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Autore: Neko    24/10/2011    5 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 27: I ciondoli

 

Passarono un paio di giorni e Sanji attuò il suo piano per conquistare colei che era realmente riuscita a fare breccia nel suo cuore.

Lily stava scoprendo un sentimento nuovo, in quanto anch’essa sembrava avere un certo interesse per il cuoco, solo che non capiva quale. Provava un profondo affetto per tutta la ciurma, ma quello che provava nei confronti del cuoco era diverso.

Di tanto in tanto la ragazza si soffermava a fissare Rufy e Nami, per capire se quello che poteva esserci tra lei e Sanji, fosse lo stesso sentimento, ma ogni volta le sembrava impossibile che il sentimento che la legava al cuoco e viceversa fosse amore.

Loro due non si appartavano, non si abbracciavano o coccolavano. A mala pena riuscivano ad avere un dialogo di senso compiuto in quanto anche per la ragazza, era diventato difficile dialogare a causa del balbettio che la colpiva quando era fortemente a disagio e quando si trovava accanto al cuoco o esso le offriva qualche suo delizioso manicaretto, si sentiva estremamente imbarazzata, tanto da non riuscire nemmeno a guardarlo negli occhi.

Le sembrava un comportamento strano quello che colpiva entrambi, in quanto se davvero provavano  un sentimento uno verso l’altro, la ragazza pensava che sarebbe dovuto essere tutto più semplice. Erano Nami e Robin che la maggior parte delle volte le dicevano di non preoccuparsi e di strare tranquilla, perché un atteggiamento del genere poteva essere normale nei primi tempi, soprattutto quando non si era certi dei propri sentimenti o di essere ricambiati.

Ma la confusione creata dal nuovo sentimento che Lily non aveva mai provato e di cui aveva raramente sentito parlare, si opponeva a una sensazione di forte tristezza e nostalgia.

Quella mattina la ragazza si alzò presto. Era una sua abitudine in quanto l’alba era uno dei pochi momenti in cui solitamente non vi era nessuno sul ponte e vi si poteva respirare un po’ di pace e tranquillità, lontano dal baccano che riempiva la Sunny di allegria quando la giornata iniziava.  Fissando il mare, le venne in mente la sua sorellina, sentendosi d’un tratto colpevole di essere viva a fare nuove esperienze, che a causa della sua prigionia non aveva potuto fare.

Sanji l’aveva confortata molte volte, in uno di quei momenti in cui non vi era imbarazzo tra i due, ma le parole del cuoco, che in certi momenti potevano essere confortanti, in quell’occasione le sembravano vuote e prive di significato.

“Lily” la ragazza sussultò sentendo pronunciare il suo nome e in fretta si asciugò le lacrime, non riuscendo però a nascondere quanto stava provando.

B-buongiorno c-capitano!” disse accennando un sorriso “S-sei mattiniero o-oggi!”

“Ho troppa fame per dormire!” disse con la lingua a penzoloni e una mano sullo stomaco

“Avevo intenzione di rubare qualcosa dalla dispensa prima che Sanji si svegli!” disse con una faccia talmente buffa, d’essere in grado di strappare un sorriso alla ragazza, senza però allontanare la sua tristezza.

La ragazza tornò a fissare il mare, promettendo al capitano che non avrebbe fatto la spia, ma Rufy, vedendo il suo volto e la tristezza nei suoi occhi, solitamente luccicanti quando scopriva qualcosa di nuovo, dimenticò le lamentele del suo stomaco e, affiancando la ragazza appoggiandosi al parapetto, guardò anch’esso il mare.

Vi furono diversi minuti di silenzio prima che uno dei due decidesse di aprire bocca.

“Anche io ho perso un fratello, so cosa stai provando!” disse Rufy con voce profonda.

Lily sussultò a quelle parole “P-però io non ti ho mai visto abbattuto  per quanto successo. Come fai ad affrontare così bene il dolore ed avere tutta questa vitalità?”

Rufy continuò a guardare davanti a sé prima di rispondere “Capita anche a me di essere triste per mio fratello. Ci sono giorni in cui tutto va bene, altri in cui mi manca tantissimo, ma quando accade non l’ho do a vedere. Inoltre più passa il tempo, più è raro essere colti dalla malinconia, in quanto ti rassegni a quanto accaduto e pensando che comunque i nostri cari sono in un posto migliore, ma allo stesso tempo accanto a noi!” Ammise il ragazzo “Ma all’inizio è stata durissima. Stavo talmente male che ero fuori di me. Pensai addirittura di lasciare perdere tutto. Vedevo tutto nero, tanto che non vedevo quanto avevo!”

