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Autore: BurningIce    11/11/2011    7 recensioni
Sono Rose Weasley.
Popolare, direte voi. Essere la figlia di Ron Weasley e di Hermione Granger dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – aiutare. Ma, nel mio caso, non è stato così. Sono anonima, tremendamente anonima, ed odio le feste e la gente superficiale che puoi trovarci. Passo giornate intere con i miei amati libri e …
Non ditemi che ci siete cascati, adesso.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.'
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Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Sepoltura malriuscita, utilizzi alternativi del Mascara e farfalle immaginarie





24 Gennaio 2022



Svegliarsi ogni giorno alle otto è sempre stato uno degli ostacoli più grandi che dividono me dallo studio: insomma, chi non preferirebbe stare sotto le coperte fino a mezzogiorno piuttosto che seguire una noiosissima lezione di Storia della Magia?
Ci sono migliaia di buoni motivi per restare a dormire fino a tardi: ce n’è uno, in particolare, che mi fa desiderare di rimanerci in eterno. Perché in quel magnifico rifugio verde, il mio letto a baldacchino del Dormitorio Serpeverde, non c’è il minimo rischio di incontrare il migliore amico che hai baciato per una scommessa due settimane fa e che ora stai cercando di evitare con tutte le tue forze.
Scorpius, d’altro canto, non sembra molto desideroso di parlare con me. Quando dimentico nella mia camera la Mappa del Malandrino – presa gentilmente in prestito da mio cugino Albus – e non riesco a tenermi lontana dai luogni in cui si trova, è lui a defilarsi il più presto possibile, sparendo dentro la prima aula libera. Se poi sta scambiando tenere effusioni con Ophelia, sparisce dalla mia vista così velocemente da farmi sospettare che abbia un Mantello dell'Invisibilità simile a quello di James.
Evitare Lia, invece, risulta decisamente impossibile, dal momento che condividiamo la stanza. È sempre in agguato, pronta a scusarsi e a chiedermi il motivo del mio odio improvviso; in condizioni normali avremmo già fatto pace, considerando anche che è la prima volta che sento Ophelia supplicare qualcuno di perdonarla, calpestando in questo modo il suo orgoglio – e vi posso assicurare che ne ha davvero tanto.
Mi limito semplicemente a non rispondere alle sue domande, voltandole le spalle e stando ben attenta ad urtarla quando passo vicino a lei. Perciò potete capire benissimo perché ho appena gridato a quella Cheerleader incapace di Nellie O’Tusoe di chiudere il becco e lasciarmi dormire in pace fino alla prossima Guerra Magica.
Le mie riflessioni su argomenti importanti quali la morbidezza del cuscino vengono bruscamente interrotte da una luce verdastra e fastidiosa; qualcuno deve aver aperto le tende del baldacchino. Questo qualcuno sarà punito all’istante – magari appena avrò la forza di allungare il braccio fuori dalle coperte e prendere la bacchetta. Rinuncio all’impresa ancor prima di provarci, sarebbe qualcosa di sovrumano.
Quando i miei occhi riescono ad aprirsi del tutto, vedo la figura sfocata di Ophelia Rosier con le braccia incrociate. Sto per mandarla via senza tante cerimonie, ma non me ne dà la possibilità:
<< Rose Weasley, noi due dobbiamo parlare. E non venirmi a dire che non hai tempo, stavolta, perché non credo che tu abbia impegni importanti in questo preciso momento! >>
Sbuffo con la stessa grazia di un toro inferocito e mormoro tra i denti un “come ti pare” alquanto svogliato.
<< Che ti succede? >> Continua, imperterrita.
<< Io e Scorpius non capiamo il motivo del tuo comportamento! Perché continui ad ignorarci? >>
Ed il premio dell'anno Duemilaventidue per l’ipocrisia va a: Scorpius Hyperion Malfoy. E così il signorino non capisce il mio comportamento? Potrebbe tirare ad indovinare, magari ricorderebbe che qualche tempo fa abbiamo pomiciato in piena regola.
<< Ma davvero? >> Mi limito a dire, come se la cosa non mi toccasse minimamente. In realtà, anche se non lo ammetterei nemmeno sotto tortura, Ophelia mi manca.
<< Ho pensato che forse sei gelosa di Scorpius, ma… >>
Non le lascio finire la frase, rispondendo un po’ troppo in fretta con una risata isterica:
<< Ma sei impazzita? >>
Peccato che le mie guancie stiano raggiungendo rapidamente una tonalità di cremisi davvero rara in natura.
Ophelia, però, sembra non accorgersene – sia ringraziato Salazar.
Adesso mi serve una scusa plausibile per giustificare l’improvvisa rottura con i miei migliori amici. Vediamo: un’antica profezia che ci obbliga a stare a distanza se non vogliamo incorrere in una morte prematura? Potrebbe andare… non stupitevi, il sonno offusca la mia già scarsa – inesistente – razionalità.
<< Magari è per quello che hai visto dopo la festa? >> Chiede, titubante.
Questa sì che è una buona motivazione!
<< Oh, sì, decisamente >> Le rispondo, alzandomi controvoglia dal letto.
Ascolto distrattamente le sue lamentele e decido che è ora di finirla con l’indignazione nei confronti di Ophelia: il mio lieve e del tutto passeggero interesse per Scorpius verrà seppellito sotto tonnellate di menzogne, in modo tale da non dare nell’occhio.
<< Sai che ti dico? Sono stata proprio una stupida! >> Esclamo con un sorriso falso come il nuovo colore dei capelli di Melissa.
<< A volte esagero un po’ >> Ammetto; la mia espressione teneramente mortificata è un capolavoro della recitazione.
<< Magnifico! >> Almeno la sua felicità è sincera.
<< Scorpius ti aspetta di sotto, credo che dovresti chiarirti anche con lui! >>
Questa volta il mio sorriso si congela in una smorfia di puro terrore, che riesco a dissimulare con non poca difficoltà.
<< P-perfetto, allora… >> Balbetto con una vocina sottilissima; in questo momento di imbranataggine acuta mi sento davvero simile a mio padre. Mi fiondo in bagno, mettendo gentilmente alla porta Nellie e Melissa, indaffarate con il loro "semplice trucco mattutino", che in realtà sembra quello di un clown, e mi cambio ad una velocità frenetica.
Prima parlerò con Scorpius, prima finirà tutto.
Esco dalla camera senza nemmeno aspettare Ophelia e cammino svelta verso la Sala Comune, urtando tutti quelli che mi intralciano il cammino.
Quando lo vedo, realizzo che l’impresa non sarà facile; il mio cuore comincia a battere furiosamente e le mie braccia lungo i fianchi sembrano essere troppo ingombranti. Faccio un bel respiro e gli vado incontro, fermandomi a pochi centimetri da lui ed assumendo un’espressione seria.
<< Dobbiamo smetterla di evitarci >> Constato, cercando di non farmi distrarre dai suoi occhi straordinariamente grigi.

