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Autore: Walpurgisnacht    02/10/2011    1 recensioni
[EIP: Extreme Improvisation Project. Una storia round robin scritta via messenger, senza alcun controllo sul testo e sulla grammatica. Se trovate orridi typo, sapete il perché.]
Maledette parole che detenevano potere di vita o di morte su tutte loro.
Mousse, un giorno, dopo un evento che nessuno si sarebbe mai aspettato potesse accadere, prende una decisione che potrebbe avere grandi influenze su Ranma, Akane, Shan-Pu e tutti i matti che frequentano Nerima.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome, Shan-pu, Ukyo Kuonji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"KU-LUN! Questo cosa vuol dire?" urlò Xi-Lin, fuori di sé. Cos'era quella stupidaggine? Cos'era? COS'ERA?
"Dimmi, cara. C'è qualche problema?" rispose la vecchia con un tono che definire "strafottente" sarebbe stato un complimento. Il metaforico pugno in faccia fece male all'amazzone più giovane.
"Cosa vuol dire che questa giapponese sarebbe... sarebbe... la... donna di Shan-Pu? È inconcepibile".
La vecchia, dalla cima del suo bastone, regalò ai presenti il suo sorriso più inquietante mentre si accingeva a spiegare: "Cosa vuol dire? Non c'è mica niente da spiegare. Shan-Pu ha scoperto, mentre eravamo qui a Nerima, che in realtà ha una... preferenza, anche nel letto, per le esponenti del suo stesso sesso. So che è una situazione non comune, data anche la struttura e il modo di vivere della nostra tribù. Ma è così. Pertanto...". Lasciò volutamente il discorso in sospeso.
"Pertanto?" sibilò l'altra.
"Pertanto, secondo questa antica legge che ho casualmente recuperato proprio poco prima che tu arrivassi, il matrimonio fra Shan-Pu e Mu-Si non si celebrerà. E sai bene che non esiste nulla al di sopra delle leggi".
Xi-Lin si sentì ribollire. Una... sconcezza del genere non si era mai vista da almeno cinquecento anni, da quel che ne sapeva. E non ne sapeva molto, quindi il tempo poteva pure essere di più. E in effetti esisteva una normativa del genere e lei, in quanto membro del Gran Consiglio, era tenuta a conoscerle tutte a menadito.
Però... però...
"Il tempismo è sospetto, cara Ku-Lun. Mi vorresti far credere che tutto questo salta fuori proprio poco prima della mia venuta? E com'è che la giovane Shan-Pu non ha mai, ma proprio mai manifestato simili tendenze prima?".
'Sta giovinastra è proprio furba e si merita il suo posto, pensò Cologne mentre la suddetta giovinastra guardava di sbieco Ukyo che cercava maldestramente di essere affettuosa nei confronti di Shan-Pu.
"No, mi spiace. Io non credo a questa fandonia" sentenziò.
La vecchia Obaba mantenne tutto il suo autocontrollo. "Sei liberissima di non crederci, Xi-Lin, eppure le cose stanno così. Shan-pu è giovane, ed è normale che non avesse ancora manifestato alcuna preferenza specifica per l'uno o l'altro sesso." "Eppure il nostro villaggio è formato in buona parte da donne, com'è possibile che non abbia mai dimostrato un pò di interesse verso una coetanea?" fece notare la giovane amazzone dai capelli bianchi. Obaba ammise che era un dubbio legittimo, ma riuscì a mantenere ancora una volta tutta la sua compostezza, e a formulare in pochi secondi una risposta plausibile.
"La tua osservazione è corretta mia cara, ma devi tener conto della giovane età di mia nipote: siamo andate via da Joketsuzoku che aveva compiuto sedici anni da poco tempo, e a parte i suoi allenamenti non aveva mai avuto modo di sperimentare relazioni amorose con suoi coetanei, ragazzi o ragazze che siano. E' qualcosa che ha scoperto solo a Nerima... e quanto pare preferisce le donne agli uomini." disse, sorridendo melliflua. "Capisco il tuo sgomento, è qualcosa che ha sconvolto anche me all'inizio, non sono abituata alla gioventù moderna... ma cosa vuoi che ti dica, è pur sempre mia nipote, e voglio solo che sia felice." mentì.
