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Autore: thinias    15/11/2011    1 recensioni
Di ritono dall'ultima caccia effettuata i fratelli Winchester cercano un pò di meritato riposo. Inaspettatamente Castiel li rintraccia e chiede loro aiuto. Cass gli chiede di rintracciare un gruppo di demoni e scoprire le loro intenzioni, ma non è completamente onesto con loro. I fratelli Winchester si troveranno ad affrontare un nemico inaspettato e molto più potente di loro.
Questa è una storia scritta con l'intento di immaginare una puntata in più, che vada ad infilarsi nella seconda metà della sesta stagione. Questa ff vuole ricalcare lo stile di una puntata, per cui ho cercato di inserire tutti quegli elementi che mi hanno fatto amare questo show, dalle battute divertenti che usano i ragazzi per sdrammatizzare, ai momenti tra fratelli, la caccia, le indagini e la lotta ai cattivi.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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N.d.A.

Finalmente si scoprirà, con un piccolo colpo di scena, cosa c'è dietro a tutto quello in cui si sono infilati i Winchester e la situazione precipiterà fin troppo in fretta. Stiamo correndo velocemente verso la fine della storia.
Spero che vi divertiate a leggere tanto quanto io mi sono divertita a scrive.
Vi aspetto come sempre per i commenti ringraziando già da adesso chi vorrà lasciare un suo pensiero.

 

Capitolo IX
 
I ragazzi parcheggiarono l’Impala vicino all’ingresso principale del parco, l’area che stavano cercando si trovava molto all’interno, in una zona piuttosto isolata.
Il parco era deserto, a quell’ora del mattino non c’era in giro nessuno, ma l’atmosfera sembrava comunque strana.
Scesero dalla macchina, ma dopo aver percorso solo pochi passi Dean si fermò, guardandosi in torno, improvvisamente vigile. “C’è qualcosa che non va…”
“Lo pensi anche tu, Dean?”
“Non ti sembra un po’ troppo deserto da queste parti, Sam? Voglio dire, nemmeno una persona che fa jogging, o qualcuno che porta fuori il cane?”
Sam si guardò intorno, cercando qualche presenza umana, capiva perfettamente la sensazione che aveva suo fratello perché la stava provando anche lui. “Hai ragione, da queste parti è un po’ troppo deserto… anche per quest’ora del mattino.”
“Spero solo che non siano tutti bloccati nei loro letti a fare incubi.” Disse Dean.
 
Il telefono del maggiore cominciò a squillare, il cacciatore lo prese velocemente dalla tasca dei pantaloni e rispose subito, il suono stava riecheggiando in lungo e in largo, come la sirena di un antifurto, e in quella calma irreale, sembrava ancora più forte.
“Pronto?!”
“Dean? Sono Laura!” La sua voce sembrava agitata.
“Che succede?” Le rispose lui, percependo l’urgenza.
“Dormono Dean, dormono tutti!” La frase non lasciava adito a dubbi. “Il personale medico, i pazienti, sono tutti addormentati! Non so chi stia dormendo per i tranquillanti e chi lo stia facendo in modo naturale!” Lo disse tutto d’un fiato, le tracce del panico avevano incrinato il suo normale tono di voce.
“Calmati Laura! Cerca di fare un bel respiro e mantieni la calma.” Dean usò un tono rassicurante e controllato, pensando immediatamente a come poter contenere quella situazione.
“Devi svegliare quante più persone puoi e se non riesci a svegliarle, somministragli qualcosa per fa sì che il loro sonno diventi profondo e senza sogni!” Guardò suo fratello per trasmettergli la gravità della situazione, senza preoccupare ulteriormente Laura. “Dobbiamo cercare di ridurre il potere che il libro sta assorbendo, togliendogli l’energia degli incubi di quelli che stanno sognando in questo momento.”
“Dean come faccio a svegliarli tutti?” Laura era ancora agitata, ma almeno il suo tono di voce si era abbassato, segno che il ragazzo stava riuscendo a calmarla.
 
