Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: RobTwili    30/10/2011    9 recensioni
Lui: Francis 'Frank Fagotto' Hudson.
Lei: Ashley Foster
Lui: Capitano de 'I Matematicici', Capitano de 'Gli elettroni spaiati' e suonatore di Fagotto nella banda del liceo.
Lei: Capitana indiscussa delle Cheer-leader, Capo volontaria del progetto 'Le infermiere della scuola'.
Lui: Innamorato di lei fin dall'asilo.
Lei: Non sa nemmeno che lui esiste.
Ma se, improvvisamente le loro strade si incrociassero? Potrebbe Francis, con molte difficoltà, compiere la vendetta di tutti i nerd facendo capire che l'aspetto non è tutto?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nerds do it better'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
rotn








«Io… noi…» balbettò Zac, sistemandosi gli occhiali sul naso per l’imbarazzo.
«Oddio, sono così felice» strillò Ashley, correndo ad abbracciare Mac che ridacchiava a causa del disagio.
Continuavo a guardare la scena senza dire nulla.
Se da una parte ero felice che Mac e Zac si tenessero per mano, dall’altra parte ero…dubbioso.
E se si fossero lasciati?
Di chi sarei dovuto rimanere amico?
Mac la conoscevo dall’asilo, Zac anche.
Mi trovavo bene con entrambi e non avrei saputo decidere tra uno di loro due.
«Finalmente! Credevo non sarebbe mai arrivato questo giorno! Zac, hai proprio la testa dura, lo sai? Erano mesi che provavo a farti capire che eri innamorato di Mac. Quando vi parlavate sembrava di assistere ai litigi di una vecchia coppia sposata» rise Ashley, continuando ad abbracciare Mac.
«Francis, perché non dici nulla?» mi chiese Zac, facendomi sussultare.
Cosa dovevo dire?
«Io… io… sono felice per voi». Cercai di sembrare allegro, fingendo un sorriso.
«Posso parlarti un attimo?» sibilò Ashley, avvicinandosi a me e costringendomi ad alzarmi per seguirla.
«Che c’è?» domandai, respirando lentamente per non farle vedere che ero agitato.
«Che ti prende? Ti da fastidio che adesso stiano assieme?». Assottigliò lo sguardo, come se cercasse di capire qualcosa.
«No… è solo che…» cominciai, non sapendo bene che cosa dire per non sembrare uno stupido.
«Solo che? Sputa il rospo, Francis Hudson». Fece un passo per avvicinarsi ancora di più a me.
Nonostante fossi più alto di lei di dieci centimetri, sembrava davvero minacciosa.
«Ecco… e, ehm… e se si lasciano?» sussurrai, capendo che ero davvero un pessimista cronico.
Da quanto erano una coppia? Dieci minuti? E io stavo già pensato alla loro fine.
«Ma se si sono appena messi assieme! E poi, Francis, sei davvero un pessimista, dannazione! Lascia loro un po’ di speranza. Io li vedo bene come coppia. Ora, dimentica tutte le cose brutte e sorridi. Torniamo da loro e di’ che sono belli e che sei felice per loro. Muoviti». Quel lato di Ashley, così dittatoriale… non lo conoscevo.
Cominciavo a capire perché fosse diventata la capo cheerleader.
«Aspetta» mormorai, trattenendola leggermente per un polso. Quando Ashley si voltò per guardarmi, rimasi senza parole ancora una volta. Quella sera era bellissima.
«Che c’è?» chiese, leggermente in ansia, perché voleva tornare da Mac e Zac.
«E se-e-e poi si la-la-lasciano?». Era proprio un problema grande dal mio punto di vista.
«Dacci un taglio, o non riuscirai a vedere se arrivano a fine settimana».
Era una minaccia di morte?
Qualsiasi cosa fosse, mi spaventò abbastanza per farmi avvicinare a Mac e Zac, che smisero di parlare tra di loro.
«Sono felice per voi, ragazzi» borbottai, passandomi una mano tra i capelli.
