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Autore: RobTwili    14/11/2011    8 recensioni
Lui: Francis 'Frank Fagotto' Hudson.
Lei: Ashley Foster
Lui: Capitano de 'I Matematicici', Capitano de 'Gli elettroni spaiati' e suonatore di Fagotto nella banda del liceo.
Lei: Capitana indiscussa delle Cheer-leader, Capo volontaria del progetto 'Le infermiere della scuola'.
Lui: Innamorato di lei fin dall'asilo.
Lei: Non sa nemmeno che lui esiste.
Ma se, improvvisamente le loro strade si incrociassero? Potrebbe Francis, con molte difficoltà, compiere la vendetta di tutti i nerd facendo capire che l'aspetto non è tutto?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nerds do it better'
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«Francis, Francis svegliati» sussurrò qualcuno, facendomi mugolare infastidito.
«No» sbottai, sistemandomi meglio sul letto.
«Forza Francis, è mezzogiorno passato» tornò a borbottare la voce, quando un’improvvisa luce mi colpì.
«No» mi lamentai, di nuovo, portandomi il cuscino sopra al viso, per non far passare nemmeno un po’ di luce.
«Ok, Francis non volevo dirtelo in questo modo, ma… c’è una donna che ti aspetta al piano di sotto» rise mamma.
Una donna?
Ashley?
Mi alzai di colpo, indossando gli occhiali.
«Chi è?» chiesi, togliendomi la maglia di Superman che usavo per dormire.
«Mac, chi dovrebbe essere?». Perché mamma sembrava prendermi in giro?
«Oh» sbuffai, tornando a distendermi sul letto con un braccio e la testa infilate nella maglia.
«Perché sembri così… deluso?». Quel sorriso sulle sue labbra non mi piaceva per niente.
«Perché credevo fosse Kristen Dunst. Sai che da quando ha fatto Mary Jane Parker ho una cotta per lei» ribattei, finendo di infilarmi la maglia e pettinando i capelli con le mani.
Inevitabilmente, con quel gesto, tendevo sempre ad arruffarli di più.
«Francis» ridacchiò mamma prima di uscire dalla camera e chiudersi la porta alle spalle.
Perché non aveva detto semplicemente Mac? Perché mi aveva preso in giro dicendomi che c’era una donna?
Certo, Mac era una donna e ne avevamo avuto tutti la conferma la sera prima, ma… non era Ashley!
«Ciao Mac» borbottai stiracchiandomi, scendendo le scale.
«Francis». Il sorriso che aveva sul volto si allargo ancora di più.
«Facciamo due passi?» proposi.
Ero quasi sicuro che mamma stesse lavorando a qualche plastico nel suo studio; e da lì era facile origliare, anche se non era il tipo da farlo.
«Allora?» chiesi, quando ci chiudemmo la porta di casa alle spalle.
«Che dici?». Non riusciva a togliersi quel sorriso dalle labbra, mi faceva quasi paura.
«Non saprei… sei tu quella che ha tante novità». La punzecchiai, sapendo che Mac era passata da me per quello.
«» sospirò, sedendosi su una panchina. «Così, insomma… adesso sembra che io e Zac…». Cominciò a giocherellare con l’anellino che portava all’indice.
«Sono felice per voi Mac, dico sul serio. E credo che il merito sia tutto di Ashley» ammisi, ricordando quello che mi aveva detto la sera prima.
«Ash mi fa paura» scherzò Mac, facendomi ridere. «Era sicura che io piacessi a Zac. Mi ha detto che lui non avrebbe avuto più dubbi dopo il ballo» sussurrò appoggiando il mento sul ginocchio.
«Magari ha dei superpoteri, no?». Forse ce li aveva davvero.
Per una volta non era Physicsman quello con i poteri, ma era Ashley.
«No, credo solo che sappia leggere le persone in modo quasi spaventoso. Ha detto che dopo cinque minuti si era accorta che mi piaceva Zac. E questo è strano, visto che non lo sapeva nessuno» mi confidò, lanciandomi uno sguardo strano.
