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Autore: BurningIce    27/09/2011    14 recensioni
Sono Rose Weasley.
Popolare, direte voi. Essere la figlia di Ron Weasley e di Hermione Granger dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – aiutare. Ma, nel mio caso, non è stato così. Sono anonima, tremendamente anonima, ed odio le feste e la gente superficiale che puoi trovarci. Passo giornate intere con i miei amati libri e …
Non ditemi che ci siete cascati, adesso.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.'
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Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Interagire con cheerleaders ritardate, cugine depresse ed esemplari maschili di Malfoy -
Manuale Fallimentare




9 Gennaio 2022


Il mio brillante piano per evitare il viaggetto di Scorpius ed Ophelia a Malfoy Manor non ha funzionato: ha solo ritardato un po’ la loro partenza ed incrinato ancora di più il rapporto col mio migliore amico – può ancora essere definito così?
Perciò, mentre i piccioncini ufficializzavano il loro tenero, dolce, adorabile rapporto pieno di cuoricini ed incantesimi contraccettivi, io sono stata costretta a sorbirmi le manie di protagonismo di zia Audrey – che non ha perso occasione di sottolineare quanto siano brillanti le sue figlie, a sopportare James e Dominique, entrambi con l’umore più nero dei capelli di zio Harry e, ultimo ma non meno importante, ad ascoltare le lezioni extra di Babbanologia di nonno Arthur, impegnato nella riscoperta di un feletonino.
Non bastavano le follie della mia famiglia, no, perché al binario 9 e ¾ ho incontrato Draco Malfoy in persona: ovviamente è scoppiata una lite furiosa che ha coinvolto anche James, mio padre e me, nonostante le minacce di mia madre e quelle di Astoria, che hanno guardato il nostro spettacolino con aria inequivocabilmente omicida.
In realtà il signor Malfoy non ha niente contro di me – potrei affermare addirittura di piacergli – ma si diverte un mondo a stuzzicarmi ("Mio figlio ti ha abbandonata?" "In effetti è logico preferire una Nott ad una Weasley"); evidentemente non ha perso il suo spirito Serpeverde.
Ha accettato il fatto che fossi la migliore amica di Scorpius senza fare storie, ma alle fatidiche parole “passo il Natale alla Tana” arriccia ancora il naso infastidito; è un Malfoy, dopotutto. Il disprezzo ce l’ha nel sangue.
Perciò, dopo un battibecco durato qualche minuto, un successivo tentativo di mio padre di assassinare la versione adulta del mio forse-migliore-amico ed una ramanzina di mia madre sul nostro essere terribilmente infantili, impulsivi e babbei sono finalmente salita sull’Espresso per Hogwarts.
Dopo vacanze del genere ed un viaggio in treno all'insegna del casino dei miei cugini, sono quasi contenta di essere tornata a scuola.
<< Signorina Weasley, può gentilmente illustrarmi le caratteristiche della Trasfigurazione umana? >>

Quasi.

Fisso la professoressa con un’aria decisamente ebete e azzardo un: “Beh, potrebbe servire a cambiare faccia… a proposito, Crecy, dovresti provarla!”
Crecy Canon si aggiusta gli occhialoni sul naso e, ignorando platealmente le risate di noi Serpeverde, alza la mano per fornire la giusta risposta. Ma la McGrannitt non sembra vederla: freme di rabbia, il suo sguardo sembra fulminarmi attraverso gli occhiali rettangolari, ridicoli almeno quanto quelli di Crecy.
<< Weasley, fuori di qui immediatamente! >> Sibila, con un tono che non ammette repliche.
Così sono costretta ad abbandonare l’aula, anche se fortunatamente non mi ha dato nessuna punizione.
<< Ah, dimenticavo, Weasley. >> Ho ancora la mano sul pomello della porta, quando la McGrannitt mi ferma.
<< Sei in punizione. >> Annuncia, sottolineando ogni parola con impietosa severità. << Venerdì sera, nel mio ufficio. >>