Shan-pu notò la bugia insita nell'ultima frase. Se avesse davvero tenuto a lei ora non si sarebbero trovate in quel guaio... Guardandosi attorno notò come la tensione stava logorando un pò tutti, inquieti circa le intenzioni della nuova arrivata. Quando si girò verso Mousse, quest'ultimo le restituì uno sguardo che era un misto di odio e comprensione. Sentì un improvviso nodo allo stomaco; poco prima le attenzioni di Xi-Lin verso il ragazzo l'avevano infastidita, e adesso si sentiva stranamente... vicina a lui. Forse era solo dovuto al trovarsi sulla stessa barca, o forse no... non riusciva a capirlo. Una cosa vera sua nonna l'aveva detta: non aveva alcuna esperienza sentimentale, esclusa la sua ormai storia cotta per Ranma. Non era capace di distinguere i sentimenti che provava, né tantomeno gestirli.
Il silenzio venne infine interrotto da Xi-Lin.
"Bene, se le cose stanno così, non ho da obiettare." disse, e i presenti stavano quasi per tirare un sospiro di sollievo, quando aggiunse "Ma ovviamente devo essere certa che il vostro non sia un trucco. Sai come sono le regole del Consiglio... quindi rimarrò con voi qualche giorno, per osservare da vicino la vita della tua nipotina e della sua... fidanzata" disse, voltandosi a osservare Shan-Pu e Ukyo, che a stento riuscivano a mantenere i nervi saldi "Sempre se la cosa non vi crea problemi, ovvio." concluse, sorridendo.
"Immagino che la sua sia una domanda retorica, onorevole Xi-Lin" disse Shan-Pu cercando di trattenere il maremoto di sentimenti che ardevano in lei: disgusto per il tocco di Ukyo... d'accordo che si sentiva confusa nei confronti di Mousse, ma almeno sapeva bene che non le faceva piacere avere una ragazza avvinghiata a lei in quel modo... risentimento verso la nonna che non esitava a mentire in modo tanto spudorato pur di non consentirle di fare come volesse, la già citata indecisione verso Mousse e adesso anche la rabbia verso 'sta rompi che era spuntata fuori da un cilindro cinese e aveva appena deciso di marcarla come un rottweiler anti-droga che ti sniffa da vicino cercando dove hai nascosto l'ovulo con dentro la cocaina.
Quando sarebbe finita quella tortura? Quando sarebbe stata libera di poter fare come le pareva? Quando avrebbe potuto innamorarsi di qualcuno e, si voleva sperare, poterci stare assieme senza avere fra le scatole centenarie arcigne, tipe dai capelli bianchi a ringhiarle dietro e stupidi anatroccoli antropomorfi a sbavare dove passava?
"Chiaramente. Ma mi piace essere gentile" rispose quella, sogghignando.
"Che ha detto?" mormorò Ranma dalle retrovie verso Mousse. "Niente di importante in realtà" rispose quello.
Avvicinandosi all'orecchio del ragazzo aggiunse, piano: "Ti consiglio di fare attenzione, Xi-Lin è uno dei membri più influenti e infidi del Consiglio. E hai visto quant'è fluente nel giapponese. Cerca di non farti sentire a dire cose compromettenti, mh?".
Il codinato annuì, sebbene un po' incerto.
Akane era sollevata dalla piega presa dagli eventi ma non potè trattenere un moto di inquietudine. L'amazzone appena arrivata sembrava una tipa tosta e non sarebbe di certo stato facile metterla nel sacco. Ma lei era determinata a far sì che la loro scenata andasse a buon fine.
L'alternativa la terrorizzava. Ebbe un flash di Shan-Pu a terra, col petto squarciato, e Mousse accasciato su di lei in lacrime. Rabbrividì.
"Ovviamente non c'è alcun problema mia cara" aggiunse Cologne in giapponese "Anzi, se vuoi seguirmi, vedremo di sistemarti in una delle stanze al piano di sopra..." disse, e fece cenno a Xi-Lin di seguirla. Quest'ultima fece un inchino ai presenti e si allontanò con la vecchia, ma continuando a lanciare uno sguardo attento a Shan-Pu e Ukyo. Quando le due donne sparirono al piano di sopra, i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, quasi avessero trattenuto il respiro per tutta la durata della conversazione.
"E questa è andata" disse Ranma, che non sopportava i lunghi silenzi "Il problema è come far credere a quella tipa che Shan-Pu e Ukyo stanno davvero insieme..." "...per qualche giorno almeno." concluse per lui Akane.
