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Autore: barbarak    22/10/2011    9 recensioni
Dal secondo capitolo: "Che cosa è ridicolo? Il fatto che io non sia come hai sempre pensato che fossi? Il fatto che abbia avuto il coraggio di fare la spia, che abbia rischiato anch’io la vita tanto quanto voi o il fatto che noi due fossimo diventati amici? Dimmi Hermione che cosa è che trovi tanto ridicolo?"
Le verità più difficili da accettare sono quelle che vanno contro le cose in cui si è sempre creduto. Ma non tutto è bianco o nero e forse Piton non era il solo a portare una maschera.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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“Alla luce delle prove presentate, questo tribunale magico conferma e rende irreversibile la condanna per Draco Lucius Malfoy alla pena del carcere a vita ad Az…”

“Aspettate”.
 
Tutti si voltarono verso la voce che aveva urlato quell’ordine e tutti poterono vedere una trafelata Hermione Jean Granger entrare nell’aula.
 
A Draco si strinse il cuore quando vide l’espressione decisa e dura della ragazza mentre si dirigeva al tavolo dei giudici senza volgere mai lo sguardo verso di lui.
 
“Posso dimostrare che l’imputato non è colpevole”.
 
Lo disse alzando un braccio e agitando una fialetta, mentre un brusio indistinto si faceva largo tra i Magistrati.
 
“Signorina Granger, l’essere una delle artefici della vittoria sul Signore Oscuro non le dà il diritto di irrompere in quest’aula, tanto più che la sentenza è già stata emessa. Se ci facesse la cortesia di uscire, gli Auror potranno fare il loro lavoro e scortare l’imputato nel reparto adibito alle condanne definitive”.
 
Malfoy vide il viso della ragazza indurirsi ulteriormente e, se la situazione non fosse stata così delicata, sarebbe scoppiato certamente a ridere pensando alla brutta fine che avrebbe fatto quell’incauto giudice.
 
“Studio per diventare avvocato, Signore, e so perfettamente che finché non è pronunciata completamente, la sentenza non può essere ritenuta valida. Questi sono i ricordi del defunto Preside Silente e in queste memorie, che potrete tranquillamente esaminare al fine di evitare manomissioni, è chiaramente specificato che l’imputato ha agito su ordine del Preside stesso e che ogni sua azione è stata compiuta per aiutare l’Ordine della Fenice. Ha agito sotto copertura per questo nessuno era a conoscenza del suo coinvolgimento”.
 
Il Giudice, che era stato zittito dalla ragazza, strinse le labbra in un chiaro gesto di stizza, cercando un appiglio per sconfessare quella fastidiosa intrusa; sfortunatamente per lui, Hermione era ancora la studentessa più brillante del suo corso e sapeva quello che diceva, per cui non c’era niente che lui potesse fare o dire per evitare l’entrata di un pensatoio e, insieme ai presenti, guardare i ricordi di Albus Silente riguardanti Draco Malfoy.
 
Alla fine, quando tutti avevano capito l’importanza del ragazzo e l’effettivo suo ruolo di spia, il tribunale si riunì per deliberare. Draco Malfoy, che per tutto il tempo aveva osservato la schiena dell’ex compagna di scuola, notò che essa si rifiutava ostinatamente di guardarlo; fu riportato in cella senza riuscire a incrociare gli occhi della giovane che quasi certamente lo aveva salvato da una condanna ingiusta.
 
Fu deluso e amareggiato dal comportamento, stranamente codardo, della Granger, ma la tranquillità di un futuro ancora aperto con lei, lo consolò dai pensieri poco edificanti che quell’atteggiamento aveva fatto nascere in lui.
 
***
Le ore passavano e Hermione era sempre più inquieta. Le prove per l’assoluzione piena erano schiaccianti e lei non riusciva a capire perché ci mettessero tanto.
 