*


L’allenamento pomeridiano di Quidditch con le mie cugine è un appuntamento improrogabile: niente, nemmeno il mezzo metro abbondante di neve che si è depositato sul parco di Hogwarts, potrà fermarci. Insieme – o l’una contro l’altra – siamo una vera forza. In più ho la possibilità di vedere in anteprima alcune delle loro mosse; in qualche modo, quando giocherò contro Grifondoro o Corvonero, saprò già cosa mi aspetta.
Ma le mie cugine non sono affatto stupide, quindi riservano il meglio per le partite ufficiali, un po’ come faccio io. Così, una volta alla settimana, ci ritroviamo davanti al portone per raggiungere il campo; questa volta, però, abbiamo un ospite eccezionale: sua Maestà, Meravigliosità – non si può dire, ma meraviglia non rendeva il concetto, Perfezione, Eccetera-eccetera Dominique Weasley, che ci segue con un broncio da far invidia a Mirtilla Malcontenta, lamentandosi di tanto in tanto dei suoi stivali nuovi completamente inzuppati e di alcuni compiti di Trasfigurazione “della primaria importanza”. Sarebbe inutile ricordarle che nessuno l’ha invitata e che potrebbe tenere le sue lamentele per sé, dato che non riesce nemmeno a toccare una scopa da Quidditch, figuriamoci completare un intero allenamento sotto la neve.
I suoi capelli svolazzano minacciosi, accompagnando la sua camminata e rendendola alquanto inquietante: non incontri tutti i giorni persone dai capelli praticamente argentati. Non ci ha ancora rivolto la parola e questo non è un buon segno, perché Dominique tende spesso a straparlare, raccontare minuziosamente tutti i singoli avvenimenti del mese e stressarci fino allo sfinimento. Non sono l’unica ad essermi accorta del suo comportamento insolito, infatti Roxanne la fissa attentamente e chiede:
<< Che ti succede, Domi? Perché non sei con Steeval? >>
Dominique la fulmina con lo sguardo e sentenzia, glaciale:
<< Mollato. E sei pregata di farti gli affari tuoi! >>
Ed il mistero è stato risolto: ecco perché sta venendo al campo con noi. Si è semplicemente stancata del suo fidanzatino.
È vero che a volte Roxanne può risultare un tantino invadente – anche più di un tantino – ma adesso non ha fatto niente di male, o almeno niente che giustifichi la reazione di Dominique. E quando qualcuno osa trattare in un certo modo Roxanne, specialmente senza motivo, non la passa liscia.
<< Come hai detto, scusa? >> La ammonisce, scuotendo i lunghi capelli ricci intrappolati dalla cuffia rosso-oro e fermandosi proprio davanti a Dominique, che non fa una piega e replica:
<< Ho detto che devi tenere il tuo stupido naso lentigginoso lontano dalle mie faccende >> Alza un sopracciglio con aria di sfida e mette le mani sui fianchi, in una fedelissima imitazione di nonna Molly.
Adesso Roxanne è veramente infuriata; le sue orecchie stanno raggiungendo una pericolosa sfumatura di rosso che non ha niente a che vedere col freddo ed i suoi occhi neri sembrano sprizzare scintille.
<< Io spacco il tuo di naso! >> Sbraita a due centimetri dalla faccia della sprovveduta che ha osato farle il supremo oltraggio.
Riprendo a camminare con Molly e Lily, lasciandomi alle spalle le altre due: sono davvero impossibili. Le loro urla ci accompagnano durante tutto il tragitto, facendo voltare ogni singolo essere vivente al nostro passaggio. Non che ce ne siano molti, qui fuori; sta ricominciando a nevicare e solo delle psicopatiche uscirebbero dal castello con una pseudo-tormenta che si avvicina. Come volevasi dimostrare, io e le mie cugine non siamo perfettamente normali.
<< … se continui così, a trent’anni il tuo culo raggiungerà le dimensioni di quello di zia Audrey >>
Sento distrattamente la voce di Roxanne, ma non riesco a cogliere la risposta di Dominique e nemmeno m’interessa. Intanto, Lily ha cominciato a ciarlare della sua nuova cotta, un Cacciatore di Tassorosso del settimo anno non ancora ben identificato, forse perché non mi sono data la pena di ascoltare il noioso discorso della mia cugina più piccola – e più molesta. Scambio uno sguardo esasperato con Molly, che sta tentando di impiccarsi con la sciarpa, poi impugno la bacchetta, consapevole che il mio gesto mi costerà non poche conseguenze, e scelgo la fattura da usare.
La punto verso di loro per farle stare finalmente zitte, ma qualcosa ammutolisce improvvisamente l’intera compagnia: sembrano sconvolte.
