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Autore: RobTwili    14/10/2011    9 recensioni
Lui: Francis 'Frank Fagotto' Hudson.
Lei: Ashley Foster
Lui: Capitano de 'I Matematicici', Capitano de 'Gli elettroni spaiati' e suonatore di Fagotto nella banda del liceo.
Lei: Capitana indiscussa delle Cheer-leader, Capo volontaria del progetto 'Le infermiere della scuola'.
Lui: Innamorato di lei fin dall'asilo.
Lei: Non sa nemmeno che lui esiste.
Ma se, improvvisamente le loro strade si incrociassero? Potrebbe Francis, con molte difficoltà, compiere la vendetta di tutti i nerd facendo capire che l'aspetto non è tutto?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nerds do it better'
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NERD

 

 

 








«Ragazzi, siamo arrivati» bofonchiai scuotendo con foga il braccio di Zac.
«Mhhh» si lamentò allora lui, sistemandosi meglio contro Mac.
Ashley non riuscì a trattenere una risatina e io la ammonii con lo sguardo.
«Mac, Zac, svegliatevi! Siamo arrivati a casa» dissi di nuovo, sperando che almeno uno dei due si decidesse ad aprire gli occhi.
Il viso di Mac assunse una smorfia strana che mi fece sorridere; poi però si appoggiò meglio alla spalla di Zac, riprendendo a dormire.
«Ci rinuncio» sbuffai, guardando John e Hannah che continuavano a osservare la scena divertiti.
«Provaci tu John, ieri mattina sei riuscito a svegliare Zac» propose Ashley, indietreggiando di un passo per lasciarlo passare.
«Sì, ma non garantisco nulla, anche perché non posso svegliarlo dicendogli che c’è Natalie, non ci cascherebbe più». Si appoggiò al sedile di fianco a quello di Mac e Zac per non perdere l’equilibrio e si fece pensieroso.
«Tu provaci, vedrai che funziona». Ashley sembrava fiduciosa.
«Mac, è in commercio il nuovo modello dell’I-phone e ci sono un paio di App che puoi hackerare, svegliati» cominciò a gridare John. «Zac, svegliati! È appena uscito il nuovo film di Natalie Portman. Ti ricordo che è Thor, uno dei tuoi fumetti preferiti». Quando udirono quelle parole, Zac e Mac mugolarono qualcosa senza senso, prima di aprire lentamente gli occhi.
«Che, che succede?» chiese Mac, strofinandosi gli occhi per cercare di svegliarsi.
«Vi siete addormentati e non riuscivamo più a svegliarvi» dissi io  spostandomi per lasciar passare il professor Moriarty. L’occhiata che ci lanciò fu eloquente: strinse le palpebre a mo’ di rimprovero e poi si allontanò immediatamente a passo svelto.
«Dove siamo?» sbadigliò Zac stiracchiandosi e bloccandosi non appena si accorse di essere ancora appoggiato a Mac.
«Tra cinque minuti siamo a scuola, ma sono quasi dieci minuti che proviamo a svegliarvi» intervenne Ashley, continuando a stento a nascondere il suo divertimento.
«Ti sei addormentata anche tu?» chiese Zac a Mac che annuì accostandosi al finestrino per mettere un po’ di distanza tra di loro.
Forse era una mia impressione, ma mi sembrava che Mac fosse arrossita.
Naturalmente per rabbia, come avevo previsto.
«Suppongo sia perché abbiamo passato tutta la notte a giocare a poker» ridacchiò Zac, stiracchiandosi di nuovo e più a lungo.
«Chi si è addormentato prima?» chiese Ashley, mordicchiandosi il labbro per trattenere una risata.
«Non so, credo io». Zac fece spallucce, ma io non mi feci sfuggire il sorrisetto di vittoria che si era disegnato sulle labbra di Ashley.
«Ho vinto» sussurrò al mio orecchio, per ribadire il concetto.
«No-no-non è ve-vero». Certo non poteva aver vinto solo perché Zac si era addormentato per primo e si era appoggiato alla fronte di Mac.
Anche perché non era fisicamente possibile.
Mac doveva aver appoggiato la testa sulla spalla di Zac e poi lui si era abbandonato contro di lei.
Questo era quanto.
«Ragazzi, siamo arrivati» annunciò il professor Moriarty mentre il bus si fermava davanti al parcheggio della scuola.
Raccattai le mie cose e scesi dall’autobus seguito da Ashley e dagli altri proprio mentre Alex e tutti i suoi scagnozzi stavano uscendo dall’altro bus.
