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Autore: _LeChatNoir_    14/11/2011    4 recensioni
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Roma 1505.
Elena, borghese romana, odia la sua vita e vorrebbe cambiarla.
Ezio Auditore, un Assassino con una missione ben chiara.
Una sera le loro strade s'incontrano, su di un tetto... e da li, il loro destino cambierà.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo io e Lorenzo non ci rivolgemmo parola. Nel pomeriggio mi recai in biblioteca. Mi sedetti su una delle poltrone e mi immersi nella lettura. Il tempo trascorreva troppo lentamente. Mi muovevo nervosa sulla poltrona, mordicchiandomi il labbro e leggendo la stessa pagina più e più volte, senza capirne il senso. Alla fine mi arresi e uscì dalla stanza. Mi misi a vagabondare per i corridoi di casa. Il silenzio era surreale «-Ma.. sono usciti tutti?!-». All'improvviso mi venne in mente un idea. Di corsa mi recai nello studio di mio padre. Bussai piano «Avanti», la risposta scorbutica mi intimorì un po. Entrai piano «Buonasera padre. Disturbo?». Lui alzò lo sguardo dalle sue scartoffie e mi concesse un sorriso dolce, uno dei pochi «Elena, mio gioiello. Non disturbi affatto. Prego siediti» mi indicò la sedia davanti alla scrivania. Poche volte mi ero seduta li e quelle poche volte non era stato affatto piacevole. Presi un respiro e mi sedetti, sistemando la gonna. «Allora cosa ti porta nel mio studio? Come mai non sei con tua madre a fare acquisti?». Fissai il suo volto. Era simile al mio, tranne gli occhi, di un intenso verde. Mi schiarii la voce «No, non ne avevo voglia. Avrei una domanda» perché la mia voce non suonava sicura come nella mia testa?
«Dimmi pure, se posso ti risponderò volentieri»
«Ecco.. ieri al mercato ho sentito un nome di una famiglia. Mi chiedevo se voi conoscete qualcosa su di loro.» Mio padre sollevò un sopracciglio «Ti interessa sposare un loro figlio? In fondo hai 20 anni, l'età del matrimonio l'hai superata da un pezzo...». Non risposi. Ricaccia le lacrime indietro e lo guardai negli occhi «So perfettamente di non essere più in età, ma il matrimonio non mi interessa. Sarà una delusione per voi, ma dovete accettare la realtà.»
«Vai avanti. Porgi la tua domanda.»
«Mi chiedevo se voi sapreste dirmi qualcosa sulla famiglia Auditore»Mio padre impallidì. Tossicchiò nervosamente «Perché ti interessa?!Cosa ti è stato detto?» adesso il tono era arrabbiato.
«Sono solo curiosa, ho sentito dire che sono stati giustiziati per tradimento. E' vero?!» in parte era vero. Avevo davvero sentito il loro nome al mercato, sussurrato piano e con timore e poi ero curiosa di sapere qualcosa che Ezio non mi avrebbe detto di certo.
«ASSOLUTAMENTE NO!!! Gli Auditore sono una delle famiglie più rispettabili di Firenze!!! Chi li calunnia dovrebbe essere condannato!!!». Rimasi immobile, in silenzio. Come mai mio padre si arrabbiava tanto?!
«Chiedo scusa... ero solamente curiosa»
«E' per questo che non trovi marito. Non sai quando stare zitta.» Incassai l'affermazione e mi alzai. «Mi scuso ancora. Vi lascio lavorare» mi avviai alla porta.
«Elena aspetta. Prendi» mi voltai a testa bassa e presi i due sacchettini che mi porgeva, uno rosso scuro e l'altro blu. «Quello rosso è per tuo fratello, quello blu per te. Adesso vai» mi inchinai e usci in fretta. Andai verso la mia stanza. Trovai Teresa e le chiesi di prepararmi un bagno caldo. Andai nella stanza di Lorenzo e bussai. «Lore? Ci sei?»
«Sisi entra pure». Il tono era calmo. Entrai e lo trovai sdraiato sul letto che fissava il soffitto. «Tutto bene Lore?» mi avvicinai piano. Ero ancora intimorita dall'atteggiamento della sera prima.
«Ele vieni qui. Siediti vicino a me» il tono triste mi strinse il cuore. Mi affrettai e mi lanciai sul suo letto, come facevo quando ero piccola. Mi prese tra le sue braccia. Come potevo rimanere arrabbiata con un pezzo di me?! Mi baciò la fronte e mi strinse a se.
«Scusami per ieri sera. Non dovevo fare quella scena.» arrossì e io scoppiai a ridere, gli diedi un bacio sulla guancia e mi misi in ginocchio sul letto «Perdonato. Ma non farlo più. ah... tieni» gli tesi il sacchettino rosso «è da parte di nostro padre.»
«Sul serio? Quel pezzo di ghiaccio ci ha fatto un regalo?!» gli rivolsi un occhiataccia, ma aveva ragione, era una cosa rara ricevere un regalo da lui. Presi anche il mio sacchettino
«Beh non lo apri?!» Lorenzo mi fissava divertito
«Prima tu»
«Va bene, prima io» lo aprì. Dentro c'era un ciondolo, o meglio, mezzo ciondolo a forma di una stana virgola. Ci fissammo «Cosa sarebbe questo coso?!» lo rigirava tra le mani, cercandone un senso
«Aspetta...» aprii il mio e presi il ciondolo, uguale a quello di mio fratello, tranne che il mio era rovesciato. «Ma che strano!!!» la mia metà era più aggraziato, adatto ad una femmina. Lorenzo saltò su «Aspetta, aspetta!!! Passa il ciondolo» me lo strappò di mano «Ehi!!»
«Guarda!!!» aveva unito le due metà. Adesso il ciondolo formava un simbolo. «-L'ho già visto. Non mi ricordo dove ma sono sicura di averlo visto-»
«Che strano..» Lorenzo lo sfiorò piano «Ho come la sensazione di averlo già visto». Non risposi. Mi alzai e ripresi la mia metà. «Mi aspetta un bagno caldo. A dopo!!!» uscì dalla stanza prima che potesse fermarmi. 



Piccola nota= spezzo il capitolo perché ho paura che venga troppo lungo. ^^” scusate!!!


   
 
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