Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Gea_Kristh    05/11/2011    5 recensioni
E' passato un anno dalla fine della guerra, ma la tanto agognata pace non è destinata a durare. In India, una nuova minaccia mette in pericolo quanto di più caro Shaka possieda. La sua terra. La sua gente. I suoi ricordi. Il suo cuore.
Dal primo capitolo:
- Tornerò Raja, te lo prometto.-
Allora lo guardò; e il mare dorato che erano i suoi occhi brillava di lacrime trattenute. Shaka sorrise; non pensò, quando con la mano carezzò piano una guancia arrossata.
- Attenderò il momento in cui potrò rivederti ancora, Shaka. Non dimenticarti di me, io non lo farò.-
Sorrise, e con gesti aggraziati sfilò dal proprio collo una catenina d'oro; la ruota del dharma brillò alla luce del sole. [...]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Bleeding Sunset'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non posso credere che sia passato tutto questo tempo dal mio ultimo aggiornamento! 

Probabilmente i miei (già pochi) lettori ormai si saranno dimenticati di me, sigh... * Gea va a fare i cerchietti nell'angolino *

Ad ogni modo eccomi qui, ancora. Da dire ho poco, quindi vi lascio alla lettura, sperando vivamente che il nuovo capitolo vi piaccia.

Gea Kristh

P.S. 
Non avevo e non ho intenzione di abbandonare questa storia. 
Non so quando aggiornerò, perché devo ancora scrivere il prossimo capitolo; fatto sta che aggiornerò, e questo l'importante.

^_^




Angolino Della Pubblicità:
Se vi piace questa storia, allora leggete Bleeding Sunset- Missing Moments, per saperne di più sul passato dei miei OC - e non solo...!

Peroriamo la causa delle recensioni!
Cliccate la piccola scritta blu qua sopra, e aiutate anche voi a salvare un povero autore disagiato dalla depressione!



[Hindi]

Bleeding Sunset - Occhi di Tigre

Capitolo 10 - Ragione e Sentimento

 Quella mattina pareva che il cielo volesse riversare in terra fredde lacrime di dolore e rabbia. Il temporale non dava tregua al Tempio da ore, ma Rajani poteva appena udirne i suoni, attutiti dagli spessi muri della Tredicesima Casa.

 – Il Tempio della Mahadevi si trova direttamente sopra la città di Varanasi, ed è strutturato su tre livelli, – cominciò sbrigativa. Davanti a lei si trovava un ampio foglio, dove prese ad abbozzare uno schizzo del Gange, della città e del promontorio.

 – Dalla città, – indicò sul foglio Sheetal, accanto a lei, – è possibile risalire fin qui. – Disegnò con la mano il percorso, fermandosi ai piedi del promontorio. Rajani segnò quel punto con il pennarello.

 – Questo, – lo picchiettò con l’indice, – è uno dei pochi punti di accesso al Tempio, e sicuramente il più agevole. Un manipolo di guardie lo presidia giorno e notte. –

 – Si tratta dell’anticamera del Tempio; del primo livello, per così dire. – Continuò la bionda. – Qui si radunano i fedeli in preghiera. Il Tempio vero e proprio è qui, in cima, ma non è visibile se non una volta superata l’anticamera. –

 – Da qui in poi, la foresta si estende per qualche chilometro, fino ai piedi delle mura, che circondano completamente la struttura. Esiste un solo portone d’ingresso, – Rajani lo segnò sulla mappa, – e loro si aspettano probabilmente che tenteremo di sfondare la sicurezza da qui. –

 – Come pensate di procedere? –

 Rajani alzò gli occhi su Dohko, proteso, come gli altri, dal suo scranno per meglio visionare l’abbozzo di mappa. Posò nuovamente gli occhi sul foglio, riflettendo.

 – La parete rocciosa è impervia, ma non impossibile da scalare, – arrivò la voce di Visala, pregna del forte accento indiano. La giovane sacerdotessa era l’unica, oltre a Shaka, ad essere ordinatamente seduta al suo posto.