«Guarda Luke! Ci sono i secchioni. Perché non andiamo a salutarli?» urlò attirando l’attenzione di tutti quelli che erano lì vicino.
«Andiamocene Hannah» sussurrò John, prendendo Hannah per mano e allontanandosi di qualche passo da noi.
«Che stupido» borbottò Zac, mettendosi al mio fianco, come se avesse voluto darmi un po’ di coraggio.
«Muoviamoci». Mac tirò leggermente la mia felpa per farmi indietreggiare.
Forse era una buona idea, ma una piccola parte di me, una parte ribelle che non credevo nemmeno di avere, mi costrinse a rimanere fermo in quel posto. Alex non avrebbe alzato nemmeno un dito contro di noi, c’erano troppe persone attorno; c’erano addirittura il professor Moriarty e la professoressa Cole.
«Guarda chi c’è con i secchioni Kath! C’è Ashley, la capo cheerleader!» ridacchiò Alex facendo starnazzare Kathrina e le altre oche che le erano di fianco. «Da quando una cheerleader sta con i secchioni, Luke? Non si è mai sentita questa cosa». Per far vedere che si stava divertendo lasciò un pugno scherzoso sulla spalla di Luke.
«Andiamocene» sussurrò Ashley appoggiando la sua mano sul mio braccio.
«Chissà di che cosa avranno parlato questa notte, eh Luke? Magari di quelle cose che piacciono tanto a loro, di fumetti o di film con spade laser» continuò, schernendoci, mentre prendevamo le nostre borse per andarcene.
«No-non as-as-ascoltarlo A-A-Ashley». Non mi interessava nulla di tutto quello che Alex stava dicendo. Ero abituato a sentire quelle stupide battutine.
Qualcosa mi diceva però che quella volta quelle frecciatine erano rivolte ad Ashley. Voleva offenderla, e questo mi faceva infuriare.
Non ero così cavaliere però da sfidare Alex, che aveva il triplo dei miei muscoli inesistenti.
«Devo dire che ti fa bene rimanere con i secchioni Ashley, voglio dire… stai quasi perdendo l’aria di bionda svampita che avevi. È un bene, no?» strillò seguendoci.
Non feci nemmeno in tempo a girarmi per guardarlo e dirgli di smetterla che Ashley si era avvicinata a lui.
«Senti, idiota, smettila di offendere chi è più intelligente di te. E forse sì, sto perdendo l’aria da bionda stupida che avevo prima, e ne sono felice, sai? Così almeno riesco davvero a vedere quanto piccolo sia il tuo cervello. Anzi, scusami, non solo il tuo, anche di tutte le persone che ti stanno attorno. E per favore, smettila di voler attirare la mia attenzione o l’attenzione degli altri su di te, perché comincio davvero a stancarmi. Se dici di nuovo qualcosa contro di noi, sappi che mi vendicherò, ok? Credo di avere materiale a sufficienza per farti espellere da scuola, perché a questo punto non ti è bastato perdere il tuo posto in squadra dopo quello che hai fatto». Per marcare ancora di più il concetto gli tirò uno schiaffo improvviso.
«Uuhh» ghignò Zac portandosi una mano davanti alle labbra per nascondere la sua risata.
«Io la amo» borbottai continuando a guardare Ashley con aria sognante.
«Ragazzi, possiamo andare a casa? Mia mamma mi aspetta». Ash ci guardò e cominciò a incamminarsi verso la mia macchina come se non fosse successo nulla.
«Muovetevi» bisbigliò Mac, seguendo Ashley.
Senza dire una parola io e Zac cominciammo a seguirle, evitando di prestare troppa attenzione ad Alex e ai suoi scagnozzi che ci stavano guardando.
Se gli sguardi avessero potuto uccidere, in quel momento, probabilmente, saremmo morti.
Aprii il bagagliaio della macchina e velocemente appoggiai alcune delle nostre borse; poi, salii in auto seguito dai ragazzi.
Non sapevo se fosse meglio evitare di accennare a quello che era appena successo o se fosse il caso di chiedere ad Ashley se era tutto ok.
«Tutto bene, Ash?». Mac mi precedette e la ringraziai mentalmente per aver rotto quel silenzio imbarazzante.
«Certo. Spero solo che la smetta di rompere una volta per tutte, perché comincio a non sopportarlo più. Mi dispiace ragazzi, è un idiota e me ne sto rendendo conto solo ora».