Lily si sorprese a sentir parlare un ragazzo come Rufy in quel modo. Da come lo descrivevano i membri della ciurma, sapeva che era un tipo che non si arrendeva mai.

“Non avevo idea! Sanji-kun non me l’ho ha detto. Mi ha fatto apparire tutto in maniera diversa!” disse la ragazza.

Rufy sorrise guardandola “Ti confesso che è la prima volta che rivelo a qualcuno come mi sono sentito. Non l’ho detto nemmeno ai miei nakama, in quanto parlare della morte di Ace aprirebbe una ferita che mai si rimarginerà del tutto!”

“Perché hai scelto di confidarti con me? Non ci conosciamo poi da molto!” chiese la ragazza confusa.

Rufy alzò le spalle “Speravo in qualche modo di aiutarti, dicendoti che è normale sentirsi giù o in colpa di essere ancora in vita al posto loro, ma che le cose andranno meglio, soprattutto se, invece di pensare a quanto hai perso, pensi a quello che hai ancora!”

La ragazza dai capelli lilla lo guardò dubbiosa per quanto aveva udito, poi gli chiese “Tu cosa avevi?”

Rufy indicò l’ambiente circostante “I miei nakama! Ci ho messo un po’ a capirlo e a dire il vero ho avuto un aiuto da un amico, ma mi sono reso conto che non ero solo e che avevo tante persone che mi volevano bene e che mi erano vicine!”.

Lily abbassò la testa rattristata.

“Anche tu hai noi. Ormai fai parte della squadra e non ti abbandoneremo!”

La ragazza sgranò gli occhi, i quali avevano cominciato a riempirsi di lacrime.

“So bene che fra noi non c’è lo stesso legame che legava me ai miei compagni e che ci lega tutt’ora, ma dai il tempo al tempo e tieni presente che noi siamo qui a tua disposizione. D’accordo?” chiese Rufy.

La ragazza sorrise e annuendo abbracciò e ringraziò il capitano.

 

“Terra in vista!” urlò Zoro dalla coffa per mettere al corrente i suoi compagni di quanto i suoi occhi vedevano.

Il capitano, allegro come non mai, dall’euforia, saltò sul parapetto della nave per guardare in lontananza, rischiando di cadere in acqua a causa del troppo slancio preso. Fu solo grazie a Usopp che  il ragazzo di gomma riuscì a evitare un bagno sgradito, non solo a sé stesso, ma anche a colui che sarebbe andato a recuperarlo.

“Sembra un’isola normale e tranquilla!” disse Nami guardando l’orizzonte.

“è una cosa positiva giusto Nami-san? Come lo sarebbe se mi facessi vedere le tue…” cominciò col dire Brook, ma un’occhiataccia lanciata dalla navigatrice, lo fece desistere dal suo intento di continuare con la sua richiesta.

“Dovresti ormai sapere che quello che appare normale e tranquillo, in realtà nasconde qualcosa di losco!” disse Nami “Quindi chiedo a tutti voi di fare attenzione!” disse agli altri membri della ciurma, che non la stavano minimamente ascoltando, al contrario pensavano a cosa fare una volta sbarcati sull’isola.

La ragazza diede un sonoro pugno a tutti i ragazzi urlando loro “Baka che non siete altro. Vi ricordo che siamo nel nuovo mondo e non sappiamo cosa possa esserci su quell’isola, capito?”

“Si, si!” risposero tutti all’unisono annoiati.

A Nami crebbe una vena pulsante sulla fronte in quanto sapeva che quel si era, stato detto solo per metterla a tacere.

Robin sorrise e disse “Io non mi preoccuparei prima del previsto. Magari davvero non ci sarà niente di anomalo su quell’isola, anche se l’anomalia in questo mare è trovarvi qualcosa di normale!”

Un’oretta più tardi la ciurma di Mugiwara sbarcò, nascondendo la Sunny agli sguardi della gente, così chè potessero evitare la spiacente visita della marina o altri nemici.

L’intero gruppo si incamminò all’interno dell’isola, nella speranza di trovare un villaggio per poter fare rifornimento di cibarie e bevande. Giunsero presto in un piccolo paesello, fatto di casette tutte ad un piano, di colore bianco con tetto a forma di “V” rovesciata fatto di paglia e tronchi di alberi.

