Capitolo 27: I ciondoli
Passarono un paio di giorni e Sanji attuò il suo
piano per conquistare colei che era realmente riuscita a fare breccia nel suo
cuore.
Lily stava scoprendo un sentimento nuovo, in quanto anch’essa sembrava
avere un certo interesse per il cuoco, solo che non capiva quale. Provava un
profondo affetto per tutta la ciurma, ma quello che provava nei confronti del
cuoco era diverso.
Di tanto in tanto la ragazza si soffermava a fissare Rufy
e Nami, per capire se quello che poteva esserci tra
lei e Sanji, fosse lo stesso sentimento, ma ogni
volta le sembrava impossibile che il sentimento che la legava al cuoco e
viceversa fosse amore.
Loro due non si appartavano, non si abbracciavano o coccolavano. A mala
pena riuscivano ad avere un dialogo di senso compiuto in quanto anche per la
ragazza, era diventato difficile dialogare a causa del balbettio che la colpiva
quando era fortemente a disagio e quando si trovava accanto al cuoco o esso le
offriva qualche suo delizioso manicaretto, si sentiva estremamente imbarazzata,
tanto da non riuscire nemmeno a guardarlo negli occhi.
Le sembrava un comportamento strano quello che colpiva entrambi, in quanto
se davvero provavano un sentimento uno
verso l’altro, la ragazza pensava che sarebbe dovuto essere tutto più semplice.
Erano Nami e Robin che la maggior parte delle volte
le dicevano di non preoccuparsi e di strare tranquilla, perché un atteggiamento
del genere poteva essere normale nei primi tempi, soprattutto quando non si era
certi dei propri sentimenti o di essere ricambiati.
Ma la confusione creata dal nuovo sentimento che Lily non aveva mai provato
e di cui aveva raramente sentito parlare, si opponeva a una sensazione di forte
tristezza e nostalgia.
Quella mattina la ragazza si alzò presto. Era una sua abitudine in quanto
l’alba era uno dei pochi momenti in cui solitamente non vi era nessuno sul
ponte e vi si poteva respirare un po’ di pace e tranquillità, lontano dal
baccano che riempiva la Sunny di allegria quando la
giornata iniziava. Fissando il mare, le
venne in mente la sua sorellina, sentendosi d’un tratto colpevole di essere
viva a fare nuove esperienze, che a causa della sua prigionia non aveva potuto
fare.
Sanji l’aveva confortata molte volte, in uno di
quei momenti in cui non vi era imbarazzo tra i due, ma le parole del cuoco, che
in certi momenti potevano essere confortanti, in quell’occasione le sembravano
vuote e prive di significato.
“Lily” la ragazza sussultò sentendo pronunciare il suo nome e in fretta si
asciugò le lacrime, non riuscendo però a nascondere quanto stava provando.
“B-buongiorno c-capitano!” disse accennando un
sorriso “S-sei mattiniero o-oggi!”
“Ho troppa fame per dormire!” disse con la lingua a penzoloni e una mano
sullo stomaco
“Avevo intenzione di rubare qualcosa dalla dispensa prima che Sanji si svegli!” disse con una faccia talmente buffa,
d’essere in grado di strappare un sorriso alla ragazza, senza però allontanare
la sua tristezza.
La ragazza tornò a fissare il mare, promettendo al capitano che non avrebbe
fatto la spia, ma Rufy, vedendo il suo volto e la
tristezza nei suoi occhi, solitamente luccicanti quando scopriva qualcosa di
nuovo, dimenticò le lamentele del suo stomaco e, affiancando la ragazza
appoggiandosi al parapetto, guardò anch’esso il mare.
Vi furono diversi minuti di silenzio prima che uno dei due decidesse di
aprire bocca.
“Anche io ho perso un fratello, so cosa stai provando!” disse Rufy con voce profonda.
Lily sussultò a quelle parole “P-però io non ti
ho mai visto abbattuto per quanto
successo. Come fai ad affrontare così bene il dolore ed avere tutta questa
vitalità?”
Rufy continuò a guardare davanti a sé prima di
rispondere “Capita anche a me di essere triste per mio fratello. Ci sono giorni
in cui tutto va bene, altri in cui mi manca tantissimo, ma quando accade non
l’ho do a vedere. Inoltre più passa il tempo, più è raro essere colti dalla
malinconia, in quanto ti rassegni a quanto accaduto e pensando che comunque i
nostri cari sono in un posto migliore, ma allo stesso tempo accanto a noi!”
