Capitolo 32: Chi sono io?
Passarono un paio di giorni in cui sulla Sunny si
era venuta a creare una situazione di disagio per quanto successo a Nami e Rufy.
Il capitano, nonostante partecipasse con entusiasmo alla vita che svolgeva
sulla nave, di tanto in tanto lanciava delle occhiate a Nami,
rattristandosi e perdendo vitalità.
Questo nervosismo però non aveva
influito sul suo appetito, al contrario di Nami che
faticava a ingerire qualsiasi cosa Sanji le
preparasse, facendolo preoccupare, in quanto era lui il responsabile
dell’alimentazione dei suoi compagni e la navigatrice stava mangiando poco e
male in quei giorni.
Usopp e Chopper, che tifavano per la coppia,
cercavano di convincere Rufy a dimenticare quanto
fosse successo, dicendo lui che capitava a tutti di sbagliare, ma esso
rispondeva loro che non potevano capire quanto aveva provato e i due, sapendo
che aveva ragione, lasciavano cadere il discorso, scoraggiati dal loro
fallimento.
Robin e Lily, invece, cercavano di aiutare Nami
ad affrontare la situazione che si era venuta a creare, ma l’aiuto della
seconda, non era ben accetta dalla navigatrice, che l’aggrediva con parole a
volte pesanti, non tenendo conto che poteva anche ferire la compagna.
La ragazza dai capelli rossi, riteneva Lily la prima responsabile di tutto quanto,
in quanto se non si fosse mai unita a loro, il litigio tra lei e Rufy non sarebbe avvenuto.
Capitava a volte che la discussione tra Nami e
Lily si accendesse in cucina, davanti a Sanji, il
quale non sopportava che la sua amata venisse trattata in un modo tanto duro da
Nami, soprattutto dopo che essa si era scusata cento
volte e, insieme a lei, anche lui.
Lui che non aggrediva mai una donna, né la insultava, si ritrovò esasperato
dai continui litigi che si venivano a creare sulla nave, che ferivano
profondamente Lily, la quale non aveva la minima intenzione di creare quella
situazione. Essa si sentiva talmente colpevole che più volte aveva espresso
l’idea a Sanji di lasciare la ciurma, sperando che Nami si potesse calmare e che con Rufy
le cose si potessero sistemare.
Il cuoco le aveva ripetuto mille volte che non avrebbe dovuto pensare a una
cosa del genere, perché indipendentemente da quanto diceva Nami,
Rufy non la considerava colpevole, dato che la
ragione per cui il capitano teneva il muso alla navigatrice, andava ben oltre
al semplice bacio che involontariamente si erano scambiati.
“Adesso basta!” urlò Sanji, smettendo
improvvisamente di cucinare, quando sentì nuovamente Nami
rincominciare con le sue solite accuse.
Non si girò nemmeno, ma continuando a fissare il cibo che stava preparando
disse “è ora di finirla con questa storia Nami. Lily
ti ha già ripetuto più volte che le dispiace di aver baciato Rufy, nonostante lei fosse convinta di baciare me. Io ti ho
ripetuto che la colpa di quanto è successo, è anche colpa mia e che se siete
arrivati a questo punto, è solo perché lo avete voluto tu e Rufy.
Ma sembra che tu non voglia ascoltare queste ragioni e continui ad accanirti su
di lei!”
“Certo, perché è evidente che niente di tutto ciò sarebbe successo, se lei
non avesse mai messo piede su questa nave!” disse Nami
fulminando con gli occhi la ragazza, che abbassò la testa.
“Sono stanco di sentirti dire queste cose. Lily è una nostra compagna e non
posso sopportare che tu la tratta in questo modo!” disse Sanji
infastidito.
“Certo, guai a chi tocca la tua
amata!” disse Nami arrabbiata.
Sanji la guardò negli occhi come mai aveva
guardato una donna. Sorvolò su quanto detto la ragazza, ma le disse “Se Rufy ce l’ha con te per quanto è successo, è solo te che
devi biasimare!”
“Ti conviene tacere Sanji!” disse Nami, punta nell’orgoglio.
“Cos’è? La verità fa male? Non hai avuto fiducia in Rufy
e ora accettane le conseguenze. Non otterrai nulla sfogando il tuo dispiacere e
la tua rabbia su chi non centra, portandoci a litigare tra noi!” Sanji fece una pausa e si accese una sigaretta “E per
ultima cosa, se Lily decidesse veramente di lasciare la ciurma perché non si
sente ben accetta…io potrei prendere la decisione di
seguirla!” disse in modo serio, tanto che Nami
temette che il cuoco potesse mettere in pratica quanto detto. Sconfitta, la
ragazza si alzò dal tavolo e, non dicendo altro, si recò verso la porta della
cucina proprio quando Rufy si accingeva ad entrare.