Nella piazza più importante del luogo, si trovava una fontanella, semplice, costruita con mattoni bianchi, dove la gente  riempiva le proprie brocche di acqua da usare in casa.

Era un luogo di ritrovo, dove la gente commerciava, chiacchierava e i bambini giocavano allegri e in quell’ambiente sereno, i ragazzi si separarono. Sanji chiese a Chopper di accompagnarlo, in quanto gli sarebbe stato utile nel trasporto del cibo, Zoro, nonostante fosse in coda al gruppo, riuscì a perdersi  e Usopp e Franky erano andati in un negozietto che vendeva pezzi di ricambio di qualunque genere.

Nami, io non vedo niente di strano in questo posto!” disse Lily rasserenata dall’allegria che si poteva respirare in quel posto.

“Ci è andata bene questa volta!”disse Nami finalmente tranquilla.

“Buongiorno forestieri. Vi do il benvenuto nella modesta cittadina di Shiroivillage!” disse una ragazza bellissima con i capelli rossi legati in una treccia e due occhi azzurri capaci di far concorrenza al mare.

“Salve fanciulla, sarebbe così gentile da mostrarmi le sue mutandine?” chiese Brook prendendo la palla al balzo.

La ragazza sbattè le palpebre confusa, soprattutto quando lo scheletro cadde a terra con un bernoccolo fumante sulla testa.

“Ti prego di scusarlo, il mio amico è fatto così, ma non ha cattive intenzioni” disse Lily, mentre Robin cercava di far calmare la navigatrice ancora intenta a colpire il povero scheletro.

“Oh non fa niente!” sorrise la ragazza “Il mio nome è Akane e sono incaricata di accogliere tutti gli stranieri che giungono sulla nostra isola. Purtroppo i visitatori sono ben pochi e noi non riusciamo a vivere grazie al turismo, per questo a ogni persona nuova giunta sul posto, facciamo un dono, che speriamo venga gradito, in modo tale da far ritorno in questo luogo sperduto!” disse la ragazza tirando fuori dalla sacca che portava a tracollo, dieci collanine con una pietra con colore diverso e a caso vennero messi al collo dei presenti.

A Rufy venne dato la collana con la pietra fucsia.

A Nami la collana con la pietra verde.

A Robin venne dato il colore giallo.

A Lily il colore lilla.

A Brook il colore azzurro.

Le altre collane vennero ai membri mancanti della ciurma quando questi si riunirono al capitano e agli altri.

A Sanji capitò il ciondolo rosso.

Zoro prese la collana arancione.

Chopper prese quella viola.

Usopp scelse la collana blu.

E a Franky capitò la collana nera.

Le ragazze furono contente di indossare quel gioiello, a differenza dei ragazzi, ma non rifiutarono dato che poteva essere considerato un gesto maleducato, in quanto sull’isola sembrava che tutti lo indossassero.

 

I ragazzi si fermarono in piazza per fare uno spuntino e durante il pasto Rufy scoppiò improvvisamente a ridere. Esso, indicando delle persone sotto un piccolo portico, disse “Guardate che buffo quell’uomo!”

L’uomo indicato dal capitano stava piangendo e urlando, pestando rumorosamente i piedi a terra, continuando a dire di volere il lecca lecca che c’era nella vetrina di un negozio. Davanti ad esso invece, si trovava un bambino di circa sette anni che con aria di rimprovero disse “Manca poco all’ora di cena e la mamma non sarà contenta di sapere che ti ho fatto mangiare dolciumi prima del pasto”
“Ma io lo voglio!” disse l’uomo sbattendo nuovamente i piedi a terra.

“Smettila di fare i capricci o te le prendi!” disse il bambino, prendendo per mano l’uomo e trascinarlo via.

I Mugiwara di guardarono straniti “Forse hanno battuto la testa!” disse Usopp “Oppure quel lecca lecca è talmente buono da attirare anche gli adulti!”

“E come lo spieghi il bambino che rimprovera il genitore per i capricci fatti?” chiese Chopper.

“oh bhe…ecco…non lo so!” disse il cecchino ragionando sulla situazione.