 Rajani scosse la testa. – Saremmo troppo visibili dalle mura. Non voglio che abbiano il tempo di spostare le armi. –

 – Esiste un’altra via. –

 Le tre sacerdotesse si voltarono all’unisono verso Shaka. Il volto del Cavaliere della Vergine era impassibile, quasi non fosse stato lui a parlare.

 – Quella via è preclusa a chiunque non appartenga alla casta sacerdotale della Devi, – sussurrò Sheetal, gli occhi sgranati dallo stupore.

 Rajani, però, rifletteva, gli occhi d’ambra puntati sulla mappa, mentre tra le mani rigirava quel pennarello nero. Fu proprio lei a interrompere il silenzio calato sulla Sala.

 – Che Durga mi perdoni, – sussurrò, – ma la via attraverso la roccia è la nostra migliore possibilità di entrare nel Tempio inosservati. –

– È sacrilego! – Echeggiò la voce profonda di Visala, e, come a darle ragione, rimbombò nell’aria il sordo fragore di un tuono.

 Rajani sospirò nel silenzio improvviso. – Lo so, – affermò, – e sono pronta a pagarne le conseguenze. – Si lasciò andare contro lo schienale della sedia, e guardò diritta verso la sacerdotessa di Sarasvati. – Il Vajra non è un’arma adatta al combattimento ravvicinato, sorella, e Mahishasura ha la capacità di brandire le Sacre Armi. Dovesse arrivarci lui, prima di me, le speranze che io possa ucciderlo diverrebbero pressoché nulle. – Fece una pausa, pensierosa. – Se devo scegliere, preferisco essere uccisa per aver trasgredito ad una legge della Mahadevi, piuttosto che lasciare il Tempio in mano a quel demonio. –

 – È dunque questa la tua scelta? – Sussurrò Sheetal, gli occhi pieni di terrore.

 – Sì, – disse solo Rajani, un sorriso appena accennato sulle labbra.

Sheetal sospirò, chinando il capo in segno di condiscendenza. – E sia. Che venga ricordato del mio assenso, e che la mano della Devi cali su di me per prima, qualora tu sia ritenuta colpevole di tradimento, sorella mia. –

 Il sorriso si spense sulla labbra di Rajani nell’udire quel voto, e chiuse brevemente gli occhi, scuotendo la testa.

 – La Devi ascolta le tue parole, Sacerdotessa, e ascolterà le mie: mai si dica che io, Sacerdotessa di Sarasvati, non abbia concesso il mio assenso, di fronte alla necessità assoluta, di infrangere il mio voto d’ubbidienza ai dogmi divini; io vi vedo, sorelle, e accetto la responsabilità delle azioni presenti e future, per il bene del nostro popolo. –

 – La Devi ascolta le tue parole, – sussurrò, ancora, Sheetal.

 Si scambiarono uno sguardo solenne, le tre Sacerdotesse della Devi, e, per quanto addolorata Rajani fosse di quelle parole, chinò il capo in segno d’assenso. Prendendo un profondo respiro, continuò, rivolgendosi nuovamente alla sala piena di Cavalieri.

 – Nascosta, tra le acque del Gange, esiste una bocca di roccia. Essa è invisibile al nudo occhio umano, ma è ben riconoscibile da chi usa gli occhi della mente. Le Caverne sono un luogo sacro, e nessun uomo, o donna che non fosse una Sacerdotessa della Devi, ne ha mai respirato l’aria. Lì, direttamente sotto il Tempio, si trova il centro del potere della Devi in Terra, gelosamente protetto da poteri arcani che solo una Sacerdotessa può sollevare, e non senza sforzo. Io stessa mi sono recata in quei luoghi solo tre volte nella vita: la prima, quando divenni Sacerdotessa della Tigre; la seconda, quando scelsi per me i miei nuovi allievi; l’ultima, anni fa, quando per la prima volta riuscii ad estendere la mia coscienza fino a controllare tutte le otto Armi Sacre assieme, seppure per un momento solo.

 – Le Caverne si diramano sotto al promontorio, e sono per la maggior parte coperte dell’Acqua Sacra del Gange. Risalendole, se se ne districa il labirinto, si può accedere al cuore stesso del Grande Tempio della Mahadevi, all’interno delle sue mura principali.

