Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: WhiteLight Girl    04/10/2011    6 recensioni
Sakura sentì il richiamo più forte del precedente. Si voltò verso la finestra. Lo sguardo vitreo. Mentre avanzava verso il balcone il ragazzo arretrò, tornando sui rami del ciliegio che aveva usato per raggiungere la camera. Non era questo che voleva. Voleva solo impedire che la ragazza uscisse dalla sua camera. Il ragazzo la scrutò attraverso la maschera che indossava, un luccichio azzurro provenne da uno dei suoi occhi. Sakura si voltò ancora verso la porta. Così non andava. La chiamavano ancora. Doveva rompere quell’incantesimo definitivamente almeno per quella notte. Sapeva come fare ed era anche la posizione giusta per farlo.
-Eih.- Sussurrò alla principessa per attirare la sua attenzione. Gli occhi ancora assenti. Sakura si avvicinò a lui.
Si sporse dal ramo quel tanto che bastava per afferrarle il mento tra le dita e posarle un lieve bacio sulle labbra.
Un bacio casto, a fior di labbra. Quasi come quello di qualche notte prima.
Genere: Romantico, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Sakura, Touya/Toy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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L’ultimo conflitto




Touya aveva dato ordini a destra e a manca per tutto il giorno, le truppe erano state organizzate, ad ogni singola guardia era stato ordinato di far prigioniero Shaoran.
Fei Wong lo guardava di sottecchi standogli al fianco, tenendo d’occhio ogni decisione del sovrano e indirizzandolo nella direzione in cui voleva che andasse. Touya era troppo preoccupato per la sorella per accorgersi di essere in un qualche modo – seppure superficiale – manovrato.
Yukito stava affianco all’amico, perfino Tomoyo, che era al castello per puro caso, ora stava nella stanza con loro. Aveva le braccia strette al petto e lo sguardo perso nel vuoto. Un paio d’ora prima Yukito l’aveva presa in disparte ed aveva cercato di tranquillizzarla, ma sembrava che nulla potesse rassicurarla.
Un uomo sulla trentina entrò lentamente da una porta secondaria e, senza che Touya se ne accorgesse, Fei Wong lo seguì nella stanza adiacente.

«Cosa c’è?», domandò Fei Wong dopo essersi assicurato che nessuno stesse ascoltando.
L’altro lo guardò preoccupato, e prese fiato prima di dire sottovoce: «Temo che ci sia un problema, la principessa è scomparsa, gli uomini che la stavano controllando sono morti»
Fei Wong strinse i pugni. «Sei davvero sicuro di quello che hai detto?», strizzò gli occhi tanto che l’uomo temette che per la furia l’avrebbe ucciso, per sua fortuna il re era nella stanza affianco e, per quanto questo fosse distratto dal “rapimento” della sorella, un omicidio a pochi metri di distanza non sarebbe passato inosservato.

Tomoyo fremette un istante; aveva un enorme peso nel petto di cui non riusciva a liberarsi. Decise di uscire a fare un giro per schiarirsi le idee.
Ancora non riusciva a credere che Shaoran avesse rapito Sakura; le era sempre sembrato un ragazzo gentile, non avrebbe mai immaginato una cosa simile. Aveva sempre pensato di essere brava a giudicare le persone, come aveva potuto sbagliare così con Shaoran. Lui era il ragazzo che aveva afferrato Sakura al ballo, impedendole di crollare svenuta sul pavimento, era lo stesso Shaoran che era rimasto a palazzo per controllare come stesse anche se avrebbe potuto tornarsene da dov’era venuto. Ed era il promesso sposo di Sakura, quel matrimonio combinato sarebbe stato un grosso vantaggio se fosse stato assetato di potere.
No, sicuramente Shaoran non avrebbe portato via Sakura senza una buona ragione, e di certo non era per farle del male. Shaoran era un bravo ragazzo.
Era Fei Wong piuttosto che non la convinceva. Aveva uno sguardo così viscido, pensò Tomoyo.
Alzò il passo, sperando di incrociarlo sulla sua strada, e lo trovò che si dirigeva verso l’ala del castello in cui si trovavano le stalle e le cucine.

