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Autore: Eva92    29/10/2011    4 recensioni
Sono passati tre anni da quando il trio magico ha superato i MAGO ad Hogwarts, e quello che voglio raccontarvi è un tempo nel quale Voldemort dirige le pedine, ancora però nescosto nel buio, e dovo il mondo magico vive in una finta cappa di guerra controllata.
Ma in molti sanno che tra poco il caos scoppierà inevitabilmente e alcuni, Harry, Ginny,Ron, Draco, si reparano per l'inevitabile scontro.
Cosa succede poi se l'assenza dell'unico membro femminile del Trio sconvolge gli equilibri dell'Ordine?
Possibile che l'unico in grado di riportare l'ordine sia proprio Draco Malfoy?
Non è un mondo di eclatanti OOC (anzi fatemi sapere se i personaggi appaiono troppo diversi!), e nemeno di flotte di nuovi personaggi, ma è comunque diverso da quello che conosciamo e spero che anche per questo motivo vi possa piacere!
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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                  Settimo capitolo
                               Ritorno a Grimmuald Place
 
 
-Harvey muoviti, per l’amor del cielo!- Katie fu tentata di sbattere il pugno contro il ripiano in legno della scrivania del collega, ma continuò a limitarsi a sbattere in modo nervoso e irritante le unghie mangiucchiate.
-Certo, Katie… potresti evitare di…?- indicò con uno sguardo titubante le unghie.
-Cosa Harvey? Vorrai vedere che se ti dai una svegliata con quell’impaginazione questa unghie stressate non ti daranno più alcun problema!- Perché se poi c’era una cosa che lei odiava erano gli uomini senza palle.
 Forse la cosa peggiore erano gli uomini brutti e senza palle. Si decisamente questi erano ancora più irritanti, proprio come Harvey con quei suoi occhiali a fondo di bottiglia e quella sa flemma tipica solo del più lento dei bradipi.
-Non è colpa mia è che quest’immagine non vuole adeguarsi al formato…. Ci devono essere dei problemi con l’incantesimo.-  E solo al sentire quelle parole a lei venero i brividi. Il numero doveva essere stampato almeno due ore prime dell’alba, e per la prima volta, a causa di quell’ameba, avrebbe ritardato la stampa di tutta la Gazzetta.
-Harvey, hai visto chi c’è in quell’immagine che dovresti impaginare?- si avvicinò minacciosa, e vide  gli occhi del ragazzo allargarsi.
-Si Katie, Draco Malfoy.-
-Ecco bravo, se quest’articolo non riesci a impaginarlo entro i prossimi cinque capitoli non dovrai renderne conto solo a me, ma al direttore, al vicedirettore, al Reporter ed a Cho Chiang… sono stata chiara?-
-Cristallina Katie…-
-Bravo… e ora vedi di muoverti o ti scateno contro quel traditore di Draco Malfoy in persona.-
 
 
 
La smaterializzazione avvenne con successo, e pochi attimi dopo aver sentito la fastidiosa sensazione di vertigine all’ombelico caddero sul tappeto dell’ingresso di Grimmuald Place, Harry sotto e Hermione sopra, in un groviglio di braccia e gambe.
Lui non aveva mai chiuso gli occhi e non li aveva soprattutto mai distolti da lei, così  riuscì a guardarle subito il viso, gli occhi spalancati, i tratti stanchi, i capelli spenti e quell’aria combattiva che ancora c’era da qualche parte dietro quelle palpebre chiuse, in quelle calde iridi scure di cui lui non aveva mai dimenticato nessun dettaglio.
Sentiva la sua pelle fredda poggiare e aderire a tutto il suo corpo, provocandogli la pelle d’oca, avrebbe voluto abbracciarla o strofinarle le braccia per scaldarla, ma prima che potesse anche provare si sentirono chiaramente i suoni di altre smaterializzazioni e di almeno due corpi caduti a terra. Poi subito dopo il caos.
 
