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Autore: Lena Mason    16/11/2011    7 recensioni
Sasuke ha compiuto la sua vendetta uccidendo Itachi.
Ora sa che suo fratello era innocente.
Si è alleato con Akatsuki per distruggere Konoha, colpevole di aver obbligato suo fratello a eliminare tutto il clan Uchiha..
Ma una nuova missione affidatagli da Madara in persona, cambierà radilcamente la sua vita....
Avviso: spoiler per chi non segue le scans e gli episodi sub ita!!
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 28
Epilogo - Il legame che ci unisce.

 

 

La corvina entrò nella stanza di Sasuke, si sedette sulla sedia e afferrò la mano pallida del ragazzo tra le sue.

Erano quattro mesi che compiva gli stessi gesti, ogni giorno. Sasuke, dalla battaglia contro Madara, non aveva più ripreso conoscenza. Il chakra si ristabiliva ad una lentezza esagerata e nessuno riusciva a capire il perché, anche se Tsunade ipotizzava che fosse stato l’utilizzo dello Sharingan Ipnotico Eterno che aveva usato sul nemico, quando le sue riserve di chakra già scarseggiavano.

Misaki, da allora, andava al suo capezzale ogni giorno. La gravidanza era ormai avanti e si vedeva già il segno della pancia. Ormai il bambino si era calmato e non prosciugava più il chakra della madre, ma lo assorbiva poco alla volta.

 

«Avanti, Sasuke. Ti stiamo aspettando. Il bambino, gli altri ed io non vediamo l’ora che apri gli occhi» gli sussurrò, accarezzandogli il viso pallido «mi manchi così tanto, scoiattolo».

Si alzò, dandogli un lieve bacio sulle labbra fredde, e uscì.

 

 

Una ragazza con i capelli corvini, tagliati sotto le scapole, con in braccio una bambina di pochi mesi, era appena uscita dall’ospedale, accompagnata da Zio Naruto.

 

«Naruto, portami da Sasuke: deve conoscerla» disse al cugino che annuì, sorridendo al fagottino rosa che mugugnava qualcosa.

 

«Assomiglia molto al tuo amico teme, vero?» disse alla cugina, che sorrise alla figlia.

 

«Spero non ne prenda anche il carattere» rispose lei, facendolo ridere.

I due entrarono nella camera di Sasuke, che dormiva lì da nove lunghi mesi.

Ormai anche Tsunade stava perdendo le speranze: l’unica che continuava a credere nel suo risveglio era Misaki.

La ragazza si avvicinò al dormiente, avvicinando la bambina.

 

«Guarda, Sasuke. Lei è tua figlia» riuscì solo a dire, prima di iniziare a piangere «Sono una cretina. Faccio tanto la forte, e poi frigno ogni volta che entro qui. Non sai quanto mi manchi, Sasuke. Per favore, svegliati e diamo insieme un nome a questo splendore» gli disse, senza, nemmeno questa volta, ricevere risposta.

Si alzò, asciugandosi le lacrime e facendo per uscire, quando sentì che qualcosa in quella stanza stava cambiando.

 

Sasuke navigava in un limbo di nebbia bianca, dove percepiva le voci che provenivano dall’esterno ovattate. Solo quando sentì la sua Misaki presentargli sua figlia, la avvertì chiaramente, così come avvertì una presenza alle sue spalle.
Itachi lo fissava.
 
«Non credi sia ora di ritornare?».
 
«Idiota, come se non ci avessi provato a svegliarmi» gli rispose Sasuke.
 
«Forse non lo vuoi abbastanza» gli rispose a sua volta il fratello maggiore «Non deludermi questa volta, Sasuke. Lei ti aspetta. Loro ti aspettano. Non vuoi vedere se tua figlia avrà lo Sharingan da grande? Non vuoi difenderla dagli spasimanti? Non vuoi sentire il suo profumo e quello di Misaki mischiati nella stessa stanza? Non sai cosa darei io per essere al tuo posto, fratellino».
Sasuke rimase a bocca aperta per la rivelazione del fratello, fino a quando non lo vide dissolversi lentamente.

 

Sentì delle voci concitate intorno a sé, una delle quali era quella di Sakura che gridava di non fare l’imbecille e di riprendersi. Sentiva forti colpi al petto, come se volessero sfondare la cassa toracica e strappargli il cuore, fino a quando tutto si fermò e Sasuke spalancò gli occhi onice, affannando come se fosse stato sott’acqua per tutto il tempo.

 

«Razza di idiota, ce l’hai fatta!» furono le prime parole che sentì; voltandosi alla sua destra, vide Sakura con i capelli più lunghi e il viso sudato.

 

«Ho dovuto rianimarti, altrimenti te ne saresti andato» gli spiegò.

L’Uchiha cercò di parlare, ma aveva la gola totalmente arida. Sakura gli porse un bicchiere d’acqua che bevve avido.

 

«Quanto ho dormito?» le chiese, con voce bassa e roca.

 

«Dieci mesi e mezzo. Ormai è passato un anno dalla morte di Madara».

