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Autore: kurinoone    19/11/2011    5 recensioni
[ Harry/Ginny, Dark!Harry, What if...?]
Cosa sarebbe accaduto se Codaliscia non avesse rilevato a Lord Voldemort il nascondiglio dei Potter? E se avesse invece portato Harry da lui?
IN PAUSA
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Tradotto: 11

Disclaimer: Io non possiedo i personaggi di Harry Potter e tutto ciò che può essere riconosciuto appartiene a J K Rowling. Nulla è stato scritto e tradotto a scopo di lucro. Questa storia è ispirata alla fanfic ‘A Shattered Prophecy’ di Project Dark Overlord.

Note della traduttrice: grazie a tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, a Kurinoone verrà riferito. Ora godetevi questo capitolo, recensite, e attendete il prossimo che, salvo imprevisti, sarà postato tra circa una settimana o dieci giorni.

Capitolo 11

Meet your son

tradotto da The Burnt Orchid 

betato da e i l i s  (che ringrazio davvero tanto)

Sirius faceva avanti e indietro per la stanza. Silente era andato ad un incontro con il Ministro per discutere di Harry. Sirius era solo mentre Madama Chips restava nella stanza con Harry, in caso lui si svegliasse.

Era in preda al panico. Come diavolo poteva dire a James di Harry? Perché doveva essere lui a dirglielo? Sirius era presente la notte in cui Harry era stato portato via da Peter. Ricordava il ricovero di James in ospedale e come l'amico aveva combattuto contro la depressione verso cui la perdita di Harry lo stava spingendo. Sirius dubitava che James avesse mai dimenticato il figlio perché era chiaro a vedersi che riversava tutto l'amore che avrebbe avuto per Harry su Damien. 

Sirius sospirò ancora, che cosa avrebbe pensato Damien di tutto questo? Non sapeva nemmeno di aver avuto un fratello che era stato presumibilmente assassinato all'età di quindici mesi. E poi c'era Lily! Solo un paio di settimane prima si era chiusa nella sua stanza per un'intera giornata, perché era il giorno del sedicesimo compleanno di Harry. Damien e James erano stati fuori casa tutto il giorno poiché il primo avrebbe potuto insospettirsi dell'assenza della madre per tutta la casa. Lily aveva passato la giornata a guardare foto di Harry e immaginando come sarebbe stata la sua vita con suo figlio sedicenne.

Sirius sospirò di nuovo e si passò ansiosamente una mano tra i capelli. Sarebbe stato crudele mostrare a Lily e James loro figlio e poi strapparglielo bruscamente via di nuovo. Sirius non era sicuro di quanto Harry fosse al sicuro con loro. Caramell avrebbe potuto venire in qualunque momento e portarlo via. O Voldemort poteva venire a 'salvare' Harry. 

Emise una cupa risata all'ironia della situazione. Un figlio da lungo tempo perduto che veniva 'salvato' dai suoi stessi genitori, dal nemico.

Si lasciò cadere sul suo letto e provò a fermare i suo pensieri frenetici. Non poteva permettersi di farsi prendere dal panico adesso. Doveva essere pacato e controllato, per il bene di James e Lily. Avrebbero avuto bisogno del suo supporto in quel momento, più che mai.

Improvvisamente un suono al piano di sotto lo costrinse a balzare in piedi dal letto. Qualcuno era arrivato al quartier generale. Era James? O era un intruso? Sirius scosse il suo scuro capo. 'Datti un contegno, Sirius' si rimproverò. Dopotutto quello era il quartier generale dell'Ordine. Afferrò la bacchetta nonostante tutto e scese silenziosamente le scale. Fu sollevato nel vedere Remus Lupin in cucina che si guardava intorno alla ricerca di qualcuno.