I due si fissarono per diverso tempo, senza che nessuno dei due spiccicasse
parola. Fin quando la ragazza, non riuscendo a sostenere lo sguardo del
ragazzo, lo superò andandosene via.
Rufy la guardò allontanarsi fin quando gli fu
possibile, per poi andarsi a sedere al suo posto e guardare i visi dei compagni
presenti nella stanza.
C’era tensione nell’aria e nessuno osò dire niente.
Usopp si sentiva estremamente a disagio e
grondava sudore da qualsiasi parte. Zoro, appoggiato
al muro con le braccia dietro la nuca, stava cercando di analizzare la
situazione, Brook aveva la bocca spalancata, shoccato
da quanto il cuoco aveva affermato, Lily era
in procinto di piangere e Sanji stringeva i
pugni con forza, arrivando addirittura a piegare una posata che teneva in mano.
Robin invece sospirò. Il suo viso, che non lasciava quasi mai trasparire
nervosismo nemmeno nelle situazioni più difficili, ora esprimeva tutta la sua
preoccupazione.
Rufy osservava Sanji
con aria seria “è vero Sanji?”
Sanji alzò lo sguardo sul capitano.
“è vero che saresti disposto a lasciare la ciurma se Lily dovesse
abbandonarci?”
I presenti sussultarono, il cuoco per primo. Non si sarebbero aspettati di
scoprire che Rufy li avesse sentiti discutere. Sanji sperava che quella domanda e soprattutto quella
scelta non si sarebbe mai posta sulla sua strada.
Sanji guardò serio il suo capitano e riflesse
molto prima di rispondere. Guardò i suoi compagni uno ad uno e sentì tutto
l’affetto che provava per ognuno di loro, infine posò lo sguardo su Lily, così
sensibile e delicata che cercava ancora il suo posto nel mondo, e pensò a cosa
provava per lei. Un sentimento mai provato verso nessun altra donna, un
sentimento forte e travolgente capace di rendere felice e forte un uomo, ma
allo stesso tempo capace di farlo sentire vulnerabile e debole.
“Se mai dovessi scegliere se seguire il mio sogno o seguire l’amore…credo che sceglierei l’amore!” disse Sanji senza abbassare lo sguardo. Era sicuro di quanto
avesse affermato. Nel caso avesse dovuto scegliere, avrebbe scelto di stare con
Lily.
Rufy lo guardò serio, poi accennando un
sorriso, disse rattristato “Capisco!”
Sanji si accorse di come avesse influito quella
sua risposta sui sentimenti del capitano e cercò di spiegare le sue ragioni, ma
Rufy non gliene diede tempo “No Sanji,
non mi devi spiegare niente. è giusto che tu faccia le scelte in base al tuo
cuore, non in base a cosa voglio io, perché se decidessi io, sarei egoista in
quanto io vi terrei sempre tutti quanti con me, ma so che prima o poi, ognuno
di voi sceglierà la sua strada, che potrebbe non essere accanto a me!” disse
sorridendo, anche se tristemente “Anche se spero che una nostra eventuale
separazione capiti il più tardi possibile!”
Usopp si lasciò andare indietro sulla sedia
come se fosse svuotato delle sue energie “Ragazzi, ma cosa ci sta succedendo di
questi tempi? Sembra che tutto stia andando a rotoli. Tu e Nami
che litigate, Sanji che alza la voce con Nami e che potrebbe lasciare la ciurma se Lily decidesse di
andarsene a causa di Nami. Sinceramente non credevo
si potesse mai arrivare a questo punto!” disse Usopp
rattristato.
“Non sta succedendo niente di strano Usopp!”
disse Robin “ State solo crescendo e provando nuovi sentimenti che da sempre
hanno scombussolato la vita dell’essere umano. Ma certi sentimenti, per
l’appunto, ti portano a fare certe scelte che posso influenzare per sempre la
tua vita e quella degli altri. Quando avete cominciato il viaggio eravate solo
dei ragazzi e non avevate nient’altro per la testa che seguire i vostri sogni,
ora invece state diventando uomini e piano piano,
ognuno di voi potrebbe trovare qualcosa che ritiene più importante dei sogni.
Come nel caso di Sanji, l’amore!” disse Robin, in
quanto più matura di tutti.
“Bhe ma si possono seguire i sogni, senza per
forza abbandonare l’amore!” disse Usopp.
