti di scherno più gettonati.

Lily ridacchia.

“Allora, buonanotte” saluta, svoltando a sinistra.

“Ciao carissima!” rispondo io, abbracciando brevemente Jim.

Li osservo allontanarsi e mi volto verso Remus.

“Stai bene?” chiedo guardandolo.

“Sì, come ve lo devo dire?” ridacchia lui.

Io non dico più niente. Sospiro, sentendomi più leggero, e lo abbraccio di getto.

“Mi sono preso una paura fottuta” mormoro tenendolo forte.

Remus non dice niente, è immobile. Appoggia la tempia alla mia e sta fermo.

“Ben ti sta” ridacchia dopo un po’.

Rido anch’io, tirandogli un orecchio, poi lo guardo negli occhi, serio.

“Sai una cosa, Remus J. Lupin?” inizio, accennando un sorriso.

“Cosa?” chiede lui, giurerei con un certo allarme.

“… Anche io sono innamorato di te”

Ecco. L’ho detto.

Remus mi sta guardando ad occhi sgranati, non muove un solo muscolo del viso, ed è rigido come un palo. Sembra realmente non riuscire a capacitarsi della cosa.

Neanche io, ma non importa. Mi è caduto un peso di dosso, adesso. Mi si disegna in faccia un involontario sorriso, mentre aspetto che lui reagisca. Alla fine, Remus china la testa e la appoggia al mio mento.

“Se è uno scherzo, il prossimo a morire sarai tu” mi avverte, con calma.

“Ti pare che farei uno scherzo del genere?” protesto con un sorriso.

Remus solleva lo sguardo, scettico, e prendendomi a braccetto inizia a camminare.

“Nooo… Chi, tu? –ridacchia- Uno dei tuoi più riusciti scherzi è consistito nel far quasi sbranare un tuo compagno di scuola da un Licantropo, se la memoria non m’inganna –e non m’inganna…”

Me lo rinfaccerà per sempre.

“E’ stato un incidente…” borbotto risentito.

“Ma certo. Mocciosus per caso passeggiava accanto al Platano a notte fonda e per caso ci è caduto dentro e per caso è rotolato, in salita, fino alla Stamberga e per caso ha incontrato me…” osserva Remus scuotendo lentamente la testa, con un vago sorriso.

“Esatto!” commento con fervore, prima di prendermi un ceffone in testa.

“Sei un cretino…” commenta Remus ridendo.

“Ma se sta benissimo! Camperà più di me, puoi starne certo, quell’untissimo individuo…” brontolo prendendolo a braccetto –che strana sensazione mi dà adesso questo gesto così consueto, ormai completamente diverso da prima- e cacciandomi le mani in tasca.

Camminiamo per un po’ in silenzio.

Ora cambierà tutto, voglio che tutto cambi, perché finalmente sono sicuro di quello che faccio. Parlerò con Connie, le spiegherò che è finita, prenderà quel dannato brevetto al corso di Bones e mi darò da fare per costruire un mondo in cui poter vivere in santa pace.

“Non è uno scherzo?” mormora Remus dopo un po’, interrompendo le mie riflessioni.

“No, idiota” confermo io svoltando verso casa mia.

“Sirius, io vado dall’altra parte…” obietta Remus tentando di rallentare.

“Non credo proprio…” ribatto senza fermarmi.

Remus oppone una debole e vaga resistenza per qualche secondo, poi si arrende con una scrollata di spalle e mi asseconda. E poi, si mette a ridere. Una risata piccola, discreta, e… bella. Lo guardo storto, perplesso.

“Che c’è?” chiedo sorridendo.

“Niente… -Remus ridacchia di nuovo, guardando il cielo plumbeo della capitale- Pensavo, che se mi avessero descritto questo momento dieci giorni fa, non ci avrei mai, mai, creduto.”

Sorrido anche io, aumentando leggermente la pressione sul suo avambraccio.

“Non dirlo a me…” borbotto, divertito.

Proseguiamo in assoluto silenzio per un po’. Il freddo dell’inverno ha lasciato il posto ad una tersa, rarefatta notte di mite frescura, attraversata dal rombo delle auto, da voci lontane, musica. Da qualche parte in un palazzo alle nostre spalle, un cane intona un’uggiolante nenia alla falce di Luna che si staglia tra i comignoli. Sarò banale, ma stasera sembra davvero che ci sia qualcosa di magico nell’aria. O forse, più semplicemente, è la presenza del signor Lupin a dare una sfumatura differente alla luce, ai colori, a tutto quanto. Forse non è nemmeno vero che non fa freddo, ma sono io che non lo sento.

“E’ che mi sembra incredibile…” mormora Remus ancora soprappensiero.

“Spero ti renda conto della fortuna spropositata che ti è capitata, nel conquistare me…” scherzo, venendo immediatamente allontanato con uno spintone.

“Sicuro... Un imbecille fatto e finito” replica sul mio stesso tono.

Mi metto a ridere, riavvicinandomi a lui, e lo abbraccio indirizzandomi verso il mio portone.

“No, no, Remus… Non ti sarà facile liberarti di me” sussurro con un sogghigno, iniziando a salire le scale.

E se devo essere sincero, ora come ora non mi toccano i problemi dell’Inghilterra, Lord Voldemort e i suoi Mangiamorte e la dura lotta che si prospetta davanti a noi. Non m’importa del pericolo, dei rischi, dei momenti duri che potranno arrivare. Perché le guerre finiscono, e i dittatori cadono. E sempre, da quando ha avuto inizio il mondo, arriva il giorno in cui le ferite si richiudono, e la pioggia lava via la sporcizia accumulata; in cui le risate si fanno di nuovo più leggere, e forti, e i bambini ricominciano a giocare tranquillamente per strada. Voldemort passerà, come sono passati tutti gli uomini della storia, come passa il bruciore di uno schiaffo. Torneremo a camminare senza guardarci le spalle, e smetteremo di temere oscuri segnali nella notte. E ci andrà bene, lo so, deve andare bene. Perché, sono un eterno confuso ma di una cosa sono sicuro, ed è che non voglio che questo finisca, non voglio che io e Remus veniamo separati. Non succederà, non lo permetterò.