<< Ma che caz… >> Vengo interrotta da un gesto di Molly, che mi indica lo scempio, la catastrofe, la fine.
Mi catapulto verso il centro del campo da Quidditch, già occupato, ma non da una squadra, non da altra gente in sella a delle scope, no.
Quelle in mezzo al campo assomigliano terribilmente a delle…
<< Ragazze Pon-Pon >> Squittisce civettuola una di loro in risposta alle nostre espressioni interrogative; sembra essere la capobranco. È una Tassorosso del quarto anno, ha i capelli lisci e di un biondo smorto, gli occhi castani ed un decolleté dietro al quale sbavano più o meno tutti i ragazzi della scuola.
<< Ragazze Pon-Pon? >> Domandiamo io, Molly e Roxanne all’unisono, scettiche e disgustate.
La ragazza – Mirage, credo – annuisce con un sorrisone idiota stampato in faccia; non si è accorta affatto della nostra ostilità.
<< Da quando ci sono cheerleaders ad Hogwarts? >> Sputa Roxanne, masticando la sua chewing-gum più forte che mai. È una sportiva nata ed odia qualunque tipo di frivolezza, quindi la sua reazione è più che giustificata, davanti all’incarnazione della frivolezza.
Mirage interpreta la sua domanda come una semplice curiosità e comincia a spiegare la storia del suo gruppetto di oche danzanti:
<< Beh, l’ho visto in un film Babbano ed ho pensato che sarebbe stato carino, così l’ho chiesto alla McGrannitt, che non mi ha dato il permesso, nossignore, allora mi sono rivolta a … >>
Il suo monologo viene stroncato da un urlo belluino di Molly:
<< NON CI INTERESSA SAPERE LA STORIA DELLA TUA VITA, CHIARO?! >>
A questo punto la cheerleader capo sembra molto confusa: il suo cervello sta ancora elaborando le complesse informazioni che ha ricevuto negli ultimi minuti. Attendiamo impazienti la perla di saggezza che uscirà dalle sue labbra, ma riesce a farfugliare solo qualche parola confusa:
<< Io… io credevo… insomma, lei… >> Sembra terrorizzata.
<< Bene, ragazzina >> Mi rivolgo a lei abbastanza gentilmente, abbassandomi fino a raggiungere la sua altezza – sto gongolando perché in un mese ho trovato ben due ragazze più basse di me.
<< Fuori dal nostro campo da Quidditch >>
Immagino che scapperà, urlerà, andrà via a testa bassa, ma non fa nulla di tutto ciò e replica, con la sua voce insopportabilmente stridula:
<< Il campo è anche nostro! Anzi, oggi è completamente nostro! >> Alza la voce e temo che ben presto raggiungerà gli ultrasuoni.
<< Vero, Terence? >>
Si volta verso gli spalti, da dove un Terence Wright al settimo cielo la sta salutando, con il cappotto abbottonato male e tracce di rossetto ovunque.
Perfetto, hanno anche corrotto il Caposcuola.
Mirage si è già rimessa all’opera, incitando gli altri animaletti da compagnia, tra cui spicca per mancata coordinazione la mia adorata compagna di stanza, Nellie O’Tusoe, che si sta cimentando in una sorta di danza araba. Dominique si è già seduta sugli spalti, ben lontana da Wright, e sta leggendo un gigantesco libro dall’aria spaventosa; Roxanne sta per scoppiare – di nuovo; Lily e Molly, invece, hanno già inforcato la scopa, in un chiaro segno di sfida.
Ghigno sadicamente e salgo sulla mia Firebolt nuova di zecca, dando accidentalmente una spallata a Mirage mentre prendo quota. Ora che ci penso, cosa ci fanno delle cheerleader in minigonna e collant fucsia su un campo da Quidditch ghiacciato? Scommetto che la McGrannitt le ha spedite qui per farle desistere, ma sono talmente sciocche da non capire neppure questo. Anche da quassù si sente la voce stridula della Tassorosso, che continua a scandire il ritmo:
“Uno… due… tre… quattro!”
Ma questa volta c’è qualcosa di strano: ha contato troppo lentamente…
Poi, quando due raggi rossi mi sfiorano, capisco che stanno mirando a me e che si erano praticamente coordinate per attaccarmi. Qualche metro sotto, Lily si trova nella mia identica situazione, solo un po’ più in difficoltà. Queste ragazzine sono folli, non si rendono conto che potremmo cadere e farci male seriamente. Viro rapidamente con la scopa, poi mi getto in picchiata, dritta contro di loro. In pochi secondi si disperdono, correndo via dal campo con scarsi risultati, dato che la neve impedisce i loro movimenti.
Sono a due metri da terra e non ho idea di come fermarmi. Molly e Lily urlano il mio nome disperatamente, Roxanne sta cercando di raggiungermi ed aiutarmi, ma è troppo lontana.
Un metro…