Dean guardò Sam, che lo osservava e cercava di seguire la conversazione, il maggiore poté quasi vedere il momento in cui al fratello venne un’idea.
“Effetto domino… ” disse il giovane Winchester.
Dean afferrò al volo quello che voleva dire e annuì, era semplice, avrebbe funzionato.
“Laura, devi cominciare a svegliare i tuoi colleghi.” Disse al telefono. “Sicuramente il loro sonno non è artificiale. Poi devi farti aiutare da loro e svegliare gli altri. Più gente si sveglia e più avrai aiuto per far riprendere il maggior numero di persone possibile. Fino ad arrivare a quelli che dormono perché sotto l’effetto dei farmaci”.
“Hai ragione Dean, è l’idea migliore!” Laura sembrava aver ritrovato il controllo e con una linea da seguire, sembrava aver ripreso in mano la situazione. “Mi metto subito all’opera!”
“Ok, ci sentiamo più tardi!” La salutò Dean, e chiuse la comunicazione. “Vediamo di trovare quel dannato libro, Sam! La situazione sta peggiorando velocemente.”
 
I Winchester si inoltrarono nel parco, la vegetazione si faceva sempre più folta, divennero circospetti mano a mano che avanzavano tra gli alberi.
Non sapevano esattamente cosa aspettarsi, ma se davvero c’erano i demoni dietro a tutto quello che stava succedendo, allora dovevano agire con cautela e trovare il modo di impossessarsi del libro.
Sam estrasse il Pugnale di Ruby mentre Dean brandiva la Colt. Nessun demone avrebbe avuto scampo con quelle armi a loro disposizione, ma non si facevano illusioni, stavano facendo l’equivalente di un salto nel vuoto e non era detto che sarebbero comunque riusciti a cavarsela.
Mano a mano che procedevano, tutto intorno, piante e arbusti si fecero più compatti. Seppur avanzando a fatica, in quella che speravano fosse la direzione giusta, sfruttarono quella barriera naturale come mantello in cui nascondersi.
Dopo pochi minuti Dean si fermò di colpo, alzando il pugno in segno di allerta, e si accucciò dietro degli arbusti. Sam fece lo stesso, abbassandosi subito di fianco a lui. Erano arrivati al limitare di uno spazio aperto, nascosti tra la vegetazione, cercarono di vedere oltre le foglie quello che stava succedendo nella radura di fronte a loro.
 
Nello spiazzo riuscirono ad intravedere un enorme masso, in effetti era come se un gigante avesse poggiato a terra un’enorme pietra e ne avesse levigato la parte superiore. Tutto intono, lungo i suoi bordi, poterono vedere dei simboli, una sorta di incisioni che formavano una specie di cornice. A tutti gli effetti era un altare, a prescindere da quale cultura l’avesse creato.
Sulla superficie piana era stato appoggiato qualcosa, ma non riuscivano a vedere bene cosa fosse.
Riuscirono, però, a vedere perfettamente le persone che erano vicine alla pietra e che facevano la guardia a quell’oggetto.
 
C’erano cinque uomini posizionati intorno all’altare, sembravano impegnati nel compimento di un rituale, stavano pronunciando quello che probabilmente era un incantesimo. La nenia che cantilenavano aveva un ritmo monotono e ripetitivo.
Un solo uomo era separato dal gruppo e sembrava supervisionare la situazione.
Sam si voltò verso suo fratello e, quando ebbe catturato il suo sguardo, sillabò la parola ‘demoni’, senza emettere alcun suono. Dean annuì e riportò lo sguardo sul gruppo, cercando di valutare le possibilità che avevano per interrompere il rito e liberarsi di quei demoni. L’unica cosa certa era che dovevano farlo in fretta, per impedire che il libro degli incubi continuasse ad ingurgitare sempre più potere e che tra le persone coinvolte, ci fossero altre vittime.
 