«Come no» sbottò Zac, calciando un sasso con la punta del piede.
«Zac…» lo ammonì Mac, tirando appena la manica della sua giacca grigia.
«Che c’è? Ti sembra che sia felice? È arrabbiato, non felice. Che cosa ti dà fastidio?». Zac fece un passo verso di me, lasciando la mano di Mac.
Sembrava arrabbiato.
«Zac, calmati» bofonchiai, indietreggiando di un passo.
«No, prima mi dici che cosa ti fa arrabbiare, così ci togliamo il pensiero. Sei per caso geloso?». Mi stava spaventando quel comportamento.
L’ultima volta che Zac si era arrabbiato così tanto era stato otto anni prima, quando assieme a John gli avevamo nascosto il Bat segnale.
Era… geloso. Di Mac.
«Zac, posso parlarti un attimo?» sbottai così, sperando che riuscisse a calmarsi un po’.
Volevo scambiare quattro chiacchiere da uomo a uomo.
«Che c’è?» bofonchiò burbero, e ci allontanammo di qualche passo dalle ragazze.
«Prometti che non la farai soffrire con quelle battute da idiota?». Ora era il mio turno di minacciare.
«Io…» balbettò, improvvisamente a disagio.
La situazione si era decisamente capovolta.
«Prometti che la tratterai come una principessa, e la difenderai esattamente come è successo poco fa?».
Non sapevo perché, ma quel suo scatto di gelosia mi aveva improvvisamente tolto tutti i dubbi su una loro possibile rottura.
«Io…» cercò di dire di nuovo, ma io lo bloccai prima che avesse il tempo di rispondere.
«Allora vi auguro tutto il bene di questo mondo». Sorrisi, tendendogli la mano in un gesto di pace.
«Sei ubriaco?» chiese, avvicinandosi per guardarmi negli occhi.
Cominciai a ridere, felice.
«No. Non sono ubriaco. Sono solo felice». Feci spallucce, contento che Mac avesse finalmente trovato un ragazzo alla sua altezza.
«Ashley ti ha baciato?» ritentò Zac; voleva assolutamente capire il motivo della mia felicità.
«No, mi ha solo detto che non si è pentita del bacio a Stanford» confidai, lanciando un’occhiata a Mac e Ash: stavano ridacchiando, sedute sulla nostra panchina, quella sotto alla grande quercia.
«E poi?» strillò, curioso.
«E poi siete arrivati voi» borbottai, abbassando lo sguardo e ripensando al secondo in cui avrei voluto uccidere Zac.
«Che sfiga. Potevi mandarci via» sbuffò, sistemandosi gli occhiali.
«Come potevo? Siete arrivati con le mani intrecciate. Ma che cosa è successo?» domandai, ora troppo curioso di capire.
«Ecco, noi…» cominciò a giocherellare con il bordo della giacca, senza guardarmi negli occhi.
«Vi siete baciati?» urlai, guadagnandomi una gomitata nelle costole.
«Parla piano, scemo. Non so se posso dirtelo» mormorò. Era arrossito.
«Ok, allora fai solo gesti. Così non mi dici nulla». Improvvisamente mi ritrovai avido di pettegolezzi.
Sembravamo due zitelle che spettegolavano.
«Vi siete baciati?». Non che avessi molti dubbi, dopo la sua reazione, ma era per essere sicuri.
Annuì, tornando subito dopo a guardare Mac, che stava ancora parlottando in modo complice con Ash.
«Ma un bacio bacio?». Alla mia domanda scosse la testa energicamente.
Ah, un bacio a stampo.
«Ok, e dopo? Come fai ad accompagnarla a casa?» mi informai. In fin dei conti c’erano solamente la mia macchina e quella di Ashley a disposizione.
«Be’, posso anche parlare ora che ci penso» disse piano. «Scendo a casa sua e dopo torno a piedi» mormorò.
Non sapevo perché ma sembrava che fosse arrossito di nuovo.
Sorrisi felice, qualcosa, nel suo sguardo, mi convinse che Ashley aveva ragione.