Riuscii a notare il suo sguardo abbassarsi attraverso lo specchietto retrovisore.
«Non fa niente Ashley. Si è sempre comportato così con noi» spiegò Zac, cercando di farle capire che non era colpa sua.
«Ecco, questo mi fa stare ancora più male. Mi dispiace ragazzi» tornò a dire Ashley, guardandoci uno alla volta.
«T-t-t-tu stai be-be-bene?» domandai quando Ashley posò lo sguardo su di me.
«Sì, credo di sì. Non ci faccio più caso. Ho solo voglia di distrarmi, non ci voglio pensare». Scosse leggermente il capo come se avesse voluto scacciare il brutto pensiero.
«Vuoi che organizziamo una serata di supporto morale? Chiamo anche John e Hannah se ti fa piacere». Zac prese il cellulare ancora prima di aver finito di parlare per chiamare John, che era andato a casa con Hannah.
«No, ragazzi scusate, ma non ho voglia di film oggi. Mac, verresti a fare una passeggiata in spiaggia con me?». Rivolse uno strano sguardo a Mac che annuì cercando di sorridere per rassicurarla. «Grazie» sussurrò poi, appoggiandole la mano sulla gamba.
«Oh, ho capito, è una cosa tra ragazze, eh? Dovete sparlare di noi?». Zac cercò di far sorridere Ashley, e ci riuscì.
«Esatto. Non sai che cosa diremo di voi» ribatté Mac, prima di tirargli una leggera pacca sulla spalla.
«Francis, che ne dici se facciamo una serata per soli uomini? Io, tu, John se vuole. A casa tua o a casa mia… i tuoi sono a casa?». Zac si appoggiò al finestrino con il capo per guardarmi.
«Io… credo che Chris sia a casa, quindi sarebbe meglio non fare a casa mia, sai com’è. Anche se credo che questa sera debba uscire» dissi senza pensare che dietro di me c’era Ashley, e che probabilmente non sapeva che i nostri fratelli erano stati migliori amici al liceo e ancora si trovavano per uscire qualche weekend.
«Chris? Quel Chris Hudson? Il quaterback della scuola? Quello che assieme a mio fratello ha portato la squadra alla vittoria delle regionali?». Ashley si appoggiò con il mento al mio sedile, continuando a guardarmi attraverso lo specchietto retrovisore.
Cavolo.
Anzi, merda.
Cosa dovevo dire?
«Non lo sapevi che era il fratello di Chris Hudson?» intervenne Mac, salvandomi.
Santa, santa donna!
«Avrei dovuto?». Ashley sembrava confusa.
«Non hai mai sentito il professor Moriarty dire che non ha i geni degli Hudson perché non è nemmeno lontanamente figlio dell’allenatore Hudson?».
Sospirai sollevato quando mi resi conto che anche Zac stava reggendo il gioco.
«Io non faccio la lezione del professor Moriarty con voi, forse è per questo. Ora che lo so però… Francis, non assomigli nemmeno un po’ a tuo fratello, anche se è da molto che non lo vedo». Ashley continuava a scrutarmi attraverso lo specchietto, forse per trovare qualche tratto in comune con Chris.
«No-no-non sei la pr-pr-prima che lo di-di-dice» borbottai sistemandomi gli occhiali sul naso.
«Io trovo che il colore degli occhi e dei capelli sia simile». Zac sbadigliò quando rallentai davanti a casa di Ashley.
«Mac, scendi qui o ti porto a casa?». Non mi era ancora chiaro quello che aveva intenzione di fare.
«Credo sia meglio che prima faccia un salto a casa, sono sicura che Sally sta chiedendo a mamma quando torno» ridacchiò spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Ci vediamo alle cinque in spiaggia, davanti alla torretta, che ne dici?» propose Mac, guardando Ashley che si stava slacciando la cintura di sicurezza per scendere.
«Va bene, a dopo allora. Ragazzi, ci vediamo domani. Francis, grazie per il passaggio».
Mi sorrise mentre borbottavo un «prego» che probabilmente non fu nemmeno in grado di sentire.
Perché Ashley si comportava normalmente?
Voleva davvero dimenticarsi del nostro bacio a Stanford?
Scese dalla macchina prendendo la sua borsa dal bagagliaio e ci salutò.
«Grazie per avermi salvato, ragazzi» borbottai sospirando e ripartii.
«Figurati». Zac ammiccò prima di guardare Mac che stava giocherellando con una ciocca di capelli.
