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Autore: Circe    30/09/2011    9 recensioni
Bellatrix, Andromeda, Narcissa, Sirius, Regulus. Per ognuno di loro una storia privata e segreta.
Un Natale in famiglia costellato di segreti e conflitti. Bugie e amori.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Protagoniste a confronto

Stavo camminando in fretta nel giardino di casa per recarmi alla gufaia.

Faceva freddo fuori, e dal cielo grigio nuvoloni neri minacciavano un ennesimo scroscio di pioggia, per questo motivo mi ero ben coperta nel mio cappotto di lana, berretto e sciarpa voluminosi, e mi affrettavo per non bagnarmi completamente.

Mi sarebbe tanto piaciuto andare a passare il Natale nella casa in montagna, là non piove, piuttosto nevica, e la neve è molto più divertente e romantica.

Ho ricordi splendidi di quei luoghi, di quando eravamo ancora tutti bambini, mi sarebbe piaciuto vedere ancora una volta la neve alta e morbida e godermi i paesaggi immensi, giocare fuori tutto il giorno e rilassarmi davanti al camino sul far della sera, insieme alle mie sorelle e ai miei cugini.

Come era buona la cioccolata in tazza durante quei momenti di riposo, quando Kreacher, l’elfo domestico dei miei zii, ce la preparava e insieme portava il latte e lo zucchero da aggiungere, esattamente come facevano i grandi.

Io mettevo sempre troppo zucchero e Sirius mi prendeva in giro.

Bella la beveva sempre senza, e tutti la prendevamo per matta.

Cissy, quando spesso si sporcava, piangeva disperata e Regulus ne aveva sempre doppia porzione, perché il fratello diceva che era roba per bambine e lui non la voleva bere per nessun motivo.

Lui aveva le sue cioccorane.

Era tutto splendido e divertente.

Un tempo.

Quest’anno, invece, siamo rimasti nella casa di Grimmuld Place durante tutto il periodo delle vacanze e a volte mi viene da pensare che quei bei momenti passati tutti insieme siano definitivamente finiti.

Questo pensiero, in quell’istante soprattutto, mi ha portato una stretta al cuore, ho stretto forte la lettera che avevo in tasca, pur attenta a non farla spiegazzare.

“Però ora ho te.” ho sussurrato piano, mentre la estraevo e guardavo nome ed indirizzo di Ted scritto con la mia calligrafia complicata sulla busta.

Ho sorriso teneramente, come mi era capitato di fare poche volte. Lui, anche a distanza, era capace di tirare fuori tutta la mia tenerezza: un’emozione che raramente qualcuno poteva notare in me, perché la tenevo gelosamente custodita e nascosta nel mio cuore.

Era una bella sensazione, ho rallentato il passo per godermela ancora, crogiolarmi in essa come solo io so fare, quando improvvisamente una frese mi ha scosso:

“Dove te ne vai con questo freddo, sorellina?” era la voce di mia sorella.

Ha rotto il silenzio freddo e tranquillo di quella mattina.

Il cuore ha iniziato a battermi troppo forte, ho tentato di rimettere la lettera al suo posto con noncuranza, ma a Bella raramente sfugge qualcosa.

“Soprattutto, cosa nascondi ora che mi sono avvicinata a te?” ha chiesto insinuante, afferrandomi il braccio la cui mano teneva saldamente la busta.

Ho sentito sin male.

“Nulla che ti riguardi sorellina, faccende private.” ho risposto togliendole con altrettanta forza la mano dal mio braccio, e riponendo la lettera in tasca, sperando non buttasse l’occhio sul nome del destinatario.

Bella non ha staccato un secondo il suo sguardo da me, ma ha messo lentamente la mano che aveva afferrato il mio braccio in tasca.

“Hai dei segreti, Andromeda?” mi ha domandato poi, scostandosi da me leggermente, pronunciando il mio nome per intero, cosa che non succedeva praticamente mai fra noi.

“E tu Bellatrix? Hai dei segreti?” ho risposto alzando lo sguardo verso il suo, pronunciando il suo nome per intero come non succedeva quasi mai.

“Ti sei innamorata?” ho aggiunto con cattiveria forse eccessiva.

Si diceva così a scuola, che si fosse presa una cotta per un ragazzo. Ovviamente, ho pensato io, era andata ad innamorarsi proprio di quello più difficile, complicato e poco rassicurante, uno da tenere alla larga.