I suoi occhi straordinariamente grigi? Sono patetica, tra poco inizierò a distribuire fiori e caramelle ai primini.

<< Io non ti sto evitando, Rose! >> Esclama, con un tono di falsa sorpresa che non mi ingannerebbe mai, dato che l’abbiamo usato milioni di volte, quando i professori ci elencavano le nostre malefatte.
<< Certo, e io sono Godric Grifondoro >> Rispondo, scettica. Poi, non riesco a trattenermi dal dirgli:
<< Secondo Ophelia tu non capisci il motivo del mio comportamento. Vediamo... Ti dice niente la parola “bacio”? >>
Vedere il volto di Scorpius tingersi di mille colori diversi è uno spettacolo da non perdere, specialmente se sta boccheggiando come il pesce rosso di mio fratello Hugo.
<< Perché, se non ricordi, posso anche rinfrescarti la memoria. >>
Mi accorgo in ritardo che questa frase potrebbe suonare un po’ ambigua. Ho una voglia matta di sbattere ripetutamente la testa contro il muro: magari il mio cervello funzionerebbe un po’ meglio, dopo.
Il viso di Scorpius si illumina di improvvisa comprensione; conoscendo la sua capacità di deduzione, devo aspettarmi il peggio.
<< Era il tuo primo bacio? >> Chiede, senza la minima traccia di tatto. Non si accorge mai di quello che dice e spesso non capisce che potrebbe ferire o mettere in imbarazzo qualcuno, in questo caso me.
Adesso mi conviene mentire – ancora – spudoratamente e far finta che l’idea sia assurda:
<< Cos…? No, assolutam… è imposs… che stai dicendo? >> Farfuglio, gesticolando ampiamente e scoppiando in una risata che non potrebbe suonare più forzata di così.
Adesso è davvero confuso. Mormora tra sé e sé un “sarà…” poco convinto e resta perso nei suoi pensieri per un bel po’. Come ha fatto a capire che per me era la prima volta che baciavo qualcuno? Sono stata così terribile?
<< È stato così male? >> Devo imparare a collegare il cervello alla bocca prima di parlare.
Può qualcuno essere più stupido di me?
Vedo Nellie scontrarsi con una poltrona e caderci sopra in una goffa capriola e decido che, in fondo, non sono messa così male.
<< Oh, no, no, è stato… >> Scorpius sta negando energicamente, magari perché gli faccio pena. Eppure sembra sincero, in qualche modo.
Forse sono io l’unica a non esserlo, da queste parti.
Si è bloccato a metà della frase, senza riuscire a continuarla. Gli rivolgo un’espressione interrogativa e mi fa un cenno impercettibile con la testa, indicando un punto alle mie spalle: Ophelia è nei paraggi, meglio lasciar cadere l’argomento-bacio.

