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Autore: Funhouse    16/11/2011    11 recensioni
-Quindi mi odi?
-Si ti odio.
-Ieri non la pensavi allo stesso modo però.
-Ieri mi hai fatto bere.
-Ma non è vero.
-Si invece.
-Quindi non è vero che ti piaccio?
-Assolutamente no.
-Beh neanche tu mi piaci.
Mi voltai offesa.
Quanto lo odio, ma sarà vero?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 20

 

 

 

La vita è fatta di ostacoli,

nessuno di loro è invalicabile.

 

 

 

 

Guardai attentamente il test.

Merda!

Ma solo io riesco ad essere così cogliona?

Beh, sicuramente.

Era da due mesi che lavoravo come professoressa al Liceo delle Scienze Umane.

Non ero riuscita ad ottenere la cattedra al Classico e con molto rammarico mi ero rivolta all'altro liceo, dove invece avevo trovato lavoro fisso ed una classe di somari.

Mi riavviai stizzita i capelli, finalmente ci eravamo sistemati e io che dovevo fare?

Rimanere incinta?

Eh no, non ci siamo proprio.

Sbuffai più volte guardando quell'inutile cosa che avevo in mano.

Avevo compiuto da poco venticinque anni ed ero di nuovo incinta.

Sentii bussare alla porta, il test quasi mi scivolò dalle mani, ma dopo averlo afferrato prontamente lo nascosi sotto la maglietta.

-Si?

-Mamma, ti manca molto?

-No amore. Esco subito.

Mi alzai in fretta e furia, tirai lo sciacquone e respirai profondamente.

Aprii la porta e mi ritrovai davanti quel mostriciattolo di otto anni che si teneva saltellando da una parte all'altra.

Gli sorrisi dolce, ma lui senza neanche guardarmi si fiondò in bagno, tirando poi un sospiro di sollievo.

-Lore, quante volte ti ho detto che devi andare al bagno non al limite della sopportazione...

-...ma quando sento che ci devo andare. Si si mamma, lo so. Non c'è bisogno che me lo ripeti.

Incrociai le braccia sotto il petto alzando un sopracciglio.

-Ah, lo sai eh? Allora perché non lo fai mai?

Lo sentii sbuffare, poi tirare lo sciacquone.

-Perché perché perché, mamma dici sempre perché.

-Sei un mostriciattolo maleducato.

Lui per tutta risposta mi fece la linguaccia per poi scappare via, cominciai a rincorrerlo per tutta la casa, fino a che non lo acciuffai e cominciai a fargli il solletico.

-Io sarei ripetitiva eh?

Lui non riusciva a parlare.

-T-ti prego m-mamma b-basta. N-non ce la faccio p-più.

-Ehm, si può sapere che è successo in questa casa?

Alzammo tutti e due lo sguardo verso Dav.

-Papà! La mamma mi vuole uccidere.

Dicendo questo scappò dalle mie grinfie per rifugiarsi dietro le gambe del padre.

Mi guardò con una faccia come volesse dire “e adesso che fai?”

-Allora signorina Rossetti, cosa dice a sua discolpa?
Alzai le mani in segno di resa.

-Niente signor Giudice, sono colpevole di linguaggio inappropriato: il signorino tra le sue gambe mi ritiene colpevole per usare troppo la parola perché.

Lui mi guardò alzando il sopracciglio, per poi fare un sorrisetto malefico.

-Il signorino tra le mie gambe?

Lo guardai un attimo confusa, poi spalancai gli occhi e la bocca, arrossendo di colpo.

-DAVIDE!

Dav scoppiò a ridere, come si stava divertendo sua maestà!

-Dimmi El?

-Sei un coglione!

-Mamma, non si dicono le parolacce.

-Che mamma degenere, ti fai correggere da tuo figlio.

-Che fino a prova contraria è anche tuo figlio.

-Certo! Non vedi che è uguale al suo papà fico! Invece sulla mamma, uhm, devo dire che a corpo forse, con un occhio stretto e da lontano, c'è. Per il viso, santo dio, da quant'è che non ti fai una bella maschera di bellezza? Poi, mia cara, come vestiti N.O.N ci siamo proprio. Ma dico io, dove li vai a comprare quei due straccetti che indossi? Sotto i ponti?

