Capitolo nove: La costruzione di un futuro basato sulle scelte del cuore.
“Finalmenti vi abbiamo trovato! Yohohohoho!” disse la voce di Brook
proveniente dall’angolo della stanza.
“Brook! Franky!” disse Rufy felice di vedere i suoi compagni sani e salvi.
Una distorsione temporale si era aperta nella stanza e attendeva che
qualcuno ci entrasse dentro.
“Cosa state aspettando? Sta cosa non rimarrà aperta in eterno!” disse Franky con affanno, il quale pedalava a più non posso per
tenere attivata la macchina che aveva consentito loro di aprire diversi
portali, fino a trovare quello esatto.
I mugiwara del passato videro che la distorsione
cominciava lentamente a chiudersi ed ebbero a malapena il tempo di salutare
tutti, grandi e piccini, prima che essa si chiudesse alle loro spalle,
catapultandoli nel loro tempo.
Franky si fermò, appoggiandosi alla macchina
sfinito. “Ragazzi, ho bisogno di una cola! Sarà stato il centesimo portale che
aprivamo!”
Rufy, Usopp e
Chopper guardarono ammirati la macchina che Franky
aveva creato.
“Vi piace?” Chiese il carpentiere orgoglioso della sua creazione “è un
attira portali…se così si può chiamare. Abbiamo
dovuto allontanarci dall’isola per sicurezza, ma con questo stratagemma abbiamo
potuto portarvi indietro. Con l’esattezza direi che è un parafulmine che
richiama i fulmini dell’isola del tempo, dirigendoli sulla Sunny
in modo tale da aprire vari portali proprio dove siete voi al momento.
Usopp si spostò immediatamente temendo che un
nuovo portale potesse risucchiarlo chissà dove.
“Tranquillo, ora non è attivata e dato che ha compiuto la sua missione
direi che si potrebbe smantellare e usare i pezzi per creare qualcosa di
nuovo!” disse Franky, riflettendo su cosa avrebbe
potuto creare di nuovo.
“Siete stati grandi!” disse Usopp meravigliato.
“Grazie, grazie, ma ditemi di voi. Dove siete finiti?” chiese il cyborg.
Zoro sogghignò “Sapessi!”
“Io ho fame!” disse Rufy incrociando le braccia
dietro la testa.
“Si anch’io!” lo appoggiò Nami, cercando di
evitare nuovamente situazioni
imbarazzanti, cosa però che non riuscì ad evitare, dato che i suoi nakama, raccontarono tutto per filo e per segno quanto
successo nel futuro.
“Yohohoho. Il capitano e la navigatrice. Potrebbe
essere un bel titolo per una nuova canzone!” disse Brook
cominciando a strimpellare con la chitarra elettrica.
La mattina seguente, si alzarono tutti molto tardi, ma si poté affermare
che tutto era tornato alla normalità. I ragazzi si apprestarono a fare rotta
verso una nuova isola, non molto distante dal luogo dove si trovavano. Da
quanto riportavano i diari di bordo rubati a pirati nemici, l’isola su cui
avrebbero sbarcato era nella norma, rispetto a tutte le altre che appartenevano
al Nuovo mondo. Essa era persino abitata e avrebbe permesso loro di fare
rifornimento di cibo e acqua.
Ci sarebbe voluto all’incirca un giorno per raggiungerla.
Nami approfittò di quella giornata di
navigazione per non uscire dalla sua cabina per tutto il tempo. Aveva preso
qualche informazione sull’isola del tempo e si era messa subito al lavoro per
metterla su carta. Non sarebbe stata un’impresa facile, non avendo preso i dati
necessari per disegnarla nella sua completezza
e probabilmente mai nessuno ci sarebbe riuscito, ma non demorse. Aveva
una buona memoria visiva e con quella sarebbe riuscire a creare una mappa abbastanza
attendibile dell’isola.
Non si accorse nemmeno che si era fatto sera, finchè
Robin non le portò la cena.
Continuò a lavorare fino a notte fonda e una volta terminata la mappa,
sentì il bisogno si sgranchirsi un po’ le gambe e di prendere un bicchiere
d’acqua.
Fu quando uscì dalla sua stanza che vide per la prima volta, in quella
giornata, Rufy. Esso era appoggiato al parapetto
della nave e ammirava il cielo colmo di stelle che rendevano quella sera meno
buia, grazie anche alla presenza dalla luna piena.
Il cappello era appoggiato alla schiena, permettendo così alla leggera
brezza che soffiava, di scompigliargli leggermente i capelli.
Nami arrossì e lo fissò indecisa sul da farsi. Si sentiva ancora imbarazzata,
motivo per il quale aveva deciso di dedicarsi tutta la giornata alla sua cartina.
Voleva evitare Rufy, ma soprattutto i commentini che Zoro le lanciava,
irritandola e facendola sentire a disagio.