«Non c’è problema Francis. Quando vuoi».
«Mac?». Zac si allungò verso di lei, sistemandosi meglio sul sedile.
«Mhm?». Mac alzò improvvisamente lo sguardo, curiosa di sentire che cosa Zac avesse da dire.
«Di che cosa parlerete in spiaggia? Del bacio di Francis e Ashley?» ghignò tirandomi una pacca sulla spalla.
«Zac» sibilai stringendo il volante per resistere all’impulso di strozzarlo.
«No, dico davvero, voglio sapere. Come ci si sente Francis? Sei arrivato in prima base con una cheerleader. È un lusso che solo un quaterback può permettersi». Non la smetteva di prendermi in giro, e questo non mi piaceva, proprio per niente!
«Zac, ti ripeto che non è stato un vero bacio. Semplicemente ha appoggiato le sue labbra alle mie» puntualizzai, arrossendo al ricordo del nostro bacio.
«In ogni caso non è stato un incidente, non sei caduto sulle sue labbra o ci hai sbattuto contro, questo vuol dire che è stato consensuale. Quindi è un bacio». Zac incrociò le braccia al petto, non prendendo nemmeno in considerazione l’opportunità di scendere, nonostante fossi fermo davanti a casa sua.
«Zac… non dire mai più una stupidata del genere in mia presenza. Sai che cosa sta passando Ashley? Credi sia facile per lei? Solo perché tu sei un maschio e pensi o fai una cosa per volta non vuol dire che una donna faccia lo stesso, anzi, casomai è il contrario. Ashley ha milioni di pensieri che la bombardano, e non è facile. Tu non resisteresti nemmeno cinque minuti nella testa di una ragazza» ridacchiò Mac, punzecchiandolo.
«Guarda che riesco a pensare a più cose assieme. Per esempio ora sto parlando con te, ma penso alle prove della banda che ci sono domani sera e anche quando posso prenotare una sala per andare a vedere Thor. Quante donne credi sappiano pensare tre cose assieme? Nessuna». Voleva darsi un’aria da duro, e come al solito faceva lo spavaldo.
Zac era sempre comico quando discuteva con Mac su quei discorsi maschilisti e femministi.
«Una donna pensa tre cose contemporaneamente solo mentre dorme, Zac».
Qualcosa mi diceva che la discussione era solo all’inizio.
«Ok, ragazzi che ne dite di discuterne un altro giorno? Zac, perché non entri in casa e ci vediamo questa sera? Magari fammi sapere se viene anche John, ci vediamo a casa tua per le nove, che ne dici?» domandai, sperando di salvarlo dallo sguardo infuocato che Mac gli stava lanciando.
«D’accordo. Ci vediamo Francis. Oh, Mac?» mormorò aprendo lo sportello della macchina per scendere.
«Sì?». Mac si piegò leggermente in avanti, per sentire meglio quello che Zac voleva dirle.
«Ti ho battuta, non sei imbattibile. Dovresti ricordarlo». Le fece l’occhiolino prima di chiudere la portiera e cominciare a camminare verso la porta di casa sua.
«Mio Dio» sussurrò Mac, strofinandosi il viso con le mani.
«Mac, tutto bene?» chiesi, girandomi a guardarla.
Perché era di nuovo diventata rossa?
«Certo, perché?». Sembrava una domanda retorica.
«Posso chiederti una cosa?». Mi fermai davanti al semaforo rosso.
«Sicuro Francis, lo sai» sospirò, spostandosi sul sedile per avvicinarsi al mio.
«Ecco… non è che ti piace Zac, vero?». Un sussurro che forse nemmeno aveva sentito.
Un sussurro che sicuramente non aveva sentito.
Altrimenti avrebbe risposto, no?
Invece continuava a rimanere zitta e ferma, senza sbattere nemmeno gli occhi.
Poi, improvvisamente cominciò a gridare.
«Ma si può sapere perché tutti mi chiedete se mi piace Zac? Vi siete messi tutti d’accordo? Prima Ashley, adesso tu. Che diavolo avete tutti? Mac, ti piace Zac?» mi fece il verso facendomi sorridere.
«Scusa» mormorai, continuando a chiedermi perché non mi avesse risposto.
«Non fa nulla. Immagino sia stata Ashley a dirti questa cosa, no? Si è creata una sua storia che mi ha ben illustrato ieri sera». Il momento di sfogo era passato.
«Sì, è stata lei» confessai, continuando ad aspettare un «non mi piace» da parte di Mac che tardava un po’ troppo ad arrivare.
