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Autore: remy73    05/10/2011    5 recensioni
E' la mia prima storia. Cosa succede se un bambino decide di venire al mondo nel momento meno indicato? Cosa succede se il più improbabile dei padri si trova ad affrontare l'arrivo di una nuova vita e le gioie e i dolori di diventare nonno?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marron, Trunks, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le donne di quella famiglia si facevano venire le voglie  nei momenti e nelle ore più impensate!
E non è che chiedessero del gelato, delle fragole o del cappuccino, come tutte le altre donne del pianeta, cose che puoi trovare, se sei mediamente fortunato, nel drugstore aperto 24 ore a due isolati da casa tua... no, loro vogliono, anzi pretendono, i frutti che crescono spontaneamente in cima ai monti di un'isoletta remota, distante migliaia di chilometri, gustati durante un'incantevole luna di miele nove mesi prima...
Per fortuna sapeva volare... e sapeva volare anche molto velocemente. Non ci avrebbe impiegato più di un'oretta tra andare, cercare i frutti e tornare.
Eppure... Trunks non si sentiva tranquillo e Marron aveva dovuto faticare ben più del solito per convincere suo marito ad accontentarla, come sempre, d'altronde.
Mancavano pochissimi giorni al parto, il genicologo aveva parlato di una settimana, per cui Marron gli aveva spiegato (spiegato? con quell'espressione assassina e la voce che era salita di almeno un tono?) che non c'era nulla di cui preoccuparsi, che c'era tutto il tempo e che se suo figlio fosse nato con una voglia di bacche rosse (grosse come dei melograni!) sulla faccia, sarebbe stata solo colpa sua e che non gliel'avrebbe mai perdonato.
Il fatto era che la casa era quasi deserta quel giorno. Per casa, Trunks intendeva un complesso formato da un'enorme villa a forma di cupola, con parco annesso su cui erano state di recente aggiunte due ville, più piccole, ma dalla medesima forma a cupola.
Vi abitavano tre nuclei familiari distinti, che componevano un'unica grande famiglia, anche se alquanto particolare! Nella villa più grande vivevano Bulma e Vegeta, nelle due villette adiacenti i loro figli Trunks e Bra e i rispettivi moglie, Marron per l'appunto, e marito, nonchè migliore amico di Trunks, Goten.
Ma quella mattina erano tutti dovuti uscire: sua madre, per andare a presiedere al posto suo la riunione del consiglio di amministrazione della Capsule Corporation, dal momento che lui non aveva voluto saperne di allontanarsi dalla moglie in procinto di partorire. Sua sorella Bra, invece, si era dovuta presentare in tribunale per via di un piccolissimo "incidente" che le era occorso due mesi precedente: a causa di un "malinteso" (sì, si era trattato soltanto di un malinteso, aveva dichiarato Bra davanti a tre paia di occhi inquisitori che la scrutavano scettici in attesa di una risposta), un agente della polizia municipale, che la stava multando per eccesso di velocità, aveva lasciato "incidentalmente" scivolare le mani sul suo meraviglioso (non per vantarsi!) fondoschiena e si era ritrovato con il braccio rotto, dopo che Bra glielo aveva preso di scatto e girato dietro la schiena. E meno male che non aveva usato troppa forza! E soprattutto meno male che suo fratello, suo marito e soprattutto suo padre se la fossero bevuta la storia della buccia di banana su cui era "accidentalmente" scivolato il poliziotto, finendo per aggrapparsi appunto al suo fondoschiena, pur di non cadere a terra. Purtroppo Bra non aveva capito in tempo cosa stava succedendo e aveva reagito in malo modo. Sua madre aveva detto che era meglio avvolorare questa versione e pagare la multa che le avrebbero comminato, piuttosto che raccontare la verità ai suoi, in fondo non era successo nulla di irreparabile!
Bra aveva fatto buon viso a cattivo gioco, per evitare guai peggiori, ma il sangue Sayan ribolliva. Si era calmata un bel po' quando aveva saputo che il poliziotto era stato spedito a dirigere il traffico all'estrema periferia nord – est della città, dove circolavano quasi eslusivamente greggi di pecore e capre. Sua madre aveva i suoi sistemi, ma guai a chi toccava la sua bambina!
Goten era andato da sua madre, che aveva bisogno di una mano a riparare il tetto, che aveva in parte ceduto, a seguito delle forti piogge della notte precedente, dato che suo fratello maggiore, Gohan era in vacanza con la famiglia all'estero.
Così in casa quel giorno non c'era nessuno, o meglio quasi nessuno...
Era certo di trovarlo nella stanza gravitazionale, da quando sua madre al mattino, dopo aver fatto colazione insieme (sapeva che sua madre per nulla al mondo avrebbe rinunciato a quel momento della giornata; da sempre le riunioni del consiglio di amministrazione si tenevano rigorosamente dopo le 11.00, cascasse il mondo), era uscita per andare al lavoro.
Ora veniva il difficile... chiedere a suo padre un favore (e di quel particolare tipo!) era di quanto più arduo Trunks riuscisse ad immaginare di dover fare. Ma sua moglie era stata irremovobile e lui non se la sentiva di lasciarla sola.
Attraversò il giardino, arrivando fino allo steccato bianco che delimitava il confine fra le due proprietà e si fermò stupito.
Suo padre era lì, appoggiato pigramente al cancello con le braccia conserte come al solito e l'espressione severa che gli era abituale.
-C...Ciao papà... c...che ci fai qui?- riuscì a farfugliare quando si riprese dallo stupore. Vederlo lì fuori a quest'ora era a dir poco inusuale. Sembrava quasi lo stesse aspettando. E sembrava anche  leggermente seccato.