“Ripensa a quanto abbiamo scoperto nel futuro. Una donna del tuo villaggio
ti avrebbe presto donato un figlio e questa donna aveva deciso di seguirti nel
tuo viaggio, così da permetterti di continuare a realizzare il tuo sogno di
viaggiare e di essere un pirata, ma cosa faresti se quella donna decidesse di
voler rimanere al tuo villaggio?”
Usopp abbassò la testa. Aveva già dato questa
risposta quando erano stati nel futuro e anche se non sapeva minimamente cosa
volesse dire essere innamorati, per quanto provasse una certa attrazione per Kaya, e ancora meno cosa significasse diventare padre disse
“Come ho già detto, rimarrei con Kaya e mio figlio!”
Robin sorrise “Vedi? A volte si è costretti a scegliere!”
Usopp annuì dando ragione alla donna.
“Tu Zoro-san, cosa faresti se si presentasse
questo problema?” chiese Brook.
“Io sarò dove vuole il capitano e dato che lui mi vorrebbe sempre al suo
fianco, essia!” disse serio Zoro
“Inoltre non potrei essere uno spadaccino, se rimanessi fermo in un singolo
posto, senza avere qualche sfidante contro cui combattere di tanto in tanto!”
“Quindi sceglieresti il tuo sogno!” disse Brook
“Io non saprei, ma credo che non mi si porrà mai il problema, dato che
difficilmente troverò una scheletrina da amare!”
“Tu Rufy?” chiese Usopp
curioso.
Rufy sembrò pensarci “Io spero che Nami voglia continuare a viaggiare, perché non voglio
nemmeno pensare all’eventualità di scegliere!” disse infine “A proposito di Nami, Lily, non te la prendere per quello che ti dice. È
nervosa e tende a essere un po’…”
“Scorbutica?” disse Brook.
“Antipatica e pericolosa?” disse Usopp.
Rufy sorrise, pensando che se Nami avesse sentito, per i suoi due compagni sarebbero
stati dolori.
Lily sorrise dolcemente al suo capitano “Non c’è problema, in parte me lo
merito, ma è evidente che mi detesta e che non mi vuole a bordo!” disse infine
rattristandosi.
“Quando si calmerà vedrai che ti accetterà, infondo prima di questa storia,
ti aveva accettato no?” disse il ragazzo di gomma.
Robin sorrise “Se poi vedi che non ti sopporta proprio, regalale un
pacchetto di gioielli e vedrai che cambierà idea. Con me ha funzionato!” disse
l’archeologa ricordando il tempo in cui si era unita alla ciurma, ma il suo
pensiero venne interrotto dalla voce della navigatrice, che chiedeva
all’istante l’intervento di tutti sul ponte.
“Che succede?” chiese Rufy, ma non aspettò la
risposta, in quanto il cielo era stato improvvisamente oscurato da nuvole nere
carice di acqua e il vento aveva preso a soffiare in maniera molto forte, tanto
che rischio di rovesciare la nave più volte.
“Dobbiamo subito ammainare le vele, presto!” disse Nami
preoccupata. Aveva il presentimento che
quella tempesta, che da li a poco sarebbe scoppiata, avrebbe creato loro non
pochi problemi. Rufy e gli altri eseguirono l’ordine,
tirando su le vele, così che la nave acquistasse subito maggiore stabilità,
nonostante ora fossero le onde a farla oscillare da una parte all’altra.
“Lily, vai al riparo!” disse Sanji, vedendo
l’aria spaventata della ragazza, ma a quell’ordine Lily cambiò espressione e
con sguardo determinato disse “No, voglio aiutarvi anche io. Posso controllare
l’acqua a mio piacimento, magari in caso di bisogno posso fermare qualche onda
che si abbatterà pericolosamente sulla Sunny!”
Sanji la guardò con aria preoccupata, ma
avvicinandosi a lei, le legò al fianco una corda, in modo tale che non venisse
spazzata via dal ponte.
Anche gli altri membri si legarono una corda di sicurezza alla vita.
Chopper venne, come al solito, incaricato di reggere il timone e di
comandare la nave, mentre gli altri eseguivano accuratamente gli ordini di Nami.
Problemi di cuore o meno, Nami rimaneva sempre un’ottima
navigatrice.
La nave prese a ondeggiare in modo violento, tanto da creare un senso di
nausea ad alcuni mugiwara, nonostante fossero
abituati ad affrontare tempeste, ma quella sembrava più forte di tutte quelle
che avevano affrontato fino ad allora.
Non solo la pioggia cominciò a cadere in modo battente, ma comparvero anche
i fulmini che con la loro potenza squarciavono il
cielo, mentre i tuoni si susseguivano in un intervallo che durava all’incirca
un minuto.