-Prendi.- Alzando lo sguardo la prima cosa che vide fu la mano della McGranitt porgergli una tazza di fumante cioccolata calda.  Dovevano avere la stessa espressione loro due, o almeno così pensò Harry nel vedere quella corrucciata e ansiosa della donna.
-E non angustiarti, lei è forte se la caverà di certo.-
-La stessa cosa posso dire per lei professoressa.- Un piccolo sorriso increspò per un attimo le labbra della donna.
-Hai ragione. Dobbiamo solo aspettare.- Si sedette di fianco a lui, in attesa e per un po’ Harry riuscì a tranquillizzarsi, a convincersi che si, lei ne sarebbe uscita abbastanza bene da quella storia e avrebbero sfondato il mondo insieme, loro tre come era sempre stato.
Poi però una preoccupazione passava a smorzare la forza positiva di quelle idee e lui si ritrovava a pensare, a temere.
-Professoressa, e se fosse troppo tardi? Ho visto e ricordo in che stato erano ridotti i genitori di Neville qualche anno fa. Non voglio vedere Hermione chiusa in ospedale fino alla fine dei suoi giorni. Ma ho terribilmente paura che i mesi passati non si possano dimenticare o cancellare.-
-E così non sarà Potter.- La donna gli strinse un braccio e ne ebbe la completa attenzione, come durante le lezioni di Trasfigurazione non era mai successo.
-Questi mesi non devono essere cancellati, ma non per questo devono essere stati fatali per l’equilibrio mentale di Hermione. Vedi Potter durante la prima guerra, vi sono stati scontri talmente crudi che voi nemmeno potete immaginare in che stato venivano trovate le persone. Alcune di queste venivano uccise dagli stessi medimaghi  a causa della situazione critica e delle condizioni ormai irrisolvibili. Alice e Frank Paciock vennero trovati una sera in casa loro: Bellatrix li aveva riportati nello stesso preciso luogo dove li aveva trovati; quando gli Auror entrarono in casa li trovarono seduti nel divano.- Harry rabbrividì al solo sentire la storia. Chissà se Neville era al corrente di tutto quello, sperò davvero di no.
-Erano pietrificati, ma una volta tolto l’incantesimo il loro stato mentale fu subito chiaro a tutti, e da quel giorno non c’è stato un solo miglioramento. Bellatrix, suo marito e i suoi compari non hanno usato solo la maledizione Cruciatus, ma magia nera molto potente e antica. Hermione Granger era utile a Voldemort, lo è sempre stata, come tutte le persone a te care d'altronde. Se poi aggiungiamo che lei è decisamente una tipetta che ragiona abbastanza bene… bhè era l’ostaggio perfetto, non avrebbe avuto senso renderla inutile, non in un periodo in cui Voldemort affina le armi.- Gli dedicò uno sguardo quasi materno, uno  di quegli sguardi che solo Molly Weasley era capace di riservargli.
-Grazie.-
 