Le dispiaceva essere arrivata all’ultimo minuto ma recuperare quei ricordi si era rivelato più difficile di quanto pensasse. Dopo che era tornata a Hogwarts, si era diretta nell’ufficio del Preside sperando di trovarvi Fanny; era rimasta delusa, quando, una volta entrata, una sorpresa Minerva McGranitt l’aveva fatta accomodare e le aveva chiesto della sua vita e del suo futuro, facendole perdere del tempo prezioso.
 
Non se l’era sentita, infatti, di rendere partecipe del suo turbamento e delle sue scoperte la sua ex professoressa preferita. Temeva di essere giudicata come aveva fatto Ron; o, peggio, aveva paura che la donna le impedisse di eseguire le ricerche; si era perciò rassegnata a subire l’interrogatorio e ad aspettare il momento migliore per informarsi su dove fosse finita la Fenice.
 
Sfortunatamente l’uccello era sparito con la morte di Silente e nessuno sapeva dirle dove poterlo rintracciare; aveva passato tutta la settimana nella biblioteca, sfogliando libri che parlavano di quei fantastici volatili e delle loro abitudini. L’unica cosa che aveva scoperto era la straordinaria lealtà verso i propri padroni (cosa che peraltro già sapeva). In seguito aveva indirizzato la propria attenzione sugli incantesimi o le pozioni di memoria ma anche in questo campo non aveva avuto fortuna.
 
Ogni giorno, ogni ora che passava, era una vera tortura per lei, perché sapeva che il tempo, con il suo scorrere, avvicinava il momento in cui Draco Malfoy sarebbe stato perso per sempre.
 
E lei sentiva di non poterlo permettere.
 
Perderlo, significava anche perdere un pezzo della propria vita e questo non poteva proprio accettarlo.
 
A volte le sembrava di vedere delle immagini sfuocate di lei a un tavolo, accanto a qualcuno ma le forme sparivano prima che potesse afferrarle; altre volte, in giardino, si era diretta verso un albero completamente nascosto dagli altri e si era seduta come aspettandosi di essere raggiunta e, cosa più sorprendente, aveva guardato con il sorriso sulle labbra i ragazzi che volavano sulle scope sopra il campo da Quidditch.
 
Le sembrava così strano provare quelle sensazioni perché era come guardare attraverso un vetro appannato. C’era qualcosa aldilà della lastra, ma non si riusciva a distinguere cosa.
 
E più tentava di guardare oltre la lucida superficie, meno le cose si facevano nitide. Era come se quei batticuori, che scaturivano in lei all’improvviso, appartenessero alla protagonista di un film o di un libro e che lei si stesse solo immedesimando con essa. Non riusciva a distinguere la realtà dalla fantasia e questo la faceva impazzire. A volte le sembrava di immaginarsi tutto, altre volte era sicura di essere sul punto di cogliere tutte le sfumature di quelle immagini. Non erano ricordi, quello no, erano più che altro emozioni incontrollabili.
 
Quando ormai si stava per rassegnare alla sconfitta, quando ormai il suo cuore era gonfio di dolore per un distacco che lui sentiva come fuoco incandescente sulla pelle, si era ritrovata in lacrime (lei che non piangeva mai) sulla tomba del vecchio Preside e aveva raccontato alla sua fotografia, sorridente e rassicurante, tutta la storia. Gli raccontò di Malfoy e dei suoi occhi che non riusciva a dimenticare, gli disse che, a dispetto di tutto quello che ricordava, lei credeva alle parole di quel ragazzo che l’aveva sempre disprezzata; gli chiese consiglio, gli chiese aiuto, gli chiese di compiere l’ennesimo miracolo perché il pensiero di Draco condannato per sempre ad Azkabn, la annientava come solo la vista di Harry morto tra le braccia di Hagrid aveva fatto. Confidò a un uomo morto la sua disperazione per non poter aiutare un ragazzo che voleva comprendere ma che poteva perdere prima ancora di conoscere; un uomo che rischiava di finire nell’oblio senza mai aver vissuto veramente.
 
Pianse finché non si addormentò sfinita sulla tomba ma al suo risveglio, il miracolo chiesto si concretizzò quando vide planare al suo fianco Fanny, proveniente chissà da dove. Hermione trovò, nascosta tra le piume dorate, la fiala contenente i ricordi di Silente e una pergamena scritta con la grafia piccola e ordinata del Preside.
 
