-Cosa?- chiese il ragazzo, sedendosi di fronte al padre, sotto la grande quercia che allargava la sua ombra su un grandissimo pezzo di prato, e dove, 24 ore prima aveva pranzato coi Malfoy.

-Come cosa! Cosa ne pensi dei Malfoy?- rispose spazientito, sperando in una maggiore attenzione da parte del figlio. –Un po’ d’attenzione, Severus!-

-Sì, scusatemi padre- si affrettò a dire. –Beh... credo, che, sì, siano una buona casata...- preferì restare sul vago, senza specificare nulla.

Il padre sorrise largamente, appoggiando del tutto il giornale sul tavolo. –Mi fa piacere che tu dica questo,Severus-

-Bene padre- disse cercando di spalmare un po’ di marmellata d’arancia su una fetta di pane tostato, senza rovesciarla del tutto.

-Perché ti abbiamo promesso alla loro figliola-

La fetta di pane si suicidò.
Decise che preferiva il suolo alla mano del ragazzo, e lì rimase, mentre le mascelle del moro si serravano aperte, incapaci di chiudersi, e gli occhi si spalancavano.

-Cosa?- sussurrò.

-Ma sì, ma sì! La loro bella figliola, Irene, splendida sotto tutti gli aspetti. Un vero peccato che proprio ieri si sia sentita male.

Aveva capito bene?
Irene Malfoy?
Quella Irene Malfoy?
Una delle ragazze più ambite di tutta la scuola?
Stava sognando.

-E’ uno scherzo?- si azzardò a chiedere.

-Perché dovrebbe esserlo?- vero. Suo padre non scherzava mai.

-Quindi?-

-Vi sposerete il prossimo Giugno, dopo la fine degli esami. Mi raccomando, Severus, non mandare tutto a monte- lo sguardo severo che lo colpì fu talmente forte da fargli finalmente sbattere le ciglia.
Si alzò, chiedendo congedo, e si affrettò a raggiungere la sua stanza.
Irene... Irene Malfoy... la sua vita era completa.
Eppure... eppure... c’era qualcosa che non lo convinceva del tutto.
Si sdraiò sul letto, mantenendo sempre una certa classe, e una freddezza distaccata, lasciando che lo sguardo vagasse per la stanza, ma senza vedere realmente ciò che lo circondava.
Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dal dolce suono dell’esterno, che proveniva dalla finestra aperta, e cominciò a fantasticare sulla ragazza.
Non assomigliava a Lucius, per nulla.
Era alta, quanto basta, e piuttosto magra, ma i suoi capelli erano di un castano chiaro, e gli occhi di un bel marrone acceso.
Sapeva perfettamente che era una delle prede preferite di Potter&Co. Ma, che, come con Lily, non ce l’aveva mai fatta.
Lily era di Lucius.
Lo sapevano tutti a scuola.
Lily [ha ha! Ho scoperto! Lily deriva da Lilium, cioè Giglio. Morale, non è un diminutivo di niente XDXD Nd Mel_che_ghigna_soddisfatta]si poteva definire anche lei una bella ragazza.
Alta, rossa di capelli, e occhi color smeraldo, snella, con qualche piccola lentiggine era stato un amore di Severus,qualche anno prima.
Ma poi, era arrivato lui.
L’angelo tentatore, che l’aveva rapita col suo fascino e lei, era diventata il suo giochino, anche se a sua insaputa.
Ingenua come ragazza, non c’è che dire, ma molto, molto, molto affascinante e seducente.
Si rigirò su un fianco, pensando ora alla sua di ragazza.
Era dolcissima, ne era certo, anche se mai le aveva parlato, mai ne aveva avuto il coraggio.
Cominciò a fantasticare sul suo sorriso, sulla sua risata.
Era perfetta.
Ma più il sogno andava avanti, più i lineamenti cambiavano, i capelli, si schiarivano, diventando biondi e gli occhi azzurri, i lineamenti s’indurivano leggermente e il viso diventava più ovale.
Lucius.
Il suo sogno.
No.
Non era possibile.
Quello non era Lucius.
Ma sì che era lui! Si vedeva benissimo!
Aprì gli occhi di scatto, tutto sudato.
La voce di sua madre lo raggiunse, in un ricordo di quando ancora era bambino.

Si alzò dal letto, andando a sedersi sulla piccola sedia di paglia, di fronte alla scrivania.
Aprì un cassetto, estraendovi un foglio di carta e una matita, cominciando a tracciarvi sopra linee, disegnandovi il volto appena sognato, sperando così di riuscire a lenire quella sensazione di strana presa ferrea allo stomaco, ogni volta che ci pensava.
Inutile.
Non ci riuscì.

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