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Autore: MedusaNoir    12/10/2011    5 recensioni
Sfogo, nonsense, rabbia e ferite.
Qua dentro ci sono io.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il buffone del momento


Sbatterti al muro. Stringerti i polsi.

Come lo vorrei, credo che un giorno dovrei farlo.

Sarebbe strano, forse; dopotutto se alto quasi il doppio di me.

Ogni tanto mi capita di pensare che sarebbe stato meglio per me essere un maschio: corteggerei la ragazza che amo, le bacerei con delicatezza le labbra alternando momenti di passione sfrenata, accoglierei nel petto la gelosia per poi buttargliela in faccia e farla sentire solo mia.

Gelosia, già. Forse il problema è che non riesco ad esserlo; mi correggo, lo sono, ma solamente dopo aver perduto la persona che amo.

Amo. Amo. Non amavo, no. Amo.

Sai che sto facendo? Ascolto Masini. Ti immagini? Non c’è Mimì nelle casse, non c’è Laura, non ci sono De Andrè, Vasco Brondi, Cristicchi, Roberto e Stefano dei Ratti della Sabina, e no, non c’è nemmeno il “violinista pazzo”, il nostro adorato violinista; non c’è nemmeno De Gregori. C’è un cantante che non mi fa pensare costantemente a te, ma forse domani non ci sarà più, perché ormai ho attaccato anche lui a te.

Sai che la notte stringo la tua maglietta? L’ho fatto per mesi dopo che ci siamo lasciati, finché ho vissuto a Viterbo, poi l’ho messa da parte per utilizzarla solo in casi speciali e infine eccola lì, infilata sotto il cuscino in attesa che la abbracci e doni a lei quell’amore che non riesco a tenere solo per me. “In casi speciali”: ho scoperto che, quando mi sento a pezzi e piango e singhiozzo e urlo e tu sai bene cos’altro faccio, devo infilarla, devo respirare un odore che ormai non c’è più, perché l’ho lavata e lavata, tanto il tuo odore ce l’avrei sempre avuto addosso. Ho dato troppe cose per scontato, ho dato per scontato la tua sincerità a volte brutale.

Forse sto scrivendo per sfogo, oppure per mostrare come riesco a rendere poesia per me ciò che mi fa stare male, mi piace riciclare così il dolore, o ancora perché forse spero che mi chiami durante la notte per stare un’ora al telefono e… Basta, mi sto accoltellando. Come se Masini non bastasse.

Torniamo al punto di partenza: vorrei sbatterti al muro. Stringerti i polsi. Mettermi in punta di piedi e aggrapparmi ai tuoi capelli e affondarci le dita anche se sarebbe difficile perché non c’è luogo dove affondare e baciarti con violenza e baciarti con passione e baciarti facendoti capire che sei mio solo mio di nessun altro al mondo. Voglio baciarti finché non capirai che devi ricambiare e allora mi accarezzerai la testa e mi stringerai a te e tutto allora tornerebbe ad avere un senso perché questi mesi senza te sono stati mesi senza senso e forse dovrei chiamarti “senso”.

- Sei senza senso?

- Eh, sì, mi ha lasciata.

Ma ti rendi conto di cosa dico? No, perché è senza senso, ed è senza senso perché è senza te.

Poca punteggiatura, tante “e”, mi sento un po’ Isabella e un po’ Hemingway. Che poi ho letto solo un libro di Hemingway, potrebbe anche non essere il suo stile.

Oggi ho visto quell’attore che ti somiglia, urlava per la prima volta alla sua amata: - Ma lo vuoi capire che ti amo? -.

Scrosci di applausi. Gridolini emozionati. Tante lacrime e abbracci.

Ho immaginato te dirmelo. Che bello che è stato, eri così bello e mi amavi, ti bastava questo per essere bello.

Sai, non te ne vai da qui. Insisti a spingere nella mia mente e fai male, comincio a sanguinare e le ferite non si rimarginano se tu non ti fai sbattere al muro. Con violenza. Con passione. Con la speranza di poterti amare ad occhi aperti.

Leggi le mie storie su Harry Potter, in alcune potrai vedermi. C’è chi mi ha anche detto che si capisce che sto parlando di un dolore vero, che non è solo la protagonista a provarlo. Ma com’è che mi sono innamorata di Pansy da quando mi hai lasciata? Forse perché Ginny è forte e non si fa battere, riesce alla fine ad ottenere ciò che vuole, mentre Pansy spera e spera, ma poi Draco sposa un’altra. Forse vorrei solo farle avere una rivincita.

Ho bisogno di sfogarmi, ho bisogno di sfogarmi. Stringimi, fatti sbattere al muro. Fammi essere l’uomo che cerca l’amata, perché non riesco più ad interpretare la ragazza che si prostrerebbe ai tuoi piedi chiedendoti pietà perché non vuole essere giustiziata. Perché vuole tornare ad avere un senso. Perché non riesce a smettere di avere il pianto tra le attività quotidiane.

Senti, chiamami, ok?

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Scritta perché amo scrivere. Per sfogo, anche. Ma non per cercare consolazione; a meno di non conoscermi, valutate la storia solo dal punto di vista stilistico, tematico o quello che vi viene in mente. Niente consolazioni, niente abbracci virtuali, tranne da Chi-So-Io, che spero non sia un lontano parente di Tu-Sai-Chi.
E' una storia introspettiva, vedetela così.
Lui potrà leggerla? Uhm, sì, forse. Potrebbe capitare qui, ma giusto se cerca tra le mie cose, se cerca di me. E se cerchi di me fa' quello che c'è scritto nell'ultima riga del testo, ok?
   
 
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