«Appunto… perché non me l’hai mai detto?». Cercai di assumere un tono da duro, con scarsi risultati.
«Be’… perché non credevo di piacergli e avevo paura che tu ti arrabbiassi. Ho cercato di dirtelo, ma tu non hai capito». Alle sue parole qualcosa mi tornò in mente.
Una chiacchierata di qualche mese prima, quando avevo frainteso le parole di Mac e mi ero convinto di piacerle.
«Ohh» sussurrai stupito, «era, era Zac quello che non ti vedeva?». Le puntai l’indice contro. Ora tutto aveva un significato diverso.
«Già». Abbassò lo sguardo, imbarazzata.
«Wow, ehm…». Mi grattai una tempia, non sapendo bene che dire.
Era una situazione strana, decisamente.
«Già» ripeté.
«Be’, voglio dire… ieri sera vi siete chiariti?» domandai, sperando che non fossero sorti problemi.
«Sì, direi di sì. Non credo dovrai sopportare scene da fidanzatini zuccherosi, Zac non è proprio il tipo. Non ce lo vedo con un mazzo di rose in mano o cose del genere»
Sembrava più rilassata.
«Perché no? Io invece me lo immagino Zac che ti invita al ristorante e ti regala un mazzo di rose» ridacchiai, prendendola in giro.
«Forse perché l’ha visto in Spiederman 3, ma non credo che sarebbe in grado di prendere l’iniziativa. Insomma… è Zac!». Allargò leggermente le braccia: era senza speranze.
«Avresti dovuto scegliere con più attenzione Mac. Credo che Zac non sia proprio l’ideale di uomo romantico. Non riesco a immaginarlo mentre porta la colazione a letto o organizza una sorpresa». Ci pensai un po’ su. No, Zac non si poteva proprio considerare un ragazzo romantico.
«Meglio di John, che legge i fumetti a colazione» ribatté Mac, facendomi sogghignare.
«Oh, be’, certo! Però Zac si lava ancora con il bagnoschiuma di Flash perché pensa che potrebbero crescergli le ali sopra alle orecchie» confidai.
«Stai scherzando?» chiese allibita Mac.
«Mmm… forse questo non dovevo dirlo». Mi finsi per un secondo pentito, poi non riuscii più a trattenermi e risi assieme a lei.
«Tu sei un pozzo di segreti. Dovrai dirmene qualcuno. Tipo queste cose che lo imbarazzeranno…» borbottò, dandomi un leggero colpetto sul ginocchio. «Ma basta fare l’egocentrica… raccontami di ieri sera, che cosa è successo?». Si sistemò più comoda, pronta per ascoltarmi.
«Oh, ehm» mormorai, imbarazzato.
«Avanti Francis, voglio sentire l’altra campana» mi incoraggiò.
«Hai già parlato con Ashley?». Ero stupito: quando si erano parlate?
«Certo! Questa mattina alle nove ci siamo aggiornate». Sembrava quasi normale per lei.
«Alle nove? Quindi sai già tutto». Feci spallucce, rendendomi conto che probabilmente Ashley le aveva raccontato tutto.
«No, al contrario. Mi ha solamente detto che è venuta fuori da casa tua e avete parlato due minuti». Continuava a scrutarmi seria, cercando di capire qualcosa dalla mia espressione.
«Oh, direi che non c’è molto altro da dire. Stavamo parlando nel parcheggio della scuola, ma siete arrivati voi e non abbiamo più continuato il discorso». Mi fermai, sistemandomi gli occhiali che erano scesi leggermente.
«Tutta colpa di quello stupido di Zac» sbuffò irritata. «Gliel’avevo detto io di non cercarvi, ma lui ha cominciato a blaterare dicendo che dovevamo dirlo a voi e pur di farlo rimanere zitto ho dovuto accontentarlo». Scosse leggermente la testa, alzando gli occhi al cielo.