“Se Fanny ora è davanti a te, vuol dire che la tua lealtà nei miei confronti è provata e hai fiducia nel futuro. Chiunque tu sia, usa questi ricordi per portare giustizia e verità”.
 
***
“Signorina Granger, mi sente?”
 
Hermione trasalì spaventata al suono di quella voce sconosciuta, ma si rilassò quando riconobbe l’avvocato che era preposto alla difesa di Malfoy.
 
“Sì mi scusi, stavo riflettendo. Desidera?”
 
L’uomo si aprì in un sorriso sincero e le tese la mano.
 
“Mi hanno appena informato che tutte le accuse a carico del mio cliente sono cadute e che da adesso in avanti Draco Lucius Malfoy è un uomo libero. E’ tutto merito suo. Grazie”.
 
Un grosso macigno si sciolse nel cuore di Hermione mentre vedeva l’avvocato allontanarsi e mentre comprendeva che il ragazzo che l’aveva fatta impazzire con le sue confessioni e per il quale aveva mandato all’aria tutta la sua vita, era libero.
 
Improvvisamente e senza nessun apparente motivo l’ex Grifondoro provò un’immensa voglia di scappare da quel posto per evitare qualsiasi possibile incontro con Malfoy. Non si sentiva pronta per vederlo anche perché non sapeva cosa provava: non aveva ricordato nulla dei loro incontri né tanto meno dell’amicizia che li legava. Che cosa avrebbe potuto dirgli? E soprattutto lui cosa avrebbe voluto da lei?
 
Si diresse all’aperto e si smaterializzò appena le fu possibile.
 
Non era avvezza alla fuga, ma in quel momento le sembrava la migliore delle scelte.
 
***
Draco Lucius Malfoy non è un Mangiamorte.
 
Draco Lucius Malfoy ha collaborato con l’Ordine della Fenice.
 
Draco Lucius Malfoy è libero.
 
Il ragazzo aveva sentito quelle frasi uscire dalla bocca del giudice, ma capì che tutto era finito e che si stava risvegliando dall’incubo in cui era caduto, nel momento in cui le manette lasciarono magicamente i suoi polsi.
 
Automaticamente si girò per incrociare gli occhi con l’unica persona che avrebbe voluto stringere e baciare, ma ancora una volta dovette rassegnarsi all’evidenza di non avere nessuno con cui condividere quella gioia.
 
Ci mise poco a capire che se ne era andata e anche la speranza che lei lo aspettasse all’uscita s’infranse davanti a una strada deserta e alla comparsa di Stan Picchetto e del suo autobus per disadattati.
 
***
Un mese.
 
Hermione era stata lontana da casa per ben un mese, adducendo la scusa del bisogno di uno stacco prima dell’inizio degli esami per diventare avvocato.
 
La verità era che doveva riflettere su quello che era successo e anche su quello che era giusto fare.
 
Con Ron non si era più parlata e forse era meglio così. Si sentiva in colpa nei suoi confronti e si chiedeva come fosse possibile che il ragazzo che credeva di amare da ben sette anni, non rappresentasse più niente per lei. Ginny e Harry le avevano mandato un biglietto esigendo spiegazioni, che lei doveva ancora dare, circa la sua rottura con Ron e alla sua crociata per salvare il Serpeverde. Per finire, Malfoy le scriveva giornalmente chiedendole un incontro che lei non era ancora in grado di concedere.
 
Quella mattina si alzò presto e si guardò allo specchio per scoprire di avere delle occhiaie da paura, un viso pallido e sciupato e uno sguardo spento. Sguardo che cadde sulla Gazzetta del Profeta di qualche tempo prima dove una foto campeggiava in prima pagina. Aveva gli occhi stanchi ed era più pallido del solito ma quel viso non le era mai parso tanto bello. Non aveva mai guardato Draco in realtà perché non le interessava, ma i suoi lineamenti erano mascolini e al contempo delicati. Era elegante e raffinato nel modo di muoversi e nel portamento. I capelli erano lunghi e gli ricoprivano in parte gli occhi e Hermione fece il gesto di spostarglieli per potersi perdere in quelle iridi tanto belle da sembrare finte che le avevano lacerato l’anima con un solo sguardo.
 