Zac e Mac sembravano veramente un bella coppia.
«Torniamo da loro, dai». Guardai Mac e Ashley; nonostante fossero passati quasi dieci minuti continuavano a parlare senza mai fermarsi. Quasi senza respirare.
Che cosa avevano da dirsi?
«Ciao» borbottò Zac, facendo un mezzo sorriso.
Quando Mac incontrò il suo sguardo, non riuscì a non sorridere a sua volta, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Aww» mormorò Ash, senza trattenersi.
«Smettila». Mac le tirò una leggera gomitata.
«Andiamo dentro a ballare un po’? Perché altrimenti il ballo finisce e noi non abbiamo ballato». Ashley si alzò in piedi, avvicinandosi a me e sorridendomi.
«Questa è proprio una buona idea» ribatté Zac, circondando le spalle di Mac con un braccio.
«Come sono carini» cinguettò Ash, avvicinandosi di un passo a me.
«Già». Abbassai lo sguardo, puntandolo sulle mie sneakers, imbarazzato.
Mi sarebbe piaciuto fare lo stesso, appoggiare il mio braccio sulle sue spalle, ma avevo paura di esagerare.
Non volevo spaventarla, non dopo quello che mi aveva detto pochi minuti prima.
Una cosa era certa: dovevamo riprendere quel discorso, non l’avevamo concluso, e io ero solito terminare quello che cominciavo.
All’ingresso della palestra notammo Alex e Kathrina: si stavano baciando.
Cercai in tutti i modi di richiamare l’attenzione di Ashley dalla parte opposta, ma senza risultato.
«Dopo quello che è successo l’ultima volta potrebbero evitare di fare queste cose in pubblico» sibilò Ashley, lanciandogli un’occhiataccia carica d’odio.
«Il lupo perde il pelo ma non il vizio, mia cara» disse Zac, superandoci con Mac, per raggiungere John e Hannah.
«Credo abbia ragione» borbottò tra sé e sé Ashley, spostandosi un ricciolo che era caduto dalla sua acconciatura.
«Lascialo stare» le consigliai. Forse era un po’ pretenzioso da parte mia dare dei consigli a lei, ma speravo lo interpretasse come il consiglio di un amico.
«Cosa?» domandò sorpresa, avvicinandosi di un passo per riuscire a sentirmi anche attraverso la musica assordante.
«Lascialo sta-sta-stare. Non far-farci più ca-a-a-aso». Riuscii solo a fare una strana smorfia, per cercare di rassicurarla.
«Forse hai ragione. Dai, andiamo a ballare». Mi prese per mano, trascinandomi dagli altri ragazzi.
Cominciai a muovermi lentamente, dapprima impacciato.
Quando però, Mac si avvicinò assieme ad Hannah, ridendo, e mi costrinse a ballare, riuscii a lasciarmi andare un po’ di più.
Ballammo per tutta la sera, senza fermarci quasi mai.
Probabilmente agli occhi delle altre persone potevamo sembrare ridicoli, specialmente quando, assieme a Zac, avevo cominciato a muovermi come un egiziano.
Non ci importava niente dell’opinione degli altri in quel momento, però.
Eravamo isolati da tutti, nonostante alcuni ragazzi ci spintonassero perché, forse, occupavamo un po’ troppo spazio.
«Basta, vi prego» si lamentò a un certo punto Zac, sbuffando e slacciandosi ancora di più la camicia.
«Ancora uno, dai» cercò di convincerlo Mac, abbracciandolo e costringendolo ad avvicinarsi di nuovo a noi.
«Ma sono stanco. Mi fanno male le gambe». Vidi le mani di Zac appoggiarsi sui fianchi di Mac e ridacchiai.
Era strano vederli così affettuosi, quando fino a poche ore prima bisticciavano per ogni sciocchezza.
«Dai, tanto prima che balliamo di nuovo passeranno mesi». Ashley lo prese per mano e cominciò a farlo muovere a forza, mentre Zac continuava a far ciondolare la testa.
