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Autore: CABARETdelDIAVOLO    05/11/2011    4 recensioni
Tom Hiddleston/Chris Hemsworth.
Roma. Una città magica e pericolosa dove ogni certezza viene trascinata lontano da un'atmosfera che riesce ad annebbiare i sensi e portarci a compiere scelte che possono stravolgere completamente tutta la nostra vita.
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We belong together'
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...per amicizia.

A volte bisogna guardare le persone in modo diverso per capire particolari invisibili da una sola prospettiva.

"When the moon hits your eyes like a big pizza pie, That's Amoreee!"

"That's Amoreee!"

Robert Downey Jr. rispose al coro di Chris Evans dal fondo della sala attirando su di se gli sguardi di tutti i suoi colleghi.

"Bè?...è per metà Italiano!"

Una sonora risata si espanse davanti al bancone su cui molti dei presenti erano seduti.
Jeremy Renner si voltò con uno scatto verso Downey jr. puntandogli un dito contro il volto.

"Tu...hai degli occhi bellissimi..."

Robert piegò la bocca in un sorriso divertito e indicò con la mano una donna seduta dietro al suo interlocutore.

"Ah..."

Jeremy si voltò sullo sgabello dirigendo il suo dito verso la bionda alle sue spalle.
Aprì la bocca ma si bloccò tornando a girarsi verso l'amico.

"Anche tu hai degli occhi bellissimi però...dopo."

I due uomini si fecero un ammiccante occhiolino e si scambiarono un ilare sorriso tornando ai rispettivi discorsi. La voce di Chris continuava a risuonare per tutto il salone mentre molti chiacchieravano e bevevano in allegria. Dalla parte opposta del bancone, su alcuni tavolini coperti da bianche tovaglie, stavano Mark Ruffalo e Scarlett Johansson che parlavano animatamente sorseggiando i loro drink. Accanto a loro, Samuel L. Jackson e Tom Hiddleston discutevano di quanto fosse imbarazzante Evans che, noncurante degli sguardi increduli, continuava a cantare a squarciagola stando in piedi su un tavolo.
D'un tratto, l'attenzione di Tom fu attirata dall'imponente figura di Chris Hemsworth che si accasciava su di una sedia lasciandosi cadere la testa fra le mani. Preoccupato, congedò gentilmente Samuel e si diresse verso il tavolo.

"Ehi..."

Chris emise un mugugno senza sollevare la testa, riconoscendo la voce dell'amico.

"Vuoi andare a prendere una boccata d'aria?"

Chiese Tom capendo immediatamente in che stato potesse trovarsi l'australiano.

"Mhmh..."

Chris si stropicciò gli occhi annuendo con la testa e si alzò a fatica facendo strisciare rumorosamente la sedia contro il pavimento. L'inglese lo afferrò sotto un braccio e lo condusse lentamente verso la porta antipanico, sul retro della sala. Arrivarono sul marciapiede e si spostarono accanto ad un lampione dove Tom lasciò che il collega si appoggiasse per evitare di sorreggere da solo tutto il suo peso.

"Hai ancora esagerato con i drink?"

"No!"

La voce del biondo uscì come il lamento di un bambino che viene accusato di aver rubato caramelle.
Il moro si schiarì la gola e lo guardò non troppo convinto delle sue parole.

"È che Robert mi ha fatto bere una cosa che si chiama -Sbagliato-, fortissima...ho anche mangiato poco e poi quello stronzo che si è messo a cantare come un folle in piedi sul tavolo!"

"Eh, si ok, ho capito...ti riporto in albergo..."

"Glielo spaccherei in faccia quel tav...Oh...eh? Ah...ok."

Tom non riuscì a trattenere una risata e, cercando di sfilarsi da sotto il braccio di Chris, si voltò per tornare verso la porta lasciandolo appoggiato al palo.
L'australiano vacillò leggermente per l'improvvisa mancanza del supporto principale e si avvinghiò più stretto al lampione.

"Vado ad avvisare qualcuno...tu vedi di restare in piedi per almeno 5 secondi."

Il biondo rispose con grugnito che probabilmente doveva essere un verso d'assenso.
L'inglese aprì appena la porta e gettò uno sguardo all'interno sollevando un braccio per farsi notare.
Robert fu il primo a vedere la mano dell'amico agitarsi a mezz'aria e, congedandosi per qualche istante dalla sua conversazione, si diresse subito verso l'uscita.

"Ehi, che succede?"

Tom indietreggiò per fare spazio all'uomo, che si fermò sull'uscio bloccando la porta con il piede.

"Noi andiamo via..."

Rispose gentilmente sfoggiando un elegante sorriso.

"Di già? Stavamo per organizzare un attentato a Evans per tirarlo giù dal tavolo! Non potete andarvene prop..."

Downey Jr. spostò la testa da un lato per riuscire a verdere oltre le spalle del moro, molto più alto di lui, e le parole gli si spensero sulla bocca alla vista del panorama che incontrarono i suoi occhi.
Chris Hemsworth calorosamente avvinghiato ad un lampione accarezzava delicatamente il metallo del palo sbiascicando parole senza senso, con lo sguardo perso nel vuoto.

"...non potrei mai spaccarti un tavolo sulla faccia. Perdonami Chris. E non è vero che sei uno stronzo..."

Tom sospirò rumorosamente inarcando le sopracciglia e assumendo un'espressione dispiaciuta e tenera.
Robert rimase immobile leggermente perplesso, schioccando la lingua contro il palato.

"Ok, andate tranquilli. Vado a dirlo a Scark e Marlett...cioè...a chi?"