«Non avevo dubbi» ridacchiò prima di ritornare seria. «Francis, tu come stai?». Improvvisamente sentii la sua mano sulla mia spalla, come se avesse voluto darmi un po’ di forza.
«Bene, perché?» mentii, aumentando la presa sul volante.
«Non mentire con me, lo sai che non ci riesci. Dimmi la verità» sussurrò stringendo un po’ di più la mano.
«Come vuoi che stia Mac? Mi ha baciato, diciamo così, e subito dopo è scappata. Mi ha detto che tutto quello che abbiamo fatto a Stanford rimane lì, quindi era un modo carino per dire che quel bacio non c’è mai stato, non trovi? Cavolo, era il mio primo bacio, è il mio primo bacio. Si suppone che uno lo conservi come un ricordo bello, imbarazzante magari, ma non come qualcosa da dimenticare perché dato per sbaglio. E il bello è che io non so cosa fare! Come faccio a dimenticarmi che mi ha baciato? Mac, le sue labbra erano sulle mie, capisci?». Fermai la macchina davanti a casa sua, slacciandomi la cintura di sicurezza e appoggiando la schiena sul volante per guardarla.
«Non è facile per te ma non è facile nemmeno per lei, prova a metterti nei suoi panni Francis».
«Dimmi perché non è facile per lei, perché proprio non riesco a capirlo. Che cosa le dà fastidio? Il fatto di aver baciato il ragazzo più sfigato della scuola? O il fatto che continua a dire di avermi baciato senza che io le rispondessi?». Cominciavo lentamente a lasciarmi andare, a dire tutto quello che avevo accantonato dentro di me da quella mattina.
«Francis, deve fare chiarezza sui suoi sentimenti, su quello che prova e su quello che veramente vuole. Non è facile per lei. Le sono successe un sacco di cose in poco tempo. Era popolare e aveva una vita sociale, ora si ritrova da sola, con un gruppo di nerd che ha sempre snobbato». Era seria, quasi preoccupata.
«La stai addirittura difendendo?» chiesi allibito, non capendo perché Mac difendesse Ashley e quel suo strano modo di fare.
«Non la sto difendendo Francis, non c’è niente da difendere. Ti sto solo dicendo che bisognerebbe vedere le cose dal suo punto di vista. Forse era in un momento di debolezza, forse voleva davvero baciarti. Lei non lo sa ancora, deve capire quello che vuole. Tu devi solo avere pazienza».
Be’… non volevo più avere pazienza!
Avevo pazientato per quasi diciotto anni!
«Forse non voglio più aspettare, ok? Mi ha baciato, e adesso comincio a confondermi anche io. Una parte di me continua a dirmi che ci vuole tempo e che devo cercare di rispettare le sue scelte, l’altra però continua a chiedersi perché deva offendermi in questo modo». Mi sistemai gli occhiali schiarendomi la voce.
«Non ti sta offendendo Francis, non lo farebbe mai. Oggi pomeriggio le parlo, ok? Se poi c’è qualcosa che devi sapere te lo dico, ma non voglio fare la spia. Mi dispiace ma non aspettarti che ti dica tutto quello che mi dice, perché la tradirei. Tu sei mio amico, ti voglio bene; ma lei adesso ha bisogno di fidarsi di qualcuno, e io non posso negarglielo».
C’era qualcosa in Mac che continuava a farmi capire quanto fosse speciale.
«Grazie, per tutto» mormorai allungando la mano verso di lei.
«Non devi ringraziarmi Francis. Non lo faccio per farti un piacere, lo faccio perché voglio». Sorrise appena, stringendo la mia mano. «E adesso vado, altrimenti mamma e Sally impazziscono» sogghignò prendendo la sua borsa e scendendo dall’auto.
«Salutami la piccola peste» strillai quando ormai era a metà del vialetto.
«Va bene» urlò di rimando mentre la porta di casa si apriva e Sally la abbracciava facendola vacillare appena.
«Ciao Francis» strillò Sally agitando la sua manina.
La salutai prima di ripartire e riuscii a vedere Mac che le scompigliava i capelli prendendola in braccio e lasciando la borsa in giardino.
Mac adorava sua sorella.
Anche se Russel, il loro padre, le aveva abbandonate dopo la nascita di Sally, ero sicuro che quella bambina avesse, da parte di Mac e di sua mamma, tutto l’amore di cui aveva bisogno.
