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Autore: Maryangy91    10/10/2011    2 recensioni
Victoria è sempre stata una ragazza responsabile quanto bella. Però alcuni eventi cambiano la sua vita costringendola a crescere più in fretta. Ma nonostante i suoi problemi, la ragazza, cerca di andare avanti con la sua giovane età.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quel magnifico giorno passarono tre giorni in cui Dany non si fece sentire. Non si degnava neanche di rispondere alle mie chiamate e messaggi. Andai sotto casa sua e citofonai.

"Chi è?" chiese una donna

"Buon giorno, mi chiamo Victoria, Daniele è in casa?"

"Victoria sali" quella donna mi invitò a salire come se mi conoscesse da una vita o come se io fossi la sua ultima speranza. Solo due parole dette in quel modo mi bastarono per farmi preoccupare tanto da arrivare al terzo piano a piedi, salendo le scale a due gradini alla volta. Non avevo tempo per aspettare l'ascensore.

Suonai il campanello e vidi davanti ai miei occhi la stessa donna che piangeva abbracciata a Dany all'università di suo figlio e la stessa che urlava contro suo marito il giorno in cui io andai sotto quel palazzo con mio cugino Matteo. La stessa donna solo più preoccupata e addolorata.

"Sei tu Victoria allora? Sai sei proprio una bella ragazza"

"Grazie"

"Hai saputo?"

"Saputo cosa?" chiesi io tanto preoccupata

"Il tuo fidanzato, ovvero mio figlio, è in ospedale da tre giorni. I medici non riescono a capire cos'ha"

"Oddio" fu l'unica parola che mi uscì dalla bocca, lasciandomi cadere su un divano dietro di me

"Voglio andare da lui"

"I medici hanno detto che è meglio se sta un po' da solo, ma tu sei la luce dei suoi occhi e da quando sta in ospedale non fa altro che chiedere di te. Vederti gli farà solo bene"

Andammo in ospedale dove vidi Dany con un volto strano, quasi inespressivo.

"Dany, amore cosa ti è successo?" chiesi piangendo mentre mi avvicinavo al suo letto

"Vi, vi, vi" non riusciva a parlare, i suoi battiti cardiaci accelerarono così tanto da far urtare violentemente il cuore contro la gabbia toracica. Istintivamente mi allontanai da lui, più mi allontanavo più il suo cuore si regolarizzava. Non capivo perché ma ci stavo male al pensiero di non potergli stare accanto.

Mentre scappavo giù in quel ospedale in cui morì mio padre, mi sentì bussare su una spalla, mi voltai di scatto e vidi un uomo con il volto di chi ha qualcosa da dire.

"Sei la fidanzata del ragazzo nella stanza 406 al secondo piano?"

"Si, lo conosce?"

"No, ma so cosa gli è capitato"

"Mi spieghi tutto, per favore"

"Gli è stata rubata l'anima, ora deve contare solo sul suo cuore. Ora è uno dei tanti “cuori senz'anima”"

"Cuori senz'anima?" ma cosa diceva quello? Mi aveva presa per stupida?

"Io lo sono diventato quando ero piccolo. Un giorno ti capita di stare nel posto sbagliato al momento sbagliato e qualche parassita senz'anima la ruba a te. Quando si vive solo con il cuore si ama infinitamente solo chi amavi tantissimo prima. Io ero piccolo ed ero legato a mia madre come tutti i bambini di 5 anni. Vivevo solo per lei e da quando è morta vivo una vita senza senso"

"Allora quella persona tanto speciale per Dany non sono io. Ha visto come ha reagito quando mi sono avvicinata a lui?"

"E' così che si reagisce quando si ha il cuore e non si ha l'anima. Il suo cuore quasi scoppia quando i suoi occhi ti vedono perché sei l'unica persona al mondo per cui prova sentimenti. Mi spiego meglio, lui ora per le altre persone non prova quasi nulla, anche per i genitori, e tutto ciò che prima provava per gli altri ora lo prova per te. Se per gli altri provava 8 su una scala da 1 a 10 e per te provava 10 ora per gli altri prova 2 massimo e per te prova il 10 di prima più il 6 che provava per ogni singola persona"

"Ho capito"

"Attenta però, questo non è un bene. Questo significa che non puoi stargli molto vicino altrimenti lui morirà con il cuore scoppiato e con la gabbia toracica rotta"

"Cosa si può fare?"

"Solo tu puoi fare qualcosa"

"Cosa posso fare?"

"Scava nel tuo cuore e in base a quanto lo ami troverai la soluzione. Lui ti ama da impazzire da sempre, questa è la prova. Ora tocca a te"

Detto questo se ne andò, lasciando me con mille dubbi e anche incredula. Decisi di andare da lui per verificare le teorie di quell'uomo.

