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Autore: Giulz95    16/10/2011    0 recensioni
Una storia che inizia come tante altre.
Lei, cinica, fredda e distaccata, intollerante alla vita. Lei che si rifugia nei libri, lei che sorride poco, lei che i ragazzi servono solo al sesso. Perché lei, con l'amore, ci ha già avuto a che fare. E non le piace per niente il modo in cui l'amore cambia le persone.
Lui, lui che sogna, che vive con la testa fra le nuvole, che va dritto per la sua strada ma che inciampa spesso. Lui che ha bisogno di lei, lui che la vuole ad ogni costo.
Lui che ama l'amore.
Cosa succede quando due mondi opposti collidono, creando un vortice di passione e lacrime?
Cosa succede quando due giovani cuori scoprono di essere uno complementare all'altro?
Cosa succede quando dopo tanto tempo ritorni a vivere?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-Cibo. Ho bisogno di cibo unto, croccante e, slash, o cioccolatoso.-
-Ge', sono le undici del mattino.-
-Devo riprendermi.- Mi dice mentre siamo in fila alle macchinette del liceo. -Sono reduce da una versione a dir poco devastante.-
-Oh, ci credo.- Le sorrido, prima di beccarmi una spallata assurda da un tipo che mi passa di fianco come una scheggia e si piazza proprio davanti a me e alla mia migliore amica. No, scusami?
-Hei, mai sentito parlare di "fila"?- Lo sguardo di ghiaccio della mia amica non riesce a fermare la mia lingua fetente. Il tizio si gira, mi guarda strafottente e sghignazza.
-Mi stavano tenendo il posto. Vero?- Finisce poi guardando il ragazzo di fianco a lui, che mi è vagamente familiare.
-Ciao gattina!- Mi sorride. No aspetta. Chi diavolo sei? Gessica si gira verso di me, soffocando una risata.
-Ci conosciamo?-
-Sabato sera... Sono Marco.-
-Ah, sì. Ciao.-
-Ecco, mi stava tenendo il posto. Però se mi convinci potrei farti passare avanti...- 
-No, grazie.- Gli sorrido. Odio quelli così, che sfruttano il loro discreto aspetto fisico per fare i galletti alle macchinette.
-Ge', andiamo?-
-Ma la mia merenda...-
-E muoviti!- La spingo fuori dalla fila, trascinandola sotto la scala antincendio, nel cortile. -Che cazzo di nervoso! Ma chi si crede di essere?-
-Ma non era male, gattina!-
La guardo fulminandola, prima di sospirare rassegnata e tirare fuori il pacchetto di Malboro e passaglierne una. -Metti in bocca questa e stai zitta.-
-Lo sai che ti voglio bene.- Sorride, accendendosi la sigaretta e sedendosi sulla scala. -Allora, cos'è sta storia della gattina?-
-I compiti di latino. Porca merda, ho dimenticato a casa il quaderno.-
-Te lo sei fatto?-
-Sabato sera. Non pensavo venisse qui a scuola. Cazzo, come faccio?-
-Ci parli, gli chiedi il numero e te lo fai di nuovo. Poi si vedrà.-
-Ma non quello, cretina, i compiti! Mi sono giocata tutti i jolly con la Molino!- 
-Sì sì, cambia discorso...- Fa cadere la cenere a terra prima di prendere un lungo tiro di fumo e lasciare che scivoli nei polmoni.
-Vuoi vedere una cosa figa?-
-Vai.-
Si guarda intorno, prima di sorridere e sparare fuori il fumo dalla bocca con un rumore alquanto molesto. Scoppiamo a ridere come due cretine, senza accorgerci che la Scotti, la professoressa di religione dell'istituto, è comparsa proprio dietro di noi.
-Nolè! Ma come si permette?!-
-Scusi prof, mi è scappato.-
-Una signorina come lei!-
-Oh, prof! Proprio lei non riconosce un canto celestiale come questo? Ma non ha sentito che melodia angelica? Questa ragazza è la voce di Dio!-
Scoppiamo di nuovo tutte e due a ridere, coprendo con la risate i rimproveri della suora, che rientra nell'atrio sbattendo la porta antincendio.