L'uomo scosse energicamente la testa accorgendosi di aver detto una serie di nomi senza senso.

"Vabbè...ci vediamo domani!"

Affermò infine portando il drink che reggeva in mano, sopra la testa.

"Buonanotte biondone!"

Disse alzando la voce per farsi sentire e mimando col bicchiere un brindisi, ricevendo come risposta dall'uomo attaccato al lampione solo un lamento simile alle fusa di un enorme gatto.

"Buonanotte Tom."

Concluse salutando con un cenno del capo l'inglese e facendo un passo indietro verso l'interno della sala.

"Notte."

Rispose il moro voltandosi e tornando verso l'amico oramai appiccicato al palo anche con la faccia.
Downey Jr. rimase sulla porta fino all'ultimo istante vedendo un premuroso Tom Hiddleston poggiarsi il braccio di Chris Hemsworth intorno alla testa e sollevando il suo robusto corpo come meglio poteva.
Un lampo sembrò balenare nei suoi occhi castani alla vista di quella toccante dimostrazione di amicizia e un leggero sorrisino gli illuminò il volto.
Si voltò lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle.

"CHRIIIIS!"

Le urla di Robert arrivarono alle orecchie di Tom anche da quella distanza facendolo bloccare per qualche istante.

"SCENDI DA QUEL TAVOLO CHE APRIAMO LE SCOMMESSE!"

L'inglese scosse la testa sorridendo ,senza preoccuparsi di non aver capito il senso di quelle parole, e si diresse verso la macchina accostata a qualche metro da loro.
L'autista scese velocemente dal veicolo aprendo la portiera posteriore, mentre Chris ancora farfugliava cose senza senso vicino al volto dell'amico.

"Grazie..."

Disse l'inglese al guidatore, nell'italiano più corretto che riuscì a pronunciare, e cercò di infilare il collega nella macchina senza che entrambi cadessero a terra. L'australiano gettò un'occhiata dubbiosa all'autista e poi voltò la testa verso il moro aprendo la bocca per tentare di rivolgergli una domanda ma appena i suoi occhi si posarono sul suo viso, un enorme sorriso gli si dipinse sulle labbra.

"Ciao, Tom!"

L'inglese aggrottò le sopracciglia scambiando uno sguardo smarrito con il guidatore che, senza proferire parola, si risistemò al postro di guida.

"Hai dei capelli bellissimi stasera!"

Il moro non riuscì a trattenersi dal ridere e, cercando di farsi spazio sistemando il corpo di Chirs sul sedile, si infilò nella macchina sbuffando poi per la fatica.

"Grazie, anche tu sei bello stasera."

Rispose ridendo divertito dall'inusuale stato in cui era ridotto il suo amico. L'aveva già visto ubriaco ma mai al punto di dire cose totalmente scollegate fra loro.

"Piazza Barberini, Hotel Bernini Bristol. Per favore."

Disse rivolgendosi al guidatore e sorprendendosi nuovamente di quanto difficile fosse pronunciare anche solo 2 parole in italiano. La macchina partì energicamente immettendosi nella strada quasi deserta.

"Cioè...mi piacciono un sacco i tuoi ricci biondi... ma con i capelli neri, così scompigliati dal gel, stai benissimo!"

Chris parlava facendo gesti a caso e con la voce impastata come se stesse perdendo il controllo della lingua. Tom non riusciva a smettere di sorridere cominciando a sentirsi particolarmente imbarazzato mentre con lo sguardo fissava con compassione il suo amico che a fatica teneva gli occhi aperti.
D'un tratto, la parte superiore del corpo dell'australiano sembrò avere un cedimento e la sua testa lentamente andò a poggiarsi sulla spalla del moro che con un soffocato lamento attutì il colpo.
Il corpo di Chris sembrava essersi abbandonato come uno straccio mentre anche le sue parole si facevano più basse e incomprensibili.

"...e poi...i capelli scuri...ti fanno degli occhi...fanta...sti...c...i..."

La sua testa scivolò di colpo, strisciando su tutto il braccio di Tom, fino ad atterrare bruscamente là dove il ventre cambia nome.
L'inglese si piegò leggermente in avanti e si lasciò scappare un verso tutt'altro che umano seguito da una serie di acuti rantoli che spinsero l'autista a guardare dietro dallo specchietto.

"State bene? Tutto okay?"

Il moro tentò rapidamente di riprendere l'uso della parola con un profondo respiro. Non aveva capito quasi nulla di ciò che il guidatore aveva detto, tranne forse un -okay?- e si sforzò di dare la risposta più ovvia per tranquillizzarlo.

"...si...hem...si..."

Il viaggiò proseguì con calma mentre Tom tentava di muoversi per spostare la nuca dell'amico sulla sua coscia. Quando ci riuscì, un sospiro di sollievo gli uscì dalla bocca e tornò ad appoggiare la schiena contro il sedile, abbassando lo sguardo.
Il biondo si era addormentato. Non aveva idea di come ci poteva essere riuscito in quelle condizioni. Ma si era addormentato.
La sua testa gli pesava sulla gamba, che cominciava ad indolenzirsi, ma non gli diede la minima importanza. Il loro alloggio distava circa 20 minuti d'auto da dove si svolgeva la festa.
Guardò il volto di Chris per qualche secondo, non resistendo all'impulso di sorridere.
Sembrava un cucciolo.
Un cucciolo ubriaco di 1 metro e 90.
Ma pur sempre un cucciolo.
L'avrebbe svegliato una volta arrivati all'albergo.

  
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