Cazzo, Merlino, se sopravvivo a questo non insulterò mai più i tuoi boxer!

Mezzo metro…

Morgana, giuro che non farò mai più sogni erotici su Liam.

Mi preparo all’urto, chiudendo gli occhi e spingendo in un ultimo disperato tentativo la scopa verso l’alto. Sento la neve sfiorare le mie ginocchia, poi mi accorgo che sono riuscita a frenare: la scopa si arresta bruscamente ed io cado di lato, esausta.
Tutta colpa di quelle stupide ragazze pon-pon. La pagheranno, oh sì.
Ci metto qualche secondo a realizzare che la mia faccia è immersa nella neve e maledico ancora una volta Mirage e le sue amichette: probabilmente è la brama di vendetta che mi dà la forza per rimettermi in piedi, perché mi sento davvero uno straccio.
<< TU! >> Ringhio in direzione della biondina, afferrando saldamente la mia bacchetta.
<< Brutta troia, non permetterti mai più di fare una cosa del genere! >>
Adesso sì che è terrorizzata: non accenna a parlare e resta ferma sul posto, mentre le altre decerebrate voltano rapidamente la testa da me a lei, come si fa per seguire una partita di tennis.
<< Furnunculus! >> Esclamo, centrandola in pieno. Comincia a riempirsi di orribili bolle di ogni dimensione, lanciando gridolini con crescente intensità. Scoppio a ridere perfidamente, ma il mio glorioso momento malefico viene interrotto da uno starnuto improvviso. E mi accorgo, con mio sommo orrore, di essere io a starnutire.
<< Ti stai raffreddaandoo! >> Canticchia Lily, che si è ripresa solo ora dallo shock della mia caduta. Roxanne e Molly smettono di sbraitare contro le cheerleader, che stanno correndo via al seguito della loro mamma-oca ormai coperta di pustole, e si avvicinano a noi.
<< Come stai? >> Chiede Roxanne, masticando ancora la sua proverbiale chewing-gum; secondo me la tiene in bocca da anni. Poi il suo volto si illumina di un’improvvisa comprensione.
<< Se salterai la prima di campionato Grifondoro avrà ottime possibilità! >>
<< Sto benissimo! >> Rifilo un’occhiataccia a Lily, per poi rivolgermi a Roxanne: << Non salterò la prima di campionato e non è assolutamente vero che mi sto raffr… etciù! >>
Magnifico, ci mancava solo questa.
Molly ridacchia, togliendo un po’ di neve dal ciuffo biondo e depositandola gentilmente sui capelli di Lily.
Anche Dominique accorre ad accertarsi delle mie condizioni: è l’unica di cui potersi fidare in questo caso, dato che sono abbastanza sicura che le altre tre – specialmente Roxanne, è decisamente fanatica – mi lascerebbero qui in mezzo alla neve, pur di vincere una partita contro Serpeverde; non le biasimo, farei lo stesso: il Quidditch è Quidditch e non esistono legami familiari.
Ignoro il luccichio sinistro degli occhi di Roxanne e seguo Dominique, diretta al castello, in silenzio. Probabilmente le altre rimarranno ancora un po’ ad allenarsi, ma io sono troppo indolenzita per risalire sulla scopa; quindi mi tocca andare in Infermeria. In compagnia di una cugina chiaramente in piena sindrome premestruale.
Durante il tragitto non dice una parola e continua a fissare contrariata i suoi stivali fradici, aprendo il libro di tanto in tanto e sbirciando sempre la stessa pagina. Io e i libri non andiamo particolarmente d’accordo, ma non resisto alla tentazione di guardare anch'io quella pagina evidentemente così interessante. C’è una foto, una foto in cui distinguo chiaramente Domi – il suo cappotto rosso cremisi si riconoscerebbe ovunque – abbracciata ad un ragazzo biondo.
Dominique? Ragazzo biondo?
Sgrano gli occhi e mi affretto a distogliere lo sguardo, ma Dominique mi ha già beccata.
<< Che stavi guardando? >> Sibila, minacciosa.
<< Niente! >> Sorriso angelico e mani dietro la schiena, in un’interpretazione da Oscar.
<< Sicura? >> Chiede, con un sopracciglio alzato, mentre entriamo nella Sala Grande. Sistema il libro sotto il braccio ed un rettangolo di carta scivola dalle pagine e volteggia lentamente verso terra. Mi chino a raccoglierlo, velocissima, nonostante i tentativi di impedirmelo di Dominique – tra cui mi sembra opportuno annoverare una presa per i capelli alquanto dolorosa.