"Oh Remus, grazie a Merlino sei qui!" Sirius rapidamente raggiunse l'amico e avrebbe potuto abbracciarlo per il sollievo che gli aveva fatto provare.
"Perché? Qual è il problema?" Remus osservò il poco caratteristico sguardo di preoccupazione e tristezza sul viso dell'amico d'infanzia.
Sirius non sprecò tempo e raccontò a Remus tutto sulla cattura del Principe Oscuro e su chi si era rivelato essere. Remus impallidì e sentì le gambe tremargli. Si sedette al tavolo della cucina e si lasciò cadere il capo tra le mani. Tornò a guardare su proprio quando Sirius ebbe finito di raccontare.

"... e ora Silente è andato a vedersi con Caramell, Poppy è di sopra con lui e io dovrei dirlo a James!" terminò Sirius disperato.

"Dirmi che cosa?" Una voce arrivò da dietro di loro e i due amici si voltarono per trovarsi davanti un James apparentemente molto arrabbiato sulla soglia.

"Dirmi che cosa, Felpato?" ripeté James avanzando verso di loro di un passo. Sirius sentì il sangue progiugarsi dal proprio viso. 'Oh miseriaccia, perché James è così di cattivo umore, l'avrà già scoperto?'  
Provò a reprimere la sensazione di panico, mentre guardava il suo migliore amico e provava a parlare con voce calma.

"James! Non.... Non ti ho sentito entrare" disse, cercando di non balbettare.

James guardò i visi pallidi di Sirius e Remus. Sapeva che qualcosa non andava, se lo sentiva.

"Felpato, Lunastorta, qual è il problema? Sembrate davvero stravolti." 

James entrò definitivamente nella cucina e sedette su una sedia di fronte ai suoi amici.

"Oh.... niente, solo stanchi. Che ti è successo? Sembri davvero irritato."

Sirius non credeva che distrarlo avrebbe funzionato, ma aveva davvero bisogno di  provare a calmarlo prima di riversargli addosso l'esplosione di verità. 

L'irritazione illuminò gli occhi di James nuovamente.
"Quel... quel Kingsley, voglio dire, onestamente non poteva scegliere un momento peggiore per assillarmi! Voglio dire, sono appena tornato dall'attacco e tutto quello che voleva era che completassi delle dannate scartoffie. Ha preteso che tutti i documenti per ogni Mangiamorte catturato fossero completati prima che lasciassi l'ufficio. Ci credete?"

Sirius grugnì un poco. Aveva chiesto a Kingsley di tenere James lontano dal quartier generale ma non aveva creduto che lo avrebbe fatto arrabbiare nel processo. 'Idiota', pensò.
"Ecco, comunque non vedevo l'ora di tornare! Che è successo? Dov'è lui? Avete scoperto già qualcosa?" James osservò le reazioni dei suoi migliori amici attentamente. Ad ogni sua domanda sembravano impallidire sempre di più e distoglievano gli occhi da lui.

"Um... già, lui... lui è di sopra e um... James, devo... devo spegarti... una ... una cosa" Sirius si maledì mentalmente per aver balbettato così tanto.

James guardò l'amico con un'espressione confusa.

"Felpato, cosa c'è che non va? Il ragazzo sta bene, vero? Voglio dire, non gli abbiamo causato troppi danni, giusto?" James stava pensando che forse avevano ucciso il ragazzo, che poteva essere il motivo per il quale i suoi due amici avevano un aspetto così uggioso. Anche se era un Mangiamorte, non era facile avere l'uccisione un sedicienne sulla coscienza.

"Si è rotto qualche osso e ha parecchi lividi, ma starà bene. Madama Chips è con lui adesso" rispose Sirius cupamente.

James imprecò sotto voce. Non gli piaceva avere neanche quello sulla coscienza.

"Bè, è meglio che vada a parlare con lui allora."

Lentamente si alzò dalla sedia ma si fermò quando i suoi due amici balzarono in piedi e lo afferrarono prima che riuscisse a raddrizzarsi completamente.

"NO! James, lascialo stare per adesso!"

"James, non è ancora in condizione di parlare."

"Che diavolo sta succedendo? Da quando ci importa se i Mangiamorte sono in condizione di essere interrogati?" James occhieggiò Sirius sospettosamente.