 – Da lì, se saremo attenti, accedere al livello ultimo del Tempio, al Palazzo dei Riti, non sarà troppo complesso. È lì che si trova la Sala delle Armi. –

 Visala parlò, spezzando il momentaneo silenzio. – Suonerò per voi, nelle Caverne, e la Maledizione delle Acque verrà sollevata, – sorrise, e per un attimo quel viso parve davvero appartenere ad una bambina. – Non posso combattere, ma posso proteggervi. Anche dovessi dare fondo alle note conosciute, la mia musica verrà ascoltata, e il Fiume ci lascerà passare. –

 – E sia, – affermò, senza nascondere una nota d’apprensione nella voce.

 – Cinque Cavalieri d’Oro, – parlò per la prima volta Lady Saori, con la voce solenne di una divinità. – Cinque Cavalieri d’Oro, cinque Cavalieri di Bronzo. Tanto è quanto posso concedere. –

 Rajani si voltò nella sua direzione, stupita. Non si sarebbe mai aspettata un simile dispiego di forze, e si sentì sollevata, come liberata da un peso. Si accorse di non essere l’unica ad essere rimata scioccata alle parole della giovane reincarnazione di Atena: molti dei suoi stessi Cavalieri non potevano credere alle proprie orecchie.

 – Non vi pare di lasciare il Grande Tempio troppo sguarnito, milady? – Domandò Dohko, una nota di incertezza a colorargli la voce.

 Saori volse taglienti occhi nella sua direzione, ordinandogli mentalmente di tacere. – Così ho deciso, così è giusto, – affermò solamente. Poi fissò le iridi chiare su Rajani, in attesa.

 La Sacerdotessa di Durga poggiò il capo sulle mani intrecciate, pensosamente, poi prese parola. – Questa è un’offerta davvero gentile da parte vostra, forse fin troppo, e ve ne sono estremamente grata, – chinò il capo rispettosamente nei confronti della ragazza, e Lady Saori ricambiò il gesto, sorridendo gentile.

 Rajani si guardò attorno, incrociando gli occhi determinati dei presenti; capì veramente, in quel momento, che nessuno di loro si sarebbe tirato indietro, anche avendo la consapevolezza del rischio che avrebbero corso. Percepì l’energia di Shaka, al suo fianco, abbracciarla rassicurante, e per un solo istante chiuse gli occhi, beandosi in quel cosmo caldo e sereno.

 – Seiya, Shun, Hyoga, Shiryu, Ikki. – I cinque cavalieri si misero in ascolto immediatamente, in risposta alla voce della loro dea. – Ve la sentite? – Domandò lei, gentile.

 Seiya sorrise, Shun e Shiryu annuirono, Hyoga e Ikki si limitarono ad un secco “Sì”.

 – Shaka, – parlò ancora lei, – sei libero di andare, se desideri farlo. –

 Il Cavaliere della Vergine annuì. – Vi ringrazio, milady. –

 – Sacerdotessa di Durga, dimmi, chi ritieni, tra i miei Cavalieri d’Oro, più adatto a questa missione? –

 Rajani scosse il capo. – Non mi permetterei mai di imporre la mia volontà in una tale decisione, decretando forse la morte di alcuni di loro. No, preferirei davvero che fosse di spontanea volontà, e non per senso del dovere, che scegliessero di rischiare la vita per questa causa. –

 – Verrò, se mi sarà concesso, – fu, a sorpresa, Deathmask a parlare. In molti lo fissarono stupiti; Visala sorrise semplicemente, a metà tra gratitudine e tristezza.

 – E sia. Chi altri lo desidera? – Domandò Saori, osservando attentamente i custodi delle dodici case.

 – Vorrei andare, – Aphrodite accavallò le gambe, coperte dall’oro dell’armatura dei Pesci.

 – Ti è concesso, – affermò ancora la reincarnazione di Atena. – Chi altri? –

 – Io, milady, – affermò Mu, e lei annuì.

 Camus alzò semplicemente una mano, e Sheetal si sentì gelare il sangue nelle vene. Scosse violentemente il capo, ma non servì, perché già Lady Saori aveva accordato il suo permesso. Sentì lo sguardo penetrante di Rajani su di sé, ma lo ignorò.