«Non fa niente» ridacchiai, incapace di trattenermi, «tanto non ci stavamo dicendo niente di che. E poi, era una bella notizia, no?». Ero felice per loro, nonostante la mia prima reazione non fosse stata delle migliori.
«Sì, ma magari avreste potuto chiarirvi una volta per tutte» insisté, convinta delle sue parole.
«Forse non c’è niente da chiarire» ammisi, con un sussurro.
Ero sempre più convinto che Ashley mi vedesse come un amico; tutti i suoi comportamenti me lo facevano pensare.
«Perché che cosa ti ha detto?» chiese Mac, curiosa.
«Niente. È proprio questo il punto. Non dice mai niente, tranne qualche strano bacio all’angolo delle labbra». Mi uscì una smorfia irritata, al ricordo di quel bacio mancato.
«E tu che cosa hai fatto per farle capire che ti piace?» tornò a domandare Mac, assumendo lo sguardo da maestrina che mi spaventava sempre.
«Come cosa ho fatto?». Strabuzzai gli occhi, completamente sorpreso dalle parole di Mac.
«Hai provato a baciarla? Le hai preso una mano tra le tue? Le hai messo un braccio attorno alle spalle?» cominciò con una raffica di domande che sembrava non aver fine.
«Io…» balbettai, spostandomi irrequieto sulla panchina.
«Cosa? Cosa hai fatto?». Mac si avvicinò a me, assottigliando le palpebre.
«Non ho fatto niente! Cosa dovrei fare?» sbraitai, sperando che così mi lasciasse in pace e la smettesse di torturarmi con quelle domande.
«Appunto, come immaginavo. Francis, dovresti corteggiarla, prova a baciarla, vedi che cosa succede. Ha sempre preso l’iniziativa lei. Cavolo, sei un uomo, fatti valere una volta ogni tanto». Mi tirò un piccolo pugno sul braccio che mi fece mugolare per il dolore.
«E tutta questa saggezza da dove viene?» bofonchiai, abbassando lo sguardo sulle mie sneakers.
«Sono una donna, e so che le donne vogliono essere corteggiate Francis. Non si esporrà mai più di così. Dovresti parlarle, oppure agire» propose, come se per lei fosse una cosa normale.
«Parlarle? Non so se ti sei accorta che nemmeno adesso, se mi è troppo vicina, riesco a parlare normalmente. Forse non è un piano geniale» sibilai, prendendomela con me stesso perché non riuscivo ancora a non balbettare.
«E allora agisci. Baciala». Cercò di spintonarmi. Era decisamente convinta delle sue parole.
«Certo Mac. Farò così la prossima volta che la vedo. E scapperà a gambe levate da me, perché l’ho aggredita» dissi ironico, irritandola.
«Francis, se continui a sperare che lei si accorga che ti piace, non succederà mai niente, non riesci a capirlo?» domandò, giocherellando con il suo anellino.
«Disse colei che ha aspettato dieci anni prima di dire al suo amico che le piaceva». Forse era una cosa cattiva da dire, ma era la verità.
«Esatto! Proprio per questo te lo dico, non voglio che tu faccia il mio stesso errore. E ammetto che se non fosse stato per Ash non sarebbe mai successo. Devi buttarti Francis, abbiamo diciotto anni, se non lo facciamo adesso, quando possiamo farlo?». Sorrise involontariamente, quando il suo cellulare vibrò. Le era arrivato un messaggio.
«Io ne ho ancora diciassette. Quindi posso andare con calma». Ero testardo, ma qualcosa mi diceva che avevo ragione.
«Bene, bravo! Continua a pensare in questo modo» mormorò, faticando a mantenersi seria, mentre scriveva un messaggio.
«Puoi anche rispondere a Zac, non mi offendo» le dissi, incrociando le braccia al petto.
«Devo andare. Questa sera guardiamo un film a casa mia. Tu passa a prendere Ashley. Al resto penso io. E una cosa Francis… comincia ad avere paura di me». Mi sorrise, prima di alzarsi e andare verso la sua macchina.
