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Autore: Neko    24/09/2011    4 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: il vento come alleato

 

Umi!” Urlò Usopp terrorizzato. Era sicuro di non aver lasciato la presa, eppure tutto lasciava pensare che la bambina fosse scomparsa all’interno del buco nero.

RUFY perse un battito non vedendo più sua figlia, ma quello strano vento che aveva percepito, gli fece sentire una sensazione familiare, che lo rassicurò. Sorrise comprendendo cosa fosse successo.

Sua figlia era salva e con lei anche tutti loro e la Sunny, anche se quest’ultima non era proprio in ottime condizioni a causa dello scontro avvenuto su di essa. Ciò nonostante nessuno dei presenti doveva abbassare la guardia. I soccorsi erano arrivati, ma il buco nero non aveva ancora cessato di esistere.

Teach, dal canto suo, non aveva percepito niente. Non comprese quanto fosse accaduto e cominciò a ridere compiaciuto del fatto che la figlia del suo nemico fosse passata all’altro mondo. Per lui era una grande vittoria. Il suo avversario, per la disperazione della perdita della figlia, non avrebbe più costituito alcun problema ed era sicuro che il titolo di re dei pirati sarebbe spettato a lui.

Ma il suo sorriso dovette spegnersi, quando davanti a lui comparve la figura snella e minacciosa di RUFY, il quale, aiutato dalla direzione in cui soffiava il vento, era riuscito ad allungarsi e a giungere sulla nave nemica.

Il volto dell’uomo era contratto in una smorfia di rabbia, i suoi occhi coperti dal cappello di paglia e i suoi pugni erano talmente stretti da lasciare intravedere le nocche bianche. Ma non fu solo RUFY l’ospite sgradito sulla nave di Teach. Il vento lentamente cessò e, accanto al capitano del futuro, comparve una figura maestosa, riscoperta da un mantello verde che lasciava intravvedere a malapena il volto tatuato del misterioso individuo.

“Tu!” disse Barbanera sorpreso, non aspettandosi il suo arrivo “Cosa diavolo ci fai qui, Dragon?”

L’interpellato lo fulminò con lo sguardo e disse con una voce seria e tuonante “Sparisci dalla mia vista Marshall D. Teach. Non amo la marina, ma se tra trenta secondi sarai ancora tra i piedi, la prima cosa che vedrai al tuo risveglio, saranno le grate della prigione di Impel Down!”

Barbanera scoppiò nuovamente a ridere alle minacce che le sue orecchie avevano udito. Non aveva timore dei due uomini che lo stavano guardando in cagnesco, ma l’accensione improvvisa di tutte le luci della nave dei rivoluzionari a forma di drago, mostrarono lui la quantità di rivoluzionari pronti a dargli battaglia, facendogli comprendere che ormai era una causa persa continuare a lottare.

Barbanera sapeva di essere potente e si fidava dei suoi compagni, ma non era così sciocco da pensare di poter combattere contro la ciurma di cappello di paglia ed i rivoluzionari tutti nello stesso momento. Decise di arrendersi e diede ordine di alzare bandiera bianca.

La lotta era finita, ma RUFY, nonostante la resa, scaricò il suo nervosismo con un pugno trasformato in acciaio sul volto di Teach, scaraventandolo in mare e tornando sulla nave, consentendo così ai compagni del suo avversario di andare a recuperarlo.

Nel frattempo della permanenza di RUFY sulla nave avversaria, la Sunny, dopo la cancellazione della tecnica Black hole, precipitò in mare causando un forte spruzzo e facendo cadere tutti malamente a terra.

 

“Cosa sta succedendo là fuori!” disse Chopper venendo scaraventato a terra. Anche Nami gli fece compagnia rotolando a terra.

NAMI invece, grazie all’intervento di ROBIN aveva risentito meno del colpo. L’archeologa del futuro infatti, facendo uso del suo potere, aveva potuto assistere a ogni singola cosa si stesse svolgendo sul ponte e quando ha intravisto il pericolo della caduta della Sunny  in mare, aveva provveduto a reggere NAMI in modo da non complicare la sua situazione.

Quell’impatto fece anche destare Rufy, il quale, ricordandosi della presenza di Barbanera, cercò di recarsi sul ponte per potersi battere, ma Sanji, trattenendolo, gli evitò di compiere una sciocchezza. Sapeva che la scusa di andare a proteggere NAMI, era solo un modo di RUFY per tenerli lontani da una minaccia al di sopra delle loro capacità.

“Barbanera è andato via, capitano!” disse Robin, la quale, come la sé stessa del futuro aveva assistito a tutto, potendo così far calmare Rufy, il quale venne messo in all’arme dalle urla di NAMI.