 
Quando arrivai a casa, dopo aver salutato mamma e Chris, andai in camera mia per riposare un po’ e recuperare, almeno in parte, le energie che non ero riuscito ad accumulare durante la notte precedente.
Non ci riuscii però, visto che Zac chiamò a casa perché non rispondevo al cellulare.
Quella sera ci saremmo trovati a casa sua, assieme a John e Hannah.
«Moccioso, ma ti vedi ancora con quei tuoi amichetti sfigati della banda?». Chris mi spintonò cominciando a ridere.
«Sì. E sai una cosa? Adesso c’è anche la sorella di Eric». Così almeno avrebbe smesso di prendermi in giro.
«Sì, come no! La sorella di Eric! È la capo cheerleader se non sbaglio» cominciò a ridacchiare, credendo che lo stessi prendendo in giro.
«Certo, ma viene alle nostre serate e stanotte ha dormito in camera con Mac». E mi ha anche baciato.
«E come mai? Non è assieme al quaterback? Il moretto che dicono sia il peggiore degli ultimi anni?». Esultai mentalmente quando offese in quel modo Alex.
«Credo si siano lasciati, ma non lo so… è una storia che non ho capito e non ho chiesto». Non volevo mettere nei pasticci Ashley.
Sapevo che Eric era abbastanza protettivo nei suoi confronti; magari Ashley non aveva detto nulla a lui del tradimento per paura che potesse in qualche modo farla pagare ad Alex.
Non che l’idea non mi allettasse, ma non erano affari miei.
«Be’, è una bella ragazza. Potresti farci un pensierino. Il problema è che non si accorgerà mai di uno come te, mi dispiace moccioso». Batté la mano sulla mia spalla per consolarmi.
«Non c’è problema». “Tanto l’ho già baciata” pensai.
«Drew». Odiavo quando Chris chiamava mamma per nome. «Esco con Eric. Faccio tardi e non so a che ora torno». Non si avvicinò nemmeno per abbracciarla, le fece un cenno con il capo prima di passare a salutare papà che stava guardando una partita in TV.
«Francis, tesoro, devi uscire anche tu, vero?» si informò mamma, sorridendo sotto i baffi.
Non sapevo perché ma qualcosa mi diceva che era un bene.
«Sì, ma torno presto e comunque dormo a casa». Meglio mettere in chiaro le cose, per evitare situazioni spiacevoli.
«Certo tesoro. Buona serata». Mi baciò una guancia prima di sgattaiolare in sala e bisbigliare qualcosa a papà. Li sentii ridacchiare e, dopo essermi passato la mano tra i capelli, uscii.
Quando arrivai a casa di Zac, John era già arrivato.
«Hannah?» domandai, sedendomi nel divano con un sospiro.
«Non viene. È occupata e preoccupata. Il ballo di primavera è tra due mesi e hanno cominciato oggi a lavorarci su. Ha detto che verrà uno schifo. Credo che la vedrò pochissimo da domani» disse John triste, abbassando lo sguardo sulle sue mani.
«Il ballo di primavera. Il nostro ultimo ballo di primavera» borbottò Zac, cominciando a divorare delle patatine.
«Da come ne parli Zac, sembra quasi che tu voglia andarci» scherzai, punzecchiandolo.
«Certo che voglio andarci. È la nostra ultima occasione di partecipare al ballo di primavera del liceo. Perché, voi non volete andarci?». Alternava lo sguardo tra me e John, stupito dal fatto che entrambi non saltellassimo in giro per la stanza pensando al ballo di primavera.
«Io credo di passare. Non mi sembra il momento migliore per andare al ballo di primavera» mormorai, prendendo qualche patatina.
«Io devo andarci. Hannah mi lascerà se non la accompagno». John sembrava un uomo pronto al patibolo.
Zac si alzò dal divano e si diresse verso la cucina.
Probabilmente per prendere qualcosa da bere.
«Su con la vita John, ti accompagneremo noi! Francis, la tua donna sa che non vuoi portarla al ballo di primavera? Sai che di solito viene eletta reginetta» strillò dalla cucina. La sua voce arrivò storpiata, come se avesse parlato con la testa dentro al frigo.
«Primo: Ashley non è la mia ragazza, e secondo non credo che lei voglia andare al ballo di primavera». Probabilmente non era nella lista delle sue cose da fare.
L’ultimo ballo a cui aveva partecipato era stato quello di Halloween, e tutti sapevamo come l’aveva trascorso.