<< E questo chi è? >> Le chiedo, sventolando la foto davanti a lei con aria vittoriosa, notando solo dopo un po’ che sullo sfondo c’è la Tour Eiffel; quindi la sua ultima conquista risale alla vacanza in Francia di qualche giorno fa. Sospira e mormora impercettibilmente:
<< J. J. >>
<< E tu avresti conosciuto questo J. J. e non me lo hai mai detto? >> Esclamo, palesemente offesa.
<< Ci credo che non volevi più tornare dalle vacanze, avevi un buon motivo per restare, ma tu non dici niente a tua cugina – e credo di essere anche la tua migliore amica, ho il diritto di sapere quello che… >>
<< J. J! >> Sussurra, questa volta con più enfasi. È praticamente sconvolta, chissà per quale motivo.
<< Ho capito come si chiama, non sono stupida! >> Rispondo, un po’ piccata. Dominique scuote la testa freneticamente, indicandomi un punto alle mie spalle. Mi giro e capisco tutto: la Preside sta parlando con un uomo alto ed affascinante e con un ragazzo dai capelli biondo miele; non ho difficoltà a riconoscere il tale della foto.
Devo dire che dal vivo è ancora meglio.
<< Ma perché non è in Francia? >> Chiedo a Dominique, che continua ancora a scuotere la testa: sembra un automa rotto.
<< Non lo so, Rose, non lo so >> Non l'ho mai vista così terrorizzata.
<< Dovresti essere contenta, credo >> Constato dubbiosa. Poi capisco:
<< Oddio, Domi, non te lo sarai mica fatto? >>
<< Io non gli piaccio, non gli piaccio… non gli piaccio! >> Ripete più volte la stessa frase, come se fosse un incantesimo da imparare a memoria, con gli occhi blu sbarrati. Non ha nemmeno sentito la mia domanda.
<< Andiamo, è impossibile… e come spieghi la foto? Vi abbracciate come due sposini! >> Obietto.
Dominique piace ad ogni essere maschile sulla faccia della terra e i francesi biondi e snob non fanno di certo eccezione.
Il sopracitato francese si gira verso di noi e la riconosce: le fa un cenno svogliato e torna ad ascoltare il discorso di suo padre.
C’è una sola risposta a tutto ciò: è gay.
<< Mia zia Gabrielle ha detto che eravamo semplicemente stupondi insieme ed ha voluto farci qualche scatto >> Risponde, seccata, imitando il frivolo accento Delacour.
<< E comunque non gli piaccio, non ha fatto altro che insultarmi. >>
<< Beh … allora è gay! >> Esplicito la mia ammirevole deduzione, tutta contenta.
Ma Dominique nega sfacciatamente la mia ipotesi, senza prestare il giusto rispetto ad un detective del mio livello; anche Sherlock Holmes si inchinerebbe al mio cospetto, perché lei no?
<< No, genio, mia cugina dice che si fa una ragazza a settimana! >>
Ma potrebbe essere tutta una copertura, potrebbe… ok, meglio appendere berretto di tweed e lente di ingrandimento al chiodo.
<< E tu vorresti essere una di quelle ragazze… o sbaglio? >> Insinuo, con un ghigno davvero molto Serpeverde.
La sua reazione è a dir poco epocale: nessuno, nessuno a memoria d’uomo ha mai visto Dominique arrossire. Ed io, signore e signori, sono la prima a cui è stato concesso il privilegio: le sue guancie diafane si colorano di un timido rosa, che cerca inutilmente di nascondere.
<< N-non è assolutamente vero! >> Balbetta, ostentando un’inesistente indifferenza.
<< Come no! >> Replico, gongolante. Ma il mio sorriso si spegne quando vedo passare Scorpius ed Ophelia, mano nella mano. Una strana bestia feroce si risveglia dentro me, incitandomi a sbranarli. O meglio, a sbranare Ophelia e violentare Scorpius. Ignoro i miei folli istindi omicidi assolutamente ingiustificati e sento distintamente Dominique mormorarmi, mentre mi supera intenta a scappare dal suo bel francese:
<< Tu invece vorresti essere una di quelle ragazze >>
Mi rendo conto che ha appena indicato la coppietta felice. Come ha fatto a capirlo? Anche se in realtà non c’è niente da capire, perché Scorpius è il mio migliore amico e non mi piace assolutamente. Non provo strani brividi quando mi abbraccia o quando mi guarda, non sento l’impulso di strappare ad uno ad uno i capelli di Ophelia, anche lei mia amica, non voglio baciarlo in questo stesso istante. No, decisamente non mi piace.
Oh, al diavolo, che sto dicendo? Dominique sì che è una detective, sono colpita.

