Capitolo dieci: La confusione di una ragazza
“Capitano!” Una voce debole.
“Capitano!” una voce più alta.
“Buongiorno capitano!” disse per la terza volta una voce di donna, destando
dal suo sogno il ragazzo di gomma.
Aprì leggermente gli occhi, rimanendo abbagliato dai raggi del sole che
splendeva in cielo già da diverse ore. Era quasi allo zenit. Aveva dormito fino
a tardi, dato che si era addormentato quasi all’alba.
La notte successiva era stata per lui carica di emozione e non riuscendo a
prendere sonno, decide si rimanere a fissare le stelle, finchè
Morfeo non lo accolse, improvvisamente, tra le sue braccia.
“Uhm, giorno Robin!” disse il ragazzo stiracchiandosi.
“Non sarebbe più comodo dormire in un letto!” chiese l’archeologa
sorridendo alla faccia assonnata del ragazzo.
“Non sono riuscito ad arrivarci. Mamma che fame, è pronta la colazione?”
Robin sorrise nuovamente “è quasi pronto il pranzo!”
Rufy scattò in piedi sconvolto “Cosa? Ho
saltato un pasto?”
Robin sorrise continuando a fissare il capitano “è successo qualcosa che ti
ha scombussolato per caso? Non è da te non svegliarsi per un pasto!”
Rufy la fissò e scosse la testa negando,
dimenticandosi del fatto che la notte precedente, Robin era di vedetta e quindi
avrebbe potuto benissimo assistere a tutto quello che era successo.
“D’accordo capitano! Volevo avvertirti che si incomincia a intravvedere una
striscia di terra!” lo informò l’archeologa e il ragazzo si sporse per poter
vedere meglio quella che sembrava un’isola non di grosse dimensione, ma
rigogliosa e lussureggiante.
“Fantastico! Non vedo l’ora di sbarcare!” disse “Ehi Nami!
Fra quanto arriveremo all’isola?” Chiese il capitano alla ragazza che stava
minacciando Zoro di aumentargli il debito. La voce
del ragazzo fece sussultare la navigatrice, la quale ci impiegò qualche istante
a rispondere “Ehm…direi fra un paio d’ore circa. Il
vento è a nostro favore!”
Rufy tornò a fissare l’isola, quando il verso
di un gabbiano attirò la sua attenzione. Era il gabbiano che portava il
giornale a tutte le navi, indipendentemente
se fossero navi della marina, di pirati o di civili.
Il giornale venne afferrato da Franky, che rimase
sorpreso a leggere la notizia in prima pagina.
“Che cosa succede Franky?” chiese Chopper notando
la sua espressione sorprese.
“Ricordate l’ultima isola su cui abbiamo sbarcato e abbiamo fatto
provviste? È stata rasa praticamente al suolo. Sono sopravvissuti solo in
pochi!”
“Cosa? Ma come può essere accaduto?” chiese Usopp.
“I testimoni parlano di una furia dai capelli rossi e dalla carnagione
bianca, in possesso di un potere talmente potente da non considerarlo nemmeno
umano!” disse il cyborg mettendo al corrente i presenti su quanto fosse riportato
sul pezzo di carta.
“Parla anche di una grossa nube nera che ha oscurato il sole e che
improvvisamente ha fatto piovere una
grossa quantità di palle di cannone, che hanno distrutto praticamente
tutto!”
“Chissà chi può mai avere il cuore di commettere un tale massacro!” disse
Chopper.
“Ce n’è di gente spietata al mondo Chopper, più di quanto tu possa
immaginare!” disse Zoro, facendo rattristire la
renna, la quale faceva fatica a credere che nel mondo ci fosse tutta quella
cattiveria che veniva descritta sui giornali e che spesso aveva visto di
persona.
“Ragazzi il pranzo è pronto!” disse Sanji uscendo
dalla cucina alleggerendo la tensione che si era venuto a creare.
“Cibo, cibo, cibo!” disse Rufy recandosi
velocemente nella sala da pranzo per godersi un bel e sostanzioso pranzetto.
“Oi Rufy aspetta!
Lascia qualcosa anche a noi!” gridò Usopp prendendo a
rincorrere il suo capitano, sperando di non arrivare troppo tardi nel salvare
il suo piatto.
Quando tutti furono seduti a tavola, Sanji prese
a volteggiare felice, tenendo due piatti in mano “Robin-cwhan,
Nami-swan, ho preparato questi due piatti speciali
apposta per voi!”
“Oi cuoco! Dovresti smettere di corteggiare Nami. Ti devo ricordare che ora è fidanzata col capitano?”
disse Zoro divertito.