 

Sasuke sobbalzò e si agitò cercando di alzarsi e rendendosi conto che le gambe non rispondevano. Guardò Sakura allucinato, credendo di essere paralizzato, ma la rosa lo tranquillizzò, dicendo che i muscoli si erano atrofizzati in seguito alla lunga degenza.

«Dov’è Misaki? Sta bene?».

 

«Mai stata meglio. Sasuke… lei ha partorito quasi due mesi fa, capisci? Ora è a casa con la vostra bambina. Non sa ancora che sei sveglio. È notte fonda e credo sia meglio avvisarla domani, altrimenti le prende un colpo, d’accordo?».

L’Uchiha annuì e scivolò di nuovo nel sonno, incapace di rimanere sveglio nonostante i dieci mesi passati a dormire.

**

Si risvegliò la mattina seguente all’alba. I colori chiari della nascita del sole tingevano di rosa pallido anche le bianche e sterili pareti dell’ospedale.

L’Uchiha con grande sforzo si mise seduto, aspettando con ansia l’arrivo di Misaki.

 

«Muoviti ad arrivare, stupida» disse alla stanza vuota.

 

La corvina si svegliò di scatto verso le sei, dato che la bambina doveva mangiare. Aveva una strana sensazione che le attanagliava le viscere e, una volta sfamata la piccola, decise di chiamare Sakura; si avvicinò al telefono, che prese a squillare prima che lei sollevasse la cornetta.

 

«Moshi, Moshi?» rispose, quando la voce squillante e spacca timpani di Naruto non la obbligò ad allontanare la cornetta dall’orecchio.

Riuscì a sentire semplicemente che Naruto gridava: «Il teme è sveglio, Misaki!» e abbandonò la cornetta, lasciandola penzolare nel vuoto.

La corvina aveva preso la figlia e, usando la sua velocità, era arrivata all’ospedale in pochi minuti. Ad attenderla fuori c’era Sakura.

 

«Misaki, lasciami la piccola. È ancora un po’ stordito ed è meglio se vi vede una alla volta».

La corvina annuì e, prima di darle la bambina, l’abbracciò. «Grazie per il tuo impegno, Sakura: so che è vivo grazie a te. Me lo ha detto Naruto».

 

«Ho fatto il mio dovere».

 

«Lo hai fatto anche perché è Sasuke…» le disse la corvina, sorridendole e entrando di corsa all’ospedale, dopo aver baciato lievemente sua figlia.

 

Spalancò la porta della camera di Sasuke, vedendo che era seduto su una sedia a rotelle. Gli occhi si riempirono di lacrime, tanto che l’Uchiha disse:

 

«Ora frignerai come una bambina, vero?» ricevendo un cenno d’assenso da Misaki, che gli si gettò contro, piangendo disperata sulla spalla di Sasuke, sentendo che era dimagrito, che la strinse a sé.

 

«Mi sei mancato così tanto» gli disse, baciandolo più volte e in più punti, mentre lui si godeva le attenzioni della ragazza ad occhi chiusi.

 

«Anche tu mi sei mancata, Misaki. Posso chiederti dov’è mia figlia?».

 

«È qui fuori con Sakura. Sei sicuro che reggerai?».

 

«Per chi mi hai preso, donna? Sono un Uchiha».

 

«Donna? Ti sei danneggiato il cervello mentre dormivi, idiota?» gli chiese Misaki, iniziando già a litigare con il neo ritrovato Sasuke, il quale la guardò, ghignando nel vedere che le lacrime residue la rendevano meno spaventosa: infatti, quando la corvina lo guardava male, Sasuke, anche se non lo avrebbe mai ammesso, ne era spaventato, mentre ora gli sembrava un cucciolo indifeso che alzava le barriere per evitare di essere ferito ancora.

«Avvicinati» le disse. Misaki ubbidì chinandosi verso Sasuke, il quale le bloccò il viso tra  le mani e la baciò con passione, facendole passare l’arrabbiatura e tutta la sofferenza provata in dieci lunghi mesi di attesa.

 

«Ora posso vedere mia figlia?» le chiese, ricevendo un segno di assenso.

La ragazza uscì dalla porta e rientrò con un fagotto rosa e bianco tra le braccia. Si avvicinò a Sasuke, che deglutì un paio di volte, prima di vedere il viso di sua figlia e sciogliersi come neve al sole. Le sorrise e avvicinò la mano, che sembrava enorme rispetto alla bambina, la quale afferrò l’indice di Sasuke.

 

«Ti presento il tuo papà» sussurrò Misaki, guardando Sasuke che non riusciva a togliere gli occhi dalla figlia.

 

«Come si chiama?» le chiese Sasuke, spostando lo sguardo sulla ragazza.

 

«Ti stavo aspettando, per trovarne uno insieme».

 

«E se avessi dormito per sempre?».

 

«Sapevo che saresti tornato. Non potevi lasciarmi nelle grinfie di nessun altro, vero?».

 

«Certo che no, baka. Sei mia e anche lei lo è» le disse, gonfiando le guance, rese un po’ troppo scarne dalla degenza.