Come se tutto ciò non bastasse, improvvisamente nell’aria cominciarono a
formarsi diversi tornado e Chopper fece molta fatica a guidare la nave lontano
da quelle calamità, che avrebbero facilmente ingoiato tutti loro.
Questo però non fu sufficiente per sfuggire al pericolo incombente della
tempesta, in quanto il vento prese a soffiare ancora più forte, tanto da essere
in grado di sollevare, come se fosse stata della semplice carta, un corpo
umano. Di fatto tutti i mugiwara si ritrovarono a
volteggiare in aria, tenendosi ben stretti alle corde.
Le corde però erano state usate diverse volte e alcune di loro erano
alquanto consumate, tanto che quella che reggeva Nami,
si spezzò.
“Rufy!” gridò la ragazza cercando di afferrare il
braccio, che il ragazzo aveva allungato per afferrare la navigatrice.
Essa però era riuscita ad afferrare solo le dita, che in una situazione
normale, non sarebbero bastate come appiglio, ma essendo quelle di Rufy di gomma, allungandosi anch’esse, fecero sì che non
scivolassero dalla presa della ragazza.
In un momento in cui il vento si affievolì, facendo cadere tutti malamente
a terra, Rufy, legò alla vita di Nami,
la sua corda, assicurandosi che fosse ben legata e robusta.
Non fece in tempo però a prenderne un’altra per legare sé stesso, che
un’onda di proporzioni gigantesche, era in procinto di sommergere la Sunny.
Chopper non sarebbe mai riuscita a schivarla e Lily, congiungendo le
mani davanti al viso, si illuminò.
Quella stessa luce avvolse l’onda, che per un istante sembrò fermarsi.
Dalla fronte della ragazza cominciarono a scendere diverse gocce di sudore,
a dimostrare la fatica che essa stava facendo per tenere a bada quella forza
della natura.
L’onda però non rimase ferma a lungo, ma continuò ad avanzare, sebbene a
una velocità inferiore rispetto a prima, facendo sì che l’impatto con la Sunny fosse più debole, provocando danni non di entità grave, impossibili da riparare. La nave però
venne sommersa completamente dalle acque per qualche istante, prosciugando
delle proprie energie i possessori del frutto del diavolo, che si ritrovarono a
terra, incapaci di muoversi.
Nami cercò, con uno sguardo preoccupato, Rufy in quanto non aveva ancora provveduto a legarsi a una
cima di sicurezza, ma fortunatamente, esso era riuscito ad aggrapparsi al parapetto
della nave, in modo tale da non essere trascinato via dalle acque che si
ritiravano dal ponte.
Ma non ebbe la stessa fortuna la
seconda volta che un’onda, sebbene molto più piccola della precedente, si abbatté
sulla Sunny, trasportando in acqua con sé, oltre a Rufy, materiale di vario genere non fissato alla nave.
“Rufy!” gridarono Nami
e Zoro all’unisono. La prima avrebbe voluto gettarsi
in acqua per aiutarlo, infischiandosene dell’eventualità di rischiare di essere
portata via dalla corrente, ma non riuscì a slegare la corda che la teneva al
sicuro. Sperò vivamente sull’aiuto dello spadaccino, in quanto era riuscito a
slegare il nodo. Ma avvenne qualcosa che lo spadaccino non aveva calcolato.
Lily, precedendolo, si era
istintivamente gettata in acqua per soccorrere il capitano.
Sanji urlò il suo nome spaventato e si sporse
dal parapetto alla ricerca sia di Lily che si Rufy, che
sembravano essere stati ingoiati dalle profondità marine.
Lily nuotava sempre più a fondo in cerca della sagoma di Rufy. Era molto buio in quelle acque, ma l’istinto le
suggerì di affidarsi al suo fiuto per riuscire a rintracciarlo. Sentiva la
corrente marina fare forza, per spostarla dal suo percorso, ma si accorse di
non fare poi molta fatica a resisterle.
Riuscì a trovare Rufy, che continuava a
sprofondare. Era ormai privo di sensi e una volta che riuscì ad afferrarlo, si
accorse che il ragazzo non aveva più aria nei polmoni.
Fu in quell’istante che si accorse di non sentir la necessità di ossigeno.
Risalì velocemente in superficie, incrociando Sanji
e Zoro, che si erano gettati in acqua per soccorrere
i loro compagni.
Entrambi sgranarono gli occhi quando la videro, soprattutto il cuoco.