Esso si voltò di scatto verso la porta a occhi sgranati.

Robin sorrise dolcemente alla preoccupazione del ragazzo e lo informò che presto avrebbero dato il benvenuto al nuovo membro della ciurma.

 

Sul ponte Usopp era a terra e cercava di riprendere a respirare dopo lo spavento preso, mentre tutti quanti gli altri sembravano arzilli come se niente fosse successo.

Dragon giunse sul ponte bagnato e aprendo il mantello mostrò, la piccola Umi, che spaventata si teneva ben stretta alle vesti del nonno.

“Sei al sicuro ora!” disse il rivoluzionario con la voce più dolce che gli poteva uscire e delicatamente posò la nipote a terra, permettendole di andare ad abbracciare il padre, che la strinse forte a sé.

RUFY la prese in braccio e guardando il padre con gratitudine domandò “Come fai ad arrivare sempre al momento giusto nel posto giusto?”

L’uomo accennò a un sorriso “Sei un uomo molto fortunato figliolo!”

“oppure l’uomo più controllato dal genitore!” disse scherzando e mostrando uno dei suoi soliti sorrisi.

“Se dovessi intervenire ogni volta che ti trovi nei guai, farei prima a trasferirmi sulla tua nave! Ti stavo cercando. Sono venuto a trovare il mio secondo nipote. Dovrebbe essere nato ormai!” spiegò l’uomo prima che Zoro interrompesse la riunione familiare, mettendo RUFY al corrente delle condizioni della compagna.

Il capitano del fututo, appena udito la parola “partorire”, aveva fatto scendere Umi ed era corso sottocoperta, travolgendo chiunque incontrava sul suo cammino pur di stare accanto alla sua NAMI e CHOPPER lo seguì all’interno della stanza per dare una mano.

Nami al contrario approfittò dell’arrivo di RUFY per uscire. Era bianca come un cencio e appoggiandosi al muro, lentamente cominciò a sedersi a terra per poi sospirare.

Rufy, seduto anch’esso a terra e dalla parte opposta della navigatrice, vedendola in quelle condizioni, allungò il braccio facendo adagiare il suo prezioso cappello sulla testa della ragazza e per incoraggiarla le disse “Andrà tutto bene!”

Nami non potè fare a meno di accennare un sorriso e annuire e avere fiducia nelle parole di Rufy.

 

Si sentirono dei passi provenire dal buio del corridoio e i mugiwara del passato che non avevano assistito a quanto fosse caduto sul ponte, si agitarono a vedere, quando essa venne illuminata, una persona a loro sconosciuta avvicinarsi, nonostante Umi tenesse, con un aria tranquilla, la mano dell’uomo. Rufy e Sanji si misero in posizione di difesa e il primo chiese “Chi sei tu?”

Dragon si fermò e alla vista del ragazzo alzò un sopracciglio, non mostrando poi molta sorpresa nel vedere un altro figlio più giovane sulla nave. Era ormai abituato alle stranezze  di quel mare e poté immaginare il motivo della presenza della ciurma di mugiwara di almeno dieci anni più giovane.

“Hai visto? Ho due mamme e due papà!” disse Umi tirando i pantaloni del nonno, il quale, continuando a guardare Rufy, che non aveva ancora abbassato la difesa, disse “Ho visto!”

I pochi al corrente della vera identità dell’uomo, non fecero parola a Rufy della parentela che li legava. Era già abbastanza nervoso e non sembrava il caso di aggiungere complicazioni.

Robin lo informò dell’aiuto che il rivoluzionario aveva prestato a tutti loro e il capitano, rilassandosi almeno in parte, lo ringraziò chiamandolo zietto.

 

Passarono diversi minuti che sembravano ore per chiunque. Sia per chi aspettava, sia per chi assisteva al parto, sia per NAMI ormai stremata, ma finalmente un vocina tanto attesa si fece sentire.

Al suono delle urla del bambino tutti si rilassarono. Zoro si sedette a terra e sorrise, Usopp saltò di gioia insieme a Rufy, Robin sorrise rasserenata del fatto che tutto fosse filato liscio, mentre Nami scoppiò a piangere coprendosi il volto con le mani, per scaricare la tensione accumulata.

Umi guardava tutti confusa. Non aveva ben capito cosa stava succedendo. Dragon le spiegò che il suo fratellino era venuto al mondo e la bambina non potè fare a meno di domandarsi come esso potesse essere uscito dalla pancia della mamma.

 

La porta della stanza si aprì e ne uscirono ROBIN e i due Chopper. Questi ultimi piangevano come fontane, emozionati per il lieto evento.

