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Autore: millyray    20/10/2011    5 recensioni
Ariel Martinez arriva ad Hogwarts per frequentare il quarto anno. Ma sembra nascondere un segreto, oltre al fatto che deve aiutare Harry Potter a sconfiggere il Signore Oscuro. Chi è in realtà? Da dove viene? Chi è la sua famiglia? (Storia ispirata a Came back to the hell di Ino Chan).
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO QUATTRO

“Ariel… Ariel svegliati”. Ginny cercava di svegliare la sua nuova amica scuotendola sempre più forte ma la bionda sembrava proprio non volersi svegliare.

“Ancora cinque minuti, Vicky”. Bofonchiò dopo un po’ Ariel girandosi dall’altra parte, mentre Ginny sbuffava.

Era passata ormai una settimana da quando la ragazza era arrivata ad Hogwarts e poteva quasi dire che Ginny era diventata la sua migliore amica lì. Si era avvicinata abbastanza anche al trio benché non avessero ancora intrapreso quella confidenza che invece avevano loro tre, ma d’altronde, era un po’ difficile dato che lei era più piccola di loro e non seguivano nemmeno le stesse lezioni. Però ogni volta che incrociava Harry si salutavano piuttosto allegramente e magari scambiavano un paio di parole. A volte poi, le capitava di mettersi a pensare a lui quando era da sola, ma forse soltanto perché la sua missione era quella di aiutarlo e quindi la sua attenzione doveva essere rivolta a lui per forza. Però… però, quando pensava a lui non lo pensava come ad una missione, pensava a lui come… non riusciva a descriverlo nemmeno lei.

Dopo un po’, decise che era ora di alzarsi e scese dal letto con gli occhi ancora gonfi di sonno e i capelli tutti spettinati. Si voltò verso Ginny che era appena uscita dal bagno e la guardò come se la vedesse per la prima volta.

“Ben svegliata, dormigliona!” la salutò allegramente la rossa. “A proposito, chi è Vicky?”

“Mmmm?” bofonchiò Ariel senza capire.

“Prima mi hai chiamata Vicky. Chi è?”

“No, nessuno”. Rispose la bionda cercando di sembrare confusa. Quando aveva troppo sonno a volte non si rendeva conto di ciò che diceva. “Forse stavo sognando”. Aggiunse alla fine vedendo lo sguardo dubbioso di Ginny.

Una volta che si furono entrambe preparate, scesero di sotto per andare nella Sala Grande a fare colazione e si sedettero al loro solito tavolo.

“Secondo me funzionerà benissimo”.

“Sì, ma dobbiamo stare attenti a non farci scoprire”.

“Come se ciò fosse possibile, fratello”.

Stavano dicendo due ragazzi seduti accanto a loro.

“Chi è che non deve scoprirvi?” chiese Ginny rivolta a quei due che avevano entrambi i capelli rossi come lei e Ariel immaginò che dovessero essere Fred e George. Era la prima volta che rivolgeva loro la parola, li aveva intravisti in giro per la scuola ma non ci aveva mai fatto troppo caso. E doveva ammettere che erano proprio identici ed erano anche soltanto dei semplici ragazzi spensierati con la voglia solo di divertirsi e fare scherzi. La ragazza fu colta da un momento di tristezza pensando a tutto quello che era successo e quanto tutti quelli che lei conosceva avessero sofferto.

“Non sappiamo di cosa tu stia parlando, sorellina”. Risposero loro due facendo i finti tonti.

“Ah, non fate quella faccia da ragazzi innocenti. Tanto si sa che voi tramate sempre qualcosa”. Rispose lei in tono beffardo.

“Ma anche se fosse non sono affari tuoi”.

Ginny sbuffò.

“Ciao bionda!” la salutò all’improvviso uno dei due che Ariel non riuscì  a capire se fosse Fred o George.

“Non ci siamo ancora presentati”. Continuò l’altro. “Io sono George e lui Fred”.

“Ma a volte la gente ci confonde quindi non ha molta importanza come ci chiami”.

Ma quei due avevano la mania di finirsi le frasi a vicenda? Si chiese la ragazza.

“Io sono Ariel Martinez”.

“Lo sappiamo!” le risposero in coro i due. “Ti conoscono tutti a scuola”.

Ariel si chiese che cosa avesse fatto per essere già diventata famosa in tutta la scuola; lo era stata anche nella sua, così come i sui fratelli e i suoi amici, ma solo perché loro attiravano sempre l’attenzione, lei invece lì non l’aveva fatto perché per la missione non era una buona idea farsi troppa pubblicità.

“E come mai?” chiese lei curiosa.

“Mah, non so. Forse perché sei bella”. Le ripose Fred. O forse era George.

Ariel sorrise maliziosamente ai due; non era la prima volta che un ragazzo le diceva che era bella, aveva avuto un sacco di spasimanti ma ne aveva scelti pochi.

 

Dopo pranzo, appena aveva finito di mangiare, Harry le si avvicinò per sussurrarle all’orecchio di raggiungerlo al settimo piano, davanti alla Stanza delle Necessità.

Lei allora si alzò poco dopo che lui se ne fu andato e cominciò a dirigersi nel luogo dell’incontro, che sapeva benissimo dove era.

“Ciao!” la salutò lui non appena la vide.