Grandioso, adesso non saprò mai cosa stava per dirmi; e aveva tutta l’aria di essere una cosa importante.
 

*

Ascoltare i monologhi di Dominique mentre si va a Pozioni non è il modo migliore di iniziare una giornata. Specialmente quando la tua cara cugina dal sangue Veela si è messa in ghingheri più del solito e chiunque si gira a guardarla estasiato. Ovviamente, i boccoli accuratamente acconciati, il lucidalabbra e la camicia fin troppo aperta di Dominique sono indipendenti dalla sua intenzione di farsi notare a tutti i costi da quel francese per cui ha una cotta, J. J.
O almeno è quello che vuole farmi credere.
Forse è convinta che, solo perché ha i voti migliori dei miei, può raggirarmi come le pare e piace. Secondo lei, chiunque prenda un “Troll” (ed io ne ho presi ben più di uno) è molto stupido.
Ma il rossore decisamente Weasley che le invade le guancie quando vede il suo amato è così evidente da non lasciarmi nessun dubbio. A differenza degli altri, J.J. sembra essere completamente indifferente a lei: la saluta con un cenno annoiato e passa avanti, lasciandola allibita e delusa.
<< Dominique! >> Ed ecco Steeval, l’ex fidanzato deluso che non si è ancora arreso alla sua perdita.
<< Sei bellissima, oggi >> Le dice, suadente. È un bel ragazzo, ma mia cugina lo ignora palesemente e senza pietà.
Un'altra voce alle nostre spalle ci fa sobbalzare:
<< Bellissima? Ma hai visto i suoi capelli? Sembra uscita da un raduno per bambole di porcellana fallite! >>
Io e Dominique ci giriamo simultaneamente e ci troviamo davanti proprio J.J.
Noto dallo stemma sulla divisa che è un Grifondoro – almeno mia cugina ha più occasioni per abbordarlo
e sento la mia ostilità nei suoi confronti aumentare. Non per la rivalità tra le Case, ma per il colpo che ha volutamente inferto a mia cugina. È molto insicura, anche se non sembra, e scommetto che ci ha messo delle ore per rendersi bella anche agli occhi di quel ragazzo indisponente. Adesso, tutto il suo lavoro è andato in fumo. Rivedo nei suoi occhi lo sguardo perso e timido di un tempo, come succede ormai solo con sua sorella Victoire, e sono pronta a difenderla ancora una volta.
Ma, inaspettatamente, se la cava benissimo da sola:
<< Non ho bisogno della tua approvazione, ragazzino >>
J.J. rimane impassibile e la squadra come se fosse un Vermicolo particolarmente viscido, poi sorride. Le posa una mano sul fianco, sotto lo sguardo iroso di Steeval, e Dominique sussulta visibilmente, con grande soddisfazione del ragazzo.
Tutti ci aspettiamo qualcosa di straordinario, ma J.J. ha fatto questo gesto solo per spostare Dominique dalla sua traiettoria: si dirige a grandi passi verso Crecy Canon.
Oh mio Dio, non avrà in mente di parlarle. Perché rifiutare mia cugina per quella strana forma di vita occhialuta non ha senso.
O, forse, ha senso se vuole umiliarla.
<< Crecy >> Le dice, tenendo la voce ben alta, in modo che Dominique senta tutto. Crecy Canon non crede ai suoi occhi: sorride come un’ebete e, da quello che si vede attraverso gli spessi vetri, i suoi occhietti acquosi sono pieni di sorpresa.
<< Tu sì che sei bellissima. >> Afferma, calcando sulla prima parola in modo da rimarcare la differenza tra Dominique e la talpa con cui sta parlando; quest’ultima sembra andare in iperventilazione e non riesce in nessun modo a reagire.
Dopo qualche secondo di silenzio, rotto solo dal respiro di Dominique, simile a quello di un toro infuriato, Crecy scoppia in una risata civettuola.
Civettuola, proprio così.
Allora tutte le ragazze hanno un lato femminile; ma una vocina malefica in fondo alla mia testa mi sussurra un tagliente: “tranne te, Rose”.
Al Diavolo, molto meglio il Quidditch di cosmetici e minigonne!
 

