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Autore: Ria-chan    14/10/2011    10 recensioni
Che succede quando Law invita Kidd sul suo sottomarino con la scusa di una sorpresa? e se Kidd intimorito si portasse dietro anche il suo fedele massacratore? e se questi si trovasse preda di un infido pinguino? e se finissero inspiegabilmente a pranzo tutti e quattro?
Senza che se ne accorgesse erano giunti nell’ampia stanza adibita a sala da pranzo. Ad attenderli vi era un Killer seduto, che giocherellava distratto con il coltello, disegnando piccoli cerchi sul tovagliolo in stoffa, rimpiangendo, forse, la mancanza delle sue affezionate lame e un Penguin di spalle, vicino alla cucina, alle prese con chissà cosa.
“siediti” il tono, benchè calmo, non accettava repliche e Kidd assecondò la richiesta prendendo posto accanto a Killer.
“cazzo! Dovevamo tornare a prendere le armi!” la voce bassa per evitare di farsi sentire dalle due figure di spalle, intente ai fornelli
“che intenzioni hanno sti maledetti pervertiti? Vogliono avvelenarci forse?”
“Kidd per favore, abbassa la voce, non provocarli” aveva sbuffato di rimando Killer.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Killer, Penguin | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Heart's pirates and Kidd's pirates'
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Ok! questa volta mi cimento nel demenziale XD Devo ammettere che mi sono divertita un casino a rendere Eustass e Killer due povere prede in balia di Law e Penguin! Eh beh, quei due le pensano tutte pur di divertirsi un pò U_U
Questo delirio è stato ispirato da Shikadance che ormai, ad ogni chiacchierata su msn, mi ispira una ff nuova XD 
te possino Jè!! hahaha nuu scherzo ormai ti adoro troppo *se la spupazza*
beh spero vi divertiate a leggere sta piccola demenzialità :D
e se vi capita ricordate che i commentini sono ben accetti, belli o brutti che siano, c'è sempre da imparare :D


Pranzo per Quattro

Biru-biru, biru-biru
“Ah??!!”
“Buon-“
Click.
Biru-biru, biru-biru
“Dannazione!”
“-giorno, Eustass-ya”
“Law, dannato bastardo! Lo sai che odio essere svegliato la mattina presto! ...soprattutto da te.”
“…è mezzogiorno Kidd” -sospiro profondo- “muovi il culo e vieni sul mio sottomarino, ho una sorpresa”
Non aveva fatto in tempo a rispondere Kidd, che Law aveva chiuso la chiamata.
“Certo, arrivo…come no!” e si era ritirato le coperte sulla testa fulva.
Dio se odiava alzarsi dal letto! Per andare poi tra quegli “heart”… e nonostante la coperta, i brividi lo pervasero. Se ne sarebbe rimasto ancora un po’ lì, a crogiolarsi in quel caldo letto, a godersi la pa-
Biru-biru, bi-
“Giuro che ti ammazzo!”
“Si si, volevo solo dirti che se non ti muovi ad alzare quel bel culetto, vengo a fartelo alzare io.”
Ed aveva nuovamente messo giù prima che Kidd potesse reclamare.
Ok, l’idea di doversi alzare lo faceva incazzare seriamente, ma l’idea che Law avrebbe messo sicuramente in pratica la sua minaccia… beh era di gran lunga un incentivo più che sufficiente a darsi una mossa.
Scalciata la coperta di lato, si era alzato grattandosi la testa e dirigendosi verso il bagno. Contando che di solito ciondolava per la stanza per un po’, tentando di acquisire un minimo di lucidità prima di prepararsi, quella volta, nonostante avesse fatto tutto di fretta e furia, il risultato era stato comunque soddisfacente. Un’ultima occhiata allo specchio, la pelliccia sulle spalle e rassegnato si era avviato sul ponte. 
A poca distanza dalla loro nave era attraccato il giallo sottomarino degli Heart e, solo quella vista, lo aveva fatto rabbrividire ancora. Non c’era da aspettarsi mai nulla di buono, quando metteva piede su “quel coso galleggiante” a meno che… a meno che non fossero solo lui e Trafalgar a bordo. In quel caso avrebbe sicuro trovato il modo di divertirsi.
Si era augurato infatti che fosse stata questa la sorpresa ma, di solito, quando Law voleva “giocare” con lui era sempre stato lui stesso a venire a prenderlo sulla sua nave per poi farsi “inseguire” sul suo sottomarino. Quella volta era diverso, lo avvertiva. E la cosa, in tutta franchezza, non gli piaceva per nulla. Aveva rallentato il passo più che poteva, come a ritardare il fatidico arrivo e, nel farlo, aveva intravisto alle sue spalle una scia bionda.