Ammise il ragazzo “Ma all’inizio è stata durissima. Stavo talmente male che ero
fuori di me. Pensai addirittura di lasciare perdere tutto. Vedevo tutto nero,
tanto che non vedevo quanto avevo!”
Lily si sorprese a sentir parlare un ragazzo come Rufy
in quel modo. Da come lo descrivevano i membri della ciurma, sapeva che era un
tipo che non si arrendeva mai.
“Non avevo idea! Sanji-kun non me l’ho ha detto.
Mi ha fatto apparire tutto in maniera diversa!” disse la ragazza.
Rufy sorrise guardandola “Ti confesso che è la
prima volta che rivelo a qualcuno come mi sono sentito. Non l’ho detto nemmeno
ai miei nakama, in quanto parlare della morte di Ace
aprirebbe una ferita che mai si rimarginerà del tutto!”
“Perché hai scelto di confidarti con me? Non ci conosciamo poi da molto!”
chiese la ragazza confusa.
Rufy alzò le spalle “Speravo in qualche modo
di aiutarti, dicendoti che è normale sentirsi giù o in colpa di essere ancora
in vita al posto loro, ma che le cose andranno meglio, soprattutto se, invece
di pensare a quanto hai perso, pensi a quello che hai ancora!”
La ragazza dai capelli lilla lo guardò dubbiosa per quanto aveva udito, poi
gli chiese “Tu cosa avevi?”
Rufy indicò l’ambiente circostante “I miei nakama! Ci ho messo un po’ a capirlo e a dire il vero ho
avuto un aiuto da un amico, ma mi sono reso conto che non ero solo e che avevo
tante persone che mi volevano bene e che mi erano vicine!”.
Lily abbassò la testa rattristata.
“Anche tu hai noi. Ormai fai parte della squadra e non ti abbandoneremo!”
La ragazza sgranò gli occhi, i quali avevano cominciato a riempirsi di
lacrime.
“So bene che fra noi non c’è lo stesso legame che legava me ai miei
compagni e che ci lega tutt’ora, ma dai il tempo al tempo e tieni presente che
noi siamo qui a tua disposizione. D’accordo?” chiese Rufy.
La ragazza sorrise e annuendo abbracciò e ringraziò il capitano.
“Terra in vista!” urlò Zoro dalla coffa per
mettere al corrente i suoi compagni di quanto i suoi occhi vedevano.
Il capitano, allegro come non mai, dall’euforia, saltò sul parapetto della
nave per guardare in lontananza, rischiando di cadere in acqua a causa del
troppo slancio preso. Fu solo grazie a Usopp che il ragazzo di gomma riuscì a evitare un bagno
sgradito, non solo a sé stesso, ma anche a colui che sarebbe andato a
recuperarlo.
“Sembra un’isola normale e tranquilla!” disse Nami
guardando l’orizzonte.
“è una cosa positiva giusto Nami-san? Come lo
sarebbe se mi facessi vedere le tue…” cominciò col
dire Brook, ma un’occhiataccia lanciata dalla
navigatrice, lo fece desistere dal suo intento di continuare con la sua
richiesta.
“Dovresti ormai sapere che quello che appare normale e tranquillo, in
realtà nasconde qualcosa di losco!” disse Nami “Quindi
chiedo a tutti voi di fare attenzione!” disse agli altri membri della ciurma,
che non la stavano minimamente ascoltando, al contrario pensavano a cosa fare
una volta sbarcati sull’isola.
La ragazza diede un sonoro pugno a tutti i ragazzi urlando loro “Baka che non siete altro. Vi ricordo che siamo nel nuovo
mondo e non sappiamo cosa possa esserci su quell’isola, capito?”
“Si, si!” risposero tutti all’unisono annoiati.
A Nami crebbe una vena pulsante sulla fronte in
quanto sapeva che quel si era, stato detto solo per metterla a tacere.
Robin sorrise e disse “Io non mi preoccuparei
prima del previsto. Magari davvero non ci sarà niente di anomalo su quell’isola,
anche se l’anomalia in questo mare è trovarvi qualcosa di normale!”
Un’oretta più tardi la ciurma di Mugiwara sbarcò,
nascondendo la Sunny agli sguardi della gente, così chè potessero evitare la spiacente visita della marina o
altri nemici.
L’intero gruppo si incamminò all’interno dell’isola, nella speranza di trovare
un villaggio per poter fare rifornimento di cibarie e bevande. Giunsero presto
in un piccolo paesello, fatto di casette tutte ad un piano, di colore bianco
con tetto a forma di “V” rovesciata fatto di paglia e tronchi di alberi.