*

Avete presente la frase: “Al Diavolo, molto meglio il Quidditch di cosmetici e minigonne?” Quella che ho pensato questa mattina?
Perfetto, non consideratela, se non volete accusarmi di incoerenza: perché io, Rose Weasley, accanita odiatrice del trucco, sono al tavolo Grifondoro per chiedere a Lily uno dei suoi attrezzi di tortura per pettinare ed allungare le ciglia.
Sono solo curiosa, lo giuro.
Vedere la piccola di casa Potter alle prese con la sua nuova cotta, un bellimbusto Tassorosso senza un briciolo di cervello, è una sorta di spettacolo comico: mentre annuisce in risposta ad una frase del tale – che in realtà sta parlando con un’assente ed imbronciata Dominique -  manca clamorosamente il bicchiere e versa tutto il succo di zucca sulla sua camicia. Posso solo sperare che avrà una mira simile anche durante la partita di Quidditch contro la mia Casa.
Aspetto che si riprenda dallo stato di trance in cui è caduta e mi avvicino a lei. Quando le pongo la fatidica domanda, rimane pressoché impietrita. Poi chiama a gran voce Dominique e cominciano a festeggiare, quasi commosse (“Allora le abbiamo insegnato qualcosa, non tutto è perduto!” “Rose, hai capito di essere una ragazza!” “Devo scrivere a mia madre, è un evento sensazionale”).
Mentre ci dirigiamo verso la torre di Grifondoro, mi guardano estasiate e rimangono in religioso silenzio.
La consegna del cosiddetto Mascara, poi, è così solenne da sembrare ridicola: Lily me lo porge con un’aria da antica custode della saggezza suprema, guardandomi negli occhi e dicendo:
<< Fanne buon uso. >>

Qualche minuto dopo, nel bagno del mio Dormitorio, cerco di capire come si utilizzi quella trappola infernale, stando ben attenta a nascondermi dalle mie compagne di stanza. Non voglio che la mia reputazione si rovini: in questo momento mi sento disgustosamente simile alle ragazzine del terzo anno di Tassorosso.
I miei numerosi tentativi non portano a nulla, così decido di utilizzare il Mascara in un modo molto più creativo: traccio due belle linee nere sulle guancie, ispirandomi ai guerrieri dei film Babbani di mia madre. 
Ad opera completata, spalanco soddisfatta la porta, pronta a vedere le facce sconcertate delle ragazze. Ma Ophelia e la Mulciber stanno già dormendo, posso contare solo su Nellie O’Tusoe, che sta leggendo una rivista di moda: appena mi vede, mormora un’invocazione a Salazar.
<< Che hai fatto alla faccia? >> Mi chiede, scandalizzata. Le rivolgo un sorriso mellifluo, mi è appena venuta una grande idea.
<< Oh, è solo l’ultima tendenza di questo inverno! >> Il mio tono lascia intendere che io abbia appena rivelato un segreto di Stato. So benissimo che “tendenza” è la parola magica da dire a Nellie per farle fare tutto quello che vuoi. Se venisse a sapere che saltare dalla torre di Astronomia va di moda, si getterebbe senza alcun indugio. Le porgo il Mascara con fare circospetto, guardandola mentre lo applica sul viso con una precisione maniacale.
<< Va bene, così? >> Mi domanda, preoccupata.
Mi sforzo di non ridere e le confido l’ultimo, grande segreto:
<< Magnifico, Nellie! Ma devi tenerlo anche per dormire e ti assicuro che domani sarai assolutamente perfetta. >>
Mi sorride riconoscente, senza il minimo sospetto, nonostante questo non sia il primo tiro mancino che le gioco. Qualcosa mi dice che domani sarà un grande giorno; le scatterò anche una foto per immortalare il suo nuovo look, foto che, casualmente, finirà sulla Bacheca in Sala Grande.
Non mi va di dormire, così scendo nella Sala Comune, stranamente deserta, dimenticandomi di togliere il disastro che ho combinato sulla mia povera faccia. Poco male, mi renderà più minacciosa.
Mi siedo sulla mia poltrona – esatto, mia, provate a chiedere a quel primino che ebbe l’infelice idea di sedersi al mio posto – e rivivo per l’ennesima volta il bacio con Scorpius, arricchendolo nella mia mente di particolari scottanti: per esempio, in queste rivisitazioni molto libere dell’accaduto, il mio migliore amico indossa solo i boxer e non c’è nessuno a disturbarci, nessuna Ophelia ad ingelosirsi e nessuna partita di Poker. Tutto accade spontaneamente.
<< Rose! >> Qualcuno mi chiama e poi scoppia a ridere sguaiatamente; è una voce che conosco alla perfezione.
<< Scorpius? >> Domando, voltandomi verso di lui. Sta cercando di afferrare qualcosa di inesistente e non smette di sghignazzare, saltellando qua e là.