«Francis, è una ragazza. Tutte le ragazze vogliono andare al ballo di primavera, mettere un vestito elegante, un paio di scarpe con i tacchi e un po’ di trucco. Tutte vogliono sentirsi dire che sono belle. Be’, forse Mac no» concluse ridacchiando e cominciando a sorseggiare un po’ di aranciata.
«Dovresti smetterla di trattarla in questo modo. Non è bello sentire che la offendi sempre». In fin dei conti anche Mac aveva dei sentimenti. Anzi, forse Mac soffriva molto più degli altri quando la si prendeva in giro.
«Non la offendo, ma… andiamo! Riesci a immaginarti Mac truccata e vestita elegante? Lei è una che non ha nemmeno una gonna nel suo armadio e l’unica cosa femminile che fa è tingersi i capelli». Fece spallucce, continuando a sorseggiare la sua lattina.
«Sai Zac, credo anche io che delle volte tu dica delle cose molto cattive a Mac, non se le merita» bofonchiò John, aprendo una lattina di cola.
«Ma perché la difendete? Non capite che anche lei mi offende? Ci vogliamo bene, è il nostro modo per…». Non completò la frase perché qualcuno suonò alla porta.
«Chi stai aspettando?» chiesi, guardando Zac che si alzava goffamente dal divano per andare ad aprire.
«Nessuno. Magari è Hannah» ipotizzò pulendosi le mani sui jeans prima di aprire la porta. «ma guarda un po’! Parli del diavolo…».
Mac e Ashley entrarono sorridendo.
«Ciao ragazzi…passavamo di qua» disse Mac facendo un gesto con il capo per salutarci e sedendosi di fianco a me.
«Possiamo dire addio alla nostra serata per soli uomini» si lamentò Zac, facendo ridere Ashley.
«Scusateci, pensavamo ci fosse anche Hannah ed eravamo venute a salvarla» si giustificò sorridendomi.
«A-a-a-avete fatto be-be-bene». Mi spostai un po’ più verso il bordo del divano per lasciarle un po’ di spazio di fianco a me.
«Allora? Avete spettegolato abbastanza oggi in spiaggia?» chiese Zac curioso, forse aspettandosi che le ragazze dicessero qualcosa.
«» ribatté un po’ troppo velocemente Mac.
Sembrava volesse zittire Ashley.
«A dire la verità no. È arrivato mio cugino e si è messo a parlare con noi, così non siamo riuscite a dire nulla. Poi non se ne voleva più andare… e credo di avere capito il motivo…». Lasciò la frase in sospeso, alzando un sopracciglio e guardando Mac divertita.
«Perché?». John sembrava annoiato.
«Qualcuno qui ha fatto colpo…» cantilenò Ashley, prima di prendersi un leggero schiaffo sulla gamba da Mac.
«Tu piaci a tuo cugino?». Zac era allibito.
«No, che cosa dici? Finn continuava a guardare Mac, e devo dire che ha fatto un po’ troppe domande su Mac per i miei gusti». Ashley era divertita dalla cosa.
Non si poteva dire lo stesso di Mac, però.
Era diventata tutta rossa e si stava mordicchiando un labbro, imbarazzata.
«Aspetta». Zac cominciò a ridere tenendosi una mano sullo stomaco, « fammi capire, a tuo cugino piace Mac?». Era allibito e divertito.
«Che cosa c’è di male? Mac è una bellissima ragazza». Ashley diventò improvvisamente seria.
«Lasciamo perdere, ok?». Mac sembrava infastidita da qualcosa.
Si poteva capire dal tono che aveva usato, sembrava voler rimproverare Ashley.
«Sì, ma voglio dire… è Mac!». Probabilmente questa sembrava una spiegazione plausibile a Zac, visto che continuava a ripeterlo.
«Lo so che è Mac. È stata lei che gli ha chiesto di dirle che significato avesse il tatuaggio. E lui sembrava molto felice di farle vedere anche gli altri» sbottò Ashley, incrociando le braccia al petto.
«Ha addirittura dei tatuaggi? Ma quanti anni ha?» chiese Zac tornando serio.
«Tre in più di noi, e fa il surfista. Tanto lo vedi domani perché viene a prenderci a scuola. Ci porta in spiaggia così guardiamo lui e i suoi amici che fanno surf».
Zac spalancò gli occhi sorpreso e Ashley sorrise quasi vittoriosa.
Che diamine stava succedendo?
«Vai in spiaggia? Ma tu odi il sole e la sabbia». Cominciò a mangiare di nuovo qualche patatina e Mac sbuffò.