“Killer!” Un biondo lampo di speranza.
“Killer fermo lì!” Il tono non ammetteva repliche e Killer aveva dovuto cedere.
“Che c’è questa volta, Kidd?” Il tono rassegnato e preoccupato al tempo stesso.
“Vieni con me! Stavolta non me la conta giusta quel medicastro pervertito.”
“Non ci penso pro-“
“Non è una scelta Killer, è un ordine!”
A testa basta e, probabilmente avrebbero tutti notato se non avesse avuto quel maledetto casco a coprirgli il volto, con un’espressione altamente sconsolata, era stato costretto a seguire il suo capitano: Kidd camminava poco più avanti, per mantenere intatto quel minimo di orgoglio che gli era rimasto e Killer seguiva poco più dietro. Entrambi si avviavano a passo lento, come se il patibolo li attendesse.
Per quanto tempo avessero potuto impiegarci prima o poi sarebbero giunti a destinazione e, infine, così era stato.
“Bene, siamo arrivati. Divertiti Kidd.” Ed aveva fatto per scappare via, ma prontamente
“Dove scappi bastardo?!” Kidd lo aveva afferrato per il colletto della camicia impedendogli la fuga
“Se tenti ancora la fuga giuro che ti faccio ingoiare quelle fottutissime lame” ed  aveva rivolto lo sguardo verso le mani del fedele massacratore.
“Ma?? Ma che cazzo, Killer!!! Ti porti quelle dannate lame pure al cesso e ora che siamo nel covo nemico te le dimentichi sulla nave?”
“Ohi Kidd, pure tu mi sembri disarmato…” ed aveva lanciato un’occhiata al petto, nudo, del suo capitano, sospirando.
Il panico dipinto sui loro visi: “Porca puttana! Torniamo indietro, subito!”
Non era proprio ammesso! Vabbè che ormai potevano considerarsi “ospiti”, vabbè che su quel sottomarino c’erano stati diverse volte, vabbè che a bordo c’erano quelli che potevano ormai considerare i  loro “amanti” ma, che diamine, era pur sempre di Law e Penguin che parlavano! No, le armi ci volevano, e anche delle armi terribilmente efficaci.
Non avevano neanche avuto il tempo di girarsi che una figura era comparsa alle loro spalle:
“Kirachan! Non sapevo venissi a trovarmi! La scorsa notte non ti è bastata eh?”
E, cingendolo da dietro, una mano era corsa al cavallo dei pantaloni del biondo. Non aveva atteso un secondo, Killer,si era girato di scatto portando il polso alla gola dell’uomo, dimenticandosi ovviamente che le lame non erano al loro posto:
“Dannazione!”
“Sei proprio felice di vedermi, eh Kira-chan?” Ed una volta che il biondo era girato verso di lui, Penguin ne aveva approfittato per affondare le mani sulle sue natiche e spingerlo verso di sé.
La risposta del biondo era stata un pugno diretto allo stomaco.
“Siamo irritabili stamattina. Che c’è,  fare da balia ti stressa tanto?” Con lo sguardo aveva accennato a Kidd poco distante e quando si era guadagnato uno sguardo omicida in risposta, aveva sorriso malizioso.
“Ok…capitano, mi porto via il suo vice, non le dispiace, vero?”
Avrebbe avuto senso controbattere? Kidd aveva fatto spallucce. Ora era solo ed iniziava a sentirsi inquieto; specialmente quando, poco dopo, era comparso Law proprio davanti a lui.
“Hai portato anche il giocattolo di Penchan, vedo” ed aveva abbassato il cappello sugli occhi avvicinandosi piano al rosso,
“beh a me importa che qui ci sia il mio” ed aveva anche sorriso malizioso per poi spingersi verso la bocca di Kidd e leccarla lascivo.
Forse aveva valutato male le cose Kidd, non stava andando così male infondo se era quello che lo attendeva. Ed aveva fatto per trattene Law ma questi si era prontamente liberato
“Non ora Eustass-ya, abbi pazienza.” Ed ancora aveva sorriso, un sorriso dannatamente sexy.
“Seguimi” e con la testa aveva fatto cenno a Kidd di incamminarsi dietro di lui all’interno del sottomarino.
Camminare per quei corridoi tutti uguali, metallici e freddi, lo aveva sempre infastidito ma, per fortuna, a distrarlo c’era quel perfetto fondoschiena che gli ondeggiava a pochi passi di distanza. Lo aveva fissato per tutto il tragitto e quando Law si era fermato e lui anche, poco più dietro, vi aveva fatto combaciare la sua mano provocando un sorriso ancora più ampio da parte del moro.