Nami sbatte le mani sul tavolo e si alzò in
piedi facendo strisciare a terra la sedia, che provocò un fastidioso rumore “Io
non fidanzata con nessuno! E vorrei che tu la smettessi di fare certe
insinuazioni o ti devo ricordare che tu farai il filo a un nemico? Anzi forse
un pensierino l’hai già fatto!”
A Zoro andò di traverso il cibo appena messo in
bocca e fu solo grazie all’intervento di Brook, che
gli diede qualche “leggera” pacca sulla schiena, che riprese un colorito
normale.
“Cosa vorresti insinuare strega?” disse Zoro fulminando
la navigatrice.
“Proprio quello che ho detto. Tu e Tashiji!”
“Ascoltami bene brutta tirchia che non sei altro! Fra me e Tashiji non c’è e mai ci sarà niente, capito?” disse lo
spadaccino.
“Non è quello che sembrava nel futuro. RUFY l’ha detto chiaro e tondo che
tu sei innamorato di lei!” disse Nami.
“Solo perché è successo nel futuro non significa che io mi innamorerò di
quella imbranata, che non vede a un palmo dal naso senza occhiali!” rispose di rimando lo spadaccino.
“E la stessa cosa vale per me e Rufy!” disse
arrabbiata prima di andarsene dalla cucina senza aver toccato cibo e sbattendo
la porta dietro le spalle.
Sanji si avventò arrabbiatissimo sullo
spadaccino cominciando ad insultarlo.
“Tu brutto idiota. Non osare mai più rivolgerti in quel modo alla mia Nami-swan!”
Usopp si voltò a guardare il suo capitano, il
quale non aveva smesso di rimpinzarsi sin dall’inizio della discussione. “Tu
non hai niente da dire Rufy?”
Rufy si fermò e lo guardò confuso con le
guance piene di cibo e in un modo quasi
incomprensibile disse “Il pranzo è ottimo Sanji!”
Tutti lo guardarono stralunati, incapaci di comprendere cosa passasse per
la testa del capitano.
Robin dal canto suo sorrise e dopo aver finito il suo pranzo si alzò da
tavolo. “Con permesso!” disse prima di recarsi nella sua stanza.
Trovò Nami seduta sul suo letto, con le gambe
vicino al petto e il cuscino ben stretto tra le braccia e il viso nascosto su
di esso.
Robin le si sedette accanto e le accarezzò la testa.
“Nami!”
La ragazza alzò lo sguardo “Cosa devo fare, Robin? Dimmelo tu!”
La donna scosse la testa “Mi dispiace, non posso aiutarti!”
“Io mi sento così confusa. Rufy dice che non
dobbiamo per forza seguire il futuro che abbiamo visto se non lo vogliamo, ma
io mi sento obbligata a farlo!”
“Perché? Per quello che dice Zoro?” chiese Robin.
“Tutti quanti si aspettano che le cose vadano a finire così…e
anche io! Sono stata così poco tempo con quei due bambini, ma è bastato per
farmeli desiderare. Non voglio rinunciare a loro, ma allo stesso tempo non
voglio rimanere con Rufy nel caso smettessi di
amarlo, capisci?” disse la ragazza.
“Quindi tu lo ami?”
Nami sgranò gli occhi. Non si era resa conto
di quello che aveva detto. Abbassò lo sguardo. “Si, cioè no…cioè…provo
qualcosa per lui, qualcosa che non ho mai provato verso nessun ragazzo prima
d’ora. è qualcosa di strano. Ogni volta che lui mi guarda negli occhi o mi
sorride, sento le farfalle nello stomaco e il cuore inizia a battere più forte!”
“Da quello che ho visto sta notte anche lui
sembra provare le tue stesse emozioni!” disse l’archologa
sorridendo.
Nami sgranò gli occhi “Robin, ma tu…”
“Ho assistito alla scena. Scusa! so che non sono cose che mi riguardano, ma
fatto sta che non vedo dove sta il problema!”
“Se le cose tra di noi non dovessero funzionare? Insomma non abbiamo molto
in comune. Io adoro la navigazione, lui non ci capisce niente. Lui adora la
carne, io preferisco la verdura e tante
altre cose che in un'altra prospettiva mi sembrerebbero cose stupide, ma che
ora mi sembrano un ostacolo insormontabile!”
Robin sorrise dolcemente “Secondo me la vedi nel modo sbagliato. Prova a
pensare alle cose che vi accomunano e che entrambi amate!”
Nami la guardò “Ad esempio?”