Colpita ed affondata.


*

10 Gennaio 2022

Scorpius mi guarda intensamente. Sono di fronte a lui, sul suo letto, nella sua camera, e lo guardo anch’io. Sì, intensamente.
È vicino, straordinariamente vicino, posso vedere i suoi occhi verdi resi più scuri e profondi dalla luce delle candele.
<< Allora, vedi o no? >> Sbuffa il ragazzo alla mia sinistra, il losco organizzatore delle nostre bische clandestine notturne: Aaron Dixon.
Cosa avevate immaginato? Stiamo solo giocando a poker.
Niente situazioni hot.
<< Vedo. >> Ho già un falso sorrisetto vittorioso, nonostante io abbia solo una misera coppia di re. Ma qui, tra i Serpeverde, ritirarsi dalla partita è praticamente proibito; quando uno di noi tre vincerà, dovrà scegliere il pegno per gli altri due. Spero proprio di non dover fare qualcosa di disgustoso, tipo baciare quello strano tipo eliminato due secondi fa dal gioco, che mi fissa insistentemente da più di mezz’ora. Sinceramente, sprecare il mio primo bacio così sarebbe squallido.
All’inizio eravamo in otto, compresi Zabini ed altre due ragazze del quinto anno, Elise e Hilary, anche loro fissate col gioco d’azzardo. Adesso, però, stanno giocando diversamente: hanno trascinato Liam su uno degli altri letti e lo stanno riempiendo di moine. Una delle due – non so bene chi sia Hilary e chi sia Elise – gli sta addirittura sbottonando la camicia. E sembra goderne, il depravato! Ma un giorno mi vendicherò anche di lui, sia chiaro.
Spingo le mie ultime Fiche al centro del tavolo; Scorpius fa lo stesso, silenzioso e concentrato. Continua a spostarsi i capelli biondi all’indietro, chiaro segno del suo nervosismo: immagino che in mano non abbia proprio un cazzo, come me.
<< Bene >> Constata Dixon, con un sorriso che mostra tutta la sua notevole cattiveria.
Scopre due delle sue carte, una coppia di nove. Tiro un sospiro di sollievo, forse non ho ancora perso; ma non ho fatto i conti con la proverbiale, gigantesca sfortuna che sembra perseguitarmi, ultimamente.
Lentamente, con una mossa studiata, gira anche le altre carte: tre assi.
Scorpius impreca pesantemente contro la madre dell’inventore del poker, chiunque esso sia; io mi limito ad alzare gli occhi al cielo, in attesa del verdetto.
Dixon rifà lo stesso terribile sorriso di prima, guardando prima me e poi Scorpius, come un’Acromantula fisserebbe le sue prede, sadico e compiaciuto.
Sa benissimo che lui è il mio migliore amico, sa ancora meglio che non ci parliamo ultimamente, quindi non farà quello che temo – e spero. Non lo farà, vero? Perché io sarei assolutamente contraria… insomma, non può, non deve accadere qualcosa di compromettente con il mio migliore amico.
Qualcosa tipo…
<< Baciatevi. >> Un ordine perentorio, accompagnato dal solito ghigno di Dixon.
Baciatevi.
Una vocetta interiore esulta come ad una partita dei Tornados, facendomi quasi sorridere per la felicità.
