CAPITOLO
QUATTRO
“Ariel…
Ariel svegliati”. Ginny cercava di svegliare
la sua nuova amica scuotendola sempre più forte ma la bionda
sembrava proprio
non volersi svegliare.
“Ancora
cinque minuti, Vicky”. Bofonchiò dopo un
po’
Ariel girandosi dall’altra parte, mentre Ginny sbuffava.
Era
passata ormai una settimana da quando la ragazza
era arrivata ad Hogwarts e poteva quasi dire che Ginny era diventata la
sua
migliore amica lì. Si era avvicinata abbastanza anche al
trio benché non
avessero ancora intrapreso quella confidenza che invece avevano loro
tre, ma
d’altronde, era un po’ difficile dato che lei era
più piccola di loro e non
seguivano nemmeno le stesse lezioni. Però ogni volta che
incrociava Harry si
salutavano piuttosto allegramente e magari scambiavano un paio di
parole. A
volte poi, le capitava di mettersi a pensare a lui quando era da sola,
ma forse
soltanto perché la sua missione era quella di aiutarlo e
quindi la sua
attenzione doveva essere rivolta a lui per forza.
Però… però, quando pensava a
lui non lo pensava come ad una missione, pensava a lui come…
non riusciva a
descriverlo nemmeno lei.
Dopo
un po’, decise che era ora di alzarsi e scese
dal letto con gli occhi ancora gonfi di sonno e i capelli tutti
spettinati. Si
voltò verso Ginny che era appena uscita dal bagno e la
guardò come se la
vedesse per la prima volta.
“Ben
svegliata, dormigliona!” la salutò allegramente
la rossa. “A proposito, chi è Vicky?”
“Mmmm?”
bofonchiò Ariel senza capire.
“Prima
mi hai chiamata Vicky. Chi è?”
“No,
nessuno”. Rispose la bionda cercando di
sembrare confusa. Quando aveva troppo sonno a volte non si rendeva
conto di ciò
che diceva. “Forse stavo sognando”. Aggiunse alla
fine vedendo lo sguardo
dubbioso di Ginny.
Una
volta che si furono entrambe preparate, scesero
di sotto per andare nella Sala Grande a fare colazione e si sedettero
al loro
solito tavolo.
“Secondo
me funzionerà benissimo”.
“Sì,
ma dobbiamo stare attenti a non farci
scoprire”.
“Come
se ciò fosse possibile, fratello”.
Stavano
dicendo due ragazzi seduti accanto a loro.
“Chi
è che non deve scoprirvi?” chiese Ginny rivolta
a quei due che avevano entrambi i capelli rossi come lei e Ariel
immaginò che
dovessero essere Fred e George. Era la prima volta che rivolgeva loro
la
parola, li aveva intravisti in giro per la scuola ma non ci aveva mai
fatto
troppo caso. E doveva ammettere che erano proprio identici ed erano
anche
soltanto dei semplici ragazzi spensierati con la voglia solo di
divertirsi e fare
scherzi. La ragazza fu colta da un momento di tristezza pensando a
tutto quello
che era successo e quanto tutti quelli che lei conosceva avessero
sofferto.
“Non
sappiamo di cosa tu stia parlando, sorellina”.
Risposero loro due facendo i finti tonti.
“Ah,
non fate quella faccia da ragazzi innocenti.
Tanto si sa che voi tramate sempre qualcosa”. Rispose lei in
tono beffardo.
“Ma
anche se fosse non sono affari tuoi”.
Ginny
sbuffò.
“Ciao
bionda!” la salutò all’improvviso uno
dei due
che Ariel non riuscì a
capire se fosse
Fred o George.
“Non
ci siamo ancora presentati”. Continuò
l’altro.
“Io sono George e lui Fred”.
“Ma
a volte la gente ci confonde quindi non ha molta
importanza come ci chiami”.
Ma
quei due avevano la mania di finirsi le frasi a
vicenda? Si chiese la ragazza.
“Io
sono Ariel Martinez”.
“Lo
sappiamo!” le risposero in coro i due. “Ti
conoscono tutti a scuola”.
Ariel
si chiese che cosa avesse fatto per essere già
diventata famosa in tutta la scuola; lo era stata anche nella sua,
così come i
sui fratelli e i suoi amici, ma solo perché loro attiravano
sempre
l’attenzione, lei invece lì non l’aveva
fatto perché per la missione non era
una buona idea farsi troppa pubblicità.
“E
come mai?” chiese lei curiosa.
“Mah,
non so. Forse perché sei bella”. Le ripose
Fred. O forse era George.
Ariel
sorrise maliziosamente ai due; non era la
prima volta che un ragazzo le diceva che era bella, aveva avuto un
sacco di
spasimanti ma ne aveva scelti pochi.
Dopo
pranzo, appena aveva finito di mangiare, Harry
le si avvicinò per sussurrarle all’orecchio di
raggiungerlo al settimo piano,
davanti alla Stanza delle Necessità.
Lei
allora si alzò poco dopo che lui se ne fu andato
e cominciò a dirigersi nel luogo dell’incontro,
che sapeva benissimo dove era.
“Ciao!”
la salutò lui non appena la vide.
“Ciao!”
rispose lei e non poté fare a meno di
sorridergli. Si sentiva un po’ nervosa per quello che le
doveva dire e aveva il
cuore che batteva a mille.