Però si rese conto che non poteva evitarlo per sempre, ne era quello che
voleva, inoltre c’era una cosa che voleva capire e cioè cosa lei realmente volesse.
“Non dormi?” chiese avvicinandosi al ragazzo e appoggiandosi anch’essa al
parapetto della nave.
“uhm? Nami! No, non ho sonno!” disse guardandola.
La sua carnagione al chiaro di luna appariva bianca come il latte, i
capelli mossi al vento le sfioravano leggermente
la pelle liscia del suo viso e i suoi occhi color nocciola risplendevano
riflettendo i leggeri raggi della luna. Rufy a quella
visione abbassò il capo, sentendosi le guance andare a fuoco.
“H-hai finito di disegnare la mappa!” chiese
cercando di distrarsi e tornando a guardare il cielo.
La ragazza annuì “Che isola assurda eh?” disse la navigatrice per poi
tacere.
“Si, però ci ha permesso di conoscere un nostro possibile futuro!” disse Rufy fissandola con la coda dell’occhio.
“Non so se sia stata una cosa positiva!” disse Nami
sincera, senza guardare la reazione del ragazzo.
Rufy sgranò gli occhi “Cosa vuoi dire?”
“Che le cose potrebbero diventare forzate!” disse Nami.
Rufy la guardò confuso non capendo cosa volesse
intendere.
“Non mi dire che non ci hai pensato! Abbiamo scoperto che nel futuro io e
te ci siamo messi insieme e abbiamo avuto due figli. Cosa succede se le cose
tra noi non vanno come abbiamo visto? Non avremo nè Umi né Ace!” disse la navigatrice guardando gli occhi scuri
e penetranti del capitano. Rufy sussultò e abbassò la
testa “A dire il vero no. Non ho pensato a questo. Sono preso da un’altra
sensazione che non mi vuole abbandonare!”
Nami aspettò che continuasse.
“Quando ho preso Ace in braccio…bhe è stato
bellissimo, non so nemmeno descriverti la sensazione che ho provato. L’unica
cosa che posso dirti e che non vedo l’ora di riabbracciarlo e di riprovare
quella sensazione!”
Nami sorrise “So esattamente cosa vuoi dire.
Anch’io mi sono sentita così! Non ho mai pensato alla possibilità di diventare
mamma, ma è stata una esperienza piacevole. Ma la domanda è sempre la stessa,
se noi non ci metteremo insieme per un motivo o per un altro? Forzeresti le
cose? Staresti con me solo perché abbiamo visto che dovrebbe andare così? Io
sinceramente non voglio sentirmi obbligata. Non voglio vivere una relazione
senza amore!”
“Neanche io!”
Nami sorrise tristemente e si voltò per
andarsene, ma Rufy l’afferrò per un polso e la
costrinse a voltarsi. Le si avvicinò fino a che i loro nasi non si sfiorarono.
“Ma per quanto riguarda me, le cose potrebbero anche finire come abbiamo
visto!” disse Rufy in un sussurro per poi posare
lentamente le sue labbra su quelle di Nami in un
casto bacio.
Poi staccandosi e guardandola negli occhi disse “Quindi dipende da te! Da
che cosa provi!”
Come risposta Nami ricambiò il bacio che da casto
divenne più passionale, finchè i due non dovettero
separarsi per riprendere respiro.
Entrambi appoggiarono la fronte su quella dell’altro, ma Nami, cogliendo Rufy di sorpresa,
si staccò facendo qualche passo indietro “Scusa!”
Rufy la guardò confusa, non capendo “Nami, cosa…”
“Sta succedendo troppo in fretta!” disse la ragazza abbassando lo sguardo.
“Mi sono lasciata trasportare, scusa…non volevo!”
“Nami io…” cominciò Rufy, ma la ragazza lo interruppe continuando a parlare “E
proprio questo di cui parlavo. Se non fossimo stati nel futuro, tutto questo
non sarebbe successo. Ci stiamo lasciando trasportare da quanto abbiamo saputo,
ma se non fosse successo niente, sarebbe comunque finita così? Insomma prima
della nostra separazione ci consideravamo soltanto degli amici e ci volevamo
bene, ma niente di più. Due anni dopo ci rincontriamo che il nostro sentimento
uno verso l’altro non è cambiato. Ci rincontriamo di amici. Abbiamo navigato
per un mese circa da quando ci siamo incontrato e si, io ho incominciato a
sentirmi attratta da te, ma non così tanto da arrivare a baciarti. Io pensavo
che ti avrei ammirato da lontano per un sacco di tempo, facendo di tanto in
tanto cose per farmi notare e tutto sarebbe successo per caso poi…bam il nostro futuro ci piomba addosso e le cose tra
noi cambiano in modo affrettato e io…mi sento così
confusa!”