“Guardate, non sono solo quei due ad avere un atteggiamento strano!” disse Lily indicando una scalinata dove erano seduti tre vecchietti con aria annoiata e due ragazzi, un maschio e una femmina che con aria compiaciuta iniziarono a dire “Ricordo bene come erano i miei tempi quando avevo la vostra età. I tempi erano migliori e i giovani avevano maggior rispetto per gli anziani!” disse il ragazzo.

“Suvvia caro, lascia andare queste povere creature a giocare. I giovani d’oggi sono degli spiriti liberi, non hanno voglia di ascoltare dei vecchi come noi!” disse la ragazza.

Successivamente l’attenzione si spostò su altre due persone, un uomo e la probabile moglie.

L’uomo disse “Caro, ho voglia di fragole!”

La donna sgranò gli occhi “Cosa? Ma cara dove credi che possa trovare delle fragole in questo periodo!” l’uomo accarezzandosi la pancia piatta disse “Non mi importa come le troverai, portamele e basta o nostro figlio nascerà con una grossa voglia a forma di fragola chissà dove!”

I Mugiwara più si guardavano intorno, più rimanevano sconcertati.

“Ma sono usciti tutti fuori di senno?” disse Zoro.

“No, testa d’alga, qualcosa deve aver scambiato i loro ruoli!” disse Sanji aspirando la sigaretta.

“Forse su quest’isola c’è una fatina buona che fa indossare i panni degli altri a coloro che non si comprendono, in modo tale che una volta che le cose sono state risistemate, vi sia pace fra queste persone!” disse Chopper.

“Non so cosa sia successo, ma è troppo divertente!” disse Rufy.

Nami lo fulminò con lo sguardo “Non è divertente, è semplicemente ridicolo! Pensa se succede anche a qualcuno di noi!”

“Se la teoria di Chopper è plausibile, non credo che a noi possa succedere. Non ci sono incomprensioni tra di noi!” disse Franky, prima di sentire Sanji e Zoro azzuffarsi.

“Presto detto, prepariamoci ad avere uno spadaccino cuoco e un cuoco spadaccino!” disse Brook.

“Così avremo più da mangiare!” disse Rufy, facendo ricadere gli sguardi su di sé “Se anche Zoro impara a cucinare, lui e Sanji insieme possono fare il doppio di quanto riusciva a fare Sanji da solo!” disse sorridendo.

Nami si portò una mano alla fronte sconsolata, poi andando a prendere per l’orecchio i due litiganti disse loro “Voi due vedete di andare d’accordo, se non volete ritrovarvi ognuno nel corpo dell’altro!”

“Io nel corpo di questo damerino? Piuttosto preferisco diventare una donna!” disse Zoro.

“Anch’io preferisco qualsiasi cosa piuttosto che diventare uno come lui!” disse Sanji, premendo il dito indice sulla guancia di Zoro per dargli fastidio.

“Se diventassi me, dovresti esserne onorato sopracciglio arrotolato!” disse Zoro dando vita a una nuova zuffa.

 

All’ora di cena, i ragazzi, dato il clima mite che regnava sull’isola decisero di mangiare sulla spiaggia, accendendo un falò e ammirando il tramonto del sole.

Sanji, ho fameeeee!” urlò il capitano.

“Invece di sbraitare e passami quelle erbe laggiù, altrimenti ti puoi scordare la tua razione!” disse il cuoco con una vena pulsante sulla fronte e mentre mescolava la sostanziosa zuppa messa sul fuoco, allungò il braccio in attesa che  Rufy gli passasse gli ingredienti richiesti.
“Ce ne hai messo di tempo!” disse, girandosi per fulminare il capitano.

S-scusa!” disse timidamente una voce femminile.

Sanji nuovamente preso alla sprovvista dalla voce, fece un salto “L-Lily? No, no, no L-Lily n-non d-dicevo a te, Lily!”

Lily arrossì “Posso ormai dedurre che il mio nome lo hai imparato, sebbene me lo abbia dato tu!” disse sorridendo “Però vedo che la mia vicinanza questa volta non ti ha fatto bruciare niente!”

Sanji sorrise imbarazzato “I-io non parlerei c-così in f-fretta!” arrossendo un po’.

Nami sentendo quelle parole si avvicinò a Lily e posandole le mani sulle spalle, la invitò a seguirla per evitare che Sanji combinasse qualche pasticcio.

“Di un po’ cuoco da strapazzo, se mai voi due vi metterete insieme, brucerai qualsiasi cosa? anche l’insalata che non va messa in forno per essere preparata?” chiese Zoro divertito guardando il compagno con un sogghigno.