Sakura si stringeva forte a Shaoran, mentre lui spronava il cavallo ad andare più veloce, seppur evitando di incrociare altre persone sulla loro strada.
L’armatura che il ragazzo indossava era gelida, Sakura non aveva idea di dove l’avesse trovata, e si tormentava del fatto che Shaoran volesse combattere per lei e per suo fratello.
La strada che portava al castello pullulava di guardie armate fino ai denti e dall’aspetto minaccioso.
Avevano preso la strada per il bosco; il terreno era accidentato, ma era la via più veloce per raggiungere il palazzo reale.
Shaoran fermò il cavallo solo quando raggiunsero le mura di cinta, appena in tempo perché non vi si spappolassero addosso. Sembrava che avesse scelto quel punto apposta, non vi erano guardie, perché non c’era nessun ingresso da controllare.
Era una parete chiusa, massiccia e ricoperta di muschio, impossibile da scalare poiché alta almeno due dozzine di metri.
«Ora che facciamo?», chiese Sakura preoccupata guardando in alto.
Shaoran smontò da cavallo e la afferrò per la vita, aiutandola a scendere a sua volta. «Tranquilla, c’è un passaggio segreto».
La prese per mano e la guidò verso in punto in cui qualcuno sembrava essersi divertito a incidere un omino stilizzato come quelli che disegnano i bambini. Fece scorrere la mano libera sui massi, fino a quando non trovò quello che cercava. Spinse il mattone con una leggera pressione e, sotto gli occhi sbigottiti di Sakura quello – assieme ad una trentina di mattoncini che ci stavano attorno – si scostò. Un vecchio corridoio buio pieno di ragnatele e oscurità si aprì davanti a loro.
«E’ buio», osservò Sakura stupidamente.
Shaoran le strinse la mano, sperando che servisse ad infonderle coraggio, e iniziò a guidarla all’interno del passaggio.

Fei Wong portò personalmente la cena a sua maestà, quella sera. Poggiò il piatto sulla tavola che stava nella camera privata del sovrano e tentò di dire qualcosa di rassicurante.
«Altezza, non temete, non si rapisce una principessa per ucciderla, di sicuro chiederà qualcosa in cambio, fino ad allora vostra sorella sarà al sicuro»
Touya si alzò di colpo dalla poltrona su cui era seduto, afferrò Fei Wong dalla maglia e gli disse furioso: «E’ solo colpa tua se è successo questo! Avresti dovuto impedirlo!»
Il consigliere si ammutolì, e attese che il ragazzo si calmasse.
«Sinceramente, Altezza, avete scelto voi Shaoran come promesso per la principessa», azzardò il consigliere.
«Stai dando la colpa a me?», domandò Touya nervoso.
Fei Wong sollevò le mani in segno di scuse e si chinò. «Perdonatemi, non avevo intenzione di offendervi». Touya lo lasciò andare, e lui si sistemò la tunica. «Questa storia mi ha alquanto sconvolto, non riesco ad immaginare quanto voi siate in pena»
Touya abbassò lo sguardo, tanto che bastò al consigliere per suggerire: «Dovreste mangiare qualcosa, sire»
Il ragazzo sospirò. «Hai ragione, prendermela non servirà»
Si sedette a tavola e scoprì il piatto che gli era stato servito. Pollo.
Fei Wong, alle sue spalle, non smetteva di scrutare di nascosto la caraffa piena.
Touya mangiò il pollo con gusto, si pulì la bocca con il tovagliolo, si riempì il calice d’acqua e lo portò alla bocca.