Rufy sorrise e avvicinandosi le sfiorò la
guancia.
“Nami, io non mi pento di quanto è successo sta
notte e non ti sto chiedendo di correre. C’è stato solo un bacio, ma se per te
è importante può anche non significare nulla!” disse Rufy
cercando di tranquillizzarla. Capiva quanto Nami le
aveva detto, ma allo stesso tempo non era ben chiaro. Almeno per lui. Lui non
si sentiva cambiato rispetto a prima, provava gli stessi sentimenti che provava
per la sua navigatrice. Lui non si lasciava influenzare da quanto aveva visto.
Per lui il futuro non era scritto, ma erano loro a crearselo e anche se aveva
già nel cuore Umi e Ace, aveva tenuto conto che le
cose potevano non andare esattamente avevano visto.
“Baka! Non si può cancellare quello che c’è stato
con una parola e dimenticare!” disse Nami
“Perché no?” chiese Rufy.
“Perché non è così semplice. Possiamo dire che non significa nulla, ma sai
benissimo che non è così. Non dirmi che stanotte, domani o i giorni a seguire,
non penserai a quanto è successo. Se questo bacio per te è davvero significato
qualcosa, non riuscirai a dimenticarlo!”
“Io non voglio, infatti. La domanda giusta è…tu
vuoi?”
Nami lo fissò negli occhi “Non lo so. Sono
così confusa, non so più cosa pensare. Vorrei solo dimenticare quello che abbiamo
scoperto e lasciare le cose accadano da sole!”
Rufy sospirò “Nami,
fai finta che quello che hai vissuto sia stato un sogno!”
“Come puoi dire…”
“Il futuro ce lo creiamo noi. Non è come lo vediamo grazie alla magia di
una stramba isola. Abbiamo saputo che per quel Rufy e
quella Nami le cose sono andate così, ma per noi
potrebbero andare diversamente. Continua a vivere come se quel futuro non fosse
per noi, perché sostanzialmente potrebbe non essere quello il nostro futuro. Se
anche finissimo insieme, non è detto che avremo Umi o
Ace. Potremo avere solo Umi, o solo Ace. Oppure avere
prima Ace e poi umi. Avere due maschi, o due femmine.
Dei gemelli o io potrei avere figli da un’altra donna e tu da un altro uomo.
Insomma Nami, quello che voglio farti capire che non
ci dobbiamo sentire legati a quello che abbiamo saputo. Se sarà così bene, se
sarà in un altro modo bene comunque, perché lo avremo scelto noi. Solo una cosa
è importante Nami…”
“Cosa?”chiese la ragazza.
“Che tu segua il tuo cuore! Fa quello che ti dice e qualsiasi cosa scegli
in base a quello che ti sussurra, non rinnegherai mai le tue scelte!” disse Rufy.
“Io ho sempre fatto così e mai e poi mai mi sono pentito di quanto ho
fatto. Se non avessi seguito il mio cuore, ma avessi dato retta a Zoro e Usopp, a quest’ora tu non
saresti qui. Probabilmente non avremmo
anche incontrato un sacco di guai, ma comunque non vedo niente nel mio passato
per cui dovrei pentirmi! Forse solo di non aver mangiato di più di quella
buonissima carne che facevano a water seven!” disse
strappando un sorriso alla navigatrice.
Rufy fece un attimo di pausa per poi
riprendendo accarezzandole una guancia “E il mio cuore in questo istante non mi
fa pentire di averti baciato!”
Nami lo fissò negli occhi incapace di
pronunciare parola.
Rufy aveva ragione.
Chiuse gli occhi per sentire cosa il suo cuore le diceva “Infondo…non mi dispiace quanto successo, ma…preferirei andare con più calma, d’accordo?”
Rufy annuì per poi sorriderle a trentadue
denti. “Dovresti vedere la tua faccia. È spaventosa, hai due occhiaie scure che
fanno paura, forse sarebbe ora che andassi a dormire!” disse prendendola in
giro e il pugno della navigatrice non tardò ad arrivargli in testa.
L’aveva punzecchiata apposta per cancellare quell’imbarazzo che si era
venuta a creare in una situazione insolita per i due ragazzi e Nami sembrò cogliere l’azione del ragazzo, tanto che prima
di andarsene disse in un bisbiglio “Grazie!”
Ecco il capitolo nove.
Mi
volete uccidere? O_O
Siate
clementi, non potevo semplicemente far mettere Rufy e
Nami insieme tutto di un colpo, se no la storia
sarebbe già finita. Ho ancora un po’ di idee e voglio continuarla, chissà
magari rendendo le cose difficile a loro due e ai compagni.
Bhe non mi resta che aspettare le vostre opinioni.
Alla
prossima.
Byebye
猫 (Neko) =^_^=