“Taci testa d’alga o nel forno ci finisci tu!” disse Sanji fulminandolo.

 

Dopo cena tutti si sentirono soddisfatti del buon banchetto fatto e alcuni di loro si addormentarono, lasciando quasi tutto il lavoro a Sanji, che doveva occuparsi di sparecchiare e lavare i piatti.

“Domani mi sentono  questi pelandroni. Quello che deve sgobbare, sono sempre io!”

Lily si offrì di dargli una mano e nonostante Sanji le disse di riposarsi tranquillamente, all’insistenza della ragazza, non riuscì a desistere e lavorò con piacere al suo fianco.

Robin era andata a farsi una passeggiata lungo la riva del mare, quando aveva visto tutti addormentati e Sanji e Lily uno in compagnia dell’altro. Si domandò più che altro dove fossero finiti Rufy e Nami. Il ragazzo si era allontanato con una scusa e Nami, non vedendolo tornare, era andato a  cercarlo, ma l’archeologa era certa che si era trattato di una semplice messa in scena.

 

“Insomma Rufy, dove mi stai portando? Sono ore che camminiamo!” disse Nami ormai stanca.

Rufy si fermò e guardandola disse “Mi sa che ci siamo persi!”

Nami si infuriò a quella rivelazione e Rufy cercò di calmarla.

“Avevi detto che nella prossima isola avresti voluto passare del tempo solo con me!”

“Si, ma non in mezzo a una foresta!” disse Nami quietandosi “Volevo un posto speciale, ma su questa isola non vi e niente al di fuori del villaggio!”

“Io ho trovato un posto, tutto sta nel trovarlo!” disse per poi arrampicarsi su di un albero e guardare in giro dalla cima.

Nel frattempo, un lupo era uscito da dietro un cespuglio e con la bava alla bocca, ringhiava alla navigatrice, che tranquillamente prese il suo bastone per difendersi, ma non arrivò a tanto in quanto Rufy, buttandosi di sotto, atterrò sopra il lupo senza nemmeno accorgersene.

Nami sbattè le palpebre incredula “Lo sai Rufy che hai un tempismo perfetto?”

“Perché?” chiese il ragazzo confuso. La ragazza gli indicò il lupo e il ragazzo scambio il povero lupo stordito sotto di sé, per uno di quei tappeti con teste di animali che si vedevano solitamente nei salotti dei gran signori.

“Ho trovato il posto!” disse prendendola per mano “Vieni, sono sicura che ti piacerà!”

Durante il tragitto Nami rimase silenziosa e di tanto in tanto lanciava uno sguardo alla schiena di Rufy.

Ehm…Rufy. Ci siamo ripromessi di dirci sempre tutto, ma tu…tu hai qualche cosa che tieni nascosto a tutti?”

Rufy si fermò e la guardò confuso “Ehm…direi di no!”

Nami lo guardò con sospetto “Sicuro?”

Rufy sembrò rifletterci “Bhe c’è una cosa di cui non ho mai parlato fino a stamattina, ma non è un segreto!”

“Cosa hai provato quando tuo fratello è morto, vero?” chiese la ragazza.

Rufy sussultò “Come fai a saperlo?”

Nami imbarazzata disse “Bhe diciamo che per puro caso ti ho sentito mentre ne parlavi con Lily!”

“O meglio dire che per puro caso mi hai visto insieme a Lily in una situazione che poteva apparire romantica grazie all’alba e hai voluto spiarmi per tenermi sotto controllo!” disse Rufy prendendola in castagna.

Bhe ecco…io…insomma, Lily è molto bella e diciamo che a nessun uomo non scapperebbe qualche sorta di pensiero!” disse Nami imbarazzata.

“Sai a volte mi sorprendi Nami!” disse Rufy guardandola con volto neutro.

Perchè dubito di te?” chiese la ragazza intimorita dalla risposta che poteva avere.

“No, ma della tua insicurezza. Io credo che il tuo comportamento sia dovuto al fatto che credi di non essere all’altezza di essere la mia ragazza!” disse Rufy con una sincerità estrema da spiazzare la navigatrice, la quale cercando di proteggersi disse “Non è vero, io sono all’altezza, anzì sono anche troppo per te!” disse la ragazza gonfiando le guance, per poi sentirsi accarezzare la testa.