Dean si rivoltò verso suo fratello e sillabò a sua volta una parola ‘Cass?’.
Sam annuì e fece per indietreggiare e allontanarsi dalla scena, per evitare di essere scoperti mentre chiamavano il loro amico angelo. Dean stava per fare la stessa cosa, ma quando lanciò un ultimo sguardo alla radura, si rese conto che qualcosa era cambiato.
Fece un cenno a Sam, che si fermò all’istante e ritornò sui suoi passi, accucciandosi vicino a suo fratello. Entrambi riportarono la loro attenzione sulla radura.
Una donna era comparsa vicino all’altare, l’uomo che era rimasto in disparte le si avvicinò, gli altri cinque stavano continuando a intonare il rituale, come se fosse la loro nenia a mantenere attivo il potere del libro.
Riuscivano a sentire le loro voci e rimasero ad ascoltare la conversazione che si svolse tra i due.
 
“A che punto siamo?” Chiese la donna.
“Ci siamo quasi, il libro sta acquisendo potere. Ancora poche ore e avrà raggiunto la sua massima potenza.” Le rispose l’uomo che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
“Credevo ci sarebbe voluto più tempo.” Disse la donna.
“Abbiamo avuto un aiuto inaspettato.” Rispose lui, sorridendo. “Qualcuno, qui in città, ha degli incubi davvero particolari. La potenza assorbita solo da quelli, è stata davvero grande!”
“Ah… interessante! C’è qualcuno in questa città che ha vissuto delle situazioni molto particolari, evidentemente… ” La donna sorrise, un sorriso freddo e senza sentimenti.
“Sicuramente l’aver soggiornato all’inferno per un po’ di tempo, ha reso i sogni dei Winchester molto vividi.” Disse lui.
Sam e Dean si raggelarono al sentir pronunciare il loro nome, ma la reazione della donna non fu da meno.
“I Winchester sono qui?” Chiese, con tono gelido, e l’uomo parve annichilirsi sotto il peso di quella singola domanda.
“Si, Raphael…” Balbettò lui. “Sono in città e sono stati toccati anche loro dall’influsso del libro.”
Quella rivelazione colpì Sam e Dean come un pugno in faccia. Non solo quella gente sapeva che si trovavano in città e che il libro aveva influito anche su di loro, ma erano angeli.
Erano angeli, non demoni e loro erano ufficialmente nella merda.

****

 
Si scambiarono guardi scioccati. Tutto si aspettavano tranne di avere a che fare con degli angeli e in particolare con Raphael.
Cass lo sapeva? Perché diavolo non li aveva avvisati del pericolo?
Dean era incredulo, non poteva pensare che il loro amico angelo li avesse volontariamente buttati nella fossa dei leoni.
Dopo il primo attimo di smarrimento, con lo sgomento ancora ben visibile sulle loro facce, Sam toccò il braccio di Dean per attirare la sua attenzione e, una volta ottenuta, gli fece cenno di ritirarsi.
Scivolarono silenziosi tra la vegetazione, indietreggiando fino a quello che pensavano fosse un punto sicuro. Si voltarono e, con circospezione, si allontanarono ancora dalla radura.
 
“Che diavolo succede?” Domandò Sam in un soffio.
“E che cavolo ne so?! Merda, credevo fossero demoni… ” Sussurò Dean, sempre sotto voce.
Non volevano correre il rischio di essere scoperti, non avrebbero avuto chance contro un gruppo di angeli.
Non avrebbero avuto possibilità nemmeno contro uno solo di loro.
“Dobbiamo fare qualcosa, Dean! Quella gente è in pericolo.” Sam diede voce al pensiero di entrambi.
“Lo so Sam, ma quelli sono angeli! Come diavolo facciamo a prenderci quel maledetto libro? Dannazione!” Dean era furioso e frustrato.
“Chiamiamo Cass! Lui almeno ci darà una mano!” Disse Sam. In quel momento Castiel era l’unico che avrebbe potuto dare loro una mano.
“Dici? È lui che ci ha infilato in questo casino!” Sibilò il maggiore.
“Dean…” Sam cercò di farlo ragionare.
“Ok, OK! Ora lo chiamo.”
 