“Ti
devo parlare di una cosa importante”.
“Dimmi”.
“E’
un segreto, però”.
Lei
annuì per fargli capire che aveva capito e che
non lo avrebbe tradito. Per certe cose bastava uno sguardo.
“Quando
mi avevi detto che mi credevi sul fatto che
Voldemort era tornato beh, ecco… da allora ho cominciato a
pensare che forse
anche tu saresti stata adatta per entrare in
un’organizzazione segreta che
abbiamo creato”.
Ariel
immaginò che le stesse per parlare
dell’Esercito di Silente, lo conosceva dai racconti.
“All’inizio
Ron ed Hermione erano stati un po’
dubbiosi ma alla fine hanno accettato anche loro. Volevo chiederti se
ti andava
di entrare nell’Esercito di Silente. Ci troviamo una volta a
settimana nella
Stanza delle Neccessità per imparare ad usare degli
incantesimi difensivi e di
attacco, dato che la Umbridge non ci insegna niente. Così
almeno sapremo
combattere un giorno che ci troveremo in pericolo”.
Dopo
averle detto tutto questo, i due ragazzi
rimasero per un attimo in silenzio guardandosi negli occhi, seri, senza
lasciar
trasparire nulla. Ariel si rendeva conto che il ragazzo le aveva appena
confidato qualcosa di importante e non doveva proprio tradire la sua
fiducia se
no, addio missione e non solo quello… e poi, era vero che la
Umbridge non
insegnava loro niente e quei ragazzi avevano bisogno di un bravo
maestro,
avevano bisogno di qualcuno che si fosse trovato a vivere quelle
orribile
esperienze di vita o di morte, in cui, se ti mancano la prontezza e le
capacità, sei fregato. Lei però no. Lei si era
trovata parecchie volte in
quelle situazioni e ormai conosceva quasi tutti gli incantesimi di
attacco che
potevano esistere. Però aveva proprio voglia di entrare in
quella associazione,
perché era una ribelle e trasgrediva spesso le regole e
voleva pure mostrare
alla Umbridge che c’era qualcuno più furbo di lei.
E inoltre, così si sarebbe
avvicinata ancora di più ad Harry.
“D’accordo”.
Rispose alla fine.
“Entri
nell’Esercito?”
“Sì,
certo”.
Lui
le sorrise.
“C’è
qualche prova che devo superare per farne
parte?”
“Oh,
no. Assolutamente no! Devi solo venire domani
sera, dopo cena, in questa stanza. E mi, raccomando, non parlarne con
nessuno”.
“Va
bene”.
Harry
si allontanò mentre Ariel rimase lì ancora per
un paio di minuti pensando a quello che era appena successo; doveva
considerarsi soddisfatta, si era appena guadagnata la fiducia di Harry
e aveva
appena trovato un pretesto per stargli ancora più vicina.
Però c’era anche
qualcos’altro che non la rendeva molto allegra. Per un
attimo, solo per un
attimo, aveva pensato che le avrebbe chiesto di uscire.
Però
lo avrebbe dovuto
capire da subito che non poteva essere così, se no non
avrebbe fatto tanto
mistero, non l’avrebbe portata fino a lì.
SPAZIO
AUTRICE MOLTO SODDISFATTA DI QUESTO CAPITOLO
Ehilàààà!!!!
Che mi dite?? Vi è piaciuto questo
capitolo?? A me sì. Anche Ariel ora entra
nell’esercito di Silente. Vediamo
come se la cava visto che ha detto di essere così brava.
Siete
riusciti a cogliere un altro indizio in merito a
questa misteriosa ragazza?? Ogni tanto lascio in giro qualche briciola
di
soluzione, come Hansel e Gretel che buttano a terra briciole di pane
per
ritrovare casa. Spero però che le mie non se le siano
mangiate gli uccelli xD
Bene
bene, il resto dei commenti li lascio a voi spero di
avervi soddisfatti anche con questo capitolo.
Un
forte abbraccio dalla vostra Millyray J
FEDE15498:
ehehe sì, anch’io ho goduto nel descrivere
quella scena. La Umbridge mi sta veramente antipatica >.<
spero ti sia
piaciuto anche questo cap e alla prossima. Un bacio, Milly
PUFFOLA_LILY:
ehilà!!! Eheheh, diciamo che quel dibattito
tra Ariel e la Umbridge mi è servito per far capire lo
spirito combattivo della
nostra piccola bionda. Non farti troppe illusioni su lei e Harry
però. Un beso,
alla prossima. Milly.
STEFANMN:
uuuh, sono felice che ti sia piaciuto lo scorso
capitolo e spero anche questo. E tranquillo, stronzo non è
una parolaccia. Spero
di risentirti, un bacio, Milly.
INO_CHAN:
Piton una bomba sexy?? O.O no assolutamente
no!!! Anche a me fa veramente schifo. In realtà non mi sta
nemmeno simpatico
sebbene alla fine sia stato ‘buono’.
Chissà però se indovini sul padre di
Ariel. Ehehe, sinceramente anch’io non vedo l’ora
di arrivare a quella parte
così potrò vedere le vostre reazioni :p. ultima
cosa: sì, fai bene a non vedere
Ariel e Harry felicemente insieme. Spero di averti soddisfatta anche
con questo
cap e tranquilla, le tue recensioni mi fanno sempre piacere, anche se
scrivi
solo due righe. Un beso, Milly.