«Ehi» urlai, correndo per raggiungerla, «Mac». Mi misi davanti a lei, sbarrandole la strada. «Che cosa volevi dire con quella frase? Perché devo avere paura di te?» chiesi, sospettoso.
«Dicevo così per dire. Buona giornata Francis». Un nuovo sorriso.
Mi stava prendendo in giro.
«Non fare niente di stupido, per favore. Ti ricordo che ho tutte le nostre conversazioni salvate sul PC, posso casualmente spedirle a Zac…» ridacchiai in modo sadico, quando Mac salì in macchina.
«Grazie per avermelo detto. Appena torno a casa ti hackero il PC e le cancello. A stasera Francis». Mise in moto e partì senza nemmeno salutarmi.
Che cosa aveva intenzione di fare Mac?
Perché mai avrebbe dovuto spaventarmi?
Sapevo che se Mac si fosse messa d’impegno avrei dovuto avere paura.
Speravo solo che non ci fosse anche lo zampino di Zac, altrimenti la cosa sarebbe stata davvero preoccupante.
Quando rientrai in casa, mamma stava ancora lavorando al suo plastico.
«Qualche idea per rendere questo immenso palazzo un po’ più vivibile, tesoro?» domandò, portandosi la matita dietro l’orecchio.
«Quanti appartamenti ha?». Mi avvicinai al plastico, scrutandolo.
«Su per giù una cinquantina». Mamma fece un giro attorno alla scrivania, osservando il suo lavoro scettica.
«I parcheggi, quanti sono?». Quel plastico mancava di verde. Era tutto grigio, troppo cemento.
«Centocinquanta». Spostò un plico di carte, per avere più spazio.
«Riduci i parcheggi e in questa zona metti un piccolo parco, no?». Indicai l’estremo del plastico, immaginandomi qualche albero.
«Mmmh, non sarebbe male». Prese alcuni alberi e li piantò per vedere che effetto avrebbero fatto. «Già meglio» commentò, sorridendo.
«Magari potreste terminare con un giardino nell’attico, a cui possono accedere tutti». Infilzai qualche alberello sul tetto dello stabile per farle capire la mia idea.
«Ottimo. Così mi sembra perfetto. Sei un piccolo genio, te l’ho mai detto?». Si avvicinò, spostandosi gli occhiali sopra alla testa.
«Qualche volta…» sussurrai sorridendo e giocherellando con un omino finto a portata di mano.
«Come mai così felice?» chiese mamma, scrivendo qualche appunto su un foglio.
«Eh?». Alzai di colpo il volto, sorpreso.
Non ero felice, preoccupato, casomai.
«Mac, come mai è così felice? Si è innamorata?». Ecco perché mamma mi faceva paura.
Aveva anche lei come Ashley i superpoteri.
«Ehm… sì, più o meno» bofonchiai, non sapendo che dire.
«Di chi?» domandò, con un sorrisetto soddisfatto.
«Di, di Zac». Speravo che Mac non si arrabbiasse perché me l’ero lasciato sfuggire. Tanto era la mamma.
«Oh, lo sapevo! Sono così felice per loro. Sono proprio belli assieme». Batté le mani, entusiasta.
«Sì… va bene… io, io questa sera devo andare a casa di Mac a guardare un film, non so a che ora torno. È un problema?». Ero quasi sicuro che mi avrebbe lasciato andare, ma lo chiedevo sempre.
«Certo che no. Ci sarà anche lei?». Appoggiò la matita, interessata alla mia risposta.
«Ovvio che ci sarà Mac, è casa sua» risposi seriamente, senza capire perché mi avesse fatto quella domanda.
«Non Mac… lei» ripeté, riuscendo a stupirmi. Rimasi a bocca aperta, sconvolto.
«Mamma…» piagnucolai, vergognoso, sistemandomi gli occhiali e muovendomi irrequieto.
«Certo, non sono affari miei. Anche perché ho già capito che ci sarà» rise, incapace di trattenersi.