Nella piazza più importante del luogo, si trovava una fontanella, semplice,
costruita con mattoni bianchi, dove la gente
riempiva le proprie brocche di acqua da usare in casa.
Era un luogo di ritrovo, dove la gente commerciava, chiacchierava e i
bambini giocavano allegri e in quell’ambiente sereno, i ragazzi si separarono. Sanji chiese a Chopper di accompagnarlo, in quanto gli
sarebbe stato utile nel trasporto del cibo, Zoro,
nonostante fosse in coda al gruppo, riuscì a perdersi e Usopp e Franky erano andati in un negozietto che vendeva pezzi di
ricambio di qualunque genere.
“Nami, io non vedo niente di strano in questo
posto!” disse Lily rasserenata dall’allegria che si poteva respirare in quel
posto.
“Ci è andata bene questa volta!”disse Nami
finalmente tranquilla.
“Buongiorno forestieri. Vi do il benvenuto nella modesta cittadina di Shiroivillage!” disse una ragazza bellissima con i capelli rossi
legati in una treccia e due occhi azzurri capaci di far concorrenza al mare.
“Salve fanciulla, sarebbe così gentile da mostrarmi le sue mutandine?”
chiese Brook prendendo la palla al balzo.
La ragazza sbattè le palpebre confusa,
soprattutto quando lo scheletro cadde a terra con un bernoccolo fumante sulla
testa.
“Ti prego di scusarlo, il mio amico è fatto così, ma non ha cattive
intenzioni” disse Lily, mentre Robin cercava di far calmare la navigatrice
ancora intenta a colpire il povero scheletro.
“Oh non fa niente!” sorrise la ragazza “Il mio nome è Akane
e sono incaricata di accogliere tutti gli stranieri che giungono sulla nostra
isola. Purtroppo i visitatori sono ben pochi e noi non riusciamo a vivere
grazie al turismo, per questo a ogni persona nuova giunta sul posto, facciamo
un dono, che speriamo venga gradito, in modo tale da far ritorno in questo
luogo sperduto!” disse la ragazza tirando fuori dalla sacca che portava a
tracollo, dieci collanine con una pietra con colore diverso e a caso vennero
messi al collo dei presenti.
A Rufy venne dato la collana con la pietra fucsia.
A Nami la collana con la pietra verde.
A Robin venne dato il colore giallo.
A Lily il colore lilla.
A Brook il colore azzurro.
Le altre collane vennero ai membri mancanti della ciurma quando questi si
riunirono al capitano e agli altri.
A Sanji capitò il ciondolo rosso.
Zoro prese la collana arancione.
Chopper prese quella viola.
Usopp scelse la collana blu.
E a Franky capitò la collana nera.
Le ragazze furono contente di indossare quel gioiello, a differenza dei ragazzi,
ma non rifiutarono dato che poteva essere considerato un gesto maleducato, in
quanto sull’isola sembrava che tutti lo indossassero.
I ragazzi si fermarono in piazza per fare uno spuntino e durante il pasto Rufy scoppiò improvvisamente a ridere. Esso, indicando
delle persone sotto un piccolo portico, disse “Guardate che buffo quell’uomo!”
L’uomo indicato dal capitano stava piangendo e urlando, pestando
rumorosamente i piedi a terra, continuando a dire di volere il lecca lecca che c’era nella vetrina di un negozio. Davanti ad
esso invece, si trovava un bambino di circa sette anni che con aria di
rimprovero disse “Manca poco all’ora di cena e la mamma non sarà contenta di
sapere che ti ho fatto mangiare dolciumi prima del pasto”
“Ma io lo voglio!” disse l’uomo sbattendo nuovamente i piedi a terra.
“Smettila di fare i capricci o te le prendi!” disse il bambino, prendendo
per mano l’uomo e trascinarlo via.
I Mugiwara di guardarono straniti “Forse hanno
battuto la testa!” disse Usopp “Oppure quel lecca lecca è talmente buono da attirare anche gli adulti!”
“E come lo spieghi il bambino che rimprovera il genitore per i capricci
fatti?” chiese Chopper.
“oh bhe…ecco…non lo so!” disse il cecchino
ragionando sulla situazione.