“Ciao!” rispose lei e non poté fare a meno di sorridergli. Si sentiva un po’ nervosa per quello che le doveva dire e aveva il cuore che batteva a mille.

“Ti devo parlare di una cosa importante”.

“Dimmi”.

“E’ un segreto, però”.

Lei annuì per fargli capire che aveva capito e che non lo avrebbe tradito. Per certe cose bastava uno sguardo.

“Quando mi avevi detto che mi credevi sul fatto che Voldemort era tornato beh, ecco… da allora ho cominciato a pensare che forse anche tu saresti stata adatta per entrare in un’organizzazione segreta che abbiamo creato”.

Ariel immaginò che le stesse per parlare dell’Esercito di Silente, lo conosceva dai racconti.

“All’inizio Ron ed Hermione erano stati un po’ dubbiosi ma alla fine hanno accettato anche loro. Volevo chiederti se ti andava di entrare nell’Esercito di Silente. Ci troviamo una volta a settimana nella Stanza delle Neccessità per imparare ad usare degli incantesimi difensivi e di attacco, dato che la Umbridge non ci insegna niente. Così almeno sapremo combattere un giorno che ci troveremo in pericolo”.

Dopo averle detto tutto questo, i due ragazzi rimasero per un attimo in silenzio guardandosi negli occhi, seri, senza lasciar trasparire nulla. Ariel si rendeva conto che il ragazzo le aveva appena confidato qualcosa di importante e non doveva proprio tradire la sua fiducia se no, addio missione e non solo quello… e poi, era vero che la Umbridge non insegnava loro niente e quei ragazzi avevano bisogno di un bravo maestro, avevano bisogno di qualcuno che si fosse trovato a vivere quelle orribile esperienze di vita o di morte, in cui, se ti mancano la prontezza e le capacità, sei fregato. Lei però no. Lei si era trovata parecchie volte in quelle situazioni e ormai conosceva quasi tutti gli incantesimi di attacco che potevano esistere. Però aveva proprio voglia di entrare in quella associazione, perché era una ribelle e trasgrediva spesso le regole e voleva pure mostrare alla Umbridge che c’era qualcuno più furbo di lei. E inoltre, così si sarebbe avvicinata ancora di più ad Harry.

“D’accordo”. Rispose alla fine.

“Entri nell’Esercito?”

“Sì, certo”.

Lui le sorrise.

“C’è qualche prova che devo superare per farne parte?”

“Oh, no. Assolutamente no! Devi solo venire domani sera, dopo cena, in questa stanza. E mi, raccomando, non parlarne con nessuno”.

“Va bene”.

Harry si allontanò mentre Ariel rimase lì ancora per un paio di minuti pensando a quello che era appena successo; doveva considerarsi soddisfatta, si era appena guadagnata la fiducia di Harry e aveva appena trovato un pretesto per stargli ancora più vicina. Però c’era anche qualcos’altro che non la rendeva molto allegra. Per un attimo, solo per un attimo, aveva pensato che le avrebbe chiesto di uscire.

Però lo avrebbe dovuto capire da subito che non poteva essere così, se no non avrebbe fatto tanto mistero, non l’avrebbe portata fino a lì.

SPAZIO AUTRICE MOLTO SODDISFATTA DI QUESTO CAPITOLO

Ehilàààà!!!! Che mi dite?? Vi è piaciuto questo capitolo?? A me sì. Anche Ariel ora entra nell’esercito di Silente. Vediamo come se la cava visto che ha detto di essere così brava.

Siete riusciti a cogliere un altro indizio in merito a questa misteriosa ragazza?? Ogni tanto lascio in giro qualche briciola di soluzione, come Hansel e Gretel che buttano a terra briciole di pane per ritrovare casa. Spero però che le mie non se le siano mangiate gli uccelli xD

Bene bene, il resto dei commenti li lascio a voi spero di avervi soddisfatti anche con questo capitolo.

Un forte abbraccio dalla vostra Millyray J

FEDE15498: ehehe sì, anch’io ho goduto nel descrivere quella scena. La Umbridge mi sta veramente antipatica >.< spero ti sia piaciuto anche questo cap e alla prossima. Un bacio, Milly

PUFFOLA_LILY: ehilà!!! Eheheh, diciamo che quel dibattito tra Ariel e la Umbridge mi è servito per far capire lo spirito combattivo della nostra piccola bionda. Non farti troppe illusioni su lei e Harry però. Un beso, alla prossima. Milly.

STEFANMN: uuuh, sono felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e spero anche questo. E tranquillo, stronzo non è una parolaccia. Spero di risentirti, un bacio, Milly.

INO_CHAN: Piton una bomba sexy?? O.O no assolutamente no!!! Anche a me fa veramente schifo. In realtà non mi sta nemmeno simpatico sebbene alla fine sia stato ‘buono’. Chissà però se indovini sul padre di Ariel. Ehehe, sinceramente anch’io non vedo l’ora di arrivare a quella parte così potrò vedere le vostre reazioni :p. ultima cosa: sì, fai bene a non vedere Ariel e Harry felicemente insieme. Spero di averti soddisfatta anche con questo cap e tranquilla, le tue recensioni mi fanno sempre piacere, anche se scrivi solo due righe. Un beso, Milly.

  
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