Ubriaco.

<< Ti piacciono le farfalle? >> Chiede, improvvisamente serio, accasciandosi lentamente a terra. L’unica cosa da fare, in questi casi, è assecondarlo. Ha continui sbalzi d’umore ed alterna momenti di straordinaria energia ad altri di sfinimento.
<< Sì, certo, Scorpius. >> Sospiro, rassegnata. Cosa ci fa in queste condizioni alle dieci di sera? Immagino che abbia partecipato ad uno di quei festini per soli ragazzi, tipico della sua compagnia, in cui non si fa altro che bere e vantarsi delle proprie conquiste – utilizzando molto la fantasia.
<< Allora ne prendo una per te! >> Esclama, col tono di un bambino che ha ricevuto la sua prima scopa giocattolo. Si avvicina a me, gattonando, e posa una mano sulla mia gamba, per cercare di rimettersi in piedi.
Credo che le sue farfalle immaginarie siano finite dritte dentro il mio stomaco.
Trattengo il respiro e lo aiuto a rialzarsi, improvvisamente accaldata, nonostante il freddo di Gennaio; le mani mi tremano e ringrazio il fatto che sia troppo ubriaco per accorgersene.
È quasi in piedi ed anch'io sto per alzarmi ed accompagnarlo in camera, ma qualcosa và storto: si sbilancia in avanti, farfugliando qualcosa sul prendere l’ultima farfalla, e mi cade addosso.
Spalmata così tra lui e la poltrona, è davvero facile avvicinarmi a lui più del dovuto, ammirare le sfumature verdi dei suoi occhi, posare le mani sul suo corpo muscoloso.
I miei propositi di distruggere ogni minima traccia di interesse nei suoi confronti stanno rapidamente naufragando, lasciando posto ad una smaniosa voglia di baciarlo ancora una volta.
L’ultimo pensiero coerente che riesco a formulare è: “qualcuno potrebbe vederci”, ma, proprio quando decido di spingerlo via da me, posa le sue labbra sulle mie, tenendomi ben stretta. Rimane così solo per un attimo, poi scivola lentamente sul mio corpo – intanto rischio un paio di volte l’infarto – fino ad arrivare sul pavimento di pietra, dove si addormenta di colpo.
Mi sento una doppiogiochista: ho appena fatto pace con Ophelia, se ci avesse visti avrei rovinato tutto un’altra volta. Ed avrei dovuto dimenticarlo, non ripetere quella che forse è stata l’esperienza più eccitante della mia vita, forse ancora meglio del primo volo sulla scopa.
Oh, non mi importa, l’ho baciato un’altra volta!
Mi riprometto che non accadrà mai più, ma non posso fare a meno di ripensare a quello che è successo qualche minuto fa.
E di mettere un po’ di Mascara anche a Scorpius e ghignare immaginando la faccia degli altri quando lo vedranno.
Sono cotta di lui, ma sono pur sempre una Serpeverde.

*
Non sono così in ritardo questa volta... vero? Vero? Come avrete capito, il titolo si riferisce all'incapacità di Rose di "seppellire" il suo sentimento per Scorpius.
Inoltre, per chi non l'avesse fatto, suggerisco di leggere la mia one-shot di Halloween (sì, un po' in  ritardo). Ovviamente se vi va! Mi farebbe molto piacere... per il resto, non ho altro da dire :)
Buon Week-end
-Iv.

 

  
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