«Sono stanco. Voglio tornare a casa. Voglio farmi una doccia calda con il bagnoschiuma di Flash e dopo voglio andare a dormire tra le mie lenzuola di Superman» borbottò, passandosi una mano tra i capelli sudati.
«Due minuti?». Mac gli sorrise, sbattendo un po’ troppe volte le palpebre.
«Ok» acconsentì con un sospiro, strabuzzando gli occhi quando Mac lo abbracciò di colpo per ringraziarlo.
«Grazie, grazie». Mac cominciò a saltellare per la felicità.
«La prossima è l’ultima canzone però» la avvertì Zac.
Non aveva tutti i torti, anche io cominciavo a essere stanco.
Mi stavo divertendo, ma i muscoli delle mie gambe non la pensavano allo stesso modo.
«Hannah, per favore possiamo andare? Non mi reggo più in piedi» si lamentò John sporgendo il labbro inferiore come un bambino piccolo.
«Va bene» ridacchiò Hannah, dandogli un veloce bacio. «Prima però dobbiamo andare da Cindy così le spiego bene che cosa deve fare. Ormai se ne sono andati quasi tutti, credo possano farcela da soli». Abbracciò John, prima di avvicinarsi a Mac e Ashley per salutarle.
«Ciao Francis» ridacchiò, alzandosi sulle punte dei piedi per abbracciarmi.
«Buona serata, Han» scherzai, piegandomi leggermente sulle ginocchia.
«Zac, te lo ripeto: siete davvero belli assieme» disse con un sorriso Hannah, prendendo le mani di Zac tra le sue.
«Oh… sì, be’… grazie» balbettò in imbarazzo, facendo ridere me e Ashley.
John e Hannah si allontanarono, lasciandoci a ballare per qualche altro minuto.
«Ok, la canzone è finita. Ora possiamo andare a casa, forza Francis. La macchina è la tua». Zac cercò di spingermi verso l’uscita affrettandosi dietro di me.
«Un attimo» mi lamentai, sistemandomi gli occhiali che erano scesi sul naso. «Ashley, Mac, volete andare a casa?» chiesi.
In fin dei conti ero un gentiluomo.
Se le signore volevano rimanere per un nuovo ballo, saremmo rimasti!
«Francis, è molto gentile da parte tua, e qualcuno dovrebbe prendere esempio da te…» scherzò Mac, guardando Zac che abbassò vergognoso lo sguardo, «… ma credo sia meglio tornare a casa. Che ne dici Ash?». Mac guardò Ash, per avere una conferma.
«Credo sia meglio andare. Qui c’è sempre meno gente, e so chi rimane fino alla fine della festa, di solito» mormorò, lanciando uno sguardo verso Kathrina e Kristy, che stavano dando spettacolo al centro della palestra.
«Ok, allora possiamo andare» concordai, facendo qualche passo verso le sedie. Avevamo appoggiato le nostre giacche lì.
« Avresti dovuto indossare una giacca, così rischi di prenderti la febbre. Sei sudata». Zac aiutò Mac a indossare il coprispalle e dovetti mordermi la lingua per non ridere.
Zac era davvero premuroso.
Dopo aver indossato la mia giacca, aspettai che anche Ash finisse di mettersi la sua e le porsi la borsetta.
Uscimmo tutti e quattro assieme, proprio mentre il quaterback di riserva della squadra faceva un complimento, non tanto velato, a Mac.
«Gli spacco la faccia» borbottò Zac, stringendo i pugni per la rabbia.
«Addirittura?» ridacchiai, non riuscendo a trattenermi per quella sua improvvisa gelosia verso di Mac.
«Ragazzi, grazie per la bellissima serata, mi sono divertita davvero molto» sospirò felice Ashley, aprendo la portiera della sua macchina per lasciare la borsa sul sedile.
«Non c’è di che. Ci siamo divertiti tanto anche noi». Nonostante non fosse tutto ben illuminato, riuscii ad accorgermi delle mani di Zac e Mac che si stringevano l’una nell’altra.