«Sì, certo» farfugliai, abbassando lo sguardo. «Io vado a lavorare, ci vediamo». Feci un gesto con la mano prima di salire al piano di sopra per indossare la divisa.
Sarei passato a casa di Ashley dopo il lavoro, almeno così aveva ordinato Mac.
 
«Grazie per il passaggio, Francis» mormorò Ashley, chiudendo lo sportello dell’auto.
«Non c’è problema». Cercai di sorriderle, senza prestare troppa attenzione alle sue gambe coperte solo da un paio di calze scure.
«Mi ha chiamato Mac e ha detto: “Preparati perché Francis viene a prenderti. Stasera pizza e film da me”. Non ho chiesto niente perché ha chiuso subito la chiamata». Si agganciò la cintura di sicurezza, appoggiando la borsa sul cruscotto.
«Non so che cosa le s-s-sia preso» tartagliai, scuotendo la testa.
In verità sapevo esattamente quello che succedeva dentro alla testa di Mac, ma era meglio non saperlo.
«Certo, tra una cosa e l’altra è da tanto che non guardiamo un film, ma mi sono stupita. Mi ha obbligata a venire, insomma. Mi fa piacere, e lo sai, ma… boh, era strana. Ah, l’amore» sospirò, con un sorriso.
Certo, l’amore!
Qui non si trattava di amore, si trattava di vendetta.
Mac voleva vendicarsi su di me, e non ne capivo il motivo.
Non avevo fatto niente di male!
«Sì, infatti…» mugugnai, parcheggiando davanti a casa di Mac.
L’auto di Zac era posteggiata poco dopo l’ingresso sul retro.
«Dici che c’è anche Sally?» chiese Ashley, slacciandosi la cintura di sicurezza.
«Non lo so, ma non credo, altrimenti Mac non ci avrebbe invitato» mormorai, allungandomi sul sedile posteriore per prendere le pizze.
«Credi che guarderemo un film di Star Wars anche se non è giovedì sera?». Ashley rallentò leggermente il passo, affiancandosi a me.
«No. La Star Wars Night è solo ed esclusivamente di giovedì sera. Se per qualche motivo non riusciamo a trovarci tutti insieme, si rimanda alla settimana dopo» spiegai, quando lei bussò alla porta di Mac.
«Che regole strane avete» notò, salutando Zac con un gesto del capo quando aprì l’uscio.
«Zac» accennai appena, mentre prendeva il cartone di pizza e lo apriva, apparentemente affamato.
«No, perché hai preso quella con i funghi?» si lamentò, richiudendo la scatola e aprendone un’altra.
«Perché piace a Mac» ribattei, sedendomi sul divano con uno sbuffo.
«Ma non mangiava quella con il salamino?» domandò Zac, guardandomi diffidente.
Sorrisi, divertito da quella sua osservazione.
Mac mangiava sempre la pizza con il salamino piccante, e Zac l’aveva notato.
«Ai funghi piace ad Hannah» spiegai, cercando di non ridere troppo.
«Hannah e John non ci sono questa sera» disse Mac, entrando in sala da pranzo con una bottiglia di Coca Cola e una di aranciata.
«Ah no?» chiese Ashley, stupita.
«No. Non ho nemmeno provato a chiamarli» tagliò corto Mac, insospettendomi.
Perché non aveva invitato anche John e Hannah?
In fin dei conti c’erano sempre anche loro alle nostre serate-film.
«Allora, che guardiamo?» domandai, prendendomi subito un pezzo di pizza.
«Ashley, ti piacciono gli horror?» chiese Zac, parlando con la bocca piena.
«Io… ecco, diciamo che… mi fanno paura» mormorò Ashley, torturandosi il bordo del vestitino.
«Ottimo» esultò all’improvviso Mac, «cioè, volevo dire, bene» si corresse subito, mordicchiandosi un labbro per non ridere.
«Francis, a te non chiedo nemmeno se fanno paura i film horror, visto che li mastichi a colazione tra i cereali dei supereroi» scherzò Zac, guadagnandosi un’occhiataccia da parte mia.