Questa voce deve essere eliminata. Soppressa. Massacrata. Per favore, sorvoliamo sul fatto che le voci, per quanto false ed insopportabili, non si possano massacrare.
Perché, diciamocelo, non fremo all’idea di baciare Scorpius. Che sarà mai, solo un bacetto innocente; durerà al massimo un secondo.
Rimango impassibile, mentre Scorpius è furioso: sta protestando vivacemente, sostenendo che “è assurdo che io baci Rose, cazzo!”
Perché questo mi ferisce, quando non dovrebbe toccarmi minimamente? Sbalzi d’umore, immagino, sto poco bene in fondo: ieri sono caduta su mezzo metro di neve ghiacciata. Sì, la neve ghiacciata influisce sui miei sentimenti, perché non dovrebbe?
I miei ragionamenti mi inducono a prendere in seria considerazione l’idea di trasferirmi al San Mungo, Reparto Malattie Mentali. Sono sicura che un giorno intitoleranno a me un’intera sezione.
Dixon ignora le proteste ed il suo sorriso si allarga a dismisura, facendomi immaginare il megl… ehm, presagire il peggio.
<< Con la lingua, ovviamente. Ringraziatemi che non vi ho imposto di fare altro… >> Aggiunge, facendoci ammutolire.
<< Hai paura? >> Insinua uno dei ragazzi nell’ombra, rivolto a Scorpius. Sono perfettamente cosciente che questo, per gli altri, è semplicemente un passatempo serale: sembrano godere del nostro imbarazzo, evidente seppur ben mascherato.
So che questo lo farà capitolare all’istante: lui è Scorpius Malfoy e – secondo la distorta concezione che ha di se stesso – non può avere difetti, ergo non può temere qualcosa di così banale. Deglutisce e chiude gli occhi per un solo istante.
<< E va bene >> Sbotta, palesemente seccato. Altro colpo al cuore, il suo tono di voce. Eppure non sono così brutta: insomma, non ho la femminilità di Dominique, né la sicurezza di Ophelia, ma credo di potermi definire almeno passabile. Baciarmi è un sacrificio così grande?
Vuole essere fedele a Lia, forse? Non credo, non gli è mai importato di quisquilie come la fedeltà.
La prima cosa che provo è terrore, terrore puro. Devo ficcargli la lingua in bocca, devo rimanere ferma, devo abbracciarlo?
I battiti del mio cuore aumentano bruscamente di velocità mentre si avvicina; sono assolutamente sicura che sia la paura. Mi posa una mano sulla guancia, delicatamente, e mi sento scottare. Dev’essere la febbre. Anche se so perfettamente che ormai ho solo un insopportabile mal di gola e che la mia temperatura corporea è nella norma.
<< Scusami, Rosie >> Lo sento sussurrare ad un centimetro dalle mie labbra. Se continua così, sarò io a baciarlo. O a violentarlo, direttamente. I suoi occhi verdi sono proprio alla stessa altezza dei miei, incredibilmente vicini. Non riesco a sostenere il suo sguardo, così chiudo gli occhi, attendendo quel contatto così desiderato e temuto.
Desiderato, sì, non riesco più a negarlo.
Le sue labbra si posano sulle mie con una specie di strana esitazione, decisamente non da Scorpius. Porta anche l’altra mano sul mio viso, mentre mi appoggio sulle sue spalle; sto tremando.