Così non poteva andare avanti, doveva riprendere in mano il controllo della propria vita. Lei era una Grifondoro coraggiosa; aveva affrontato molte prove e questa era solamente l’ennesimo ostacolo sul proprio cammino.
 
Fece una doccia rilassante si vestì in modo sportivo e pettinò accuratamente i capelli, poi dopo essere passata a salutare e rassicurare i suoi genitori che non ci stavano capendo dentro niente, prese un profondo respiro e si smaterializzò di fronte ai confini di Malfoy Manor.
 
***
Un mese.
 
Era libero da un mese e non l’aveva ancora vista.
 
Non era riuscito a parlarle, non era riuscito a chiarire, non era riuscito a fare niente.
 
La notizia della sua scarcerazione e del suo essere un membro dell’Ordine della Fenice era apparsa sui giornali del Mondo Magico e ora tutti i giornalisti facevano a gara per poterlo intervistare e per conoscere i dettagli della storia.
 
Gli offrivano soldi e fama, gli offrivano appoggi per riottenere il prestigio perso, gli offrivano la possibilità di una nuova vita.
 
Lui in realtà voleva solo lei.
 
Niente di quello che gli altri promettevano faceva anche solo impallidire questo desiderio.
 
Lei però era scomparsa e non aveva risposto a nessuna delle sue lettere. Il ragazzo sapeva che questo voleva dire che lei non aveva ricordato e che probabilmente tutto era andato perduto ma il suo cuore si rifiutava di accettare questa eventualità.
 
In tutti quegli anni di finzione si era dovuto attaccare alla speranza come unica possibilità alla disperazione e alla follia per cui anche in quel momento in cui si sentiva sommergere dal dolore, continuava a ripetersi che sei lei lo aveva amato una volta poteva farlo di nuovo. Doveva solo trovarla e provare a farsi conoscere come già era successo a Hogwarts.
 
Fu riscosso dai suoi pensieri da un elfo domestico che gli si presentò davanti, annunciandogli un ospite e prima che lui si chiedesse chi mai potesse essere a disturbarlo dai suoi sogni, lei era davanti a lui.
 
***
Si guardarono per un lungo istante, poi Draco con un gesto elegante della mano le fece segno di accomodarsi; Hermione, deglutendo come se dovesse affrontare un’arena piena di leoni, si avvicinò al ragazzo badando a non sfiorarlo minimamente e si sedette su un elegante divano di velluto verde.
 
“Non hai risposto a nessuna delle mie lettere”.
 
Dritto al punto. Come sempre. Hermione si sorprese di quel pensiero perché lei in realtà non conosceva niente di lui.
 
“Sono qui ora”.
 
“Sì sei qui”. La guardò nello stesso modo in cui l’aveva guardata in sala grande e poi anche ad Azkaban e lei si sentì morire.
 
“Non guardarmi così”
 
“Così come?” L’agitazione della ragazza crebbe nel momento in cui se lo ritrovò in piedi di fronte a lei che era costretta ad alzare il viso per guardarlo.
 
“Come se io fossi il centro del tuo mondo, come se t’importasse di me, come se ti aspettassi qualcosa da me”. Lo aveva urlato mentre si alzava dal quel divano per allontanarsi e riuscire a raccogliere le idee. Per un breve istante le parve di scorgere dolore in quel viso tanto bello quanto inavvicinabile.
 
“Mi dispiace se ti mette a disagio come ti guardo, ma tu sei il centro del mio mondo, m’importa di te e vorrei tanto che tu ricordassi com’eravamo a Hogwarts, vorrei che mi rivolgessi gli stessi sguardi di allora e vorrei ritornare a far parte della tua vita”. Aveva sussurrato e aveva tentato di sfiorarle i capelli. Lei si era distanziata ulteriormente e Draco aveva sospirato in modo talmente straziante che sembrava portasse il peso del Mondo sulle proprie spalle.
 