 – Saranno dunque i Cavalieri dell’Ariete, del Cancro, della Vergine, dell’Acquario e dei Pesci ad accompagnarvi. Siete soddisfatta, Sacerdotessa? –

 La rossa annuì, ma aveva la testa altrove – alla reazione di Sheetal, all’orrore dipinto su quel viso angelico. Si chiese cosa il futuro avrebbe riservato loro, cosa sua sorella avesse visto, e perché non l’avesse rivelato.

 Venne riscossa dalla mano di Shaka sulla propria spalla. Si voltò a guardarlo, e per la prima volta sentì la mente del Cavaliere dischiudersi dinanzi a lei.

 Era un luogo pacifico, la mente di Shaka, un luogo pregno di serenità e calore. Vi lesse pensieri fatti di sensazioni, e anche senza udire la sua voce si sentì rassicurata, e sorrise, grata. Percepì il tumulto delle proprie emozioni calmarsi, e si sentì in pace per la prima volte in ore.

 Shaka non richiuse la propria mente, e questo le fece pensare che l’avesse aperta per lei sola; la conferma le arrivò, indirettamente, dai volti impassibili dei presenti in sala, ignari dello scambio appena avvenuto. “Dhan’yavāda,” soffiò nella mente di lui, piano, e lo vide accennare un sorriso.

[Grazie]

 – Ci divideremo in squadre, – tornò a parlare Rajani, catturando nuovamente l’attenzione generale. La sua voce era ferma e decisa, mentre nella sua mente vagliava tutte le ipotesi. – Ci teletrasporteremo a scaglioni, appena fuori dalla città; se terremo un basso profilo, nessuno si accorgerà di noi. – Alzò gli occhi sui presenti. – A patto di nascondere quelle armature, si intende. Nella notte vi si potrebbe veder arrivare da chilometri di distanza. – Vide Mu e Camus annuire, così continuò. – Il primo gruppo scenderà al porto, reperendo le barche, e risalirà il fiume, fin qui, – indicò un punto fuori dalla città, in corrispondenza di un’ansa del Gange, – dove si incontrerà con il secondo gruppo. Assieme accederanno alle Caverne. Un terzo gruppo attenderà fuori dalla città alta, sulla via per accedere al Tempio. Dovrà prestare particolare attenzione, poiché quell’area pullulerà di guardie. Il terzo gruppo sarà il nostro diversivo: attenderanno un’ora, prima di fare irruzione nell’anticamera del Tempio. Intanto, i primi due gruppi saranno entrati. –

 Fissò la mappa, intensamente; pensò alle possibili pecche in quel piano, a tutto ciò che sarebbe potuto andare storto, e a come evitarlo.

 Sheetal osservò l’amica di sempre stringere gli occhi, concentrata in quella partita di scacchi con sé stessa. Le sue iridi d’ambra erano in tumulto, ma il suo viso era impassibile.

 Infine, Rajani alzò gli occhi. – Il terzo gruppo sarà composto dai Cavalieri di Bronzo, guidati da Arun e Ashwini. I gemelli conoscono bene la città, e sanno come evitare di essere visti, per cui devo chiedervi di ascoltarli. –

 Seiya era sul punto di protestare, ma venne prontamente fermato da Shun. Shiryu annuì, e Rajani tornò a guardare la mappa. – Visala è ancora ricercata in città, quindi guiderà il secondo gruppo. Deathmask, –  lo guardò negli occhi, – ti affido la sua incolumità. Per favore, fa che nulla le accada. –  Lui annuì.

 – Sarà Mu a portarvi, se è d’accordo. –

 – Nessun problema. –

 Rajani annuì. – Camus, Shaka, andate con loro. Io reperirò le barche, –  osservò un attimo i presenti, – e Aphrodite verrà con me, assieme a Yashila. –

 – E’ solo una bambina! – Protestò il Cavaliere dei Pesci, i grandi occhi azzurri sgranati.