Senza che se ne accorgesse erano giunti nell’ampia stanza adibita a sala da pranzo. Ad attenderli vi era un Killer seduto che giocherellava distratto con il coltello, disegnando piccoli cerchi sul tovagliolo in stoffa, rimpiangendo, forse, la mancanza delle sue affezionate lame e un Penguin di spalle, vicino alla cucina, alle prese con chissà cosa.
“Siediti.”
Il tono, benché calmo, non accettava repliche e Kidd assecondò la richiesta prendendo posto accanto a Killer.
“Cazzo! Dovevamo tornare a prendere le armi!” La voce bassa per evitare di farsi sentire dalle due figure di spalle, intente ai fornelli.
“Che intenzioni hanno ‘sti maledetti pervertiti? Vogliono avvelenarci, forse?”
“Kidd, per favore, abbassa la voce, non provocarli.” Aveva sbuffato di rimando Killer.
Neanche avevano finito di parlare che entrambi gli interessati, come se avessero mentalmente udito la discussione, si erano voltati verso di loro, sfoggiando l’uno il suo miglior e più sadico sorriso, l’altro il suo più provocatorio e divertito sguardo.
“Oh porca puttana! Killer non sentirai mai più delle parole simili da me, ma non voglio crepare con le budella attorcigliate, per cui… al mio segnale…”
Aveva strappato il coltello dalle mani del suo fedele vice e lo aveva con forza conficcato nel tavolo:
“Ora!” e si erano entrambi alzati avviandosi a gambe levate verso il corridoio d’uscita.
Uno sparo ed una parola erano risuonati nell’aria:
“Shambles” e Kidd si era ritrovato nuovamente su una sedia, al posto di un vecchio strofinaccio.
“Fanculo!” aveva digrignato trai denti.
Un proiettile aveva invece sfiorato il lato destro del casco di Killer che si era fermato come pietrificato:
“Vogliamo cominciare il pranzo, Kira-chan?”
Si era voltato ed aveva visto lo sguardo più spaventoso che avesse potuto immaginare, accompagnato da un sorriso glaciale.
“C-certo.”
Avevano aspettato silenziosi che i due apparecchiassero la tavola e, sebbene visibilmente preoccupati, non avevano più tentato mosse azzardate. Dovevano ammettere che i piatti sembravano buoni, almeno all’apparenza, e quindi si erano leggermente rilassati.
Quando anche Law e Penguin si erano seduti ai loro posti, tutto sembrava pronto per iniziare. Erano rimasti a fissarli per un po’, Law Kidd e Penguin Killer, aspettando forse che fossero loro i primi ad assaggiare le cibarie.
Con un gomito appoggiato sulla tavola e il mento nella mano, Law fissava intensamente Kidd senza mai abbandonare il suo sorriso strafottente e Kidd era ormai consapevole che non aveva via di scampo. Doveva assaggiare.
Aveva deglutito. Si era fatto coraggio. La forchetta impugnata, il braccio teso a scegliere a caso qualcosa tra i vari piatti. Killer ammirava il coraggio del suo capitano ed anche lui lo fissava sbigottito da sotto il casco.
La forchetta aveva trafitto qualcosa, ed il braccio si stava ripiegando per portare quest’ultima alla bocca ma il movimento così lento ed esasperante aveva causato la reazione di Law.
Gli aveva fermato il braccio, costringendolo a mettere giù la forchetta:
“Vuoi che ti aiuti, Eustass-ya?”
Aveva ripreso la stessa forchetta posata poco prima da Kidd e l’aveva portata delicatamente alle labbra di quest’ultimo:
“Fai ahh”
Kidd era troppo scioccato per replicare, semplicemente aveva eseguito. Doveva ammettere che non era solo apparenza, avevano davvero un buon sapore quei piatti. Si era preso un attimo per gustarne il sapore e la sua espressione non era sfuggita al moro:
“Ne vuoi ancora?” aveva sorriso, si era alzato dal suo posto, preso un nuovo boccone e l’aveva portato alla bocca. Si era poi seduto cavalcioni sul rosso e si era avventato sulla sua bocca. Vi aveva rilasciato all’interno il boccone appena preso e successivamente si era concesso una lunga lotta con quella lingua di cui conosceva ed amava il sapore.
Penguin aveva osservato la scena, ed aveva sorriso:
“Cosi non vale capitano, non abbiamo dato il via! Cominciamo anche noi, che ne dici Kira-chan?”
Neanche Killer aveva avuto la prontezza e la lucidità di reagire, specialmente quando Penguin con una mossa rapida gli aveva già sganciato il casco per poi passargli un dito, bagnato nel vino, sulle labbra e poi spinto in bocca.