Tutti misero nuovamente testa fuori dall’acqua, Sanji
e Zoro cercando respirare più ossigeno possibile, mentre
Lily respirava come se non avesse fatto il minimo sforzo.
Zoro cercò di aiutare Lily a portare il capitano, ma esso, come
anche Sanji, faceva fatica a rimanere a galla a causa
delle onde che lo rispedivano sott’acqua e fu solo grazie all’intervento della
ragazza dai capelli lilla, che aveva fatto utilizzo dei suoi poteri, se i due
non rischiarono di affogare.
Finalmente le acque cominciavano a quietarsi e il cielo a schiarirsi, ma
nessuno potè gioire della notizia, in quanto Chopper
era ancora intento a rianimare Rufy, che era rimasto
a lungo senza ossigeno.
Nami guardava la scena, stringendo la mano di Rufy con forza, come se volesse essere il suo appiglio alla
realtà.
All’ennesimo massaggio cardiaco, Rufy prese a
tossire e il dottore lo fece girare di lato per aiutarlo a sputare più acqua possibile.
Il ragazzo lentamente riaprì gli occhi, nonostante avesse voluto tenerli
chiusi per la stanchezza.
Cercò di mettersi a sedere, sputando ancora acqua di tanto in tanto, e solo
quando si riprese un po’ riuscì a ricordarsi di quanto successo “Q-questa v-volta c’è mancato d-davvero poco. Grazie
Chopper!”
La renna scosse la testa “Non ringraziare me, se Lily non ti avesse
salvato, non avrei potuto rianimarti!”
Rufy cominciò a ringraziare la ragazza, quando
si accorse di un particolare che non aveva mai notato.
Sanji cominciò a roteare intorno a Lily, con
gli occhi a forma di cuore dicendo “La mia bellissima Lily è una sirena…è una sirena…è una sirena!”
“Abbiamo capito babbeo!” disse Zoro seccato, dato
che ormai la sorpresa l’aveva superata.
Robin guardò con la coda dell’occhio Nami e disse
“Siamo stati fortunati. Se Lily non si fosse unita a noi, a quest’ora Rufy sarebbe morto!”
Nami sussultò e abbassò la testa. La frase
dell’amica l’aveva fatta riflettere. Era vero che se Lily non si fosse mai
unita a loro, Rufy e lei non avrebbero mai litigato,
ma sarebbe accaduto qualcosa di peggio di un banale litigio, perché in quel
momento a Nami, tutto quello che era successo,
sembrava una sciocchezza rispetto a quanto sarebbe potuto accadere.
Le lacrime cominciarono a solcarle le guance, pensando che avrebbe potuto
perdere Rufy per sempre, si improvvisamente si
ritrovò a essere felice del fatto che Rufy, invece,
fosse semplicemente arrabbiato con lei.
Nami si alzò da terra, allontanandosi dal
ragazzo di gomma e lentamente si avvicinò a Lily, la quale non aveva ancora
detto niente.
La navigatrice l’abbracciò e dopo averla ringraziata per aver salvato Rufy, le chiese di perdonarla per essere stata cattiva con
lei.
Lily annuì a mala pena, ma non disse una parola.
Tutti la guardarono preoccupati, incapaci di comprendere cosa avesse.
La ragazza si guardò la coda spaventata, si osservò le mani e
successivamente si abbracciò le spalle, ritrovandosi a tremare.
Sanji le posò una mano sulla spalla e, sentendo
il suo corpo ghiacciato, la coprì con la sua giacca nera per darle un po’ di
calore.
Le bastò quello e i raggi del sole, per scaldarsi e una volta che la
temperatura corporea aveva raggiunto i 36°, riprese le sue sembianze umane.
La ragazza sgranò gli occhi a quel cambiamento e guardando Sanji, come colui che potesse darle delle risposte, chiese “Chi
sono io?”
Bene, non so a voi, ma a me questo
capitolo, non mi soddisfa e non sono
nemmeno riuscita a scrivere quello che volevo, in quanto mi sono già venute
fuori troppe pagine. Uffi...avevo in mente una scenetta simpatica (credo) in cui Rufy e Nami avrebbero fatto definitivamente pace...Dovrete aspettare per leggerla, mi dispiace.
Bhe almeno ho tirato fuori una piccola parte
del mistero che aleggia attorno a Lily. Qualcuno di voi ha in mente chi sia
veramente lei? Bhe si una sirena e poi?
Come al solito fatemi sapere cosa ne
pensate, anche se ho un po’ paura in quanto come ho detto prima, il capitolo
non mi piace.
Spero di recuperare nei prossimi.
Ciao ciao e alla
prossima.
Neko =^_^=