 – Il volere di Durga deve essere compiuto, – affermò solo lei, chiudendo gli occhi. Lo sapeva, Rajani, che Yashila era solo una bambina, virtualmente indifesa. Lo sapeva, ma non poteva andare contro il volere della Devi, che gliel’aveva mandata proprio in quel momento di crisi.

 – Io teletrasporterò il mio gruppo e quello dei Cavalieri di Bronzo; in città, ci divideremo. Partiremo al calare del sole, domani. A Varanasi, sarà notte fonda. –

 – Credo tu stia dimenticando qualcuno, Sorella Tigre, – Sheetal fissò insistentemente Rajani, che sospirò.

 – [Vorrei che tu rimanessi qui,] – le confessò, in Hindi.

 – [Vorrei che tu mi lasciassi fare le mie scelte.] –

 Poiché Rajani sembrava non aver intenzione di rispondere, la bionda continuò, – [Raja, io devo venire. È importante.] –

 Fu tentata di impedirglielo, di dirle che no, non poteva venire. Ma sarebbe stato giusto? Una parte della sua mente le disse che non lo era, l’altra che non importava se lo fosse o meno. Sheetal doveva rimanere al sicuro.

 – [Non permetterò che tu venga sul campo di battaglia.] –

 – [Non te lo sto chiedendo, Sacerdotessa di Durga.] –

 Rajani si irrigidì. – [Rimarrai con Visala, allora. Nelle Caverne.] –

 – [No.] –

 – Sheetal… –

 – [Io sono doppiamente tua pari!] – Esclamò allora la bionda, infervorata, e Rajani dovette tacere. Era vero, non poteva impedirle di fare ciò che desiderava. Non senza rivendicare il Diritto di Durga, per lo meno.

 – [Non farlo,] – arrivò la voce bassa di Visala, – [ti odierebbe.] –

 – [Sarei disposta a farmi odiare, purché rimanesse al sicuro.] –

 – [Ho i miei motivi, Raja. Non è solo una questione di orgoglio,] – arrivò il sussurro di Sheetal. Rajani chiuse gli occhi, e si seppe sconfitta.

 Sospirò. – Sheetal, tu andrai con il gruppo di Visala. –  

 Rajani non lo sapeva, ma, quel mattino, il destino di molti fu deciso; o forse sì, lo sapeva, ma non se ne rese pienamente conto, allora.

 

 

 

 Terminata la riunione, Rajani si ritrovò a scendere i gradini di marmo del Grande Tempio, la mente in tumulto. Era diretta all’arena, dove sapeva avrebbe trovato i gemelli. Doveva parlare loro, spiegargli cosa era stato deciso, e perché. Gli avrebbe presentato personalmente i Cavalieri di Bronzo, che camminavano silenziosi alle sue spalle, e pregò che l’evidente barriera linguistica non impedisse loro di dare il meglio in missione.

 Quando infine raggiunsero il terreno sabbioso dello stadio dei combattimenti, bagnato da quella pioggia, impietosa, che solo da pochi minuti aveva smesso di cadere, Rajani osservò i suoi discepoli scontrarsi violentemente l’uno con l’altro. Combattevano a mani nude, i corpi sudati che risplendevano al pallido sole, i capelli bagnati attaccati alla pelle del viso e delle spalle, i muscoli tesi e scattanti.

 – [Siete lenti,] – commentò solo, atona, mentre si faceva loro incontro.

 Arun sollevò gli occhi, ma non abbassò la guardia, parando l’ennesimo colpo di Ashwini e sferrando un pugno che prese il gemello in pieno stomaco. Questi cadde, ma portò con sé anche l’altro, e si ritrovarono entrambi a terra, pieni di sabbia.

 Fu allora che Rajani scoppiò a ridere, sentendo la tensione abbandonarle le spalle. Fece loro cenno di avvicinarsi, e i gemelli eseguirono - non senza una smorfia disegnata in viso, però.

 – [Questi alle mie spalle sono i Cavalieri di Bronzo di Atena,] – li indicò Rajani, – [e verranno con noi, a Varanasi. Loro saranno i vostri compagni di squadra, ho pensato fosse bene presentarveli prima di domani.] –

 Arun annuì, e Ashwini li salutò cordialmente con un “Namasté” a fior di labbra.