"Questa è davvero un'ottima domanda!" disse Ukyo, alterata per la situazione, ma cercando di mantenere un tono di voce basso, nel caso la cinese fosse ancora nei paraggi. "Spero abbiate qualcosa in mente, perchè quella tipa mi sembra abbastanza pericolosa e io non voglio dover finire con la gola squarciata solo per aver voluto aiutare la donna gatto!" disse indicando Shan-pu, che non apprezzò particolarmente il nomignolo, seppur veritiero. Ranma e Akane si guardarono per qualche istante, incerti su cosa rispondere; in effetti nessuno dei due aveva idee in merito, non c'era stato tempo materiale per pianificare qualcosa. "La prima cosa da fare è che passiate molto, MOLTO tempo insieme" disse Mousse, attirando improvvisamente la loro attenzione. "Dovrete comportarvi nel modo più naturale possibile, come una vera coppia. So che l'idea fa ribrezzo a entrambe, ma suppongo che il venire uccise nel caso saltasse fuori la verità possa essere un buon incentivo a far sfoggio delle vostre migliori doti di attrici."
I ragazzi guardarono allibiti Mousse, che parlava con una serietà e una "professionalità" che non gli avevano mai visto. Il giovane notò gli sguardi, ed ebbe il buongusto di mostrarsi imbarazzato. "Beh, che c'è? Mentre Xi-Lin e la vecchia mummia parlavano ho avuto modo di riflettere sul da farsi!" "Complimenti Mousse, bella mossa!" disse Ranma, seguito da cenni d'approvazione degli altri... persino di Shan-pu. "Allora tu non sei così stupido come vuole fare credere, stupido Mousse..." disse la cinesina. Non era proprio un complimento, ma da Shan-pu era già più di quanto avesse mai osato sperare. "Almeno qualcuno qui dovrà farli funzionare quei due neuroni..." rispose un pò caustico. Non aveva ancora messo da parte il suo risentimento, e non aveva intenzione di farlo. Non tanto presto.
In quel momento Obaba scese di nuovo al piano di sotto.
"Bene signori, è ora di mettere in scena un fidanzamento tra donne."
"Orpo!" esclamò improvvisamente Ukyo strillando come una bertuccia "ma è tardissimo! Devo andare a scuola! Ranchan, Akane, dovreste sbrigarvi anche voi!". E senza aggiungere altro schizzò fuori dal ristorante, dribblando con maestria la porta sfondata.
Ranma non mancò di notare, mentre si girava, qualcosa di strano nei suoi occhi. C'era... cos'era? Schifo? Disprezzo? Cosa?
Scattò come una saetta e la inseguì, portandosi involontariamente dietro tutta la cricca. Ma, mentre correva, trovò da qualche parte il coraggio di urlare "Non seguitemi! Voglio parlarle da solo!".
Tutti si bloccarono, sbigottiti da una così insolita dimostrazione di forza da parte del giovane Saotome. Tutti tranne Akane.
Sceneggiata o non sceneggiata non aveva intenzione di lasciare Ranma solo con Ukyo. Ma proprio no. Chissà quella cosa poteva mettersi in testa se si fosse accorta che lui la stava inseguendo da solo.
"Akane, per favore! Ho chiesto di poter rimanere solo con lei" disse esasperato.
"Sogna, caro mio. Non ti lascio solo con quella iena".
"Iena? Iena? Ucchan non è una iena!".
"Lascialo dire a me, questo".
"Va bene, cocciuta che non sei altro. Ma per favore, lascia parlare me".
"Te lo posso concedere".
La raggiunsero dopo poco. Ranma le prese un braccio per fermarla. Quando la fece girare qualcosa si spezzò dentro di lui: era un fiume di lacrime.
"U-Ucchan? C-Che... che ti succede?" chiese, spaventato come lo era stato poche volte in vita sua.
"Ranchan... io... io... perché mi sono fatta coinvolgere in... in questa pazzia? Non sono... non sono in grado... di...".
Ranma sapeva che il gesto che si apprestava a fare lo avrebbe messo in casini ciclopici con Akane, ma decise di non preoccuparsene. Prese la sua amica di infanzia fra le proprie braccia e la strinse a sé.
Ci vollero pochi secondi per fare in modo che sentisse la demoniaca aura della sua fidanzata rozza dietro di sé.