“Io non ricordo mi dispiace”. Eccola la sentenza tanto temuta.
 
“Lo so, come so che probabilmente non succederà mai. Però mi hai salvato, ti sei preoccupata per me e, da quello che ho letto sui giornali, ti sei complicata la vita pur di aiutarmi. Forse potresti fare un altro passo verso di me e darmi la possibilità di ricominciare con te”.
 
Hermione sapeva che lui non stava chiedendo troppo e che anzi era forse la soluzione più logica, ma l’idea la terrorizzava.
 
“Non mi hai raccontato tutto, vero? C’è dell’altro non è così?”. Lo vide annuire e darle le spalle prima di iniziare a sentirlo parlare.
 
“All’inizio ci incontravamo solo in biblioteca, di notte, studiavamo insieme e ci scambiavamo qualche rara parola; poi non so dirti come o chi ha iniziato, abbiamo cominciato a parlare. Dapprima di Hogwarts, poi della guerra e infine di noi. Tu mi trattavi come nessuno aveva mai fatto, con te potevo essere finalmente me stesso, la tua presenza mi rilassava e mi faceva sentire bene come mai prima di allora. Hai iniziato a chiamarmi Draco per gioco, perché dicevi che avevo il nome di una delle tue costellazioni preferite e che effettivamente io ti ricordavo un drago travestito da Serpente. Il tempo con te non mi bastava mai e più i giorni passavano, più mi accorgevo di provare fastidio a vederti vicino a Potter e a Weasley. Il mio ruolo e il tatuaggio sul braccio m’iniziavano a pesare e doverti offendere o anche solo ignorare stavano diventando una tortura. Nel frattempo, il momento in cui avrei dovuto fare entrare i Mangiamorte nel castello si avvicinava ed io temevo per te più che per chiunque altro: Silente tentava di infondermi sicurezza, assicurandomi che sarebbe andato tutto bene e che alla fine l’amore avrebbe trionfato.” Si voltò a guardarla e provò ancora una volta ad avvicinarsi a lei. Questa volta non si scostò, rapita dalle sue parole, dai suoi occhi e dal suo corpo che si era accorta emanare una forza di attrazione notevole.
 
“Amore?”
 
“Io non avevo mai creduto in quel sentimento, perché in realtà non l’avevo mai conosciuto, però starti accanto aveva risvegliato qualcosa dentro di me. A volte mi accompagnavi nella stanza delle necessità perché dicevi di non volermi lasciare da solo ad affrontare il mio destino, stavi al mio fianco finché non ti addormentavi ed io mi perdevo a guardare il tuo volto rilassato dal sonno. In quei momenti eri mia, solo mia ed io vivevo solo per quegli istanti.” Hermione avrebbe dato qualsiasi cosa per ricordare anche solo un dettaglio delle cose che lui gli stava dicendo, ma purtroppo più si sforzava più il buio avvolgeva la sua mente.
 
“Un giorno, dopo aver ricevuto l’ennesima lettera di mio padre, ero particolarmente nervoso e irritato, ho spintonato violentemente un primino che mi aveva urtato per errore; tu, la sera, mi hai affrontato chiedendomi di tenere un comportamento meno aggressivo. Abbiamo litigato e nei tuoi occhi ho visto una disperazione paragonabile alla mia. Non ho resistito e ho dovuto baciarti perché altrimenti sarei impazzito.”
 
Hermione aprì la bocca senza che alcuna sillaba ne uscisse. Lui la guardava con una muta domanda dipinta sul viso prima di continuare.
 