Gli altri due si scambiarono uno sguardo e contemporaneamente lasciarono andare James.


"Okay Ramoso, c'è una cosa che dobbiamo dirti."
Il moro si sedette, seguito da Remus e James.


"Sirius! Remus! Che sta succedendo? Mi state veramente facendo spaventare."


Sirius fece un respiro profondo e guardò Remus, che annuì e gli posò una mano sul braccio.

"James, sto per dirti una cosa che sarà un po' uno schock per te, ma prova solo a restare calmo e... e ricorda che tutto si sistemerà alla fine."

Sirius guardò James mentre questo digrignava i denti, 'non è mai un buon segno' pensò.

"Sirius, ti avverto, dimmi che diavolo sta succedendo e basta!"

"E' il ragazzo, il Principe Oscuro. Sappiamo chi è. Non viene da una famiglia di Maghi Oscuri, lui... lui appartiene ad una famiglia della Luce." Sirius sperava che James avrebbe così capito e che l'avrebbe salvato dal compito di dirgli ciò che doveva. Comunque, non accadde.

"Chi è?" chiese James con tono di voce basso, ovviamente intrigato.

Sirius condivise uno sguardo con Remus e poi guardò dritto negli occhi nocciola di James.

"E' Harry."

James ascoltò le parole dell'amico ma pensò di aver frainteso. Sirius non poteva intendere il suo Harry. Non era possibile. Doveva essere qualche altro Harry.

"Quale Harry, Harry chi?" chiese provando a combattere il panico che cresceva dentro di lui. Sirius lo guardò con occhi compassionevoli.

"James, il nostro Harry."

James restò seduto e provò a digerire ciò che gli era appena stato detto. Prima che potesse aprire la bocca per chiedere qualcosa a Sirius, si sentì un grido dal piano superiore. I tre uomini balzarono in piedi, bacchette in mano, e corsero verso la fonte di quel rumore. 

Il grido si udì nuovamente insieme ad un'altra voce che provava a calmare qualcuno. James fu il primo a correre alla porta, seguito da Remus e Sirius appena dietro di lui. Ciò che videro li fece fermare tutti sulla soglia. James vide un giovane ragazzino dai capelli disordinati sdraiato su un letto; entrambe le mani gli nascondevano il viso e gridava preda di un agonizzante dolore.

Madama Chips stava provando a tirare le mani del ragazzo via dal viso per vedere cosa gli stesse causando tanto dolore. Lei alzò lo sguardo sui tre uomini quando si catapultarono dentro. Incatenò lo sguardo a quello di James e sembrò un po' sconvolta. Rapidamente superò la reazione e parlò direttamente a James.

"Potresti darmi una mano qui?" dovette alzare la voce dato che le grida del ragazzo si stavano facendo più forti.

James esitò per un secondo ma velocemente attraversò la stanza e puntò lo sguardo sul ragazzo dai capelli corvini che giaceva davanti a lui. Le mani gli coprivano il viso mentre si afferrava la fronte e continuava a lamentarsi.

Poppy guardò James e disse:

"Vedi se riesci a fargli abbassare le mani, devo vedere qual è il problema."

James lanciò un altro sguardo al ragazzo e attentamente gli prese il polsi tra le mani. Vedendo che erano bendati non volle esercitarvi troppa pressione. Quanto più delicatamente poteva James forzò. Il ragazzo si divincolava e non voleva mollare la presa sulla sua fronte ma James riuscì a tirargli via le mani. Il ragazzo sembrava essere semi-cosciente.

Il respirò gli si mozzò nel petto. Il viso che fu rivelato era esattamente il suo da giovane. Gli occhi del ragazzo erano serrati in ovvio dolore, così James non poteva vedere gli occhi smeraldini identici a quelli di sua moglie Lily. Al vederne i lineamenti James sentì le proprie gambe farsi molli. Il cuore gli batteva così forte che pensò che gli avrebbe lasciato un livido sul petto.

"Harry?" riuscì a sussurrare.