 – Seiya, Shun, Ikki, Hyoga e Shiryu, questi sono i miei allievi, Arun e Ashwini. So che sarà difficile comprendervi, ma vi prego di fare uno sforzo e di non agire in modo impulsivo. – Si rivolse poi ai gemelli, ripetendo in Hindi le stesse raccomandazioni.

 – [Venite, vi spiegherò meglio i dettagli del piano sulla strada del ritorno.] – Li osservò divertita. – [D’altro canto, avete disperato bisogno di una doccia. O sbaglio?] –

 Ridacchiò sommessamente quando Arun borbottò qualcosa di simile ad un “no”, lanciando occhiate di fuoco al gemello.

 

 

 

 

 Il sole calò in fretta quella sera, o forse questa fu solo l’impressione di Rajani che, persa ogni cognizione del tempo, si ritrovò in meditazione nello Sharasoju.

 Il temporale mattutino aveva lasciato posto ad una pallida giornata, e ad una notte serena. L’aria era piacevolmente fresca contro la sua pelle; il cielo, rischiarato da una luna particolarmente luminosa, era terso, le pesanti nubi solo un ricordo.

 Rajani lasciò che il vento le scompigliasse i capelli e che portasse via, con sé, la tensione di quel giorno. Sentì i pensieri e le preoccupazioni scivolarle addosso e abbandonarla, mentre si rilassava in quella posizione così familiare.

 Poco più che un paio d’ore erano trascorse, quando sentì passi felpati avvicinarsi a lei. Non ebbe bisogno di voltarsi, né di aprire gli occhi, per sapere a chi appartenessero.

 Namasté, – sussurrò, e la sua voce spezzò il silenzio della notte.

 Namasté.

 Lo avvertì accomodarsi al proprio fianco, percepì il suo calore, e socchiuse gli occhi, per il puro piacere di guardarlo.

 Shaka era seduto accanto a lei, tanto vicino da toccarla, quasi. Nonostante le palpebre abbassate di lui, Rajani si sentì osservata, e non poté impedirsi di arrossire. Distolse lo sguardo, imbarazzata.

 Fu lui, inaspettatamente, a farle voltare il capo, in un gesto simile ad una calda carezza, e Rajani si ritrovò ad annegare nell’azzurro intenso dei suoi occhi.

 Il respiro le si mozzò in gola, e smise di pensare. Era vicino. Quando le labbra di lui sfiorarono in un bacio appena accennato la sua fronte, Rajani si sentì morire e rinascere. Sospirò, abbassando le palpebre, solo per riaprirle un momento dopo.

 Si guardarono negli occhi a lungo, intensamente, la fronte di lui poggiata su quella di lei, e Rajani non avrebbe sognato di essere in nessun’altro luogo al mondo.

 Le dita di Shaka le carezzarono riverenti la guancia, e lei desiderò ardentemente chiudere gli occhi, per poter assaporare quella dolce sensazione a fondo; ma quelle iridi azzurre… la tenevano prigioniera, impedendole di privarsi della loro vista fosse anche per un momento solo.

 I loro respiri lenti si mescolavano, nella notte, e nonostante la temperatura Rajani non sentì freddo; quando la mano di lui scese a carezzarle la pelle del collo, non fu per il vento che rabbrividì.

 Lasciò andare un respiro tremante, e sollevò lentamente una mano, passandola con dolcezza sulla pelle candida della guancia di lui. Vide le sue palpebre tremare, per un istante, e si concesse un sorriso.

 In quel momento era felice, assolutamente e completamente felice; non c’era nessuna guerra, nessun demone, nessun complotto. C’erano loro: c’era lei e, soprattutto, c’era lui. Nient’altro importava.

 – Ti amo, – gli disse, semplicemente perché era la verità.

 Shaka non rispose, ma lo vide rabbrividire e chiudere gli occhi, e tanto le bastò. Quando lui l’abbracciò, stringendola al suo corpo, si sentì pervasa dal calore più dolce, e lo strinse a sua volta, beandosi di quel contatto.

 Si appartenevano.

 Non ci fu bisogno di altre parole, quella notte.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Gea_Kristh