Sapevo che Bella difficilmente si sarebbe presa una cotta come succedeva a tante ragazze, per cui quello doveva essere proprio amore.

E dato che quando si parla d’amore lei si confonde, diventa fragile e debole, le ho subito chiesto su quell’argomento, per evitare domande sul mio di amore: tattica sleale, ma spesso efficace, soprattutto con lei.

Infatti si è subito voltata in silenzio, camminando pochi passi avanti a me.

L’ho osservata.

Anche Bella era vestita pesante, col mantello, i guanti e la sciarpa, solo i capelli li aveva lasciati liberi al vento.

Anche lei era uscita per camminare dunque, aveva bisogno di aria, di pensare a lungo, ma non si confidava.

“Come va cono i nostri genitori?” le ho chiesto affiancandomi a lei, ma in risposta ha semplicemente alzato le spalle.

“Allora come va con Evan?” ho ritentato.

“Mi ha lasciata, e non c’è nulla da dire più di così.” ha risposto convinta e perentoria. Non ho insistito, non ho voluto dire che a me, almeno ultimamente, Evan non sembrava affatto convinto delle sue decisioni.

Ho notato che la guarda ancora e anche spesso, le guarda le gambe, il viso, i capelli, il seno …

E sembra sempre triste e serio ogni volta che sente la voce di lei e nota le sue movenze.

Speravo si rimettessero insieme, è vero.

Anche se non volevo ammetterlo, anche se sapevo che non sarebbe stata la cosa migliore per Bella, speravo comunque tornasse tutto come prima.

In fondo, chi avrebbe mai voluto che la propria sorella si mettesse con un mezzo emarginato, pericoloso e violento ragazzo sconosciuto e straniero, espulso dalla sua accademia di stregoneria per approdare qui da noi ed essere sempre e solo scontroso, cupo e taciturno e che si permetteva persino di bere tanto e a scuola?

No, decisamente preferivo Evan.

Pensavo questo mentre camminavamo in silenzio per i viottoli del giardino, con solo il rumore delle nostre scarpe sui ciottoli umidi di nebbia, e lei a fianco a me che taceva imperterrita.

Poi i miei pensieri finivano inesorabilmente su di me, sul solito tormento: e chi vorrebbe che io mi mettessi con un babbano di nascita, ingenuo, buono e generoso, ma ignorante di tutto ciò che riguarda il mondo magico, la purezza di sangue e la raffinatezza delle nostre usanze?

Un Tassorosso per giunta, casa mai presa in considerazione nemmeno lontanamente da nessuno della nostra famiglia, non benvoluta, spesso criticata.

Forse persino molto peggio di mio cugino Grifondoro.

Ho sospirato rumorosamente e Bella si è voltata verso di me:

“Che hai?” mi ha domandato stupita.

Avrei voluto risponderle:

“Quello che hai tu, Bella, sono innamorata e sono nei guai. Perciò non fare la forte, perché so che neanche tu sai che pesci prendere, anche se non lo ammetterai mai.”

Avrei voluto dirle questo e piangere, cercare il suo conforto e darne a lei. La guardavo trepidante e non cercavo altro, nel mio intimo, che confidarmi.

Invece ho mentito:

“Nulla, stavo solo ricordando quando preparavo tutti quegli infusi magici e decotti di erbe magiche per te, vicino alla grande fontana, passavamo così tanti di quei pomeriggi d’estate, ricordi? Saranno passati almeno dieci anni.”

“Che schifo,” mi ha risposto con una smorfia “ora non riesco più a berne uno senza che mi si rivolti lo stomaco, Dromeda.”

Ho sorriso, era vero che Bella non riusciva più a sopportare quelle bevande, le davano nausea e mal di stomaco.

“Ora sono diventata brava davvero però,” ho aggiunto lamentandomi “e se per questo, io non riesco più a guardare un pesce di quella fontana senza pensare a tutto quello che facevi loro: gare di nuoto, agguati con le mani, rumori nell’acqua e simulazioni di maremoto per vedere come se la cavavano …”

Lei ha sorriso senza dire una parola e io ho continuato per poco a scherzare.

Mentre dicevo queste cose, notavo che ero arrivata nei pressi della gufaia e che dunque avrei dovuto salirci da sola. Avevo iniziato ad agitarmi impercettibilmente e Bella si era fermata sorridendo di nuovo, ma in maniera diversa da prima.

“Hai un segreto. Davvero.” ha detto poi fermandosi.

“Devo mandare una lettera, tutto qui, non credo tu voglia salire, non hai paura di sporcarti?”