"Ranma!!! Come ti permetti di toccarla in quel modo, depravato!" urlò Akane, pronta ad avventarsi sul povero Ranma, ma si fermò coi pugni a mezz'aria quando sentì le parole di Ukyo, che non si era neanche accorta della diatriba tra i due.
"Ranchan io... io non posso, capisci? Non posso..." singhiozzò. "Ma Ukyo, si tratta solo di fingere qualche giorno... insomma, l'hai fatto per tanti anni, qual'è la differenza?" chiese ingenuamente. Ukyò alzò lo sguardo di scatto.
"E' proprio questo il punto! Io ho finto per anni di essere un ragazzo, mi sono comportata come un maschio perchè volevo vendicarmi di uno stupido torto subito da tuo padre, ho persino frequentato una scuola maschile! Io non... non ho mai capito cosa volesse dire fino ad ora essere una ragazza, e anche adesso non sono del tutto sicura di averlo capito... forse sto ancora imparando ad abituarmi di nuovo alla mia natura, ma... questo" disse, allargando le braccia, riferendosi ovviamente a quella grossa messainscena in cui era stata coinvolta "non so nemmeno come affrontarlo. Mi capisci?" disse guardando Ranma con le lacrime agli occhi. Akane si sentì in qualche modo vicina ad Ukyo. Era cresciuta come erede di una scuola di arti marziali, e con la convinzione di dover essere quindi meglio di un ragazzo. Questo aveva inciso molto sul suo lato femminile: non che non riuscisse ad esserlo... ma si sforzava talmente tanto di voler sembrare a tutti i costi una ragazza femminile, da risultare goffa e grottesca. I suoi disastri culinari ne erano l'esempio perfetto. Capì come dovesse sentirsi Ukyo... essere costretta ad interpretare di nuovo un ruolo mascolino, per di più quello di una donna "mascolina" innamorata di un'altra donna, doveva averla scombussolata parecchio. Si sentì incredibilmente in colpa per aver contribuito a coinvolgerla senza neanche chiederle un parere.
Akane aveva un miliardo di difetti, ma una cosa che non le mancava era l'empatia. Guardando la forma strepitante di Ukyo che non accennava a smettere di singhiozzare lasciò che la propria ira si sciogliesse e fluisse via dal suo corpo. E non potè fare a meno di sentirsi in colpa per aver anteposto il suo umore, notoriamente capace di ondeggiare veloce come un'altalena, alla situazione più grande che in quel momento gravava sulle loro teste.
Fece un passo in avanti, il braccio timidamente teso in avanti. Voleva dire qualcosa ma sentiva che qualunque cosa fosse uscita dalla sua bocca sarebbe suonata inadeguata e priva di tatto. Fossero anche state le scuse più sincere di cui era capace.
Non capitava spesso, ma quando succedevano cose simili Akane si sentiva il peggiore dei vermi. Si diede anche uno schiaffo.
Il rumore non mancò di preoccupare Ranma che, pur non lasciando Ukyo, si voltò leggermente verso di lei. E quando vide la guancia arrossata gli nacque una smorfia sul viso. "Stupida! Perché l'hai fatto?".
Poggiandosi una mano sulla fronte, che aveva preso a dolerle, lei rispose "No, tranquillo. Non è niente. Mi sono lasciata andare un attimo. Tu pensa a lei, io vi precedo a scuola". E scappò via.
Ranma roteò gli occhi a cielo e silenziosamente maledisse la propria sfortuna con le ragazze. Tornò a dedicarsi alla sua amica di infanzia, ancora disperata e capace solo di emettere suoni gutturali e incomprensibili.
"Ucchan, per favore. Cerca di calmarti" la spronò lui con dolcezza.
La ragazza continù a piangere per qualche minuto, per poi calmarsi pian piano.
"Mi dispiace Ranchan..." sussurrò "non volevo... è solo che è una situazione così, così... assurda!"
Ranma non potè fare a meno di ridere. "Oh Ucchan, non te lo immagini ne meno, e te lo dico io che ci sono finito in mezzo praticamente dall'inizio, e senza neanche averlo chiesto!" le disse, aiutandola ad alzarsi. "Se quel testone di Mousse non avesse sfidato Shan-pu a quest'ora non saremmo qui ad augurarci che un'amazzone cinese creda alla messinscena più assurda della storia!" "Non lo pensi nemmeno tu" disse Ukyo accennando un sorriso, e asciugandosi le lacrime "Voglio dire, nemmeno tu credi che Mousse avrebbe dovuto continuare a subire le angherie di quelle due, o non lo avresti aiutato."