“Guardate, non sono solo quei due ad avere un atteggiamento strano!” disse
Lily indicando una scalinata dove erano seduti tre vecchietti con aria annoiata
e due ragazzi, un maschio e una femmina che con aria compiaciuta iniziarono a
dire “Ricordo bene come erano i miei tempi quando avevo la vostra età. I tempi
erano migliori e i giovani avevano maggior rispetto per gli anziani!” disse il
ragazzo.
“Suvvia caro, lascia andare queste povere creature a giocare. I giovani d’oggi
sono degli spiriti liberi, non hanno voglia di ascoltare dei vecchi come noi!”
disse la ragazza.
Successivamente l’attenzione si spostò su altre due persone, un uomo e la
probabile moglie.
L’uomo disse “Caro, ho voglia di fragole!”
La donna sgranò gli occhi “Cosa? Ma cara dove credi che possa trovare delle
fragole in questo periodo!” l’uomo accarezzandosi la pancia piatta disse “Non mi
importa come le troverai, portamele e basta o nostro figlio nascerà con una
grossa voglia a forma di fragola chissà dove!”
I Mugiwara più si guardavano intorno, più
rimanevano sconcertati.
“Ma sono usciti tutti fuori di senno?” disse Zoro.
“No, testa d’alga, qualcosa deve aver scambiato i loro ruoli!” disse Sanji aspirando la sigaretta.
“Forse su quest’isola c’è una fatina buona che fa indossare i panni degli
altri a coloro che non si comprendono, in modo tale che una volta che le cose
sono state risistemate, vi sia pace fra queste persone!” disse Chopper.
“Non so cosa sia successo, ma è troppo divertente!” disse Rufy.
Nami lo fulminò con lo sguardo “Non è
divertente, è semplicemente ridicolo! Pensa se succede anche a qualcuno di noi!”
“Se la teoria di Chopper è plausibile, non credo che a noi possa succedere.
Non ci sono incomprensioni tra di noi!” disse Franky,
prima di sentire Sanji e Zoro
azzuffarsi.
“Presto detto, prepariamoci ad avere uno spadaccino cuoco e un cuoco
spadaccino!” disse Brook.
“Così avremo più da mangiare!” disse Rufy,
facendo ricadere gli sguardi su di sé “Se anche Zoro
impara a cucinare, lui e Sanji insieme possono fare
il doppio di quanto riusciva a fare Sanji da solo!”
disse sorridendo.
Nami si portò una mano alla fronte sconsolata,
poi andando a prendere per l’orecchio i due litiganti disse loro “Voi due
vedete di andare d’accordo, se non volete ritrovarvi ognuno nel corpo dell’altro!”
“Io nel corpo di questo damerino? Piuttosto preferisco diventare una donna!”
disse Zoro.
“Anch’io preferisco qualsiasi cosa piuttosto che diventare uno come lui!”
disse Sanji, premendo il dito indice sulla guancia di
Zoro per dargli fastidio.
“Se diventassi me, dovresti esserne onorato sopracciglio arrotolato!” disse
Zoro dando vita a una nuova zuffa.
All’ora di cena, i ragazzi, dato il clima mite che regnava sull’isola
decisero di mangiare sulla spiaggia, accendendo un falò e ammirando il tramonto
del sole.
“Sanji, ho fameeeee!”
urlò il capitano.
“Invece di sbraitare e passami quelle erbe laggiù, altrimenti ti puoi
scordare la tua razione!” disse il cuoco con una vena pulsante sulla fronte e
mentre mescolava la sostanziosa zuppa messa sul fuoco, allungò il braccio in
attesa che Rufy
gli passasse gli ingredienti richiesti.
“Ce ne hai messo di tempo!” disse, girandosi per fulminare il capitano.
“S-scusa!” disse timidamente una voce femminile.
Sanji nuovamente preso alla sprovvista dalla
voce, fece un salto “L-Lily? No, no, no L-Lily n-non d-dicevo a te, Lily!”
Lily arrossì “Posso ormai dedurre che il mio nome lo hai imparato, sebbene
me lo abbia dato tu!” disse sorridendo “Però vedo che la mia vicinanza questa
volta non ti ha fatto bruciare niente!”
Sanji sorrise imbarazzato “I-io
non parlerei c-così in f-fretta!” arrossendo un po’.
Nami sentendo quelle parole si avvicinò a Lily
e posandole le mani sulle spalle, la invitò a seguirla per evitare che Sanji combinasse qualche pasticcio.
“Di un po’ cuoco da strapazzo, se mai voi due vi metterete insieme,
brucerai qualsiasi cosa? anche l’insalata che non va messa in forno per essere
preparata?” chiese Zoro divertito guardando il
compagno con un sogghigno.