“Quando hai risposto al mio bacio, mi sono sentito l’uomo più felice sulla faccia della terra e da quel momento abbiamo passato ogni istante che c’era concesso come se fosse l’ultimo. Sei diventata la mia luce in un mondo di tenebra, hai incarnato la speranza quando tutto mi trascinava nella disperazione, sei diventata il mio motivo per sopravvivere alla guerra ed io sono diventato il tuo. Sapevamo che sarebbe stato difficile ma non volevamo arrenderci. Ci siamo comportati come se non ci dovesse essere una fine finché abbiamo potuto. Abbiamo studiato, riso, ballato in biblioteca, abbiamo volato sul campo da quidditch, ci siamo baciati innumerevoli volte all’ombra di una quercia del parco e…sotto quella stessa quercia tu hai bevuto la pozione di Piton che ti ha fatto dimenticare tutto.”
 
Lo sguardo speranzoso che rivolse alla ragazza si scontrò contro un viso impassibile che non trasmetteva la minima emozione.
 
La vide scuotere il capo come a voler negare tutte le parole che aveva sentito e qualcosa si ruppe dentro di lui.
 
“Non ti ho mentito. E’ tutto vero.”
 
“Lo so. So che non hai mentito. Però… è come se stessi parlando di un’altra persona. E’ come se tutto quello che mi hai raccontato non mi riguardasse. Io non mi ricordo di noi e l’unica cosa che mi viene in mente pensando a te è il termine Sanguesporco e il modo in cui me lo sputavi addosso. L’unica cosa che ho, sono delle sensazioni sbiadite che ogni tanto mi piovono addosso chissà da dove e che svaniscano prima ancora che io me ne renda conto; non posso basare la mia vita su di esse. Non adesso almeno. Ho degli amici che mi hanno sempre voluto bene e che ora necessitano di spiegazioni, un ragazzo che ho deluso ma che non voglio perdere come amico e…una famiglia che ho appena ritrovato e che è ancora confusa per l’incantesimo che ha subito. Non posso complicarmi ulteriormente la vita, lo capisci? ”
 
Hermione pensò che se lo avesse pugnalato probabilmente lui non avrebbe sofferto tanto. Lo vide vacillare all’indietro e appoggiarsi al camino come se faticasse a reggersi in piedi, come se il suo dolore fosse troppo duro da sopportare.
 
Allungò una mano ed esitante gliela posò sulla spalla. Lui incatenò gli occhi a quelli della ragazza.
 
“Dammi l’opportunità per farmi conoscere di nuovo da te; potremmo frequentarci, uscire insieme, ricominciare tutto da capo. Senza la paura della guerra, senza il peso dei nostri ruoli da sostenere, senza l’angoscia di essere scoperti. Non hai niente da perdere. Hai detto che hai delle sensazioni: aggrappati a quelle e cerca di andare oltre i tuoi ricordi. Io non sono quel ragazzo Serpeverde che t’insultava per i corridoi di Hogwarts, pensa a me come a qualcuno che è appena entrato nella tua vita. Sei sempre stata una ragazza coraggiosa, non rinunciare senza prima aver provato.”
 
La stava supplicando con i gesti e con le parole e lei si sentiva tremendamente in colpa per quello che stava per fare.
 
“Io… ti ho creduto subito. Non so perché ma i tuoi occhi mi dicevano che non mentivi. Mi sono battuta per salvarti, rivoluzionando tutta la mia vita, perché il mio senso della giustizia m’impediva di vedere condannato un innocente però… l’ho fatto anche perché non sopportavo l’idea di perderti.”
 
Lui fece un passo verso Hermione, ma lei lo tenne a distanza con una mano.
 
“Sentivo che se non fossi riuscita a salvarti, la mia vita avrebbe perso di significato. Sono andata contro tutte le mie convinzioni, contro l’uomo che pensavo di amare da quando avevo undici anni e l’ho fatto solo seguendo il mio cuore. Ora credo sia il momento di seguire anche la ragione e la ragione mi sta dicendo di rallentare. Sono successe troppe cose tutte in una volta. Se per salvarti ho dovuto agire d’impulso perché non c’era tempo, ora che tu sei libero il tempo non c’è nemico.”
 
L’espressione di Draco si fece indecifrabile e una maschera si sovrappose sul suo bel volto.
 
“Quindi cosa proponi?”
 