Era tornato con una ferita di guerra, certo era solo una caviglia slogata, ma era pur sempre qualcosa di cui lamentarsi e per cui tenere il muso per un po’. Anzi era qualcosa per cui valeva la pena disturbare un po’ Ginny Weasley, in fondo era o no una medimaga? Non gli avrebbe certo negato una pomata antidolorifica e qualche fasciatura….
Girovagò un po’ nella casa, alternando un passo zoppicante e qualche saltello strano, ma cercò comunque di trovare più in fretta possibile la Weasley e contemporaneamente non poggiare il piede a terra, anche perché ogni volta che lo faceva vedeva letteralmente le stelle.
Quando arrivò davanti alla porta socchiusa della cucina sentì subito un forte odore di cioccolata.
 Aprì la porta e trovò il motivo di quel profumo, la Weasley stava di spalle, in vestaglia, intenta a girare quella che doveva essere la cioccolata in un pentolino.
Portava i capelli sciolti sulla schiena che sullo sfondo bianco della vestaglia creavano un contrasto pittoresco.
-I tuoi capelli sembrano sangue su quella vestaglia bianca.- Forse se l’avesse salutata avrebbe fatto meglio, dato che la ragazza si spaventò tanto da rischiare di far cadere il pentolino, ma poi gli venne in mente che non l’aveva mai salutata in vita sua e non avrebbe cominciato di certo a farlo ora con una caviglia gonfia e dolorante.
-Oddio…- lei si poggiò una mano al petto dove il cuore aveva preso a battere troppo velocemente.
-Sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo.- Lui non si prese la briga di risponderle, ma continuò a camminare alla bene e meglio verso la poltrona vicino al camino. Ovviamente tutto quello spettacolino non passò inosservato a Ginny che per deformazione professionale o qualcos’altro che ancora non le era chiaro si avvicinò subito con aria trafelata lasciando il pentolino sul fuoco.
-Che ti è successo alla caviglia?- E appena lo chiese Ginny Weasley firmò la sua condanna. Si, perché se c’era qualcosa in cui Draco era bravo, quello era lagnarsi. Lo aveva sempre fatto, e gli riusciva alla perfezione, sia grazie a una certa dote naturale e genetica, sia grazie ad un duro allenamento durato anni.
-Non lo so, so solo che ogni volta che poggio il piede a terra provo un dolore fortissimo, penso sia proprio  rotta.- E da quel momento in poi la sua espressione fu di tremendo e incontrollabile dolore.
Ginny prese uno sgabello basso dove gli fece poggiare il piede.
-Come minimo sei caduto male durante la smaterializzazione… e meno male che Moody dice che tu saresti un buon Auror…- Lui fece per rispondere, ma venne bloccato dal dolore alla caviglia quando lei gli tolse la scarpa.
-Weasley! Diavolo hai la delicatezza di un troll, al san Mungo non ti hanno ancora cacciato? Comunque no, è successo durante la fuga, come al solito è toccato a me il lavoro più duro, Potter da buon Auror ha pensato bene di prendersi la Granger e smateriallizzarsi, mentre a me è toccato il ragazzo… che non era ne svenuto ne propenso a farsi smaterializzare a nessuna parte! Dopo essermi beccato non so quante gomitate sono riuscito a smaterializzarmi e l’atterraggio non è stato dei migliori.- Lei gli tolse la calza con molta più delicatezza, notando da subito un leggero gonfiore.
- Quindi è avvenuto durante la smaterializzazione.- un sorrisetto sghembo mosse le labbra di Ginny. -Lui è privo di sensi vero?-
-Si… l’hanno portato di sopra. È rotta?- provò a muovere la caviglia ma la mano di Ginny glielo impedì, la abbracciò con due mani e gli fece cenno di no con il capo. Aveva le mani tiepide e lisce il contatto diretto lo sorprese, ma preferì non dire nulla.
-No, hai preso solo una brutta storta, basterà  giusto una pomata e un incantesimo semplicissimo.- Lo lasciò per un attimo per spostarsi verso la credenza, dalla quale tirò fuori una valigetta morbida in pelle, simile a quella che spesso, dopo qualche incidente a Quidditch, aveva visto a madama Chip. Tirò fuori una boccetta scura, la stappò e un profumo familiare colpì Malfoy. Quello era il profumo che spesso sentiva sulla Weasley  durante i pranzi, alle colazioni, o semplicemente quando la incrociava nei corridoi ed era sempre trafelata, con il camice addosso o piegato tra le mani. Ormai poteva riconoscere anche la sua espressione da Post-Mungo (come un giorno l’aveva definita Arthur Weasley), era tirata e bianca, ma allo stesso tempo i suoi occhi sembravano esprimere e brillare di una così forte determinazione che spesso lui si era ritrovato a non volerli nemmeno incrociare. Forse perché i suoi ultimamente erano piuttosto vuoti, senza poi tante emozioni o ideali a cui credere, e incrociarne un paio pieni di… pensieri, desideri, parole e sentimenti lo avrebbe sminuito ancora di più ai suoi stessi occhi.
In quel momento lei era intenta a passare la pomata fredda sulla sua caviglia, in modo corretto, attento e diligente. Potè così guardarla indisturbato, lei aveva gli occhi abbassati e impegnati. Dopo avergli messo la pomata aveva preso a spalmarle su quasi tutta la caviglia, e a fare dei leggeri movimenti circolari per facilitarne l’assorbimento  da parte della pelle.
La sostanza si era scaldata a contatto della sua pelle, e la sensazione di quelle dita chiare che vagavano sulla sua caviglia lo destabilizzò, facendogli desiderare per un attimo e inconsciamente che quel momento durasse abbastanza, almeno due ore  o giù di lì.
Si  pentì subito dopo di quel pensiero, e maledisse la pomata, la storta alla caviglia e quel suo modo di curarlo e farlo sentire vivo, ma  farlo vergognare contemporaneamente dalla propria condizione arida e statica. Perché tutte queste sensazioni non erano da lui, non doveva provarle, non poteva e non doveva, perché lui era pur sempre un Malfoy e cancellare gli insegnamenti di un intero casato e di un’intera vita era troppo per lui.
-Non dovresti toccarmi Weasley.- Lo disse con calma, quasi fosse una constatazione e non un rimprovero.
-E perché? È una questione di sangue?-
-Si.- Lei si bloccò di colpò nel sentire la risposta secca, si irrigidì e alzò lo sguardo verso si lui, incrociando i suoi occhi pallidi che la osservavano fermi, stavolta senza reticenze.
Se fosse stato abbastanza coraggioso Draco le avrebbe detto che si, era una questione di sangue, ma non come intendeva lei. L’avrebbe guardata negli occhi e le avrebbe detto che quando era vicino a lei gli sembrava di avere troppo sangue da pompare al cuore. Ma Draco Malfoy non era mai stato suo malgrado coraggioso, tutt’altro. Era tanto pavido da abbandonare la sua famiglia e la sua casa nelle mani di un pazzo, figurarsi poi avere il coraggio di dichiarare una cosa simile davanti a quegli strani e caldi occhi castani. Preferì essere frainteso e passare per il solito bastardo purosangue. Si, si disse, sempre meglio purosangue bastardo che pavido purosangue.
Distolse lo sguardo da quello della ragazza, e lasciò che lei in pochi e meccanici gesti gli risistemasse la caviglia, per poi poter tornare ad occuparsi della cioccolata.
 