-Devi insegnarmi a farlo, Ge'!- Le dico poi, con le lacrime agli occhi.
-Quando vuoi, gattina.-
-E smettila di chiamarmi così!-
-Miao.- La campanella suona, costringendoci a tornare nelle rispettive classi. 
-Ci vediamo stasera?- Mi chiede, prima di allontarsi lungo il corridoio.
-Occa.-
Mentre salgo la seconda rampa di scale, sento qualcuno chiamarmi dal piano terra. Mi giro, e senza sorprendermi più di tanto, mi ritrovo il tizio arrogante delle macchinette con gli occhi puntati su di me, in un ghigno alquanto irritante.
-Cosa vuoi?-
Mi sventola davanti agli occhi un kinder bueno sorridendomi. Ma per piacere...!
-Dividi?-
-Scordatelo. Non sei nemmeno lontanamente simile ad Andrew Howe. Puoi mangiarli tutti e due. Buona giornata.-
Mi guarda perplesso. Toh, hai visto? Non tutte cascano ai piedi dei tuoi riccioli. Torno in classe prima che possa raggiungermi, fiondandomi di fianco a Roberta, che intanto sta beatamente azzannando uno dei rinomati muffin ai mirtilli di sua madre.
-Che faccia! Che ti è successo?-
-Taci e dammi un pezzo di muffin.-
-Ah!- Sorride con la bocca piena, allontando quella succulenta meraviglia nella sua mano. -Mio.-
-Egoista bastarda.-
-Ti voglio bene anche io, tesoro.-
Ridiamo insieme, mentre la Molino entra in classe sedendosi dietro alla cattedra, seguita da Pabo, uno dei miei scarsissimi amici di sesso opposto, che invece di sedersi in seconda fila si avvicina al mio banco, lasciandomi qualcosa nell'astuccio.
-Cos'è?-
-Me l'ha passato un amico e mi ha detto di darlo alla mora con un pessimo carattere che sta in classe con me.-
-E tu chiaramente hai pensato subito a lei, no?- Si intromette Bobbie, ingurgitando l'ultimo pezzo di muffin. Lo ripeto, che egoista. Pabo fa spallucce, tornando a sedersi in seguito al rimprovero della prof, evidentemente disturbata dall'unico ragazzo in piedi in tutta la classe e da "quelle due disgraziate che cantano durante la sua lezione". 
-Beh? Cos'è?- Mi chiede Bobbie, impaziente.
Apro l'astuccio e quello che ci trovo dentro mi manda quasi in bestia. Prendo il biglietto nel quale è avvolta la stecca di cioccolato e lo leggo sussurrandolo.
-Non preferiresti qualcosa di più sfizioso ad Andrew Howe?-
Oh mio Dio.
-Ahah! Ma chi è che te l'ha scritto? E cosa c'è di più sfizioso di Andrew Howe?!- Si sganascia la mia compagna di banco, cercando di non farsi sentire dalla Molino, che ha già cominciato a spiegare.
-Uno stupido che è fermamente convinto che gliela smollerò senza opporre resistenza perché si sente un gran pezzo di figo.- Dico scartando il kinder bueno. 
-Me ne dai un pezzo?-
-Stronza, mi hai dato un morso di muffin?!-
-L'ho fatto per la tua linea alquanto precaria.-
-Ma come ti permetti!-
-Voi due, lì dietro, dobbiamo cominciare? Fate silenzio.-
-Scusi prof, ma Gemini ha fatto una battuta poco carina sul mio peso.-
La classe ridacchia, mentre la Molino sorride lievemente, scuotendo la testa in rassegnazione. Facciamo un casino tremendo nelle sue ore, è vero, ma le siamo simpatiche.
Spezzo il kinder bueno in due e ne passo metà a Bobbie, che sghignazza abbassando la testa sul libro di letteratura.
 
  
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