«Sono felice. Anche per voi». Il sorriso sincero di Ashley la rese ancora più bella del solito.
Anche tutta sudata, con i capelli arruffati e spettinati e il trucco che cominciava a colare, la trovavo bellissima.
«Grazie» mormorò Mac, abbracciando Ashley.
Si sussurrarono qualcosa che non riuscii a sentire.
«Che vi siete dette?» domandò curioso Zac, facendole ridere.
«Che sei un tipo troppo invadente, Zachary Bolton». Mac gli fece una linguaccia, facendolo sbuffare infastidito.
«Non mi piace tutto questo parlottare alle spalle. Le cose si dicono in faccia» bofonchiò arrabbiato, abbassando lo sguardo.
«Oh, si è offeso» scherzò Ashley.
Sembrava che si divertissero a prenderlo in giro, e, forse, mi stavo divertendo anche io, visto che non riuscivo a levarmi quel sorriso dalle labbra.
«Ok, vado. Ci vediamo ragazzi» disse Ashley, avvicinandosi a Zac per salutarlo velocemente.
Zac ricambiò il saluto, ritornando subito di fianco a Mac.
«Ciao Francis» sussurrò Ashley, facendomi rabbrividire quando la sua guancia sfiorò la mia.
«C-c-c-c-ciao» balbettai, cercando di ritornare lucido.
Possibile che dopo tutti quei mesi non riuscissi ancora a comportarmi normalmente quando lei mi sfiorava?
Salì sulla sua auto e pochi secondi dopo partì. L’ultima cosa che vidi fu l’immagine dei suoi occhi divertiti che ci guardavano dallo specchietto retrovisore.
«Che dite se torniamo a casa?» proposi, aprendo la portiera della mia auto.
«Va bene, tanto devi solo andare a casa di Mac» ridacchiò Zac, facendo il solletico sui fianchi a Mac mentre saliva in macchina.
«Mi fate solo un piacere?» domandai, sperando non interpretassero male le mie parole.
«Cosa?» chiesero all’unisono, cominciando poi a sghignazzare.
«Evitate di fare come quelle coppiette che stanno sempre a sussurrarsi cose all’orecchio e poi ridono da sole? È davvero snervante. Se dovete dire qualcosa quando siamo tutti assieme, fate in modo che tutti riescano a sentirla». Non riuscivo proprio a capire perché tante coppie facessero così.
«D’accordo». Mac cercava di mascherare un sorriso con scarsi risultati.
«Lo prometto. A meno che non ci sia qualcosa che non potete sentire». Zac strizzò l’occhio a Mac che gli diede un colpo leggero sulla spalla.
«E, un’altra cosa. Non fate troppo gli appiccicosi. Non usate nomignoli imbarazzanti». Sarebbe stato davvero fastidioso se Zac avesse chiamato Mac ‘pucci-pucci’ o ‘amorino’.
Anche perché Mac non mi sembrava il tipo da rispondere ad ‘amorino’.
«Ci sto» rise Mac, slacciandosi la cintura di sicurezza non appena mi fermai davanti a casa sua.
«Bene, a domani Francis» mi salutò Zac, scendendo dall’auto subito dopo di lei.
«Ci vediamo. E… grazie» sussurrò Mac, allungandosi perché Zac non potesse sentirla.
«Tanto io e te dobbiamo parlare» la minacciai.
Sapeva di non poter scampare all’interrogatorio.
L’aveva fatto lei con me, perché non potevo farlo io?
Quando partii, sbirciai verso la veranda di Mac: si erano seduti sul dondolo.
Chissà perché, ma avevo come la sensazione che avessero un bel po’ di cose da dirsi.
Accesi l’autoradio e cominciai a guidare verso casa cantando con un sorriso.
Era stata una bella serata e mi ero davvero divertito.
L’unica nota negativa: il discorso che non ero riuscito a terminare con Ashley.
Quello non potevo davvero sopportarlo.
Quando misi la freccia per girare nel vialetto di casa, mi accorsi che c’era una macchina a ostacolarmi.