«Lo sai che non mi fanno paura» ribattei, continuando a pensare al motivo per cui dovessimo necessariamente guardare i  film horror.
«Ok, allora guardiamo…» borbottò Mac, avvicinandosi alla collezione di DVD che aveva sotto alla TV.
«Non possiamo guardare un cartone? Vi prego, ho davvero paura se guardo un horror. E non ho nemmeno il mio cuscino o il pupazzo che mi fa compagnia» piagnucolò Ashley, facendomi sorridere.
«Stringi Francis, usalo come pupazzo» ghignò Zac.
Improvvisamente capii il loro piano: volevano guardare un film horror perché così Ashley si sarebbe spaventata e avrebbe trovato riparo tra le mie braccia, come succedeva sempre nelle commedie romantiche.
«Idiota» sbottai, scompigliandomi i capelli per l’imbarazzo.
«Ecco sì» sussurrò Ashley, prendendo uno spicchio di pizza.
«Che cosa ti fa più paura? Il sangue, i mostri, gli zombie, i fantasmi o i morti?». Mac guardò Ashley, in attesa di una risposta.
«Io direi… i clown» confidò Ashley.
«Perché l’hai detto?» chiesi stupito.
Io non avrei mai confidato la mia paura più grande.
«Perché…» cominciò a dire, senza concludere la frase, «io…». Scosse la testa, facendo spallucce.
«Ottimo, questa sera passeremo un bel po’ di tempo in compagnia di It e dei suoi palloncini colorati» ghignò Mac, prendendo il DVD tra le mani.
«Posso andare in bagno adesso? Altrimenti dopo ho paura» mormorò di nuovo Ashley, alzandosi in piedi.
«Certo, vuoi che ti accompagni?» chiese Mac, sorridendole.
«Credo sia meglio».
Zac non riuscì a trattenere una risata alle parole di Ashley e si guadagnò un piccolo schiaffo sulla nuca da Mac.
«Tu stai zitto, alette di Flash» ghignò Mac, facendomi ridere.
«Che cosa le hai detto?». Zac si avvicinò a me, furioso.
«Scusa, mi è scappato…». Mi finsi dispiaciuto, sapendo che tanto non ci avrebbe creduto.
«Certo, come no. Immagino il tuo grande dispiacere. Sono così colpito dal tuo dispiacere che mi dispiace per quello che succederà…» rispose, criptico, sorridendo e allontanandosi da me quando le ragazze tornarono dal bagno.
«Ok, luci spente» esultò Zac, prendendo un nuovo spicchio di pizza e distendendosi sull’altro divano.
«Nemmeno una lucina accesa?» pregò Ashley, sedendosi di fianco a me.
«Buio totale, così se arriva It da dietro non lo vediamo» scherzò Mac, sdraiandosi di fianco a Zac, e dandogli un veloce bacio sulle labbra.
«Mac» la rimproverai. Perché stava terrorizzando così Ashley?
«Che c’è? Fino a prova contraria Zac è il mio ragazzo, non posso lasciargli un bacetto sulle labbra?». Mi fece una linguaccia, tornando a guardare lo schermo della TV.
«Francis, puoi portarmi a casa? Non voglio più guardare questo film» mormorò Ashley, avvicinandosi un po’ a me.
«D’accordo». Mi alzai in piedi.
Se voleva tornare a casa, l’avrei riportata a casa.
«Ash, stai scherzando? Non sai che se non finisci il film questa notte arriva It e ti uccide mentre dormi? Credo di averlo letto da qualche parte, è capitato a quattro o cinque persone» ghignò Zac, spaventando Ashley che strillò, davvero terrorizzata.
«Finiamolo, vi prego». Si tolse le scarpe velocemente e portò i piedi sopra al divano. «Non ti dispiace, vero?» chiese, indicando i suoi piedi, mentre mi sedevo di nuovo.
«Figurati» cercai di rassicurarla, aggiungendo  anche un sorriso.
«Preparati Ashley. Nella scena della fogna…» sussurrò Zac, facendo urlare di nuovo Ashley.