Ranma guardò l'amica e arrossì, un pò infastidito dal suo essere così prevedibile nelle questioni personali. Però aveva ragione, e come Akane aveva provato empatia per Ukyo, anche lui l'aveva provata per Mousse quando la sera prima si era sfogato con lui, sul retro della palestra dei Tendo.
"No, non credo che avrebbe mai dovuto star zitto e sopportare quelle due in silenzio. Ma poteva almeno trovare uno stratagemma migliore del duello all'ultimo sangue..." disse, senza concludere la frase. Non ce n'era bisogno.
Dopo qualche momento di silenzio Ukyo, visibilmente più calma, sorrise a Ranma. "Ti ringrazio"
"Per cosa?"
"Per aver ascoltato il mio piagnisteo" ridacchiò la ragazza.
Ranma le sorrise "Non è quello che fanno gli amici?".
Ukyo sorrise, un sorriso un velo più malinconico, perchè sapeva che l'amicizia era tutto ciò che avrebbe mai avuto da Ranma, ma non lo diede a vedere. "Si, hai ragione" disse, poi inizò ad incamminarsi verso la scuola. "Adesso è il caso di andare, o faremo tardi... e poi tu devi andare a parlare con Akane!" concluse.
Ranma la guardò interrogativo, come se avesse perso di colpo tutta la sua intelligenza. "E perchè?"
Ukyo alzò gli occhi al cielo. Forse quello davvero senza speranza, in quella gabbia di matti, era proprio lui.
Ukyo stava per abbandonare il discorso quando venne sfiorata dall'idea di seguire l'esempio di Mousse e mettere le cose in chiaro una volta per tutte.
"Ranma... perché sei così tardo in questioni di cuore?" soffiò tutto d'un fiato, come se avesse le mani sul fuoco e volesse toglierle il più velocemente possibile.
Lui era già partito, incamminandosi verso il Furinkan. Non si fermò mentre le chiedeva "Scusa? Cosa intendi?".
Un altro sospiro. Ma veramente, cosa aveva quel ragazzo in testa? Calcinacci?
"Non capisco perché mi sento obbligata a farmi del male in questo modo. Se non ci arrivi da solo te lo spiego io perché devi parlare con Akane". E dicendo questa frase si avviò anche lei.
"Ecco, mi faresti un piacere perché non ho capito nulla di quel che intendevi".
I casi erano due: o Ranma in realtà era un sadico bastardo e godeva nel piantarle stiletti nel cuore e girare lentamente la lama per farla soffrire di più o era davvero così lento di comprendonio da non capire sul serio.
"Perché l'hai offesa quando mi hai abbracciata, scemo che non sei altro!" scoppiò, disarmata di fronte all'ovvietà di quanto stava spiegando.
"Ucchan, sei sconvolta più del previsto. Non vedo perché Akane avrebbe dovuto sentirsi infastidita quando ti ho abbracciata. E poi, onestamente, al momento non ci ho proprio pensato. Eri di fronte a me, piangevi come una bimba e ho fatto solo ciò che mi è venuto naturale. Avevi bisogno di me. Te l'ho detto, a cosa servono gli amici sennò?".
Kami. Come faceva a essere così cieco? Non poteva essere vero, non ci credeva.
"Tonto di un Ranma! Lei ti vuole bene! È normale che sia gelosa!".
Lei finì con lo sbattergli contro, visto che lui si era piantato paralizzato in mezzo alla via.
"Tu... che scherzi sono questi?".
Ukyo si massaggiò il naso, dopo aver cozzato contro di lui. Lo guardò con aria interrogativa, senza più fastidio o gelosia. Era semplicemente sconvolta da tanta... ingenuità? Idiozia? Faticava persino a trovare una definizione.
"Ranma, dico sul serio... credi davvero che Akane reagisca come una furia ogni volta che ti vede con un'altra ragazza solo perchè il suo carattere?"
Il ragazzo le regalò lo sguardo più sereno del mondo, e la risposta più stupida dell'universo. "Certo che si Ucchan! Si comporta così da quando la conosco, per lei sono sempre stato un pervertito che meritava di essere pestato a sangue! Cosa dovrebbe esserci di diverso adesso?"