Assottigliai così tanto gli occhi che Lore indietreggiò impaurito, mentre Dav continuava a ridere come un matto.

-Mio caro, il frocio proprio non lo sai fare. Fatti dare qualche lezione da Luke, tanto per fare le cose sul serio.

Lui smise si ridere e mi fissò in cagnesco.

-Parla la donna vissuta.

-Non capisco che c'entra questo adesso.

-Non saresti una professoressa? Studia un po'!

-Non saresti un professore? Spara meno cazzate!

Lorenzo di guardava in silenzio, con il sorriso sulle labbra.

-Tanto lo so che state facendo finta. E poi la mamma è bellissima.

Mi girai a guardarlo sorridendo, se la cavava sempre quel mostriciattolo che tanto piccolo ormai non era.

-La mamma è la più bella di tutte Lore, se no perché l'avrei sposata?

Mi girai a fissarlo, stava giocherellando con la fede che portava al dito e mi fissava con quel sorriso strano che riusciva sempre a mandarmi in confusione.

-Allora amore, questa grande novità quando pensavi di dirmela?

Lo guardai aggrottando le sopracciglia, confusa.

Lui mi sventolò davanti agli occhi il test ed io li spalancai terrorizzata.

-Ehm...

Incrociò le braccia sul petto e mi guardava con il sopracciglio alzato, in attesa di una risposta.

-Ehm...Sai com'è, il lavoro, gli impegni, la casa, le faccende, Lore, te. Uffa, mi è passato di mente.

-Passato di mente? Come può una cosa del genere passarti di mente. Poi comunque me ne ero già accorto. Il tuo seno era più grande del solito.

Lo fissai spalancando gli occhi, mentre Lore sghignazzava dietro di noi.

-Papà, hai detto la parola seno! Quanto sei vecchio, ormai si dice tette.

Dav si immobilizzò sul posto, mentre io scoppiavo a ridere.

-Che.Cosa.Hai.Detto?

Lore smise di ridere, mentre io mi ero inginocchiata tenendomi la pancia dalle risate.

-P-papà, non volevo. S-scusa.

-H-hai detto che sono vecchio?

Oddio, stavo morendo.

-N-non volevo dire q-questo.

-Però l'hai detto!

Gli occhi di Dav erano spalancati e fissava Lore in modo furioso.

-Eddai Dav, prima o poi diventano tutti vecchi!

Lui di girò a fissarmi furibondo.

-Hai la mia stessa età signorinella, ti stai dando della vecchia da sola.

-Ti stai comportando da vecchio adesso. La vita ti sorride, tu rispondigli sorridendo!

I suoi occhi tornarono normali, mi rifilò un sorriso, per poi buttarsi su Lore e continuare quello che stavo facendo io prima.

-M-mamma, ti prego. F-fallo smettere!

-Questa è la mia punizione signorino. Vediamo se la prossima volta mi chiami ancora vecchio.

Mi allontanai piano dalla camera per raggiungere di corsa il telefono.

Composi il numero velocemente.

Attesi saltellando impaziente.

もしもし?” (sarebbe pronto in giapponese)

Una voce assonnata mi arrivò alle orecchie.

-Luke! Sono El.

Cazzo El, ma lo sai che ore sono?”

Guardai velocemente l'orologio.

-Sono le due perché?

Perché qui sono le dieci di sera e sono da poco tornato da lavoro e sono stanco morto e finalmente mi ero addormento e tu che fai? Mi svegli. Tempismo perfetto signora Neri.”

Mi battei la mano sulla fronte, cavolo è vero.

-Scusa scusa scusa! Solo che il motivo è abbastanza importante da farti tenere sveglio.

Avanti, dimmi che è successo, così torno a dormire.”

-Sono incinta di nuovo.

Interessante!”

-...

El, ci sei?”

-...

Ma che stai giocando...ASPETTA! Che hai detto?”

-Finalmente, credevo ti fossi ammattito di colpo. Ho detto che sono di nuovo incinta.

Complimenti, degno dei grande Davide Neri e la sua adorata moglie Elena.”

-Ah ah ah. Non sei spiritoso, sono nei casini!