-Va' – disse, gelido come al solito – e vedi di sbrigarti! Non ho tutta la giornata da perdere! - aggiunse arcigno.
Qualsiasi altra persona al mondo, un po' sana di mente, si sarebbe sentita  intimidita e in imbarazzo di fronte ad un atteggiamento e a delle parole così scostanti, ma Trunks sentì il suo cuore allargarsi dall'emozione e dell'affetto. Suo padre doveva aver sentito Marron gridare (in realtà era abbastanza certo che l'avessero sentita in tutta Satan City) e era venuto lui, rinunciando agli allenamenti (possibile???), di sua spontanea volontà, lì in giardino a offrirsi volontario per fare da "babysitter" (lui, il principe dei Sayan!) a sua nuora, una terrestre della peggior specie, una terrestre in avanzato stato di gravidanza.
Eppure era lì e gli aveva detto di andare. Trunks stava per ringraziarlo, ma l'occhiataccia di suo padre gli fece morire le parole sulle labbra e facendogli solo un cenno con la testa si alzò in volo in direzione dell'isoletta.
Marron si era gustata tutta la scenetta dalla finestra. Vide Vegeta alzare lo sguardo ed incrociare il suo. Poi lo vide avanzare verso di lei e mettersi proprio sotto la sua finestra, dove iniziò tranquillamente a fare esercizi. Se proprio doveva aspettare lì fuori, tanto valeva approfittare ed allenarsi all'aria aperta. Certo, lo scocciava un po' che quella smorfiosetta stesse a guardare, ma che cosa poteva dirle? Era in casa sua in fondo. Le terrestri incinta erano davvero una calamità naturale di proporzioni bibliche, una scossa di terremoto di magnitudo 9, era come se quella loro enorme pancia diventasse il centro attorno cui tutto il resto del mondo gravitava e non c'era modo di sottrarsi a questa catastrofe, per quanto uno cercasse di starne più alla larga possibile!
Ci si erano messi anche Crilin e sua moglie, ma come accidenti gli era venuto in mente di andare in crociera una settimana quando la propria figlia, rompiscatole come non mai, stava per sfornare un marmocchio! Va bene che era un premio che avevano vinto alla lotteria cittadina, va bene che era gratis, va bene che le date erano obbligate e non si potevano spostare, ma perché doveva andarci di mezzo proprio lui, questo non si era davvero capito!
Marron continuava a stare vicino alla finestra, ma si era messa tranquillamente a ricamare una copertina per il marmocchio. Almeno stava zitta e non lo scocciava!
Con la coda dell'occhio cercava, senza farsi notare, di vedere di che cosa si trattava... non che gli importasse niente, però, così, per pura curiosità.
Marron se ne accorse e con un gesto apparentemente noncurante allargò la copertina in modo che anche Vegeta potesse vedere il disegno... era un trenino azzurro! Era certa che sarebbe stato un bel maschietto.
Poi gli chiese, rivolgendogli un sorriso dolce:- Ti piace?-
Vegeta arrossì violentemente, le volse le spalle e riprese a fare quello che stava facendo, cosicchè a Marron non restò che scrollare le spalle e rimettersi a ricamare con un sorriso divertito sulle labbra
Passò circa mezz'ora. Era caldo, era quasi mezzogiorno.
Marron si alzò, dicendo al suocero:- Io mi preparo una limonata fredda, tu ne vuoi un po'? -
Vegeta si girò e fece un lieve cenno di assenso con la testa, senza parlare. D'altronde Marron non si aspettava certo che lo facesse.
Dopo qualche minuto ritornò con un vassoio con due limonate, dei biscotti e un bel pezzo di dolce.
Vegeta si sollevò in aria fino all'altezza della finestra e rimanendo sospeso a circa un metro da terra, fece uno spuntino con sua nuora, uno spuntino molto piacevole, perché Marron era brava a cucinare e soprattutto era molto discreta e abituata da sempre a sua madre, anche lei estremamente taciturna, rispettava i silenzi di Vegeta e non gli imponeva, come erano solite fare Bulma e Bra, chiacchiere inutili e noiose.
Ad un tratto, così, apparentemente senza motivo, Vegeta disse: -Sì.-
Marron rimase per un secondo interdetta, poi si rese conto che aveva risposto alla sua domanda che gli aveva rivolto qualche minuto prima e prese la copertina per fargliela vedere meglio.
Vegeta non provò neppure a sfiorarla, ma la osservò attentamente. Era una sensazione strana, vedere una giovane futura mamma che ricamava qualcosa per il suo bambino e gli evocava qualcosa, non già un ricordo, ma una sensazione di familiarità, da un lontanissimo passato...
Ricacciò immediatamente quella strana sensazione nel buco nero da cui era venuta, nell'abisso oscuro della sua anima e focalizzò la sua attenzione sul cibo, che prese a divorare con avidità.
Poi, senza neppure dirle grazie, scese di nuovo in giardino e riprese a fare i suoi esercizi, mentre Marron riportava il vassoio in cucina.
All'improvviso un urlo straziante squraciò il silenzio di quella tranquilla mattinata. Veniva dalla cucina. Scavalcò la finestra e si precipitò in cucina, dove trovò sua nuora piegata in due dal dolore.
-C...credo che tuo nipote sia ansioso di conoscere suo nonno - disse Marron e la smorfia di dolore si trasformò in un accenno di sorriso, mentre si accerezzava la pancia. - Mi si sono rotte le acque, credo – aggiunse riacquistando un certo senso pratico, nel tentativo di razionalizzare e di non dar fuori di testa.
  
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