«Ragazzi, smettetela, ha paura!» la difesi, lanciando un cuscino a Zac e Mac, che cominciarono a ridacchiare.
«Cuscino sequestrato» ghignò Mac, nascondendo il cuscino dietro la schiena di Zac.
«No, Francis! Adesso non abbiamo più cuscini» si lamentò Ashley, coprendosi il viso con una mano quando la bicicletta di Lorienne venne inquadrata.
«Dai, su…» cercai di tranquillizzarla, accarezzandole il polpaccio.
«Ashley, deve ancora comparire» scherzò Zac, facendo ridere Mac.
«Mi avvertite quando compare, vero?» supplicò, continuando a sbirciare dalla mano che teneva davanti agli occhi.
«Certo Ashley» mormorai, per tranquillizzarla.
Conoscevo It a memoria e non sarebbe stato difficile per me sapere l’esatto momento in cui il clown sarebbe comparso nello scolo d’acqua.
«Ok, preparati perché nella prossima scena c’è un flashback e compare il clown» mormorai, nell’esatto momento in cui cominciò il flashback.
«Non credergli Ash. Nella prossima scena ci sono due che si baciano e Francis si vergogna. Controlla, guarda la barchetta…» mormorò Zac, mentre Mac si nascondeva contro al suo petto per ridere.
Ashley si sistemò meglio, contro il bracciolo del divano guardando la TV attentamente.
«No, Ash…» non riuscii a terminare la frase, perché quando Ashley vide il clown cominciò a urlare.
«Oddio» strillò, gettandosi contro di me per lo spavento. «Che brutto» urlò di nuovo, abbracciandomi.
«A-A-A-Ash» balbettai, cercando di scostarmi per respirare.
«Posso guardare?» sussurrò al mio orecchio, stringendo di più le sue braccia attorno a me.
«A-a-a-as…» cercai di avvertirla, ma Zac fu più veloce di me.
«Guarda qui che bello» disse, attirando l’attenzione di Ashley che tornò a guardare lo schermo proprio nel momento in cui c’era il primo piano del clown con le zanne.
«Oddio» strillò di nuovo, gettandosi di nuovo tra le mie braccia. «Francis è bruttissimo». Si inginocchiò sul divano, per avvicinarsi ancora di più.
«I-i-i-i-io…» bofonchiai, non sapendo che cosa fare.
«Abbracciala» mimò con le labbra Mac, lanciandomi un’occhiataccia.
Portai il braccio sinistro attorno alle spalle di Ashley, cercando di incoraggiarla.
«Su, è un f-f-film» sussurrai, accarezzandole la schiena.
«C’è ancora?» domandò, continuando a tenere la fronte appoggiata all’incavo della mia spalla.
«No, adesso non c’è più. Comparirà tra un po’» rispose Mac, sorridendo mentre ci guardava.
«Non mi fido di voi. Mi fido solo di Francis» borbottò, stupendomi.
Ashley si fidava solo di me?
«Mac ha ragione» sussurrai sollevato, quando il corpo di Ashley si allontanò un po’ dal mio.
«Ti dispiace se sto qui? Da sola lì ho paura». Indicò l’altra estremità del divano, l’esatto punto in cui era seduta lei qualche minuto prima.
«No». Scossi anche il capo per risultare più convincente.
«Ok» sussurrò sorridendomi, appoggiando la sua guancia alla mia spalla.
Sgranai gli occhi, stupito da quel gesto.
Non sapevo se togliere il braccio dalle sue spalle o tenerlo lì.
Mi girai, a guardare Mac, che continuava a sorridere.
Cercai di chiederle aiuto con lo sguardo, sperando che riuscisse a capirmi.
«Sta fermo» mimò con le labbra.
Bene, dovevo tenere il braccio attorno alle spalle di Ashley, non era poi così difficile.
Ed era anche una sensazione… piacevole.
«Che brutto» sussurrò stringendo la mia maglia e nascondendosi contro al mio petto quando il clown comparve di nuovo.