 

«Certo che lo siamo, Sasuke. Sono tua per l’eternità, mentre lei lo sarà fino a che non incontrerà un ragazzo di cui si innamorerà».

 

«E io lo eliminerò» rispose serio Sasuke, facendo ridere Misaki.

 

«Avanti, scegli un nome».

 

«Minami» disse subito il ragazzo, facendo sorridere Misaki.

 

«Minami Uchiha. Mi piace» la ragazza passò il fagotto a un Sasuke spaventato: aveva il timore di farle male, dato che le sue mani erano abituate a ferire.

La bambina emise un piccolo vagito, prima di riaddormentarsi tra le braccia del padre.

 

«Ti ama già» disse Misaki «Mi somiglia in questo. Si è innamorata di te subito».

 

L’Uchiha la guardò male: «Come subito? Mi hai fatto penare per mesi, prima di ammettere che ti piacevo, e ora te ne esci con questa?».

 

«Era un segreto» gli disse, baciandogli la fronte aggrottata per il disappunto «Ora vedi di riposare. Noi torniamo a casa. Oggi inizi la riabilitazione. Lascerò Minami alla zia Hinata, almeno fa un po’ di pratica».

 

«In che senso?».

 

«Nel senso che anche Hinata è incinta. È al quinto mese ed è maschio. Magari sarà lui di cui si innamorerà Minami».

 

«Tutti tranne il figlio del dobe!» esclamò Sasuke, mentre Sakura entrava per aiutarlo a mettersi a letto.

 

«Sakura, lo affido a te. Sedalo, se necessario. Ci vediamo nel pomeriggio».

La rosa sghignazzò per la battuta della corvina, mentre Sasuke borbottava un ‘traditrice e sadica’.

**

 

Due figure femminili, una piccola e l’altra più alta, stavano chinate su una lapide.

 

«Mamma, qui c’è lo zio?».

 

«No, piccolina. Lo zio è in cielo, perché era molto buono».

 

Misaki sorrise alla figlia, presa nel guardare la foto di Itachi che era stata messa recentemente sulla lapide commemorativa.

 

«Mamma, ma lo zio era bello, vero?».

 

«Certo» rispose sicura Misaki, sentendo uno sbuffo alle sue spalle. Sasuke la guardava torvo, ogni volta che parlava di quanto Itachi fosse bello e tutte quelle parole inutili.

Vide poi sua figlia avvicinarsi in modo cospiratorio alla madre: aveva meno di un anno, ma la lingua e la sfacciataggine le aveva ereditate in pieno da Misaki, così come aveva ereditato lo sguardo raggelante del padre e la permalosità.

«Mamma, il mio papà è più bello, però» disse la bambina, convinta di aver abbassato la voce.

Sasuke però sorrise soddisfatto e disse:

 

«Sai, credo che ti meriti un gelato, Minami».

 

«Non lo voglio. Voglio i pomodori» esclamò la piccola, con il cipiglio alla Sasuke e la stessa fissa per l’ortaggio dal colore rosso.

 

«D’accordo, allora stasera farò tutto a base di pomodori» disse Misaki, alzandosi dopo aver lasciato un giglio sulla lapide di Itachi. Prese la piccola, ancora incerta sulle gambe, per mano e si allontanò, lasciando Sasuke da solo.

 

«Grazie» disse semplicemente al fratello, lasciando a sua volta un fiore rosso come lo Sharingan.

 

 

 

 

 

 

E così sono, anzi siamo, alla fine di questa storia: ancora non ci credo di averla conclusa.

Non dirò che mi è dispiaciuto mettere la spunta Sì a CONCLUSA, nella pagina della storia per indicarne lo stato! 

Mi è costata fatica finirla, devo essere sincera, e si rende palese la mia poca voglia negli ultimi capitoli che sono, come dire, meno pieni.


Purtroppo lo scrivere su Naruto mi ha stancata: il manga non mi stimola più, punto primo e, punto secondo, il fandom, e lo sappiamo tutti, è cambiato molto ultimamente. Molto più pesante e opprimente. Quando ho iniziato questa storia lo trovavo più allegro e meno pieno di serpi.

Ecco cosa mi sembra il fandom di Naruto: un covo di serpi. 

Ho visto certe recensioni da far accapponare la pelle e non intendo solo quelle negative, anche se alcuni ci danno dentro eh, ma anche quelle positive.

'bellissima continuaaaa!'

Non è una recensione. É Valentino Rossi imitato da Pintus in Colorado (spero sappiate chi intendo). 

Vabbè, questo pappone era per dirvi che una volta conclusa anche l'altra di Naruto che ho in corso, saluterò questo fandom per un po' e, lo so per certo, ci sarà qualcuno che esulterà. Ma oramai non è un mio problema.

Ringrazio le persone che mi hanno seguita e sopportata.

Tutte quelle che mi hanno recensito, mettendomi di buon umore e tutti coloro che hanno messo questa storia tra preferiti/seguite/ricordate.

Mi inchino ( o inquino come diceva Pumbaa).

Alla prossima

Elena

   
 
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