Con ancora il dito tra le labbra umide di Killer aveva preso il bicchiere di vino ed aveva dato un sorso corposo:
“Cosi puoi assaggiarlo meglio Kira-chan” e con un bacio di eguale passione aveva lasciato scorrere il liquido alcolico nella bocca del biondo. Gustandone il sapore a contatto con la lingua fresca e saporita, lasciando che un rivolo scorresse all’angolo della bocca del biondo per poi tornare a leccarlo non appena le labbra si erano staccate.
Law lo aveva guardato divertito: la sfida era iniziata.
Aveva preso un nuovo boccone, questa volta con le dita e, nel portarlo alle labbra del rosso, lo aveva lasciato cadere proprio tra i loro corpi. Come calcolato il boccone si era fermato proprio sul cavallo dei pantaloni di Kidd:
“Aspetta, lo raccolgo io” gli aveva sorriso malizioso.
Era sceso dalle gambe di Kidd e lentamente si era inginocchiato all’altezza della sedia. Kidd lo aveva guardato trattenendo il fiato. Quando poi il moro aveva avvicinato il viso al suo bacino, raccogliendo il boccone con la bocca, facendo una leggera pressione sul suo membro, aveva seriamente iniziato ad eccitarsi. Prima di rialzarsi, Law aveva inghiotto velocemente il boccone per poi mordere delicatamente l’erezione ormai evidente dell’amante.
Non aveva atteso oltre Penguin che, durante quella scena, aveva raccolto con la mano un mucchietto di panna da un dolce non poco distante e l’aveva spalmata delicatamente lungo il collo e il petto scoperto del biondo vice.
Il sussurrato “vuoi che ti pulisca, Kira-chan?” nell’orecchio aveva già portato anche il biondo all’eccitazione e quando poi Penguin aveva iniziato a leccarlo sul collo, per poi scendere lungo il petto, sbottonandogli la camicia, aveva creduto di non resistere più.
Law si era nel frattempo rialzato da terra ed era nuovamente montato sulle gambe di Kidd. I bacini schiacciati l’uno contro l’altro, le erezioni a contatto. Gli aveva dolcemente sussurrato ad un orecchio
“Vuoi assaggiare altro, Kidd?”
Kidd…inutile negarlo a se stesso. Quando sentiva il suo nome pronunciato da quell’odiabile voce, si eccitava come non mai.
Stessa cosa succedeva a Killer quando le carezze delicate del suo amante gli sfioravano il corpo.
“Pranzo finito!” scattarono insieme all’unisono, Kidd e Killer.
Kidd con Law ancora in braccio: le braccia del medico intorno al collo a le gambe strette attorno alla vita, a reggersi, mentre le mani del rosso erano strette sulle sue natiche.
Killer aveva invece afferrato Penguin per il polso e se lo stava trascinando verso la sua cabina:rmai conosceva la strada a memoria.
Poco prima di essere separati Penguin e il capitano si erano guardati, vittoriosi.
…….
Law era stato gettato di forza sul letto e liberato da maglia, pantaloni e boxer.  Anche Kidd si era denudato ed ora voleva solo affondare in quel corpo abbronzato e invitante. Vi si era gettato sopra senza complimenti. Leccandolo e mordendolo, baciandolo a tratti e gustandone il sapore.  I baci violenti e profondi, gli scontri tra le lingue, il sapore della saliva, avevano portato anche Law ad un’eccitazione senza pari ed ora anche lui desiderava solo essere posseduto da quel corpo pallido e statuario ma, aveva un’idea migliore, per rendere il gioco più interessante.
Gli ci era voluto un controllo non indifferente  per bloccare le mani del rosso strette l’una sul suo membro e l’altra sul fianco, la lingua che vagava ora sul collo ora sul capezzolo: ma l’aveva fermato. Si era alzato e si era diretto verso un piccolo mobiletto. Vi aveva poi estratto qualcosa ed era tornato trionfante verso Kidd.
Si era nuovamente steso sotto di lui, lasciandolo per un attimo confuso e immobile. Aveva aperto il contenitore e ne aveva versato il contenuto lungo tutto il suo corpo. Aveva poi posato una mano sulla nuca del rosso attirandolo a sé e nell’orecchio gli aveva sussurrato:
“Se non ricordo male, la cioccolata fredda è il tuo dolce preferito.”
Aveva riso malizioso, Kidd
“Così mi rovini il pranzo doc!”
“E’ questo il tuo pranzo” gli aveva sorriso malizioso Law “quello a tavola, era per la ciurma.”
   
 
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