Tomoyo sentì dei rumori attutiti dentro la parete del corridoio. Li seguì preoccupata fino a quando non raggiunse una nicchia isolata dietro ad una tenda.
La parete si aprì davanti ai suoi occhi, rivelando le figure, ormai impolverate, di Sakura e Shaoran. La ragazza li guardò preoccupata e poi, dopo aver visto le mani intrecciate dei due, commentò: «Sapevo che non potevi averla rapita tu», poi sorrise e li aiutò ad uscire di nascosto dal buco nella parete.
«Fei Wong vuole il regno», disse Shaoran guardando attentamente il corridoio preoccupato dall’eventualità che fossero scoperti.
«Fei Wong ha dato a te la colpa del rapimento di Sakura e ora suo fratello, che poi è il re, vuole farti fuori ad ogni costo»
Shaoran aprì la bocca per giustificarsi, Sakura lo precedette. «Shaoran mi ha salvato la vita, più di una volta, è Fei Wong il traditore!!!», si appese al braccio del ragazzo, come spaventata che potessero separarli ancora.
Dei passi risuonarono da un corridoio lì vicino, Sakura e Shaoran si immobilizzarono spaventati. «Seguitemi», disse loro Tomoyo, poi li guidò in una stanza che stava pochi metri più in là e si richiuse la porta alle spalle. Era la sua stanza.
«Ora che facciamo?», domandò Sakura mentre Tomoyo si sedeva sul letto.
Shaoran afferrò il polso di Sakura per costringerla a mollare la presa sulla sua mano. «Io vado ad avvertire tuo fratello, tu stai qui al sicuro». Sakura scrollò la testa cocciuta. «Ti prenderanno, non ti crederà nessuno se non garantisco io per te»
«Sakura ha ragione, non puoi andare tu perché ti considerano un traditore, e lei non può andare da sola perché il castello pullula di sicuro di scagnozzi di Fei Wong», disse Tomoyo. «Potrei andare io a chiamare il re, attirarlo in una stanza e lì voi potreste parlargli»

«Non bere! E’ avvelenato!», esclamò Yume preoccupato nell’orecchio di Touya. Lui non diede segno di averla sentita. Riempì comunque il calice.
«Non bere accidenti! E’ avvelenato!! Ti vuole uccidere!», insistette lei.
«Yume», la richiamò Ookami che stava alle sue spalle. «sei uno spirito, non può sentirti»
Lei lo guardò preoccupata, con gli occhi limpidi e l’espressione supplichevole.
Lui sospirò rassegnato. «Oh! E va bene»
Touya si portò il calice alla bocca, Ookami lo raggiunse in due passi e si concentrò. Nel momento in cui il re stava per mandar giù il primo sorso Ookami colpì il calice con la mano e quello rotolò a terra versando il suo contenuto sul pavimento.
Touya si alzò spaventato, non capendo cosa fosse successo; Ookami scaraventò a terra anche la brocca, facendo sussultare ancora il ragazzo.
«Chi c’è qui?», domandò stupidamente guardandosi attorno. Il sole oltre le vetrate stava già tramontando e la stanza stava diventando lentamente sempre più buia.
Yume si riavvicinò ad Ookami e si aggrappò al suo braccio. «Bravo», gli disse.
Si sorrisero.

Due forti colpi alla porta risvegliarono il re Touya dallo spavento che si era preso. «Chi è?», domandò il ragazzo.
«Sono Tomoyo, Altezza, se permettete dovrei parlarvi in privato», disse la voce ovattata da oltre la porta.
Touya aprì la porta cauto e guardò la ragazza con volto inespressivo. «Non è il momento, Tomoyo», disse.
«E’ importante», ribatté lei. «Sono costretta ad insistere»
Il ragazzo la scrutò negli occhi con attenzione, e riuscì a leggervi dentro tutta l’ansia e l’importanza della cosa.
«Va bene», acconsentì alla fine.