Complimenti Rose, dovevano smistarti a Tassorosso.

Improvvisamente, tutto sembra scomparire: mi ritrovo a stringermi a lui in un modo piuttosto patetico, ma che mi sembra dannatamente giusto. Dimentico che sta con Ophelia, che non prova niente per me, che siamo solo amici, e mi lascio andare al suo bacio, che sta diventando totalmente diverso: è vero, inaspettato. Scorpius posa le mani sui miei fianchi e ricambia la stretta; i miei gesti sono talmente naturali da sorprendere anche me: affondo le mani nei suoi capelli biondi, ignorando una fastidiosa voce che da qualche parte ci sta chiamando, perdendomi nel dolce oblio di quel momento rubato ad un sentimento che non esisterà mai. Sono io a staccarmi da lui – devo respirare, purtroppo – ansimando. Nei suoi occhi c’è il mio stesso sguardo confuso e sorpreso.
Siamo ancora stretti nel nostro abbraccio, che non ha proprio niente di amichevole. Ci mettiamo un po’ a renderci conto che dobbiamo staccarci; vedo addirittura le guancie di Scorpius lievemente arrossate, un attimo prima di distogliere lo sguardo. L'atmosfera che si era creata si disperde rapidamente: i fischi di ammirazione degli idioti che ci circondano mi fanno ritornare alla realtà, una realtà che mi informa gentilmente che è stato tutto per gioco e che qualcosa del genere non avverrà mai più.

Ecco cosa intendono quando dicono che il poker è pericoloso.

*
Ehm sì, esisto ancora. Ecco, dopo la vacanza, l'inizio traumatico della scuola ed i compiti assegnati subito così GENTILMENTE dai miei CARI professori, non ho avuto proprio modo di scrivere un capitolo come si deve: ma in questa settimana mi sono fatta forza ed ho cercato di fare del mio meglio, anche perchè tengo molto a questo capitolo.
Spero che vi piaccia - il bacio di Rose e Scorpius si è praticamente scritto da solo.
Rose ammette (quasi) a se stessa i suoi sentimenti per il suo migliore amico, FINALMENTE! Se non si darà una mossa, dubito che succederà qualcosa... Scorpius, invece, è confuso, dopo il bacio. Perchè? Cosa significa il suo comportamento?
Conosciamo meglio anche Dominique, che, strano ma vero, si è innamorata. Già, Dominique. Innamorata. Niente è impossibile!
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo, ci tengo davvero tantissimo... un bacio, alla prossima, se vorrete.
CI TERREI A SEGNALARE IL MIO PROFILO Facebook dedicato ad Efp, ANIVA EFP. Aggiungetemi, se vi va :D Vi darò spoiler, informazioni e tanto altro!
- Iv.

  
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