NdA: Innanzitutto vorrei dire una cosa prima di cominciare la fic. La sto ancora scrivendo, la scrivo ad ispirazione, per cui per ora non ha una trama ben definita. xD Il titolo potrebbe essere provvisorio, quindi potrei cambiarlo in qualsiasi momento. E' mia abitudine decidere il titolo delle mie storie dopo averle finite di scrivere, ma essendo questa ancora in corso non avrà un titolo definitivo, per ora.
Altra cosa... Ringrazio la mia amica Ele *-* Per avermela corretta, per aver perso tempo xD a farmi da beta-reader.
The
return
Guidava
la sua vecchia auto per l’autostrada, non vedeva l’ora di poter
riabbracciare il padre. Finalmente era tutto finito. Era finito il college e lei
poteva tornare da lui.
Non
avrebbe mai creduto in tale cosa. Non vedeva l’ora di tornare a Neptune per
riabbracciarlo.
Certo
è il padre, è normale che voglia riabbracciarlo.
Finalmente
esce dall’autostrada, altri dieci chilometri e avrebbe potuto rivederlo. In
tutti questi anni non era mai tornata a Neptune, era il padre che andava a
trovarla.
La
sua mente la riportò indietro nel tempo; a quando stava per andare via. Le
dispiaceva, ma allo stesso tempo era felice per non dover più abitare in quella
città da lei tanto odiata.
La
tristezza però, durante i primi giorni di college, si fece sentire; era lontana
da suo padre e soprattutto da lui: Logan.
Si
ricordò il loro saluto. Si ricordò le sue parole “Non preoccuparti Veronica,
non ci vedremo per molto tempo ma prima o poi ci ritroveremo e saremo più
affiatati che mai!” il suo sorriso di scherno, quel sorriso che le era mancato
tanto in questi anni.
Chissà
se dopo essersi rivisti, sarebbe stato come diceva lui, oppure totalmente
diverso.
Chissà
se stava con qualcuna. Lei per tutto il college ha pensato a studiare, si dava
della scema ora per questo, non si era mai divertita. Si chiedeva il perché, ma
lo sapeva bene. Doveva mantenere la sua borsa di studio per poter proseguire il
college e poi perché era sicura che Logan l’avrebbe aspettata, ma ora, tutta
questa sicurezza era svanita e si chiedeva se davvero anche lui la stava
aspettando come lei aspettava lui.
Durante
la sua permanenza al college si erano sentiti per e-mail e per telefono. Stavano
ore al telefono a parlare di inutili sciocchezze, ma quanto le piaceva sentire
quella voce. Spesso quando lui faceva i monologhi, chiudeva gli occhi ed
assaporava ogni sua parola, ogni suo tono di voce.
Passò
davanti al cartello “Welcome to Neptune”, presto sarebbe arrivata a casa,
chissà se c’era anche lui…
Parcheggiò
l’auto e scese, bussò alla porta anche se aveva le chiavi, voleva far sapere
che era arrivata. Keith Mars aprì la porta e senza dire niente l’abbracciò
“Bentornata a casa figliola.”
Veronica
contraccambiò l’abbraccio “Grazie!”
Entrò
in casa ed appoggiò le sue valigie all’entrata, si tolse il cappotto e lo
sovrappose all’uomo morto, scostò i capelli scesi davanti al viso dietro la
spalla, se li era fatti crescere, ora ce li aveva lunghi fino a metà schiena.
“Tesoro,
guarda il tuo papà cosa ti ha preparato!”
Veronica
si avvicinò ai fornelli “Chili…” disse già con l’acquolina in bocca.
“Logan…
purtroppo non è potuto venire… ma mi ha detto di darti questo.” Disse
sorridendomi, si avviò verso la sua giacca e dalla tasca interna tirò fuori
una lettera e un pacco regalo.
“Ah…
grazie!” contraccambiò il sorriso “Vado in camera mia a leggere.”
“Quando
è pronto ti chiamo!”
“Ok…”
Andò in camera e si distese nel suo letto, le era mancata quella morbidezza.
Certo che leggere una sua lettera non era come averlo davanti, ma si accontentò,
per forza ci si deve accontentare.
Lesse
la lettera che la fece sorridere, le sue solite battute stupide, non era
cambiato per niente. Le aveva dato appuntamento per il pomeriggio nel suo
appartamento, ci sarebbe andata sicuramente, non vedeva l’ora di vederlo, di
poterlo riabbracciare.
E
pensare che si odiavano, ora contraccambiavano un amore durato anche a distanza,
o almeno così sembrava.
Aprì
il regalo, era una scatola, anello? Bracciale? Collana? Diadema? Aprì la
scatola, un bracciale semi rigido in oro bianco, lo girò e all’interno
c’era un incisione: LoVe. Sorrise tra sé e sé e lo indossò.
Il
padre entrò senza bussare e l’avvertì della cena pronta in tavola, si alzò
sorridente e andò a sedersi a tavola.
Il
pomeriggio arrivò presto, erano le tre e mezza e Veronica si era cominciata a
preparare, voleva essere più bella che mai per quell’incontro. Si mise i
vestiti più belli che aveva, i capelli della frangia li raccolse dietro con due
piccole forcine e lasciò gli altri sciolti dietro la schiena. Uscì dalla sua
stanza e prese le chiavi, salutò con un bacio il padre e partì.
Guidava
alquanto piano, forse per guardare meglio ciò che c’era al di fuori di
quell’auto, quei palazzi che non vedeva più da tanto tempo. Neptune sembrava
diversa. Cambiata, in qualche modo.