Quando il film finì, Ashley si mise a sedere, stiracchiandosi.
«Il più brutto film che io abbia mai visto. Non lo riguarderò mai più» mormorò, avvicinandosi al tavolino per prendere un bicchiere di Coca-Cola.
«Non è così brutto… se non odi i clown» ghignò Zac, guadagnandosi una leggera gomitata sullo stomaco da Mac.
«Credo che questa notte dormirò con la luce accesa» confidò Ashley, infilando le scarpe.
«È tardissimo… forse è meglio tornare a casa, no?». Non mi ero reso conto che il film fosse durato tre ore.
«Sì, credo di sì. Mac, grazie per la serata. Zac, tu me la pagherai per quello scherzo idiota». Lo ammonì con l’indice, facendo sghignazzare me e Mac.
«Notte notte» mormorò Zac, tornando a distendersi sul divano.
«Rimani qui?» chiesi sorpreso.
«Altri dieci minuti» mormorò chiudendo gli occhi, prima di sistemarsi un cuscino sotto al capo.
«Spero che quando torno tu sia sveglio, altrimenti sarà peggio per te» scherzò Mac, cercando di rimanere seria.
«A domani» salutai, dirigendomi con Ash e Mac alla porta d’ingresso.
«Ci vediamo». Mac sorrise, quando sentimmo la voce di Zac urlare dall’interno.
«Ash, attenta al clown, ce n’è uno dietro di te».
Ashley gridò spaventata, aggrappandosi al mio collo.
«Idiota» ridacchiò Mac.
«E-e-e-era uno scherzo» mormorai, cercando di tranquillizzare Ashley. «Non c’è nessun clown». Le accarezzai la schiena, sorridendo involontariamente.
«Oh, scusate» sussurrò, imbarazzata.
«Credo sia meglio se andate a casa, e attenti ai clown!» giocò Mac, facendomi sbuffare infastidito.
Quando avrebbero smesso di prendere in giro Ashley per quella sua paura?
Ci dirigemmo verso la macchina in silenzio; non potei però non notare Ashley che continuava a guardarsi attorno preoccupata e impaurita.
Non appena arrivò alla macchina, salì chiudendo subito dopo la sicura dello sportello.
Senza dire nulla, misi in moto, immettendomi in strada.
«Spero ti sia divertita… nonostante il film» parlottai, accendendo l’autoradio perché ci fosse un po’ di musica.
«Certo, come sempre». Nonostante non riuscissi a vederle il viso perché non c’erano luci, mi sembrava che stesse sorridendo.
Ashley cominciò a canticchiare la canzone che stava passando alla radio e io mi meravigliai che la conoscesse.
«Eccoci arrivati» mormorai, posteggiando la macchina fuori da casa sua.
«Grazie per la serata e scusa se mi sono attaccata a te come un polipo». Abbassò lo sguardo, vergognosa.
«Non c’è problema» risposi, cercando di non ridere.
In fin dei conti il piano di Mac e Zac aveva funzionato alla grande: per tutta la serata ero rimasto abbracciato ad Ashley.
«Francis?» chiese all’improvviso, guardandomi dritto negli occhi.
«Sì?» mormorai, incapace di staccarmi da quei due specchi color del cielo.
 
 
 
 
 
Buooooooongiorno!
scusate il ritardo di questi ultimi aggiornamenti, ma come avevo annunciato in FB la settimana scorsa non ci sarebbe stato nessun capitolo e questa… be’, il capitolo era pronto da martedì ma tra una cosa e l’altra mi è arrivato ieri sera, e l’ho postato oggi…
Spero vi sia piaciuto e, come sempre, ringrazio preferiti, seguiti e da ricordare.
QUI c’è il GRUPPO SPOILER (dove di solito inserisco comunicazioni e abiti[ se vengono nominati]e stupidate) e QUI il mio profilo FB.
Vi ricordo il bellissimo trailer che mi ha fatto The carnival, lo trovate QUI.
A venerdì!

 

   
 
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