Sakura e Shaoran avevano raggiunto la biblioteca. Aprirono silenziosamente la porta in legno e si infilarono dentro la stanza. Nell’attesa che Tomoyo li raggiungesse con Touya si infilarono dietro un drappeggio.
Restarono per alcuni minuti l’uno contro l’atro, stretti in meno di mezzo metro.
Impaziente di rivedere il fratello Sakura spostava il peso da un piede all’altro nel tentativo di smaltire la tensione. Ad un certo punto, dopo aver sospirato nervosa, si sollevò sulle punte dei piedi e poggiò le labbra su quelle di Shaoran. «Ora puoi toglierla la maschera però», gli disse.
Shaoran la baciò.
La porta della biblioteca si aprì ed un soffio d’aria scosse la tenda dietro cui si erano rifugiati. Sakura si mosse per uscire, ma Shaoran la trattenne facendole capire con un’occhiata che poteva essere chiunque.
E Shaoran aveva ragione, perché subito dopo qualcuno scostò la tenda e Fei Wong afferrò Sakura per un braccio.
«Lasciami!», si ribellò lei.
Solo un istante dopo Tomoyo entrò nella stanza con Touya, che tirò a se la sorella e la strinse fra le braccia. Poi chiamò a sé le guardie ed ordinò: «Prendetelo! Tagliategli la testa! Impiccatelo!»
Shaoran indietreggiò, Sakura tentò di divincolarsi e correre da lui. «Lui non centra! Fei Wong mi ha rapita! Shaoran mi ha salvato la vita!», gridò disperata mentre veniva circondato.
Fei Wong si difese prontamente: «Sire, evidentemente la principessa è sotto incantesimo, sono rammaricato, non avrei mai creduto che mio nipote potesse fare una cosa simile, ad un membro della famiglia reale poi!»
«Io non centro!», esclamò Shaoran.
«Bugiardo! E’ un bugiardo!», strillò Sakura fissando con odio Fei Wong. «Ha avvelenato la mamma! E papà! E stava avvelenando anche me! E’ colpa sua se stavo male!», insistette.
Fei Wong s’innervosì, non aveva idea che avesse il coraggio di dire così tanto. «Mio signore», disse rivolto a Touya: «Non vorrete certo crederle… E’ sotto incantesimo, direbbe qualsiasi cosa per lui. Datemi retta, vi ho sempre dato buoni consigli, vi sono sempre stato affianco, ho fatto di tutto per trovare una cura al male che affliggeva i vostri genitori e vostra sorella!»
Touya lo ascoltò distrattamente; Sakura, tra le sue braccia, si dibatteva e cercava di raggiungere Shaoran. Il ragazzo fissava Sakura e non dava segni di ribellione.
«Io non ho fatto nulla», disse con tranquillità. «Lui voleva sposare Sakura, poi l’avrebbe uccisa e si sarebbe tenuto il trono. Dopo aver avvelenato anche voi ovviamente», disse rivolto al re.
Sakura smise di dimenarsi. «E’ vero, è tutto vero, quello che dice Shaoran. Lui ha rischiato la vita per me»
Touya le accarezzo la testa con dolcezza. «Metteteli in prigione, tutti e due, faremo chiarezza su questo un’altra volta, per ora voglio solo occuparmi di mia sorella»
Sakura lo guardò supplichevole con gli occhi umidi. «Shaoran è innocente, Fei Wong vuole incastrarlo»
«Se questo è vero», disse il ragazzo «Yukito non troverà segni di incantesimi in te, ed allora lo libereremo, in caso contrario sarò costretto ad prendere provvedimenti seri»
Sakura non voleva che Shaoran fosse messo in prigione, ma sapeva bene che Touya l’avrebbe fatto liberare subito una volta assicuratosi della sua innocenza.
Fei Wong si sentì messo spalle al muro. Sguainò il pugnale si lanciò addosso a Sakura e Touya. Touya tirò indietro Sakura, per proteggerla, ma Fei Wong cadde a terra ferito prima che potesse toccarli. Shaoran l’aveva colpito alle spalle ed ora teneva tra le mani la spada insanguinata. Sapeva di averlo colpito solo di striscio, ma questo lo fece stare male comunque. Abbasso la lama ed indietreggiò, consapevole di aver fatto del male a quello che comunque era un suo familiare.
«Arrestatelo», disse Touya indicando l’uomo a terra. Poi, mentre lo portavano via aggiunse: «Medicatelo e chiudetelo nella cella più sicura che abbiamo nei sotterranei»
Poi guardò Shaoran, che era stato raggiunto da Sakura. «Preparate una camera per Shaoran, sarà nostro ospite gradito», disse ad alcune cameriere che erano accorse. «Pare che tu sia un vero eroe», gli disse.
Shaoran sorrise mogio. «Volevo solo che Sakura fosse al sicuro, ma non posso restare»
Sakura lo guardò confusa, stringendo la mano fredda di lui tra le sue. «Che vuoi dire?», gli chiese. Shaoran si liberò della sua presa e lasciò che il sorriso scomparisse dal suo volto.
«Dubito che ci sia un modo semplice per dirtelo, quindi lo farò senza preamboli»
Sakura lasciò che le lacrime le bagnassero le guancie, non riusciva a capire. Come poteva essere? Era tornato, l’aveva trovata, l’aveva salvata. Perché ora non potevano stare insieme come desideravano?
«Sono morto, Sakura. Sono morto cadendo da quel dirupo quando Fei Wong ti ha ripresa per riportarti qui»
Sakura scoppiò in singhiozzi «Non è vero», disse aggrappandosi al suo braccio «Non può essere. I morti non parlano, i morti non camminano!!», gridò.
Shaoran le prese il volto fra le mani e le asciugò le guancie con le dita. «E’ la maschera che dà consistenza al mio spirito, è talmente colma di potere e di amore che ha fatto questo per me in modo che potessi salvarti e starti accanto un ultima volta»
Sakura scosse la testa rifiutando questa situazione. Tomoyo, in un angolo, portò le mani al petto con un groppo in gola. Touya avrebbe voluto avvicinarsi alla sorella e stringerla tra le braccia, ma sapeva bene che se quello era un addio doveva essere solo tra lei e Shaoran.
«Non puoi andartene, non puoi morire» Singhiozzò Sakura.
Shaoran non le ripeté di essere morto, faceva già abbastanza male così. «Ti starò sempre accanto anche se non mi vedrai, così come Yume ha vegliato su Ookami fino a quando lui non l’ha raggiunta»
Touya e Tomoyo non capirono a cosa si riferiva, ma non chiesero nulla.
Sakura non seppe più cosa dirgli. Era certa che ciò che stava pensando: “io voglio vederti”, sarebbe stata una cosa troppo stupida da dire a voce.
Shaoran la baciò con dolcezza, poi le afferrò le mani e le portò alla maschera d’argento. «Ora puoi togliermela», le disse con dolcezza.
Lei scosse la testa testarda «No! Non voglio!»
Lui la baciò ancora «Starò sempre con te, non posso restare così, toglimi la maschera o dovrò farlo io»
Rassegnata Sakura gli sfilò la maschera con dolcezza. Shaoran le diede un ultimo bacio, poi svanì. Sakura strinse al petto la maschera e si lasciò cadere in ginocchio.
Touya la raggiunse e la abbracciò.
«Non ricordo neanche se ti ho mai detto che ti amo…»