“Il mare, i vostri compagni, guardare l’alba e il tramonto, i mandarini, Umi ed Ace!”
Nami sgranò per l’ennesima volta gli occhi.
“Nami non ti puoi arrendere senza averci provato.
Non puoi temere che le cose potrebbero non funzionare!”
“Se non avessimo visto quelle cose, non mi preoccuperei del fatto che io e Rufy potremmo essere incompatibili, perché se
succedesse..sì ci soffrirei per un po’, ma poi sarebbe passata, non sapendo
cosa sarebbe successo se avesse funzionato, mentre ora che so che potremmo
avere una vita insieme e due figli…ho paura di
soffrire e di perderli tutti e tre!”
“Ma se non ci provi, finisce comunque allo stesso modo. E tu ci soffriresti
comunque e anche Rufy! Pensa che le cose potrebbero
anche andare bene. Hai il 50% di possibilità” disse l’archeologa.
“Si, ma se…”
“Se le cose invece dovessero non funzionare, almeno potresti dire di averci
provato, ma io non mi preoccuperei di quello. Rufy ha
il potere di comprendere i sentimenti degli altri e ha la capacità anche di
aspettare. Lo dimostra il fatto non si sia offeso per quanto è successo poco fa
a tavola. Altri l’avrebbero presa male, sentendosi rifiutati. Lui non ha
pensato che tu lo hai respinto, come invece hanno pensato gli altri. Ha
compreso che tu hai bisogno di tempo per capire e lui aspetterà, anche tutta la
vita se è necessario!” disse Robin alzandosi e uscendo dalla stanza, lasciando la ragazza a
riflettere e a mettere in ordine il caos che c’era nella sua testa e nel suo
cuore.
L’isola era maggiormente visibile e in circa mezz’ora, la ciurma di mugiwara avrebbe potuto fare visita e inoltrarsi in una
nuova avventura.
Rufy, Usopp e
Chopper guardavano la massa di terra che si avvicinava sempre di più,
immaginando a cosa avrebbero potuto trovare al suo interno, ma qualcosa li
destò dai loro pensieri.
“Cosa sta succedendo?” chiese Chopper con occhi sgranati.
Una nuvola nera e molto bassa si era alzata sopra l’isola. Non la ricopriva
interamente, ma solo la piccola parte dove sembrava sorgere un villaggio. Poi
una pioggia di palle di cannone cominciò a scendere ed ad abbattersi sulle
persone e sulle case, provocando esplosioni e demolizioni delle abitazioni e
anche molte vittime.
I mugiwara rimasero paralizzati a un tale
scenario e ancora di più quando, una volta sbarcati, videro cosa avesse
comportato tutto quello.
Molte persone giacevano per le strade prive di vita. Non vi era distinzione
fra uomini, donne, bambini e anziani. Tutti erano stati sottoposti allo stesso
destino.
Era una scena raccapricciante.
Rufy strinse i pugni arrabbiato per quanto si
fosse verificato, quasi sentendosi colpevole di non aver fermato quello
scempio. Si ritrovò a pensare che se fossero arrivati prima, in qualche modo
sarebbero riusciti a fermare quello strano fenomeno atmosferico o almeno a
limitarne i danni.
Chopper si mise subito al lavoro per trovare sopravvissuti e soccorrerli. Gli altri non furono da meno e
si misero al lavoro per aiutare chi fosse in difficoltà.
Solo Robin non si unì al gruppo, cercando di capire cosa fosse successo.
“Capitano!” chiamò l’archeologa “Laggiù c’è una nave pirata. Non riesco a
vedere il simbolo della bandiera, ma potrebbero essere gli artefici di questo
massacro!”
Rufy non se lo fece ripetere due volte e si
preparò ad raggiungere la nave, quando una voce
lo fece voltare di scatto.
“Finalmente ci si rivede cappello di
paglia. Aspettavo da anni il nostro incontro. È giunta la tua ora!”
Ciao
Ecco un altro capitolo dopo più di 24 ore
che non aggiorno!!!!
Questo capitolo temo che sia un po’ una
ripetizione di quello precedente, ma volevo che Nami
continuasse a crogiolarsi nel suo brodo di confusione oltre al fatto che volevo
introdurre una nuova minaccia senza far cominciare lo scontro in questo
capitolo.
Inoltre, volevo postare un disegno su Nami e Rufy, ma non l’ho
terminato, cercherò di inserirlo nel prossimo.
Come sempre fatemi sapere la vostra
opinione.
Grazie a tutti.
Miao miao
Neko =^_^=