L’acheologa del futuro invitò i presenti ad entrare per vedere il nascituro. Umi corse dentro senza farselo ripetere due volte, mentre Nami non riusciva a muoversi, sentendo le gambe tremare. Fu Rufy, tendendole la mano, a darle il coraggio di alzarsi.

 

NAMI era adagiata comodamente ai cuscini. Aveva i capelli sudati, alcuni dei quali erano attaccati al volto, ma non sembrava preoccuparsene, era troppo presa da quel fagottino rosa che teneva in mano. RUFY le sedeva accanto,  con un braccio che le faceva il giro delle spalle e anch’esso guardava teneramente il figlioletto che agitava le manine.

Umi si era fermata ai piedi del letto, guardando un po’ imbronciata i genitori.

RUFY e NAMI sorrisero invitandola ad avvicinarsi, ma essa incrociando le braccia scosse la testa.

Il padre le si avvicinò abbassandosi alla sua altezza chiedendole “Non vuoi conoscere il tuo fratellino?”

“No! Io non lo voglio. Ora passerete tutto il tempo con lui e vi dimenticherete di me!” disse con le lacrime agli occhi.

RUFY sorrise e chiamandola dolcemente sciocchina, le disse che non sarebbe cambiato niente e che i suoi genitori avrebbero continuato ad amarla come prima. Successivamente la prese in braccio e la fece sedere accanto alla madre dove poco prima sedeva lui, in modo tale che potesse vedere il bambino.

Umi lo fissò per un po’ ed il piccolo fissò lei, sorridendole.

La bambina storse il naso “Ma è vecchio, è pieno di rughe!” disse facendo ridere tutti i presenti.

 

NAMI alzò per la prima volta lo sguardo dal suo bellissimo bambino, con i ciuffetti neri e occhi celesti grigi, che probabilmente avrebbero presto, crescendo, una colorazione nocciola.

Nami, Rufy, avvicinatevi!” disse la donna sorridendo.

I due interpellati irrigidirono, ma fecero quanto chiesto.

NAMI porse il piccolo a sé stessa, la quale in modo un po’impacciata lo prese tra le sue braccia.

Nami non ci sapeva fare con i bambini e si sentiva un po’ a disagio a tenere un bimbo così piccolo tra le mani, ma quando esso fece un piccolo vagito per poi sorriderle, la ragazza provò una sensazione nuova che non riuscì a spiegare.

Rufy, vuoi provare a tenerlo un po’ tu?” chiese il capitano del futuro a sé stesso, il quale si era limitato a guardare la scena rimanendo un po’ in disparte.

Rufy sgranò gli occhi, fece un passo indietro e scosse violentemente la testa “No, no, no. Gli farei sicuramente male! Non voglio romperlo!”

RUFY sorrise e prese in braccio il figlio avvicinandosi cautamente al capitano del passato.

“Sciocchezze. Prendilo così…in questo modo…bravo…attento alla testa! Visto? Non è difficile!”

Rufy guardò il piccolo e disse “è strano!”

“Cosa?”

“Tenere il proprio figlio in braccio. E ora che devo fare?” chiese alquanto spaventato, vedendo che il bambino cominciava a fare qualche smorfia che preannunciava il pianto.

“Cullalo un po’, lo farà sentire protetto e amato!” gli spiegò NAMI.

Rufy lo cullò dolcemente, stupendosi, dato che non credeva di esserne capace, e dopo pochi secondi vide che il piccolino si era addormentato.

Il piccolo tornò tra le braccia della madre e venne mostrato a tutti gli altri. Infine venne dato in braccio anche a Dragon che sorridendo disse “Benvenuto al mondo Monkey D. …”

“Ace!” disse NAMI “Monkey D. Ace! In onore del fratello di Rufy che ha sacrificato la sua vita per permettere a lui di sopravvivere. Senza quel suo gesto, né Umi Ace sarebbero venuti al mondo. Credo che sia il nome perfetto!”

Rufy sussultò e non potè fare a meno di commuoversi e di lanciare un pensiero al fratello. Si sentì però improvvisamente triste pensando al fatto che il suo fratellone non avrebbe mai conosciuto i suoi nipoti.

Come se avesse letto nel pensiero del ragazzo, Nami gli afferrò la mano stringendogliela per fargli forza.

Rufy ricambiò la stretta e le sorrise, per poi sistemarle meglio il cappello, il quale accennava a cadere.

Improvvisamente un rumore come di un tuono, fece destare tutti da quel momento magico e una voce seguita da una risata strana, irruppe nella stanza.

“Finalmente vi abbiamo trovato! Yohohoho!”

 

  
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