Ma va? Guarda non me ne ero accorto. Comunque calma e sangue freddo, respira ed inspira. Sei già stata incinta, la seconda volta è più facile. Fammi sapere se devo venire, volevo proprio tornare per una visita, questa è una scusa ottima!”

-Stai usando i miei problemi come scuse?

Certamente, Marco non mi fa tornare in Italia se non è successo niente di grave. Penso che aggraverò un po' la situazione. Uhm, va bene se gli dico che hai tentato il suicidio per mia assenza e devo assolutamente tornare a casa?”

E se invece mi dici la verità così facciamo prima? Ciao El!”

-Ehi ciao Marchetto!

Non ti intromettere nella mia conversazione! Stiamo stabilendo il mancato suicidio di El!”

Spiritoso!”

Sono la reincarnazione della spiritosaggine!”

-Sarei molto felice se discutesse faccia a faccia. Questa telefonata mi costerà più del mio stipendio!

Scusa El, io vado a farmi una doccia. Salutami Lore!”

-Ciao Marchetto!

Allora, il suicidio è andato in cavalleria, ma ora non so a che pensare. Immaginare Marco nudo che si fa la doccia mi annebbia il cervello.”

Scossi la testa sbuffando.

-Avanti, raggiungi il tuo amore sotto la doccia. Io vado dai miei di amori.

Buon amore!”

-Oh, anche a te!

Scoppiammo a ridere, c'era distanza tra noi, ma eravamo sempre uguali.

Due idioti.

Buon pomeriggio bellissima, ti chiamo per dirti la data precisa del mio arrivo!”

-Ok bellissimo. A presto, allora!

A presto!”

Riattaccai con la morte nel cuore, era sempre così, mi mancava terribilmente.

-Mamma, sei cattiva!

Mi girai confusa.

-Perché?

-Perché mi hai lasciato fare il solletico da papà. Le mamme devono proteggere sempre il proprio il figlio. Sei cattiva.

Si imbronciò, incrociando le braccia sul petto.

Lo fissai, per poi scoppiare a ridere.

-MAMMA!

-S-scusa tesoro. Ma sei decisamente adorabile così!

-Io sono sempre adorabile.

-Mostriciattolo!

-Ah, eccoli qui le mie ragioni di vita!

-Dav! -Papà!

-Vi siete messi d'accordo per rovinarmi le entrate?

Lanciai uno sguardo complice a Lore che mi rispose con una strizzata d'occhio.

-Noi, proprio no!

Assottigliò lo sguardo.

-Cos'era quello sguardo?

-Quale sguardo?

-Quello di prima.

-Papà, devi aver preso una bella botta eh! Parli di cose strane!

Quanto adoravo il mio mostriciattolo.

-Ma bravi, fate comunella alle spalle di un povero uomo che torna stanco dopo una giornata di lavoro. Proprio bravi!

Ci lanciammo tutti e due sul povero paparino indifeso.

-Ma che dici papà, io ti voglio tanto bene! -Ma che diti Dav, io ti amo!

-Lo avete fatto di nuovo!

Mi voltai a guardare Lore, lui mi sorrideva furbo.

Dopo lo stritolammo in un abbraccio mozza fiato.

-Oddio, siete troppo pesanti! Aria!

Gli conficcai una gomitata nello stomaco.

-Questa è per tutte le cattiverie che mi hai detto prima!

Lui chiuse gli occhi per difesa, ma io lo colsi di sorpresa baciandolo.

-Bleah! Mamma, Papà che schifo!

Neanche gli risposi, ero troppo impegnata ad assaporare le labbra di Dav che contento rispendeva al mio bacio.

-La bocca è fatta per mangiare, non per scambiarsi malattie.

Mettemmo tutti e due una mano sulla faccia di Lore.

-Uffa, ma voi non respirate mai?

-Uffa, ma tu non ti stai mai zitto?

-Papà non dovresti mica rispondermi così!

-Infatti Dav.

-Tu da che parte stai, scusa?

-Ovviamente dalla mia papà! La mamma è mia!

-Quando te la compri caro mio! È mia!

-Ehi, io non sono proprio di nessuno!

Loro si girarono a guardami arrabbiati.