«Non posso vederla così», disse Shaoran ad Ookami «Puoi capirmi, vero?»
Il ragazzo gli diede una pacca sulla spalla «Averla salvata e persa così fa male, lo so»
Yume gli diede un bacio sulla guancia «Vuoi che restiamo con te?», gli chiese.
Shaoran scosse la testa. «Non serve», disse «Le somigli, sai? Ma si vede che non sei lei. Almeno io vedo tutta la differenza»
«Sei sicuro che non vuoi che restiamo? O che non vuoi venire con noi?», insistette Ookami.
Shaoran scosse ancora la testa «Non posso andare avanti senza di lei, ma voi ne avete passate tante, meritate la luce e tutta la pace che c’è dentro»

Per Sakura gli anni passarono in una specie di foschia confusa; le giornate erano dedicate alle cose che avrebbe voluto fare quando era costretta a letto, ma la vita aveva un sapore davvero amaro senza gli occhi di Shaoran ed i suoi baci.
Nonostante tutto l’aveva sempre sentito vicino; quando era in un bosco da sola e non trovava la via di casa il vento la guidava per la strada giusta, al mattino trovava sempre un fiore diverso sul cuscino. A volte si addormentava con la finestra spalancata e al mattino la trovava chiuse. Tutti i piccoli gesti dolci recavano il marco di Shaoran seppure lui non fosse percepibile a nessun altro.
Sakura morì alcuni anni dopo. Touya e Tomoyo le rimasero affianco gli ultimi giorni, e c’era anche Shaoran, che vegliava costantemente su di lei.
Quando l’anima di Sakura lasciò il suo corpo gli occhi di Shaoran furono la prima cosa che vide, e si ritrovò giovane come quando aveva visto il ragazzo svanire anni prima.



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Se sono riuscita a postare questo capitolo vuol dire che sono riuscita a far ripartire internet, che non mi va da ieri… Oppure che mio fratello mi ha gentilmente connesso il suo computer.
Vorrei fare un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno seguito questa fan fiction ed uno ancora più caloroso a quelli che hanno aspettato con impazienza quest’ultimo capitolo e, probabilmente increduli, hanno potuto finalmente leggerlo. Mi spiace di averci messo tanto, avevo pronto metà capitolo da un po’, stavo aspettando l’ispirazione e spero che il finale sia degno delle vostre aspettative.
So bene che è un finale triste e che probabilmente mi volete morta; avevo in mente di inserire un epilogo, ma quello che pensavo di scriverci non mi convince più; ho comunque un’altra idea. Sono indecisa se metterla su carta/pc oppure no. Per me quell’epilogo c’è, voi volete sapere qual è?

   
 
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