Capitolo undici: un avversario spietato.
“Finalmente ci si rivede cappello di paglia. Aspettavo da anni il nostro
incontro. Eliminando te, eliminerò uno dei più pericolosi rivali che proveranno
a impedirmi di diventare il re dei pirati. È giunta la tua ora! ”
Rufy si girò a guardare il suo rivale.
Esso era vestito come se appartenesse a una rock band. Portava degli
occhialini in testa e un cappotto, appoggiato sulle spalle, con una pelliccia
intorno al collo e delle borchie sulle spalle. Aveva gli occhi di un colore
rosso scuro, circondati da un tratto circolare nero. I suoi capelli, che
ricordavano una fiamma, erano di un colore rosso acceso e la sua carnagione era
pallida.
Rufy lo guardò “Hai una faccia familiare. Ci
siamo già visti per caso?”
L’avversario sorrise divertito “Mi avevano detto che fossi alquanto stupido
cappello di paglia, ma sinceramente credevo che ti sottovalutassero. Abbiamo
combattuto insieme la marina sull’arcipelago di Sabaody!”
“Ah già…ricordo…vagamente!” disse il ragazzo mostrandosi
tranquillo. Tu hai quello strano potere di attirare a te tutti gli oggetti di
metallo, vero?”
“Dobbiamo stare attenti a quell’individuo!” cominciò Robin “Quello è Eustass Kidd, è il capitano di
una ciurma di pirati spietata. È considerato un supernova ed è molto temuto
dalla marina, per i numerosi massacri di civili che ha compiuto!”
Rufy ascoltò con attenzione Robin, per poi
porgere una domanda a Kidd, il quale era affiancata
dalla sua ciurma “Sei stato tu a fare del male a questa gente?” chiese serio il
capitano della Sunny. “Hai creato una specie di
nuvola formata da palle di cannone, per poi gettarle su questa gente indifesa,
dico bene?”
“Non è uno spettacolo. Credo che questa volta abbia superato me stesso!”
disse per poi scoppiare a ridere, seguito dalla sua ciurma.
I mugiwara fecero una faccia schifata e si misero
in posizione di attacco, non prevedendo niente di buono. Essi avevano sentito
parlare di quell’individuo e la taglia che pendeva sulla sua testa era tale da
destare la loro preoccupazione.
Solo Rufy pareva tranquillo o per meglio dire
arrabbiato. Lui non avrebbe mai accettato che qualcun altro giocasse con la
vita degli altri per puro divertimento.
Improvvisamente da dietro un muro, un bambino armato di un bastone di ferro
gridò “Brutto vigliacco. Te la farò pagare per quello che hai fatto alla mia
mamma e al mio papà!” disse per poi
iniziare a correre alzando il bastone, verso Kidd.
L’uomo guardandolo con superiorità,
mosse solo un dito attirando a se il bastone di ferro che poi scagliò al
possessore a una velocità tale da fargli seriamente male, ma l’intervento di Rufy, che ponendosi davanti al bambino, riuscì a fermare la
sbarra di ferro afferrandola, salvò il bambino, che dallo spavento cadde a
terra con le gambe che gli tremavano.
Rufy guardò furioso Kidd
e con voce autoritaria disse “Chopper, vai con questo bambino e occupati dei
suoi genitori. Voi ragazzi vi ordino di lasciare questo tipo a me. Nessuno deve
intervenire!”
I mugiwara annuirono, ma questo non stette a
significare che rimasero a guardare. Infatti presto scoppiò una battaglia tra
la ciurma di Kidd e di cappello di paglia.
Zoro inquadrò subito il suo avversario. Il suo
nome era Killer, conosciuto con il soprannome di “il massacratore”. Anch’esso,
proprio come Kidd, Rufy e Zoro era considerato uno dei super nova. Lo scontro tra i
due si preannunciava interessante.
Killer, esattamente come il suo capitano desiderava scontrarsi con Mugiwara, desiderava battersi con il famoso cacciatore di
taglie e si appresto a impugnare le sue due lame ricurve, pronto per
combattere.
Gli altri membri della ciurma di cappello di paglia guardarono i loro
avversari, come a volerli studiare. Non avevano informazioni su di loro, ma il
loro aspetto non li rassicurava, ma non per questo si sarebbero dati per vinti.
“Ah! Ma questo spara palle di fuoco dalla bocca!” disse Usopp
venendo colto di sorpresa da un nemico, dall’aspetto inquietante che somigliava
tanto a uno zombie, con i capelli bianchi azzurri. “Se ti piace il fuoco, te lo
faccio vedere io!” disse Usopp prendendo alcune delle
sue munizioni più potenti.
“Thunder rain tempo!” disse Nami
scatenando una pioggia di fulmini di fitta intensità, nella speranza di colpire
qualche avversario. Ci riuscì, ma non era sufficiente per metterli ko.
Nami sorrise “Siete tosti, ma non credete che
il mio arsenale sia finito qui!”
“Dovremmo temere una ragazzina che si diverte a giocare con le bolle di
sapone?” disse un avversario che
guardava divertito la bolla rossa e la bolla blu svolazzare sopra la sua
testa senza che niente succedesse.
“Unione!” urlò Nami facendo scontrare le due
bolle che al loro interno avevano aria calda e aria fredda.
Nami sorrise vedendo cosa quella tecnica, che
non aveva ancora usato, avesse comportato. “Quando una corrente di aria calda,
incontra una corrente di aria fredda, ecco che si forma un tornado!” disse
vedendo che il suo avversario roteava a più non posso all’interno di quella
prigione di vento. “è non finisce qui!” disse soffiando nuovamente all’interno
del suo climat attack,
creando una bolla di colore giallo. La inserì all’interno del tornado, in modo
tale che i fulmini racchiusi al suo interno, si concentrassero su quell’unica
persona, non dandogli scampo.