“Io, come facevi tu fino a poco tempo fa, lascio agli elfi le lettere da portare alla gufaia …”

Ci siamo guardate per un momento con tanta rabbia. I suoi occhi mi sfidavano, era piena di risentimento per il mio segreto, come io lo ero con lei, solo perché è, ed è sempre stata, una prepotente egoista, me lo dimostrava in continuazione e io mi ostinavo a volerle bene.

Ora non poteva pretendere di sapere anche ciò che riguardava la mia vita, avevo capito dalle mie stesse azioni che non potevo e non volevo dirle nulla.

Inaspettatamente, in un istante, è stata lei a placare gli animi:

“Comunque, ho rafforzato i pesci con le mie prove.” ha scherzato orgogliosamente accennando lo sguardo verso la fontana, e io non ho potuto fare a meno che scoppiare a ridere davvero divertita.

Ho approfittato di quel momento per iniziare a salire le ripide scale della gufaia, mia sorella non si è mossa dal suo posto, si era davvero decisa ad aspettarmi.

“Forse sono stata troppo cattiva e precipitosa a giudicarla così … forse l‘egoista sono io, non lei.” mi sono detta gradino dopo gradino, mentre salivo sulla pietra resa scivolosa dalla pioggia.

Arrivata su in alto ero completamente sola, guardavo il panorama sul nostro giardino deserto e il vento sferzava forte sul mio viso, vedevo Bella che giocherellava lenta e pensierosa con la sua bacchetta.

Era molto lunga quella bacchetta, spiccava da così lontano.

Mia sorella sembrava saper fare incantesimi molto più avanzati di quelli di una ragazza che si appresta a fare i M.A.G.O., era veramente inquietante a volte.

Come da bambina con quei pesci, come quello sguardo con cui mi aveva trapassata poco prima.

Continuavo a cambiare idea su di lei, prima la consideravo la mia amata sorella, subito dopo una persona quasi sconosciuta da cui guardarsi, con cui non confidarsi.

Comunque, non ho avuto il coraggio di parlarle sinceramente di me, qualcosa mi ha detto di tacere.

Quando ho mandato il gufo a Ted, là, sola nella parte alta della gufaia, ho aspettato si allontanasse nel cielo nuvoloso e bigio prima di scendere di nuovo nel mio mondo, sperando di non mettere nei guai nessuno per il mio capriccio amoroso.

 

……………………………......

Note:

Avevo il capitolo pronto da settimane … ma voglia di correzione saltami addosso.

Comunque eccomi qui!

Volevo prima di tutto ringraziare Julia Wesley e Nynphy Lupin mie affezionate recensirci!! Grazie! E grazie anche per le correzioni della punteggiatura (Ninphy), ne ho seriamente bisogno.

In questo capitolo ho voluto descrivere il personaggio di Andromeda (almeno per come lo vedo io), ovviamente la Rowling non dice molto su di lei, per cui è una mia libera interpretazione (MalandrinaFelpata: mi facevi l’appunto che per te era più simile a Sirius, a me è parso di capire, che fossero Bella e Sirius quelli simili in qualche modo, anche se di visioni opposte, ma non Andromeda, ma appunto, poi ognuno è libero di immaginare quello che desidera, non voglio assolutamente imporre una visione mia).

Andromeda, da quel poco che si sa, viene addirittura scambiata (da Harry) per Bellatrix, per cui l’ho sempre immaginata una tipa poco dolce e remissiva, come viene spesso descritta.

Coraggiosa e convinta di ciò che fa, anche un po‘ altera e distaccata.

Era una serpeverde, e ho sempre immaginato che per amore, e solo per amore, abbia deciso di rinunciare al “suo mondo” e all’affetto delle persone con cui è cresciuta.

Altra cosa: spesso viene descritta maltrattata dalla sorella maggiore, fragile, debole davanti a lei, pronta a scappare di casa davanti alla rabbia della sorella, appunto … è una cosa che proprio mi fa venire i nervi, la ritengo perfettamente in grado di tenere testa a Bellatrix e spero che da questo capitolo ciò sia chiaro!

Aggiungo anche qui che ho aperto un gruppo proprio sulle mie ff assieme ad un’altra fan writer, se volete saperne di più, guardate sul mio profilo dove ho aggiunto le spiegazioni

Direi che ho detto tutto, smetto di rompere con le infinite note e vi do appuntamento al prossimo aggiornamento.

   
 
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