 
I medimeghi erano finalmente usciti dalla stanza di Hermione, avevano espresso i loro pareri ottimisti sullo stato della ragazza che, nonostante fisicamente stanca e provata, era in condizioni mentali e fisiche accettabili. Aveva solo bisogno di riposo. E quando dissero quella frase guardarono dritto Harry, che aveva già una mano sulla porta. A parlare però ci pensò la McGranitt, che diplomaticamente promise di controllare personalmente la ragazza e le sue condizioni di salute.
E i due finalmente si allontanarono, avviandosi verso la stanza dove avevano sistemato l’altro ragazzo.
-Potter hai sentito cosa hanno detto?-
-Certo.- Abbassò la maniglia lentamente.
-Ha bisogno di riposo.
-Riposerà infatti.-
-Potresti anche aspettare domattina. Lei ora non corre alcun pericolo.- A lui non venne nemmeno un dubbio, non avrebbe aspettato un secondo di più per vederla, nessuno sarebbe riuscito a bloccarlo.
-Non sto dicendo di non andare, dico solo di cercare di non svegliarla.- Questa era una richiesta più accettabile, pensò Harry.
-Non la sveglierò.-
-Bene, non intendo certo bloccarti Potter, anche perché mi sarebbe impossibile, non sono più la tua Professoressa di trasfigurazione in più, se non fosse anche per te, lei non sarebbe di nuovo qua.- E dopo quella frase finalmente la maniglia si abbassò definitivamente.
 