I due ragazzi erano ancora accucciati tra la vegetazione, tutta la loro conversazione si era svolta in un susseguirsi di sussurri.
Dean appoggiò un ginocchio a terra e cominciò a pregare per chiamare Castiel. Sam, di fianco a lui, si guardava intorno, attento ad ogni rumore, sperando che gli altri angeli, amici di Raphael, non si fossero accorti della loro presenza.
 
Precipitò tutto molto velocemente.
Dean, con gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il terreno, chiamò Castiel e fece appena in tempo a dire dove si trovavano, che qualcuno, con una spinta violenta, lo fece volare faccia a terra. Il colpo inaspettato gli fece uscire tutta l’aria dai polmoni, lasciandolo senza fiato. Picchiò violentemente la spalla, lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.
Mentre cercava di rendersi conto di cosa fosse successo, sentì suo fratello che lottava vicino a lui.
 
Sam era stato preso alla sprovvista, due uomini erano comparsi dietro di lui e due alle spalle di Dean. Venne preso con violenza per le spalle e il fatto di essere accucciato non gli aveva permesso di difendersi, né di divincolarsi. Sollevato di peso, le braccia gli erano state bloccate saldamente dietro la schiena, cercò di liberarsi ma fu tutto inutile, i due angeli erano troppo forti per potergli sfuggire.
Dean, steso a terra, rotolò su sé stesso spinto dall’istinto, cercando di spostarsi e allontanarsi dai suoi aggressori. Alzò lo sguardo e vide Sam trattenuto da due uomini, mentre altri due troneggiavano sopra di lui. Cercò di alzarsi, ma ricevette un calcio nel fianco che lo lasciò senza fiato. Il dolore esplose in una stilettata lancinante e lui si ripiegò su sé stesso, cercando di assorbire il colpo. 
“Per essere un angelo sei davvero uno stronzo!” Disse Dean tra i denti, sputando sangue sul terreno.
Riuscì a prevedere l’arrivo del secondo calcio e ad attutirne l’impatto, ma non fu altrettanto fortunato con l’amico del suo aguzzino, che gli diede un pugno in pieno volto, facendolo finire di nuovo a terra.
Dean non cedette e, nonostante avesse accusato il colpo e avesse il viso e il fianco in fiamme, cercò comunque di rialzarsi, non avrebbe ceduto.
 
“Basta così!” Fu l’ordine imperioso della donna che avevano visto vicino all’altare e che sapevano essere Raphael.
I due angeli si fermarono e, senza tante cerimonie, alzarono Dean di peso. Non avendo la forza di reagire, il ragazzo si fece trascinare in piedi, opponendo una minima resistenza.
“È un po’ che non ci si vede. Credevamo che stessero ancora riempiendo i barattoli della cucina col sale che hai lasciato, dopo la tua ultima visita…” Disse Dean, con un mezzo sorriso sulla faccia e il solito tono strafottente. Perdeva sangue dalla bocca, che scendeva in un rivolo sottile lungo il mento.
Se non fosse stato trattenuto dai due angeli che aveva al fianco, probabilmente sarebbe già finito a terra, ma non voleva darla vinta a quello stronzo piumato.
Sam lo guardò come se fosse impazzito.
Raphael si avvicinò a Dean, lo sguardo di ghiaccio. “Non credo che tu abbia molto da scherzare, piccola scimmia. Dovrei incenerirti qui sul posto, ma ho in mente un modo… diciamo così: più creativo… di utilizzarvi.” Il suo sguardo passò dal maggiore al minore dei Winchester e non lasciava presagire nulla di buono.
 