«Non è vero che odio il sole e la sabbia. Siete voi che non volete mai uscire e preferite leggere un fumetto. Comunque non voglio più parlare di questa cosa, visto che Ashley si è inventata tutto…». Mac fulminò Ashley con un’occhiataccia e poi guardò John. «Hannah come mai non è venuta?».
«Perché deve preparare tutto quanto per il ballo di primavera. Ha detto che l’anno scorso si sono impegnati molto di più». John aveva esitato nel dire ‘ballo di primavera’, probabilmente perché aveva paura della reazione di Ashley.
«Il ballo di primavera…» sussurrò Ashley abbassando lo sguardo.
«Che ne dite se ci andiamo tutti assieme? John deve andarci per forza e noi non possiamo lasciarlo da solo, no?» propose Zac, cercando di riportare il morale a un livello un po’ più alto.
«Ecco… io…» balbettò Ashley, forse cercando una scusa.
«Potremmo andarci, no? Tutti assieme, come una squadra di amici». Mac aveva scelto con troppa cura le parole.
«S-s-s-sì, mi sembra una buona idea» dissi per sostenere Mac.
Non sapevo che cosa si fossero dette in spiaggia, ma forse Mac mi aveva fatto capire che per il momento Ashley aveva ancora le idee un po’ troppo confuse.
O forse mi vedeva solo come un amico, cosa molto più probabile.
«D’accordo. Ci andremo tutti assieme, e ci vestiremo eleganti». Ashley riacquistò subito il sorriso, al contrario di Mac, che inorridì.
«Noi ragazzi non ci dobbiamo vestire eleganti, almeno non come al prom». Zac rabbrividì al pensiero di un completo elegante.
Il prom.
Oddio, mancavano pochi mesi per il nostro ultimo ballo.
Non volevo pensarci però.
Prima c’era il ballo di primavera.
«D’accordo, tutti assieme» disse John, decisamente più sollevato.
«» gli feci eco, sorridendo felice.
«Io non mi metterò nessun vestito, e nemmeno un paio di tacchi, sia chiaro» borbottò Mac, facendomi ridere.
«Oh, zitta! Tu ti vestirai come dico io, anche perché inviteremo anche Finn! Sarà felice di accompagnarti, vedrai!». Ashley sembrava al settimo cielo. «Ho già in mente il tipo di vestito adatto a te, sarai bellissima, puoi scommetterci». Continuava a squadrare il corpo di Mac, come se si fosse immaginata il vestito addosso a lei.
«Mi fai paura quando dici così». Mac rabbrividì facendoci ridere tutti quanti.
«Andiamo, sarai bellissima! Oddio». Ashley si portò una mano davanti alle labbra, spaventata. «Devo assolutamente tornare a casa per salutare Eric. Riparte questa sera, anzi, riparte tra mezz’ora. Mac, ti dispiace se andiamo?». Ashley si alzò, cominciando a camminare verso la porta.
«No, non c’è problema, ti accompagno, ragazzi, ci vediamo domani».
Mac ci salutò seguendo Ashley, ma tutti e tre udimmo la voce di Ash che strillava dal giardino di Zac «Muoviti, forse riesci a vedere di nuovo Finn» e subito dopo scoppiò a ridere.
Sentimmo tutti e tre anche le imprecazioni di Mac che iniziò a urlare una volta chiusa la grande porta a vetri alle sue spalle.
 
 
 
 
 
Buongiorno ragazze!
Prima di tutto, per quelle che non sono né tra i miei amici in FB né nel gruppo spoiler… scusate per il ritardo.
Come ho più volte detto in FB ho avuto dei problemi e avevo avvertito che gli aggiornamenti sarebbero stati sospesi fino a tempo indeterminato.
Credo di poter dire che da adesso si ricomincerà a postare ogni settimana, spero.
Durante la mia assenza dai nerd e da Robert e Aileen ho postato una OS demenziale in risposta a una di Cris… la mia OS si chiama “Mine is bigger” ed è con Robert Pattinson. Se volete farvi due risate (Spero) fateci un salto.
Ho postato la foto di Finn in FB e ho notato con molto piacere che ha riscosso molto successo! :P siete assatanate! :P

Ho indetto un contest, se volete partecipare trovate tutte le regole QUI, potete farlo anche se non avete mai commentato ma solamente letto, mi farebbe davvero piacere!

Come al solito mi trovate QUI per il profilo e QUI  con il gruppo spoiler.
A venerdì prossimo, spero!
Un bacione!

   
 
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