Era una BMW bianca.
Frenai all’improvviso, quando dall’auto scese Ashley.
Sventolò la mano, cercando di sorridermi.
Dopo aver spento il motore, scesi e, come uno stupido, borbottai «Ashley?».
«Io…» cominciò in imbarazzo, «non abbiamo terminato quel discorso, insomma». Si strinse un po’ di più nella sua giacchetta, rimanendo appoggiata al cofano dell’auto.
«Sì, be’…» balbettai, non sapendo che dire.
Sapevo di dover dire qualcosa per primo, visto che lei aveva cominciato il discorso.
«Colpa di Zac, no?» scherzò, forse tentando di alleggerire l’atmosfera. «E adesso non sappiamo come ricominciare» rise nervosamente, fissando gli occhi nel buio intorno a sé.
Non riuscii a trovare niente di sensato da dire.
«Forse ho sbagliato a venire qui». Si raddrizzò, facendo un passo per risalire in auto.
«Ashley, a-a-a-aspetta». Mi schiarii la voce, cercando di farmi coraggio. «Io… io sono felice che tu non ti sia pen-pen-pentita di quel ba-ba-ba-ba-bacio». Mi risultava davvero difficile parlare senza balbettare, ma l’argomento non era semplice come enunciare il Principio di Indeterminazione di Heisenberg. «E gr-gr-grazie per tutto quello che hai de-de-de-detto. È stato be-bello». Sorrisi appena, sistemandomi gli occhiali.
«Non devi ringraziarmi, è la verità». Ritornò ad appoggiarsi alla macchina, un po’ più rilassata.
«Allora grazie per quello che hai fatto per Mac. L’ho vista da-da-davvero felice questa sera». Ricordai subito il sorriso di Mac quando era scesa davanti a casa con Zac.
«Oh, ma quello è un mio super potere. Ricordalo Francis: io ho sempre ragione quando si parla di coppie. Che ti avevo detto di Mac e Zac? Tu saprai anche l’ordine dei pianeti nel sistema solare, i nomi di tutti i presidenti americani e forse anche quelli delle loro mogli. Non credo di esagerare se dico che conosci a memoria quella tavola di chimica con tutti gli elementi. Però, io so fare una cosa migliore: so leggere le persone. Se voglio, riesco a capire quello che pensano e provano prima ancora che loro se ne accorgano, mi basta attivare i sensori» ridacchiò appoggiandosi l’indice sulla tempia.
Sorrisi inevitabilmente per quel suo riferimento ai supereroi.
«Superpoteri, eh?» scherzai, quando si sistemò il vestito, avvicinandosi a me.
«Eh già» rise, piegando leggermente la testa di lato. «Buonanotte Francis. Grazie davvero di tutto» sussurrò prima di darmi un bacio all’angolo delle labbra.
Non era un bacio sulla guancia, non era nemmeno un bacio sulle labbra.
Sembrava un buon compromesso tra i due.
«Non c’è di che» mormorai al vuoto, quando ormai l’auto di Ashley si era rimessa in strada.

 
 
 
 
Buona domenica ragazze!
Ancora una volta mi scuso per il ritardo, ma come sapete non è colpa mia, visto che il capitolo è pronto da martedì! :)
Comunque, ecco qui il nuovo capitolo dei nerd, spero vi sia piaciuto…
Per quanto riguarda Zac e Mac, come ho anticipato in FB, vorrei scrivere, più avanti, uno spin-off di pochi capitoli (massimo 8) e concentrarmi solo su loro due, in modo da riempire i buchi che ci sono in questa storia.
Quante sarebbero interessate?
Per le recensioni, mentre voi leggete questo capitolo io rispondo… scusate se non riesco a farlo prima, ma tra  mancanza di tempo e connessione non mi è proprio possibile!
Ricordo che ho posticipato la chiusura del contest: avete tempo fino al 7 di novembre, trovate tutte le regole QUI.
Come al solito, QUI c’è il mio account FB e QUI il gruppo spoiler.
A venerdì prossimo!
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: RobTwili