Vedere finalmente Hermione nel suo letto gli fece tornare alla mente tutte le volte che lui si era rinchiuso in quella stanza, immaginandola proprio così: al suo posto a casa.
Sul comodino, non troppo vicino al letto, qualcuno aveva messo un vaso di fiori freschi, ai piedi del letto invece Grattastinchi dormiva alla grossa, acciambellato.
Harry si avvicinò al letto, con le mani un po’ tremanti, i nervi tesi e qualcosa di pesante all’altezza del petto.
La vide dormire profondamente, in una posizione troppo composta per lei, la trovò cambiata. Aveva i capelli molto più lunghi dell’ultima volta che l’aveva vista, le guance smunte, e le occhiaie  le sagnavano la pelle sotto gli occhi. Era cambiata di certo, ma agli occhi di Harry era sempre la stessa Hermione, così gentile, così caparbia e bella.
 Aveva le braccia fuori dalla coperte, seguivano la linea dei fianchi che si intravedevano sotto le pesanti coperte.
Si avvicinò ancora, abbastanza da accarezzarle una mano. Le prese il polso, con gesti attenti e misurati, e le accarezzò la pelle morbida della mano, come era solito fare nei momenti di relax davanti al fuoco, quando lei lasciava finalmente uno dei suoi tomi giganteschi. Si rilassavano davanti al fuoco del camino, lei con la testa appoggiata alla sua spalla, e lui con il suo polso tra le mani.
-Hermione…- Troppe cose vorticavano dentro di lui in quel momento.
Si era ripromesso di non addossarsi la colpa di tutto, e invece in quei cinque mesi non aveva fatto altro che addossarsi le colpe del mondo, poi quando se ne rendeva conto si incolpava anche per quello. E anche in quel momento, nonostante avesse finalmente Hermione davanti era si, contento di rivederla al sicuro dentro casa, ma allo stesso tempo si sentiva terribilmente in colpa per averci impiegato tanto a ritrovarla.
-Mi dispiace.-
 
 
Quando Hermione si svegliò era già mattino inoltrato e la luce filtrava dalla tende chiare della sua stanza. Un sorriso le increspò il viso, facendole risvegliare le guance un po’ indolenzite dalla lunga dormita. Si sentiva più stanca ora che dentro la cella, ma era una stanchezza diversa: era pacifica, rilassante e comoda. E poi quel giorno avrebbe rivisto finalmente tutti: Harry, Ron, i suoi genitori… era stanca si, ma anche felice.
Si accorse solo qualche secondo più tardi che oltre a lei e Grattastinchi nel letto c’era qualcun altro.
Quando si girò verso il lato destro del letto quasi si spaventò nel vedere la testa di Harry poggiata sulla trapunta, vicino alle sue gambe. Aveva i capelli spettinati come al solito, di quella tonalità scusa, simile al carbone, che a lei piaceva tanto.
Non gli vedeva la faccia, era grato dall’altro lato, ma era sicura avesse quell’espressione corrucciata che spesso gli aveva visto quando si appisolava.
Gli poggiò una mano sul capo, e immerse le dita su quei capelli morbidi e selvaggi.
Lui si svegliò subito e con uno scatto veloce girò la testa verso di lei, incrociando subito i suoi occhi. Tutto si sarebbe aspettato, ma non la reazione che Hermione ebbe non appena lo vide in faccia. Allontanò di scatto la mano dal suo capo per portarsela davanti alla bocca spalancata.
 La prima volta che i loro occhi si fossero incontrati lui avrebbe voluto vederle nel viso un sorriso felice e non quell’espressione sconvolta.
-Hermione cosa…-
-Harry…cosa ti è successo?!-  e l’allarme che sentì in quella frase riuscì a gelarlo sul posto.
 
 
Prima di cominciare i commenti ringrazio Rora17, Kla87 e Apple90 per le recensioni! Grazie ragazze!
Uff… ho impiegato un sacco di tempo a scrivere questo capitolo… non so nemmeno io il perché! Non è lungo, non è complicato, non avvengono scene così importanti, so solo che è stato lungo!
Bene come abbiamo letto Herm è tornata all’ovile ;) Harry si addossa le colpe del mondo come al solito, Draco riesce a fare il cretino anche con una caviglia slogata e Ginny deve avere pazienza ancora per un po’!
Il prossimo sarà un capitoletto importante per la sezione Harmony! :D
Vi lascio ora… nel caso doveste avere qualche domanda o curiosità fatevi sentire!
Ah, e ricordatevi che una recensioncina fa sempre piacere!
 
  
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