Si
accorse, guardando dallo specchietto retrovisore, che una pattuglia di polizia
la seguiva, anzi, forse stava tornando in centrale, accese le sirene e disse di
accostare, fece ciò che le era stato imposto sperando di non arrivare tardi a
casa di Logan.
Tirò
giù il finestrino e vide l’agente avvicinarsi : “Veronica Mars… che ci
fai qui?”
“Sceriffo
Lamb… che piacere rivederla, non mi dice bentornata cara Veronica?” domandò
ironicamente lei sorridendogli.
“Non
scherzo, che ci fai qui?”
“Sono
tornata. Ho finito il college.” Rispose seria, c’era forse qualcosa che non
andava? Forse non aveva il permesso della legge di tornare a Neptune? Non
capiva.
“Credevo
odiassi Neptune.” Lo guardò incredula, ok… tutti sapevano di quanto lei
odiasse quella città ma non poteva tornare lì? A Neptune aveva padre e la
persona che amava, era così strano tornarci?
“Umh…
quindi?”
“Niente…
così… Bentornata Veronica cara!” disse ironicamente lui calzando quel cara
e rimettendosi gli occhiali da sole tolti per guardarla meglio; tornò nella sua
auto e Veronica ripartì scrollando la testa. Lamb diventava di anno in anno,
sempre più pazzo.
Finalmente
era arrivata davanti al nuovo appartamento di Logan, certo che aveva soldi da
spendere il ragazzo eh?! Parcheggiò l’auto nel parcheggio riservato e si avviò
verso la casa, fuori c’era un portiere che la salutò garbatamente per poi
chiederle chi fosse e chi doveva andare a trovare. Non era una villetta, Logan
per telefono le aveva detto che era un palazzo abitato da tre famiglie, una di
queste era lui. Ogni famiglia aveva tre piani di casa per un totale di
cinquecento metri quadri ciascuno, ogni piano era grande cento metri quadri.
Il
portiere la fece passare, l’atrio era immenso e c’erano tre porte blindate,
cominciò a leggere le etichette e finalmente trovò la scritta Echolls. Suonò
e attese, per lei fu un’immensità, ma alla fine la porta si aprì.
Si
ritrovò davanti il sorriso spavaldo di Logan “Bentornata a casa
Veronica…” pronunciò facendola accomodare.
Entrò
in casa e passò davanti al ragazzo senza dire niente, era senza parole, era
talmente felice nel rivederlo che ogni vocabolo sarebbe stato inutile, non
riusciva ad esprimere parlando, la felicità che provava in quel momento.
Logan
le sfiorò da dietro un braccio ed appoggiò il viso tra i suoi capelli inalando
tutto il loro profumo, si abbassò un po’ e le baciò il collo “Mi sei
mancata.” Ammise abbracciandola.
Veronica
chiuse gli occhi e sorrise tra sé e sé “Anche tu.” Si voltò e lo guardò
negli occhi “Mi sei mancato anche tu.” Sussurrò sfiorando appena le labbra
del ragazzo con le sue.
Logan
mise fine alla distanza che c’era stata tra loro, assaporando la sua bocca.
Chiusero gli occhi tutti e due per godere di più di quelle sensazioni, attimi,
emozioni, che l’uno riusciva a far provare all’altro, che da troppo tempo
non erano riusciti ad esprimere.
Si
divisero lentamente e si guardarono per un istante che sembrò un’eternità.
“Devo dirti una cosa.” Disse lui riunendo per un attimo le loro labbra.
“Dimmi…”
“In
questi cinque anni… sono stato… con un’altra… cioè… non per cinque
anni…però… sono stato con un’altra.”
Veronica
si staccò velocemente da lui mettendo fine a quell’abbraccio “Chi? Con chi?
Per quanto tempo?”
Logan
la guardò cupo “Si chiama Alice, ma… non era una cosa seria… e poi
l’hai detto tu che potevamo…”
Veronica
si buttò a peso morto sul divano e guardò le sue scarpe “Già… io…”
gli sorrise “Ora è tutto apposto. Vieni qui…” Lui la raggiunse e le baciò
una spalla.
“Ci
sono stato per un anno circa… ma… lo sai… non ho mai amato nessun’altra
quanto amo te…” le da un altro bacio.
Cominciò
a salirle una tale rabbia, una tale gelosia. Lei aveva passato quasi un anno
insieme a lui, e possibile che non le aveva detto niente di questa Alice?
“L’amavi?”
“No…”
Chissà se mentiva, se diceva la verità, chissà… non gli chiese più niente
di quella ragazza che aveva vissuto un anno insieme a lui.
Logan
si distese sopra di lei e cominciò a sfilarle le spalline del vestito che
indossava. Le baciò la spalla per poi scendere ai capezzoli.
Fecero
l’amore su quel divano, finalmente dopo tanto tempo si erano ritrovati.
Concluso l’atto d’amore, Logan le spostò un ciuffo di capelli davanti al
suo viso e la baciò.
“Non
andartene mai più…” disse Logan sorridendole.
“Se
partirò, ti porterò con me!” rispose lei contraccambiando il suo dolce
sorriso.
Tutte
le paure, tutta la rabbia che aveva fino a poco prima scomparsero, sembravano
lontani anni luce. Stare con lui, abbracciarlo, baciarlo, accarezzarlo, le
trasmettevano una sensazione di tranquillità.
Fine
primo capitolo