Vidi Dany quasi fregarsene della madre che piangeva accarezzandolo e baciandolo, ma appena vide me stava per rompere la macchinetta che controllava i suoi battiti cardiaci. Quando fui tanto vicina da sentirlo piangere dal dolore lo vidi saltare dal lettino e ricadere su di esso. Il tutto cessò quando scappando mi allontanai da lui, lo feci ricordandomi delle parole di quell'uomo: “Non puoi stargli molto vicino altrimenti lui morirà con il cuore scoppiato e con la gabbia toracica rotta”.

 

Correvo tra i corridoi di quel maledettissimo ospedale, che mi aveva vista piangere più di una volta, senza una meta. Piangevo e singhiozzavo, la vista mi si annebbiò tanto da non vedere neanche dove mettevo i piedi. Mi sentivo cadere a pezzi su un mondo che si sbriciolava sotto i miei piedi. Un'unica frase echeggiava nella testa: non potrai più vederlo, ormai lui appartiene ai “cuori senz'anima”.

Tra un singhiozzo e un dolore acuto al cuore caddi sbattendo la testa. Ma non era il male provocato dall'urto che mi faceva sentire spezzata a metà, vuota e senza vita.

 

Andai in un bar difronte l'ospedale dove presi una bevanda ghiacciata, non avevo caldo ma volevo concentrarmi a bere quel liquido che mi pizzicava sulla lingua e per un attimo non volevo pensare a ciò che stava per accadendo. Per l'ennesima volta nella mia vita guardavo quella struttura ospedaliera maestosa e fredda che se ne stava li, immobile, facendomi rendere conto della mia impotenza difronte a tutto ciò che accadeva al suo interno. E mentre sorseggiavo la bevanda seduta al tavolino del bar pensavo ad una soluzione mentre con un polso premevo le miei tempie, non solo per il dolore causato dal freddo del liquido ghiacciato, neanche per la caduta presa. Decisi di chiedere a lui cosa potessi fare per aiutarlo, per farlo scrissi un biglietto che gli feci consegnare da sua madre.

 

Dany, amore mio, so cosa ti è capitato. Un uomo mi ha spigato tutto. Lui è come te, non ha l'anima. Non dirò nulla a nessuno, ma tu dimmi quando e come ti è successo e cosa si può fare. Ti amo e ti sono vicina sempre, non dimenticarlo mai.”

 

Dopo un po' mi rispose mandandomi un biglietto tramite sua madre:

 

Vì scusa se non riesco a scriverti parole dolci e non riesco a starti vicino ma l'uomo che ti ha spiegato tutto lo ha fatto anche con me. E' stato lui a trovarmi e a portarmi qui. E' successo tutto quando tornavo da casa tua il giorno del nostro 5 mese. Incontrai un tizio quando scesi dalla macchina per fare benzina. Mi ha rubato l'anima, io non sarò mai più quello di prima. Mi dispiace Vi.”

 

Lessi quelle sue parole dove era quasi tangibile la rabbia e il dolore, alcune lacrime scesero dai miei occhi ormai rossi, gonfi e stanchi di guardare ciò che quasi mi faceva morire.

Dopo un po' ci fu la mia risposta, sempre attraverso sua madre che ormai faceva da tramite, per fortuna senza chiedere perché, era troppo addolorata per farlo.

 

Se ti ha portato qui lui vuol dire che i sentimenti per le altre persone li provate. Ma non c'è proprio nulla da fare?”

 

Lui:

 

I sentimenti li proviamo anche se sono molto ridotti, ma proviamo tanta pena per chi è come noi. Un modo ci sarebbe per salvarmi. Dovrei rubare l'anima ad un'altra persona, ma se mi conosci bene sai che non lo farò mai. Non voglio condannare nessuno a ciò che sono stato condannato io. Solo io so cosa si prova”

 

Io:

 

Sai che per te sarei disposta anche a perdere l'anima”

 

Lui:

 

Non dirlo neanche per scherzo. So che ne saresti capace, ma non sarei capace io a strappartela.”

 

Io:

 

Qualunque cosa tu decida di fare io sono qui. Non ti abbandonerò, se sarà necessario mi accontenterò di vegliare su di te da lontano, ora sei tu ad averne bisogno.”

 

Detto questo, anzi scritto questo me ne andai a casa dove mi davano per dispersa. Ma non volevo arrendermi. Ero intenzionata a trovare una soluzione e sapevo che ci sarei riuscita, no perché ero un genio ma perché l'amore che provavo per lui mi dava la forza di esserlo. 

   
 
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