La povera Ukyo era seriamente allibita. Voleva un bene dell'anima a Ranma - e anche di più, si sapeva, ma quando si trattava di relazioni personali quel ragazzo si trasformava nell'essere più ritardato della terra. Non che fosse totalmente colpa sua... aveva passato più di dieci anni in giro per il mondo ad allenarsi col padre, senza mai avere modo di instaurare legami d'amicizia. Era normale e comprensibile che avesse difficoltà con l'altro sesso. Ma alle volte superava i limiti dell'umanamente concepibile!
"Ranchan, ascoltami attentamente perchè non so se avrò mai più la pazienza di spiegartelo" disse, facendo ricorso a tutta la sua calma "Potrà sembrarti qualcosa di assurdo e impossibile, ma Akane ti vuole bene, MOLTO bene... quelli che erano iniziati come modi di fare dati dal suo carattere, si sono trasformati col tempo in manifestazioni di gelosia. Perchè è NORMALE che una ragazza innamorata sia gelosa del proprio uomo, se viene perennemene inseguito da altre ragazze! E non negare che sia così" disse, prevenendo un tentativo di replica da parte dell'amico "perchè sai meglio di me cosa voglia dire essere gelosi. Anche tu hai i tuoi scatti d'ira quando Akane viene avvicinata da altri ragazzi. Ed è inutile che lo neghi, perchè li ho notati. Tutti li abbiamo notati."
Ranma rimase in silenzio, e incassò il colpo con stile. Decisamente colpito e affondato. Ukyo aveva fatto la più perfetta delle analisi del suo rapporto con Akane, e persino di loro due come persone. E qualunque cavolata avesse tirato fuori per negare si sarebbe conclusa in una stupida scalata agli specchi.
"Akane è corsa via perchè era gelosa, di sicuro vederti così comprensivo e affettuoso con me le ha fatto male. Tu non ti sei mai comportato così con lei." disse Ukyo, volutamente caustica.
Ouch, stilettata dolorosa.
"Io non... non so cosa fare" disse Ranma infine. Ukyò sorrise e scosse a testa. Era senza speranza. "Di sicuro parlarle potrebbe essere un buon inizio, non credi?"
Ranma prese a sudare. Non gli piaceva sentirsi in imbarazzo e al momento non riusciva a fare altro.
Sudava come neanche durante i peggiori sforzi fisici. Herb gli sembrò uno scherzo; Orochi una passeggiata; Saffron una camminata nel parco.
Si girò verso di lei e la vide giganteggiare su di lui. Una simile capacità analitica da una persona da cui non se la aspettava e che, oltretutto, era innamorata di lui ma trovava la forza e la lucidità di essere così onesta e brutale, considerato anche l'enorme casino in cui era stata scagliata dai quei folli dei cinesi... sì, si sentiva intimorito e imbarazzato e piccolo piccolo di fronte a lei.
"Ranchan" riprese lei, dolce come un cioccolatino "hai qualcosa di prezioso con Akane. Non fartelo sfuggire per stupide incomprensioni o insensato orgoglio. Morirei di crepacuore se non ti vedessi felice, e voglio dirti che credo tu possa esserlo solo con lei. L'esempio di Mousse mi ha scossa nel profondo. Ha trovato dentro di sé l'impeto per mettere le cose in chiaro e ho deciso di farlo anch'io. Ti amo, lo sai. Ma sai anche cosa provi per lei, e anche se non lo credi sai anche quello che lei prova per te. Non gettarlo via".
Ranma credette di vedere nei lineamenti della sua più cara amica quelli, altrettanto gentili e comprensivi, di Kasumi che gli rivolgeva parole simili la sera prima, in camera sua.
Possibile che fosse così chiaro a tutti tranne che a lui? Era davvero tanto stupido?
Non voleva più affrontare l'argomento. Troppo e tutto in una volta, non era in grado di digerirlo.
"Ucchan, grazie per la sincerità. Ma dì la verità, tutto questo spettacolino l'hai messo su solo per distrarti dai tuoi compiti di focosa amante di un'amazzone cinese" ridacchiò con un pizzico di volgarità nella voce.
Lei avvampò al rimarco, anche se un grammo di rabbia si fece strada nella sua espressione. Aveva ben ragione ma questo non voleva per niente dire che quanto aveva detto non fosse comunque vero.
"Andiamo. Siamo in ritardo mostruoso. E parla con Akane, Ranchan. Glielo devi".
Akane intanto era già arrivata a scuola, e aveva preso il suo posto in aula. Poggiòla testa sul banco, esausta. Era stata una mattinata assurda... e quella scena di prima, poi, l'aveva davvero scombussolata.