“Taci testa d’alga o nel forno ci finisci tu!” disse Sanji
fulminandolo.
Dopo cena tutti si sentirono soddisfatti del buon banchetto fatto e alcuni
di loro si addormentarono, lasciando quasi tutto il lavoro a Sanji, che doveva occuparsi di sparecchiare e lavare i
piatti.
“Domani mi sentono questi
pelandroni. Quello che deve sgobbare, sono sempre io!”
Lily si offrì di dargli una mano e nonostante Sanji
le disse di riposarsi tranquillamente, all’insistenza della ragazza, non riuscì
a desistere e lavorò con piacere al suo fianco.
Robin era andata a farsi una passeggiata lungo la riva del mare, quando
aveva visto tutti addormentati e Sanji e Lily uno in
compagnia dell’altro. Si domandò più che altro dove fossero finiti Rufy e Nami. Il ragazzo si era
allontanato con una scusa e Nami, non vedendolo
tornare, era andato a cercarlo, ma l’archeologa
era certa che si era trattato di una semplice messa in scena.
“Insomma Rufy, dove mi stai portando? Sono ore
che camminiamo!” disse Nami ormai stanca.
Rufy si fermò e guardandola disse “Mi sa che
ci siamo persi!”
Nami si infuriò a quella rivelazione e Rufy cercò di calmarla.
“Avevi detto che nella prossima isola avresti voluto passare del tempo solo
con me!”
“Si, ma non in mezzo a una foresta!” disse Nami
quietandosi “Volevo un posto speciale, ma su questa isola non vi e niente al di
fuori del villaggio!”
“Io ho trovato un posto, tutto sta nel trovarlo!” disse per poi
arrampicarsi su di un albero e guardare in giro dalla cima.
Nel frattempo, un lupo era uscito da dietro un cespuglio e con la bava alla
bocca, ringhiava alla navigatrice, che tranquillamente prese il suo bastone per
difendersi, ma non arrivò a tanto in quanto Rufy,
buttandosi di sotto, atterrò sopra il lupo senza nemmeno accorgersene.
Nami sbattè le
palpebre incredula “Lo sai Rufy che hai un tempismo
perfetto?”
“Perché?” chiese il ragazzo confuso. La ragazza gli indicò il lupo e il
ragazzo scambio il povero lupo stordito sotto di sé, per uno di quei tappeti
con teste di animali che si vedevano solitamente nei salotti dei gran signori.
“Ho trovato il posto!” disse prendendola per mano “Vieni, sono sicura che
ti piacerà!”
Durante il tragitto Nami rimase silenziosa e di
tanto in tanto lanciava uno sguardo alla schiena di Rufy.
“Ehm…Rufy. Ci siamo ripromessi di dirci sempre
tutto, ma tu…tu hai qualche cosa che tieni nascosto a
tutti?”
Rufy si fermò e la guardò confuso “Ehm…direi di no!”
Nami lo guardò con sospetto “Sicuro?”
Rufy sembrò rifletterci “Bhe
c’è una cosa di cui non ho mai parlato fino a stamattina, ma non è un segreto!”
“Cosa hai provato quando tuo fratello è morto, vero?” chiese la ragazza.
Rufy sussultò “Come fai a saperlo?”
Nami imbarazzata disse “Bhe
diciamo che per puro caso ti ho sentito mentre ne parlavi con Lily!”
“O meglio dire che per puro caso mi hai visto insieme a Lily in una
situazione che poteva apparire romantica grazie all’alba e hai voluto spiarmi
per tenermi sotto controllo!” disse Rufy prendendola
in castagna.
“Bhe ecco…io…insomma,
Lily è molto bella e diciamo che a nessun uomo non scapperebbe qualche sorta di
pensiero!” disse Nami imbarazzata.
“Sai a volte mi sorprendi Nami!” disse Rufy guardandola con volto neutro.
“Perchè dubito di te?” chiese la ragazza
intimorita dalla risposta che poteva avere.
“No, ma della tua insicurezza. Io credo che il tuo comportamento sia dovuto
al fatto che credi di non essere all’altezza di essere la mia ragazza!” disse Rufy con una sincerità estrema da spiazzare la navigatrice,
la quale cercando di proteggersi disse “Non è vero, io sono all’altezza, anzì sono anche troppo per te!” disse la ragazza gonfiando
le guance, per poi sentirsi accarezzare la testa.
