Shall I compare thee to a summer's day?
"Shall I compare
thee to a
summer's day? "
Posso paragonarti ad un giorno
d'estate?
William Shakespeare, "Sonnet XVIII"
Mi chiedono se sia stato un colpo
di fulmine. Se, appena l'ho visto, mi
sia sentita attraversare il corpo da una scossa elettrica, ed il mio
cuore abbia
iniziato a ribellarsi, forsennato, all'interno della cassa toracica.
Scuoto la
testa, e sorrido.
No.
Non è stato qualcosa di
irruente ed impetuoso,
né una sensazione che si è
infiltrata con prepotenza nel mio cuore, forzando la porta di un cuore
a cui
così pochi
hanno avuto accesso, prendendone pieno possesso ed insediandovisi
autoritaria, come un padrone dispotico e sgarbato.
Non
è stato lo scroscio d'acqua abbondante, che ha suggellato
l'inizio di un
devastante
temporale, né un fulmine che si è abbattuto con
violenza su un albero,
scuotendolo, frastornandolo.
E non
è stata l'onda più forte che si è
infranta sulla spiaggia,
aggressiva e cieca, fagocitando senza pietà qualunque cosa
si stendesse dinnanzi a sé.
E non è stato il vulcano che è esploso superbo,
eruttando all'improvviso, scatenando una tempesta di zampilli bollenti,
letali.
No.
E'stata la pioggia silenziosa che, goccia dopo goccia, è filtrata nel mio
cuore, inondandolo lentamente
di una sensazione di freschezza, di
benessere rigenerante.
E'stato il dolce canto degli uccellini, che ha annunciato il sospirato
arrivo
della
primavera, il cinguettio del pettirosso appollaiato su un ramo, che ha
intonato poche, semplici note di un canto d'amore, di una
soave
melodia
che mi ha reso insaziabile, perennemente desiderosa di sentirne ancora
e ancora.
E'stata l'onda
delicata che ha corteggiato dolcemente la battìgia,
stendendo
uno spumeggiante velo d'acqua su tutta la superficie, arida e riarsa dal
sole di agosto.
E'stata la bollente
lava che si è espansa lentamente lungo i pendii
scoscesi del vulcano, portando un po'di calore, con la sua
temperatura, alle fredde rocce su cui ha trovato dimora.
E' stato il graduale rossore che ha tinto i frutti di fine
maggio, rendendoli maturi ed impazienti, pronti a salutare i noti rami degli alberi.
Ed è stato il bocciolo che si è innamorato del
tiepido sole primaverile e lo ha salutato timidamente, schiudendo i suoi
petali e rivelando alla natura
la sua bellezza nascosta, in grado di conquistare ogni essere vivente.
E'stato solo un giorno d'estate,
una di quelle lente giornate d'agosto dal
caldo asfissiante e dall'afa opprimente, dalla brezza quasi
impercettibile ma capace di rendere quella terribile calura
sopportabile, in grado di concedere, gradualmente,
una sensazione di freschezza.
E'stato solo un giorno come un altro, uno di quelli con il sole sempre
splendente,
eternamente
alto e fiero nel cielo terso, ma la cui luminosità va via
via
scemando, dissolvendosi con il
passare delle ore.
E'stato solo un giorno come un altro, eppure ha iniziato a cambiare
qualcosa: e lo ha fatto
stato lentamente, proprio come, lentamente, quella
palla di fuoco è scomparsa dietro l'orizzonte, quella
sera, trasformando il giorno nella notte. Trasformando me.
Note dell'autrice (sempre che
così si possa
chiamare...) :
Oh mamma, siete arrivati fino a questo punto? Che coraggio, gente, mi
devo
congratulare con voi! Meritereste una medaglia, o forse anche due.
Non so dove abbiate trovato la forza di andare avanti fino a
raggiungere le
note a fondo pagina, considerando quale ripugnanza la
precede.
...
Beh, detto in tutta onestà, non so da dove sia spuntata
fuori: avevo tanti
altri lavoretti più decenti di questo (...) in corso, che
dovevano solo essere
ultimati, e me ne spunto fuori con questo schifo? Bah.
... Ok, lo ammetto. In realtà so perfettamente da dove sia
uscita questa cosa
informe, e rimpiango davvero di non aver repressa con
tutte le mie forze questa malsana idea sul nascere, quando era ancora
in fieri, ma...
mi giustifico dicendo che è
passato veramente poco prima che perdessi completamente il controllo
della
situazione, e la mia mente si focalizzasse unicamente su questa roba qui
sopra.
Quindi non è totalmente colpa mia, ecco. E devo
aggiungere che sono
ammalata (fisicamente, intendo, per quanto riguarda la mia salute
mentale...
quella invece è in un perpetuo stato di degenerazione),
perciò questo potrebbe
anche essere visto come un 'delirio da febbre' , o, meglio ancora, la naturale
conseguenza di tutto il latte e miele, sciroppi e altri zuccheri allo
stato
puro che ho dovuto ingurgitare negli ultimi giorni, innalzando con un
picco vertiginoso il mio tasso di zuccheri nel sangue, ma mantenando
inalterate le condizioni della mia povera gola in fiamme.
Tornando alla flashfic. Sono
sinceramente dispiaciuta di essermi
appropriata di
un verso tanto sublime di un sonetto altrettanto sublime, nato dalla
mente di un poeta eccezionale come Shakespeare, per... appiopparlo a
questa oscenità. Dico davvero. Sono certa che in questo
momento il
sommo poeta si starà rivoltando nella sua tomba,
pover'uomo. .____.
Penso che per il resto la flashfic sia abbastanza comprensibile, in
tutta la
sua ovvietà e banalità, perciò evito
di soffermarmi oltre.
Come sempre, le vostre opinioni sono ben accette: ogni vostro parere mi
servirà
per comprendere i miei errori e vedere dove posso migliorare (anzi,
correggiamo: da dove posso ricominciare da capo -.-),
perciò,
ringrazio in
anticipo tutti quelli che mi vorranno dedicare qualche minuto del loro
tempo e
lasciarmi una recensione.
Grazie di cuore! :)
E grazie anche a tutti coloro che sono giunti fino a questo punto... vi
prometto
che vi farò avere le medaglie il prima possibile ;)
~ Freddy