E non era stata la solita gelosia... o meglio, non solo. Si era davvero sentita vicina ad Ukyo in quel momento, aveva compreso perfettamente come la ragazza si sentiva: un pesce fuor d'acqua nei panni che le sarebbero dovuti essere congeniali. Essere donna e non riuscire a sentirsi a proprio agio.
Poteva sembrare un controsenso detto da una ragazza della sua età, eppure era così che spesso si sentiva. Mai abbastanza femminile, mai abbastanza elegante, mai abbastanza... e basta. E quando aveva visto Ukyo lasciar cadere la sua corazza e mostrare la sua fragilità davanti a una situazione che l'aveva vista costretta a rimettere in discussione la sua natura di donna, seppur per finzione, l'aveva toccata nel profondo.
Sospirò. Quel grosso casino stava facendo venire a galla i conflitti interiori di tutti quanti loro. Non l'avrebbe stupita se, una volta risolto quel macello, fossero finiti tutti quanti in analisi.
"Akane... va tutto bene?"
La voce di Ranma la destò dai suoi pensieri. Sollevò il viso a guardare quello del ragazzo, e incontrò il suo sguardo sinceramente preoccupato.
La cosa non potè non stupirla.
Quello guardo era lo stesso che aveva visto rivolgere a Ukyo poco prima... e mai a lei.
Le dava fastidio ammetterlo, perchè quasi sembrava sminuire tutti i suoi pensieri di prima, ma se stava così era anche per gelosia. Ma non la sua solita gelosia aggressiva... un tipo di gelosia mista a sofferenza. Perchè si, vedere Ranma così affettuoso con Ukyo l'aveva fatta stare male. Perchè Ranma non era mai stato affettuoso e dolce con lei.
Sorrise, falsa. "Certo che è tutto ok. Sono solo un pò esausta, queste giornate assurde mi stanno sfiancando."
Ranma, inusualmente acuto, si accorse che stava mentendo. La limpidezza del discorso di Ukyo l'aveva davvero colpito. Sul serio.
"Akane, non dirmi bugie. Un uccellino mi ha detto che te la sei presa per quel che ho fatto prima per Ukyo e me ne scuso. Non era mia intenzione ingelosirti, quel che volevo in quel momento era solo consolare Ucchan. Se vorrai dopo avrei intenzione di parlare per bene di questa cosa, ti sta bene?".
Lei alzò una mano tremolante verso il suo viso. Era scioccata da quelle parole che mai si sarebbe aspettata sentir uscire da quelle labbra.
"Tu... tu chi sei? E cosa ne hai fatto del mio fidanzato pervertito?" chiese, scherzando fino a un certo punto.
"Sciocca. Non voglio più che succedano cose simili fra di noi. Un paio di persone più intelligenti di me mi hanno spiegato, con parole abbastanza semplici anche per un cretino come me, dove sbaglio con te. E io ho intenzione di non venir meno ai loro sforzi. Certo che è strano...".
"Cosa? Che sei posseduto da uno spirito?".
"Per favore, sto cercando di essere serio. Intendevo dire: certo che è strano vedere cosa sta succedendo dopo che Mousse ha tirato fuori tutto quello che provava. Ha creato una reazione a catena che sta colpendo un po' tutti. Prima Ukyo... forse sto affrettando le conclusioni, ma ho avuto motivo di pensare che abbia... rinunciato a me...".
"C-C-C-Cosa?".
"Non scherzo. Ripeto, è possibile che stia assumendo cose che magari non sono vere. Ma ho avuto la netta sensazione che, quando mi ha parlato prima, oltre a tutto il resto di quel che mi ha detto, ci fosse un'implicita dichiarazione di arrendevolezza. Come se mi lasciasse andare lontano da sé".
Akane, in modo del tutto irrazionale, realizzò la verità. Era Ukyo l'uccellino a cui si era riferito Ranma prima. Era stata lei a spiegargli.
Non ci voleva credere. Ukyo, la stessa che aveva cercato di farli separare nel Tunnel dell'Amore Perduto. La stessa che, anche se con meno malizia delle altre pseudo-fidanzate di Ranma, non perdeva occasione di escogitare qualche malsano piano di distruzione. E adesso... adesso se ne usciva con un discorso simile?
Sentì irrefrenabile l'impulso di ringraziarla.
   
 
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