L’arcangelo tornò a posare lo sguardo su Dean e un sorriso di superiorità gli alterò i lineamenti del volto, ma non aveva nulla di divertente. Sam sentì un brivido serpeggiare lungo la spina dorsale, le sue speranze di sopravvivenza sembrarono morire, uccise da quel sorriso crudele.
Dean resistette stoico a quello sguardo. “Uccidici!” Disse. “E facciamola finita.”
“Oh non sarà così semplice… non sarebbe divertente.” Si avvicinò a Dean, posizionandosi direttamente di fronte a lui. “Dopotutto mi siete ancora utili e quello che vi farò, mi darà decisamente più soddisfazione.” Sibilò, ad un palmo dal viso del ragazzo.
A quel punto Sam cercò di divincolarsi, ma i due angeli che lo trattenevano, aumentarono la pressione sulle sue braccia, stringendole in una morsa. Lui urlò per il dolore.
“Lasciatelo stare brutti bastardi!” Gridò furioso Dean, che cominciò a dimenarsi per cercare di liberarsi e aiutare suo fratello.
“Adesso basta!” Raphael si avvicinò a Sam e gli toccò la fronte con due dita. Istantaneamente il corpo del ragazzo si afflosciò, spinto verso il basso dal suo stesso peso. Gli angeli che lo tenevano sostennero il suo peso senza problemi. La testa di Sam, ormai privo di sensi, ciondolava in avanti, i capelli gli coprivano in parte il volto.
 
“Brutto figlio di puttana!” Dean cercava in tutti i modi di liberarsi, ma era impossibile sfuggire alla presa dei due aguzzini che lo stavano trattenendo.
“Lotta pure quanto ti pare, essere insignificante! Tutta questa rabbia non ti aiuterà a salvarti.” Raphael si avvicinò nuovamente a Dean. Il ragazzo gli restituì uno sguardo di puro odio. Come aveva fatto con il fratello, l’arcangelo avvicinò la mano al suo volto per toccargli la fronte e metterlo fuori gioco.
 Dean cercò di ritrarsi, per quanto la scarsa mobilità concessa dai due energumeni gli concedeva, ma non poté in alcun modo sfuggire a quel tocco. Raphael lo raggiunse e lui fu immediatamente risucchiato nell’oscurità. Il suo corpo cedette, ma i due angeli che lo trattenevano non furono gentili, come quelli che sorreggevano Sam, e lo lasciarono cadere a terra.
 
“Questi essere umani sanno davvero essere irritanti!” Disse l’arcangelo.
L’angelo che supervisionava il rito vicino all’altare comparve al fianco di Raphael. “I winchester!” Sentenziò.
“Si! Serviti su un piatto d’argento!” Rispose la donna.
“Ci sono di qualche utilità, signore?”
“Direi di si. Un dono inaspettato…” l’arcangelo si rivolse al suo sottoposto. “Portali alla pietra! Dormiranno e sogneranno per noi. Grazie a loro, il rito verrà portato a termine più velocemente del previsto.”
Raphael si concesse uno dei suoi rari e perfidi sorrisi, già pregustava il momento in cui sarebbe entrato in possesso di quel potere e si sarebbe liberato una volta per tutte di quel fastidioso angelo che aveva osato ribellarsi a lui.
“Chiamami quando il rito sarà terminato!” Ordinò al suo sottoposto e, senza aspettare risposta, sparì in un battito d’ali.
 
L’angelo rimase a fissare i due umani per qualche secondo. “Portateli alla pietra!” Ordinò agli altri.
Senza troppe cerimonie, i due angeli che erano vicino a Dean lo sollevarono da terra e tutto il gruppo scomparve nel nulla.
Riapparvero vicino all’altare, l’aria fremeva di energia, il potere raccolto dal libro era quasi tangibile.
La pietra era abbastanza grande da ospitare entrambi i corpi dei fratelli Winchester, gli angeli li adagiarono sulla rigida superficie dell’altare, ai due lati del libro. 
Data la vicinanza, il libro ebbe un influsso immediato su di loro.
Il sonno artificiale, causato da Raphael, lasciò il posto ad un sonno agitato e i due ragazzi cominciarono a gemere e a muoversi preda degli incubi. L’artefatto in mezzo a loro parve acquistare una nuova luminescenza.
“Non ci vorrà molto.” Disse il sottoposto di Raphael agli altri angeli. “Gli incubi di questi due sono in grado di produrre molta energia.” Indietreggiò dall’altare e lasciò che i suoi fratelli proseguissero il rituale.
   
 
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