“Aspettiamo. Dammi il tempo di sistemare tutte le cose che ho buttato all’aria e che ora sono in sospeso, fammi iniziare il corso per avvocato, offrimi la possibilità di ritrovare l’equilibrio con la mia famiglia e lasciami libera di tornare da te nel momento in cui non m’importerà di ricordare il passato perché penserò solo al futuro. Sono consapevole di chiederti molto, così come di non poterti domandare di aspettare ancora, però io adesso non posso darti niente di quello che desideri perché sono così confusa che non saprei neanche quanto delle mie decisioni dipenda da me o da quello che mi hai raccontato”.
 
Malfoy le diede le spalle e Hermione lo vide respirare profondamente e stringere le mani in modo convulso.
 
“Vorrei avere la forza di trattenerti, vorrei non lasciarti andare, vorrei legarti a me anche con la forza se necessario costringendoti a ricordare quello che siamo stati, ma so che se facessi anche una sola di queste cose ti perderei per sempre. Ho aspettato il momento di poter vivere la mia vita con te come un assetato cerca una sorgente nel deserto e ora che non c’è niente che possa davvero ostacolarci, mi ritrovo al punto di prima con te che diventi di nuovo un miraggio.”
 
Si girò lentamente e incatenò i suoi occhi grigi a quelli marrone di Hermione.
 
“Facciamo come vuoi tu. Vivi la tua vita e ritrova i tuoi punti saldi. Ma non dimenticare che anch’io ero uno di quei punti. E ambisco tornare a esserlo. Desidero che tu faccia parte della mia esistenza più di ogni altra cosa al mondo ma aspetterò che sia tu a cercarmi e a volermi. A Hogwarts sei stata obbligata a frequentarmi, ora devi scegliere di farlo.”
 
Hermione sorrise per la prima volta da quando era entrata in quella stanza, si avvicinò e gli sfiorò le labbra delicatamente,
 
“Grazie. E’ importante per me”
 
Lui la abbracciò lievemente e posò le labbra vicino al suo orecchio dandole dei brividi forti e violenti. Inaspettati.
 
“Vai prima che cambi idea. Una volta mi hai detto di credere in noi per cui sappi che ti aspetterò per sempre Hermione Granger”.
 
Si avvicinò alla finestra guardando all’esterno, senza rivolgerle ancora la parola.
 
Quando dopo pochi minuti Hermione si ritrovò all’aperto quel per sempre riecheggiava ancora nel suo cuore.
 
 
Angolo della posta:
Ecco l’ultimo capitolo ma, prima che iniziate con i pomodori, vi comunico che ci sarà un piccolo epilogo per finire definitivamente questa storia. So che la reazione e la successiva decisione di Hermione, possono sembrare strani però ho pensato che una persona che si è vista rivoluzionare la vita in un modo tanto drastico, avesse bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare. Ho pensato che non fosse giusto buttarsi direttamente nelle braccia di Malfoy, lei non ricorda nulla del loro passato e penso che non possa basare le sue decisioni sulle parole (seppur vere) di quello che l’ha sempre derisa e offesa. Voi cosa ne pensate? E’ giusto il mio ragionamento? Avreste preferito qualcosa di diverso?
Aspetto di sapere il vostro parere.
Nel frattempo vi ricordo l’altra mia long Sorvegliato Specialee vi lascio i consigli di lettura.
 
Il Ballo del Gigliodi ladykirahm questa ff è già conclusa ed io l’ho molto apprezzata per la caratterizzazione di Draco che subisce un lento processo di maturazione e di avvicinamento a Hermione.
 
Verità nascostedi callistas questa invece è ancora in corso e parte dal presupposto che Hermione sia una Purosangue. E’ molto originale come trama, dà ampio spazio anche agli altri personaggi e soprattutto è scritta veramente in modo encomiabile.
 
25 prompts per dirti ti amodi Sunny_Blue questa è una raccolta di drabble alcune veramente divertenti che parlano della convivenza tra Draco e Hermione. Molto carina, veramente. Ve la consiglio caldamente.
 
Baci BABY 

 

   
 
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