“A che stai pensando, così serio?” mi riscuote la sua voce, e mi accorgo che siamo davanti alla mia porta. Sorrido, stringendogli il braccio intorno alle spalle.

“A quanto sono felice in questo momento, e vaffanculo tutto il resto” rispondo aprendo la porta e facendo un passo all’interno.

Remus sorride con affetto, e mi segue prendendomi la mano.

“Già –sussurra mentre la porta si chiude alle sue spalle- Ma ti assicuro che non puoi essere felice quanto me…”

Lo guardo, e lo abbraccio. E adesso, basta parlare.

 

 
 
THE END

 

 

 

Sirius era solo caduto al di là dell’arco, da un momento all’altro sarebbe ricomparso…

Ma Sirius non ricomparve.

“SIRIUS! –urlò Harry- SIRIUS!”

(…) Fece per lanciarsi verso la piattaforma, ma Lupin lo bloccò, circondandolo con le braccia, e lo trattenne.

“Non puoi fare niente, Harry…”

“Fermalo… salvalo… è appena passato…!”

“… E’ troppo tardi, Harry.”

“Possiamo ancora raggiungerlo…” Harry si divincolò con violenza, ma Lupin non lo lasciò andare…

“Non puoi fare più niente, Harry… niente… se n’è andato”.

 

 

(Da “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, J.K.Rowling)

 

 

 

Appendice

 

Frank e Alice Paciock sono stati catturati nel 1985 da un gruppo di Mangiamorte, i coniugi Lestrange e Bartemious Crouch Jr., e torturati fino alla pazzia; vivono nell’Ospedale San Mungo in stato semivegetativo.

Peter Minus è diventato una spia al servizio di Lord Voldemort, gli ha passato informazioni per almeno due anni e in seguito gli ha consegnato i coniugi Potter, trascorrendo poi dodici anni sotto forma di topo, per riunirsi quindi all’Oscuro Signore.

Mundungus Fletcher ha continuato le sue attività di piccola criminalità fino al 1995, quando si è riunito all’Ordine della Fenice, e nel 1997 è stato rinchiuso ad Azkaban per truffa.

Kingsley Shaklebolt è diventato uno dei massimi esponenti del Dipartimento Forze Dell’ordine, tanto che nel 1994 è stato incaricato delle ricerche dell’evaso di Azkaban. Nel 1995 è rientrato nel nuovo Ordine della Fenice.

Dedalus Diggle è rientrato nell’Ordine della Fenice e ha fatto parte della Guardia che ha aiutato Harry nella sua fuga da Privet Drive nell’estate del 1995.

Fabian e Gideon Prewett sono morti in un combattimento contro un gruppo di Mangiamorte, tra cui Antonin Dolohov, prima della caduta di Voldemort.

Edgar Bones è stato assassinato dai Mangiamorte insieme a quasi tutta la sua famiglia.

Dorcas Meadows è stata uccisa dallo stesso Lord Voldemort, durante la sua ascesa al potere.

Emmeline Vance è rientrata a far parte dell’Ordine nel 1995 ed è stata assassinata nel 1996 dopo la rinascita di Lord Voldemort.

Sturgis Podmore ha fatto parte anche del secondo Ordine della Fenice; nel 1995 è stato arrestato mentre cercava di forzare una porta del Ministero della Magia e condannato a sei mesi a Azkaban.

Benjy Fegwick è misteriosamente scomparso prima della caduta di Voldemort; solo i suoi denti sono stati ritrovati. 

 

Albus Percival Wulfric Brian Silente è rimasto Preside di Hogwarts e capo dell’Ordine della Fenice fino al 1997, continuando costantemente a lottare per giustizia e libertà; è stato assassinato dal professor Severus Piton, presunto Mangiamorte, nel giugno di quell’anno.

James ed Elizabeth Potter hanno continuato a combattere per l’Ordine sino al 1981, quando hanno dovuto nascondersi ricorrendo all’Incantesimo Fidelius e sono stati traditi dal loro Custode Segreto Peter Minus, e uccisi da Lord Voldemort.

Sirius Black è stato incolpato del fatto, ed ha trascorso dodici anni rinchiuso nella Fortezza di Azkaban; nel 1993 è evaso ed ha trascorso due anni alla macchia; nel 1995 ha fornito la propria casa come sede per l’ordine della Fenice, e nel 1996 è stato ucciso in un combattimento dalla cugina Bellatrix Lestrange

Remus J. Lupin  ha creduto alla sua colpevolezza fino al 1994, quando ha scoperto la verità su Minus. E’ a sua volta tornato a far parte dell’Ordine della Fenice, del quale è tuttora membro.

 

 

 

Tengo a precisare che queste informazioni non sono mia invenzione ma farina del sacco della cara J.K. Rowling (tranne forse un paio di piccole licenze…)

Tutto questo, sarà probabilmente argomento della mia prossima storia.

________________________________

 

 

 

Lo so, lo so… E’ un finale deprimente. Ma accidenti, lo sapevate che sarebbe andata così, no?! Perciò non prendetevela con me, vi garantisco che non sono per niente entusiasta della vicenda.

Bene, è tutto; spero che la lettura sia stata piacevole e divertente. Per me la scrittura lo è stata, e devo dire che, cavolo, mi mancheranno questi Malandrini… Proprio un sacco.

A presto

suni

   
 
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