-Porti il mio cognome. -Porti il mio cognome.

I due uomini si scambiarono un'occhiata per poi scoppiare a ridere.

Si alzarono lasciandomi lì a terra come una demente.

-Campione oggi andiamo a parco per la partita?

-Ovvio pà! Ciao mamma!

-Divertiti El.

Uscirono così velocemente che neanche me ne accorsi.

Ma dico io, siamo tutti pazzi?

Io sicuramente sarei finita presto al manicomio.

Mi riavviai rassegnata i capelli, per poi ricordarmi del piccolo accaduto.

Era incinta.

Alzai la cornetta e prenotai un appuntamento con il ginecologo.

Ci sarei dovuta andare prima, ma come al solito ero troppo superficiale.

Mi guardai un attimo intorno: la casa era un campo di battaglia!

C'erano mutande, calzini, magliette dappertutto.

Beh, tanto che fregava a loro: erano alla partita.

Eh, ma mica mi fregavano. No no, avremmo fatto i conti dopo.

Rassegnata cominciai le pulizie e come al solito il tempo passò velocemente.

Infatti i campioni tornarono presto: sporchi, puzzolenti, ma contenti.

Avevo preparato la cena prima, sapevo che tornati a casa di sarebbero fiondati sul tavolo reclamando cibo.

La cena passò, come al solito, bene.

Non mancò la descrizione dettagliata di tutta la partita.

Vedere Dav così mi faceva bene, era contento come un bambino.

E Lore non era da meno.

Verso le nove spedii Lore a letto, che messa la testa sul cuscino crollò.

Come Dav.

Uomini: fanno tanto i grandi poi gli dai un cuscino e tornano bambini.

Mi preparai con calma ed a letto mi rannicchiai vicino a Dav, che mi abbracciò.

-Amore.

-Amore.

Sospirò.

-Come faccio ad essere così felice? Ho la dannata paura che prima o poi la felicità scompaia.

-Se vuoi essere felice basta esserlo. Non è difficile.

Lo sentii sorridere sui miei capelli.

-Eccola la mia psicologa!

Sorrisi anche io.

-Caso mai professoressa.

-Ti ho mai detto che le professoresse mi eccitano da morire?

-Uhm, qualche volta.

-Ti amo.

-Anche io Dav. Non puoi immaginare quanto.

Rimanemmo in silenzio per diversi minuti.

-Hai già prenotato la visita?

-Yes!

-Bene. Sai, sono ancora più contento.

-Anche io. Come glielo diremo a Lore?
-Bah, quando verrà il momento lo saprà. Per ora godiamoci questi momenti. Meno nove mesi e saremo di nuovo sommersi da pannolini, una puzza di merda costante e tanti tanti pianti. Ce la faremo?

-Con Lore che l'abbiamo fatta. Ce la faremo anche con questo.

Mi strinse forte.

-Ti ho già detto che ti amo?

-Si, ma ripetimelo sempre, fino allo sfinimento.

Lo sentii ridere, poi piano piano Morfeo lo reclamò a se.

Chiusi gli occhi.

Assaporai lentamente il suo profumo.

Amavo quel profumo, amavo tutto di lui.

Stava per arrivare un altro impresa che la vita ci stava riservando.

Ce l'avremmo fatta?

Sicuramente.

Aprii gli occhi.

Sono innamorata di mio marito, amo mio figlio e già amo quello che devo venire.

Mi chiamo Elena Rossetti, da sposata Elena Neri, ho venticinque anni e sono di nuovo incinta.

Che dire, la mia vita è dannatamente monotona no?

 

 

 

°§°

 

Ed eccoci alla fine ç_ç

Sono tristissima, ma cerco di sorridere!

Allora, che ne pensate di questo capitolo?

Vi dico già da subito che c'è il seguito, quindi mie fan (che modesta) non disperate, non vi libererete di me così facilmente!

Un abbraccio grandissimo a tutte le persone che hanno recensito la mia storia, messa tra i preferiti, tra le storie da ricordare e quelle da seguire!

Sono decisamente contenta, forse un po' triste, ma felice!

Grazie di tutto!

(oddio sembra che devo morire D:)

Un bacione

Eliana^^

  
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