“Allora tranquilla!” disse Rufy sorridendole per poi chiederle di chiudere gli occhi.

Nami lo ascoltò e si sentì posare qualcosa sugli occhi e quando capì di essere bendata, chiese “Cosa hai in mente?”

“Siamo quasi arrivati e non voglio che tu veda!” le sussurrò Rufy all’orecchio, dandole i brividi.

Giunsero su di una scogliera dove si trovava una casetta come quelle presenti al villaggio. Ma essa era quasi interamente ricoperta da edera, che era cresciuta decorando l’intera abitazione. Ma non era tanto la casa quello che Rufy sapeva che sarebbe piaciuto la ragazza, ma la presenza di diversi cespugli carichi di mandarini che circondavano la costruzione.

“Senti qualcosa?” chiese Rufy.

“Questo odore…io lo conosco!” disse Nami cercando di sbirciare, ma Rufy le impedì di alzare la benda.

“Aspetta. Assaggia questo!” disse porgendole uno spicchio del frutto.

“Questo gusto aspro è…il sapore di un mandarino ancora acerbo!” disse infine togliendosi la benda.

Rufy si mise la mano dietro la testa “Ehm… con questa poca luce non è facile capire quale mandarino è maturo o meno, senza contare che l’esperta sei tu!”

“Ma questi sono…”Cominciò Nami.

“Mandarini, si!”

Rufy, questi non sono solo mandarini, sono mandarini del nuovo mondo e se colti al momento giusto, hanno un sapore più dolce di quelli del nostro mare. Crescendo in piena liberta e lontano dagli uomini che non toccano la terra per farli crescere in quantità industriale per poi venderli, non vengono contaminati dai vari prodotti che possono in qualche modo variarne il sapore!” disse Nami ,andando a controllare i mandarini da vicino e annusandone il profumo “Anche l’odore è diverso! Solo una volta mi è capitato di avere un mandarino di questo tipo tra le mani. Li aveva comprati Bellmer per me e Nojiko con gli ultimi risparmi di quel mese. Ricordo che il suo sogno era quello di produrre  mandarini buoni tanto quanto questi, ma le richieste di mercato e il nostro bisogno di soldi, la costringevano sempre a ricorrere anche lei a qualche sorta di concime per far sì che il raccolto fosse rigoglioso!” disse Nami, ricordando i bei giorni trascorsi con la madre adottiva.

“Potresti prenderne una piantina e coltivarli sulla Sunny. Le piante che abbiamo portato  dal mare orientale, stanno morendo poco a poco, non l’hai notato?”

Nami annuì tristemente “Il grado di salinità in questo mare è maggiore e quelle piante non sono abituate. Ma ora finalmente posso far sì che il nostro agrumeto ritorni al vecchio splendore di sempre!”

Nami saltò al collo di Rufy e lo abbracciò “Grazie Rufy!”

Il ragazzo arrossì non aspettandosi una reazione del genere.

Successivamente i ragazzi diedero un occhiata alla casetta e la trovarono tutta impolverata e piena di ragnatele, tanto che a Nami fece ribrezzo entrarvi, ma Rufy, facendo uso del Fussen, spazzò via tutta la polvere in un colpo solo.

Vi erano poca mobilia e per lo più rotta, ma il letto sembrava in buono stato.

Rufy, se passassimo la notte qui, credi che gli altri si possano  preoccupare?” chiese Nami.

“Forse, o più che altro possono pensare chissà che cosa!” disse divertito.

“Lasciali pensare quello che vogliono!” disse la ragazza, prendendo l’iniziativa e baciando il ragazzo. Rufy, inizialmente colto alla provvista, ricambiò il bacio il quale divenne sempre più passionale. I baci da uno divennero tanti e presi dalla passione i due ragazzi caddero sul letto, Rufy sopra Nami.

Nami se vuoi che mi fermi io…” cominciò Rufy con il fiato corto. Nami scosse la testa e afferrando la nuca del ragazzo, avvicinò nuovamente le labbra alle sue.

 

I due ragazzi si addormentarono sfiniti uno accanto all’altro e non si accorsero di quando avvenne loro durante la notte, come anche tutti gli altri membri della ciurma.

I vari ciondoli che portavano al collo, presero a brillare fino ad avvolgere l’intero corpo di ogni membro della ciurma, i quali tornarono a essere normali, come se niente fosse accaduto, una volta che le collane smisero di brillare.

 

  
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