“Sei grande Nami!” disse Usopp
distraendosi e non accorgendosi che il suo avversario aveva dato fuoco ai suoi
capelli.
Il cecchino cominciò a correre a destra e a manca urlando “Al fuoco”, finchè Sanji con un calcio, lo
fece cadere a terra, in modo tale che rotolandosi a terra, il fuoco si
spegnesse.
Usopp si alzò inviperito e approfittò della
risata del nemico, per sparargli in gola una pallina.
“Ma sei impazzito?” disse Nami “Lanci nella bocca
di uno che spara fuoco del peperoncino? Così lo alimenti soltanto!”
Usopp con un dito sollevo il cappello
sogghignando e bisbigliando un “explosion”. Le guance
del nemico si allargarono sempre più finchè non
riuscendo più a contenerla, sputò l’acqua che gli si era creata in bocca.
“Acqua?” chiese Nami.
“Non solo tu hai appreso dei nuovi trucchetti!”
disse Usopp.
Il nemico arrabbiato provò nuovamente a sputare fuoco, ma l’acqua che aveva
ingerito lo aveva privato momentaneamente del suo potere, facendo sì che dalla
bocca uscisse soltanto del fumo. Nami lo colpì
fortemente sulla testa mettendolo KO.
“Bene! Due sono eliminati!” disse Usopp
rasserenato.
“Direi tre dato che Robin ne ha appena schiacciato uno con il suo nuovo
potere, però direi che in quanto a numero, noi siamo in…svantaggio!”
disse l’ultima parola parando un colpo di spada lanciatogli da un avversario
che l’aveva colta di sorpresa.
“Chen fleur!” disse
Robin facendo uso del suo potere, ma non sempre riusciva ad andare a segno.
“Accidenti. Alcuni sono proprio degli ossi duri!” disse Sanji,
alzandosi dopo che era stato scaraventato a terra, da un nemico che era
riuscito a intrappolare un suo calcio.
“Non penserai che nel Nuovo mondo
avremmo incontrato solo pivelli!” disse Zoro
forzatamente, mentre cercava di resistere alla pressione che Killer esercitava
sulle sue spade.
Esso era il più temibile di tutti. Lo dimostrava il fatto che fosse
riuscito già diverse volte a ferire lo
spadaccino della ciurma di Mugiwara e una volta anche
piuttosto seriamente ad un braccio, che aveva preso a sanguinare in modo
copioso, dandogli difficoltà nel maneggiare le sue spade. Ma Zoro non era rimasto fermo a farsi colpire. Anch’esso aveva
mandato diversi colpi a segno, causando con un colpo, una profonda crepa nella
maschera a righe blu e bianche dell’avversario che non faceva mai intravvedere
il suo volto.
Un urlò di Nami distrasse dal combattimento Rufy, il quale si girò a controllare che stesse bene,
venendo successivamente scaraventato in aria e colpito subito dopo allo stomaco
con un pugno, che lo fece sbattere violentemente a terra con la schiena.
“Lascia perdere i tuoi compagni! Stanno solo aspettando il momento in cui
tireranno le cuoia e se ti distrai tu morirai prima di loro!” disse divertito Kidd.
Rufy si rialzò e vedendo che Nami era stata salvata da Robin disse “Se sei riuscito a
farmi male con un pugno, vuol dire che sai padroneggiare l’haki!”.
Rufy si pulì
con la manica, il sangue che aveva sputato dalla bocca “Ma ti sbagli se pensi
che io e i miei compagni periremo qui in questo momento!” disse lanciandosi all’attacco, pronto a
essere parato dal nemico. Rufy però con un agile
scatto scomparve alla vista di Kidd e comparendogli
dietro le spalle lo colpì in mezzo alla schiena, togliendogli il respiro.
Continuarono a colpirsi duramente, fino a ritrovarsi a entrambi col fiato
corto.
“Sei degno del mio rispetto cappello di paglia. In pochi sono riusciti a
resistermi così a lungo e devo dire che anche i tuoi compagni non se la cavano male!” disse vedendoli tutti
in piedi, sebbene affaticati.
“Grazie del complimento” rispose Rufy
disattivando il gear Second,
che aveva utilizzato fino a quel momento. Aveva bisogno di riposo o continuando
a fare uso di quella tecnica, sarebbe finita come a Ennies
Lobby, dove non riusciva più a muoversi. Non poteva rischiare di rimanere
paralizzato nel bel mezzo del combattimento, perché se la prima volta gli era
andata bene, niente faceva pensare che se la sarebbe cavata anche quella volta.
Ma fermandosi un attimo per riprendere fiato, Rufy
rimase indifeso e venne scaraventato contro una costruzione, che reggendosi in
piedi per miracolo gli cadde completamente addosso.
“Rufy!” sussurrò Nami vedendo
la scena. Il ragazzo di gomma riuscì a liberarsi dalle macerie, fatta accezione
un piede ben incastrato. Cercò di tirare l’arto e quando questo fu libero, si
ritrovò l’avversario davanti che lo fissava dall’alto al basso. Non poteva ben
vedere il suo volto a causa del sole che gli infastidiva gli occhi, ma potè ben sentire la risata perfida di Kidd,
il quale aveva preso a giocare con un coltello ben affilato. L’arma volteggiava
sopra Rufy, grazie al potere del frutto del diavolo
che Kidd aveva ingerito, ma esso non rimase sospeso
in aria a lungo, infatti dopo pochi istante, la lama affilata cominciò a
penetrare nelle carni del mal capitato.
“Per te è la fine cappello di paglia!” disse l’uomo lanciando il pugnale,
che velocemente penetrò nelle carni del mal capitato.