“Allora tranquilla!” disse Rufy sorridendole per
poi chiederle di chiudere gli occhi.
Nami lo ascoltò e si sentì posare qualcosa
sugli occhi e quando capì di essere bendata, chiese “Cosa hai in mente?”
“Siamo quasi arrivati e non voglio che tu veda!” le sussurrò Rufy all’orecchio, dandole i brividi.
Giunsero su di una scogliera dove si trovava una casetta come quelle
presenti al villaggio. Ma essa era quasi interamente ricoperta da edera, che
era cresciuta decorando l’intera abitazione. Ma non era tanto la casa quello
che Rufy sapeva che sarebbe piaciuto la ragazza, ma
la presenza di diversi cespugli carichi di mandarini che circondavano la
costruzione.
“Senti qualcosa?” chiese Rufy.
“Questo odore…io lo conosco!” disse Nami cercando di sbirciare, ma Rufy
le impedì di alzare la benda.
“Aspetta. Assaggia questo!” disse porgendole uno spicchio del frutto.
“Questo gusto aspro è…il sapore di un mandarino
ancora acerbo!” disse infine togliendosi la benda.
Rufy si mise la mano dietro la testa “Ehm… con questa poca luce non è facile capire quale
mandarino è maturo o meno, senza contare che l’esperta sei tu!”
“Ma questi sono…”Cominciò Nami.
“Mandarini, si!”
“Rufy, questi non sono solo mandarini, sono
mandarini del nuovo mondo e se colti al momento giusto, hanno un sapore più
dolce di quelli del nostro mare. Crescendo in piena liberta e lontano dagli
uomini che non toccano la terra per farli crescere in quantità industriale per
poi venderli, non vengono contaminati dai vari prodotti che possono in qualche
modo variarne il sapore!” disse Nami ,andando a controllare
i mandarini da vicino e annusandone il profumo “Anche l’odore è diverso! Solo
una volta mi è capitato di avere un mandarino di questo tipo tra le mani. Li
aveva comprati Bellmer per me e Nojiko
con gli ultimi risparmi di quel mese. Ricordo che il suo sogno era quello di
produrre mandarini buoni tanto quanto
questi, ma le richieste di mercato e il nostro bisogno di soldi, la costringevano
sempre a ricorrere anche lei a qualche sorta di concime per far sì che il
raccolto fosse rigoglioso!” disse Nami, ricordando i
bei giorni trascorsi con la madre adottiva.
“Potresti prenderne una piantina e coltivarli sulla Sunny.
Le piante che abbiamo portato dal mare
orientale, stanno morendo poco a poco, non l’hai notato?”
Nami annuì tristemente “Il grado di salinità
in questo mare è maggiore e quelle piante non sono abituate. Ma ora finalmente
posso far sì che il nostro agrumeto ritorni al vecchio splendore di sempre!”
Nami saltò al collo di Rufy
e lo abbracciò “Grazie Rufy!”
Il ragazzo arrossì non aspettandosi una reazione del genere.
Successivamente i ragazzi diedero un occhiata alla casetta e la trovarono
tutta impolverata e piena di ragnatele, tanto che a Nami
fece ribrezzo entrarvi, ma Rufy, facendo uso del Fussen, spazzò via tutta la polvere in un colpo solo.
Vi erano poca mobilia e per lo più rotta, ma il letto sembrava in buono
stato.
“Rufy, se passassimo la notte qui, credi che gli
altri si possano preoccupare?” chiese Nami.
“Forse, o più che altro possono pensare chissà che cosa!” disse divertito.
“Lasciali pensare quello che vogliono!” disse la ragazza, prendendo l’iniziativa
e baciando il ragazzo. Rufy, inizialmente colto alla
provvista, ricambiò il bacio il quale divenne sempre più passionale. I baci da
uno divennero tanti e presi dalla passione i due ragazzi caddero sul letto, Rufy sopra Nami.
“Nami se vuoi che mi fermi io…”
cominciò Rufy con il fiato corto. Nami
scosse la testa e afferrando la nuca del ragazzo, avvicinò nuovamente le labbra
alle sue.
I due ragazzi si addormentarono sfiniti uno accanto all’altro e non si
accorsero di quando avvenne loro durante la notte, come anche tutti gli altri
membri della ciurma.
I vari ciondoli che portavano al collo, presero a brillare fino ad avvolgere
l’intero corpo di ogni membro della ciurma, i quali tornarono a essere normali,
come se niente fosse accaduto, una volta che le collane smisero di brillare.