Suo figlio, Harry, non lo sentì. Stava provando troppo dolore. Sembrava che la sua testa stesse per spaccarsi in due. Aveva provato a trattenere le grida di dolore, ma invano. Suo padre, Voldemort, non era mai stato così arrabbiato prima. 'Deve aver saputo della mia cattura' la mente di Harry provò a dirgli.

James guardò con orrore il figlio che continuava ad agitarsi per il dolore e vide che aveva ancora gli occhi chiusi. Vide Harry mordersi il labbro per trattenere le urla e James sentì il proprio cuore infrangersi.

"Harry! Harry, che cosa ti sta succedendo?" James sentì dire da Madama Chips. Stava per rimproverarla per aver fatto una così stupida domanda, quando Harry lo sorprese rispondendo.

"La mia... La mia cicatrice... mi fa male" disse con voce bassa. Sembrava che tutto quell'urlare gli avesse irritato la gola. Non aveva ancora aperto gli occhi e non notò che era James a tenerlo.

Madama Chips gli spostò la frangetta e vide la cicatrice, appena sopra il suo occhio sinistro.Anche James la fissò e sentì la rabbia crescergli dentro. Madama Chips posò con delicatezza la mano sulla cicatrice e sentì Harry gemere dal dolore. James voleva urlarle di fermarsi ma sapeva che era molto professionale e probabilmente sapeva cosa stava facendo.

"Stai bruciando", disse l'infermiera a Harry mentre rovistava la sua borsa delle pozioni. Tirò fuori due piccole fiale. Delicatamente gli alzò il capo e gli fece bere le due fiale. Harry lo fece senza opporsi, non che potesse, dato che le sue braccia erano tenute ferme. Dopo un momento o due, sembrò rilassarsi e si addormentò.

"Cosa gli stava succedendo?", chiese James, mentre entrava in cucina con Poppy e gli altri due uomini.

"Bè, non sono del tutto sicura. Penso che sia una cicatrice da maledizione, la sua, sono molto rare, ma è risaputo che talvolta si facciano sentire", gli rispose lei mentre appellava un po' di tè per tutti. Ne aveva disperatamente bisogno.

"Perché gli fa male?", domandò Sirius.

"Non lo so, stava dormendo profondamente e poi all'improvviso ha portato le mani alla fronte e ha iniziato a gridare", spiegò Poppy.

James stava immobile sulla sua sedia e teneva in mano la sua tazza di tè senza intenzione di berla. La testa gli girava e non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di Harry che si dimenava per il dolore. Non sentì nemmeno Poppy che tornava di sopra. Sirius andò a sedersi accanto a lui. Prese la tazza ancora piena dalle mani di James e lo guardò.

"Stai bene amico?" chiese mentre provava a far sì che il proprio cuore rallentasse.

James alzò il capo e guardò il suo amico. Scosse la testa tristemente.

"No, non sto bene."

Si voltò e vide che Remus ora sedeva sulla sedia accanto alla sua. James era grato che gli fossero stati donati dei così buoni amici. Non lasciavano mai il suo fianco, noncuranti della situazione.

"Che faccio adesso? Cosa dico a tutti? Il mio stesso figlio è il nostro nemico, il Principe Oscuro è la mia carne e il mio sangue! E Lily, cosa le dico? E poi c'è Damien! O Merlino, questo è un dannato incubo."

James si lasciò cadere la testa tra le mani e provò furiosamente a tenere a freno le lacrime che tentavano di sgorgare fuori. 'Lily non potrebbe sopportare tutto questo' pensò tra sé.

"Felpato, dovresti dirglielo prima che lo scoprano da qualcun altro" disse Remus a bassa voce.

James alzò la testa e lo fissò.

"Come? Che cosa dico? Questo è ciò che Lily ed io abbiamo sempre sognato, un miracolo che ci riportasse nostro figlio, ma non avevo mai immaginato che sarebbe stato così." 

James non tentò di nascondere le lacrime che ora gli scorrevano liberamente sulle guance.

Sirius non sapeva che cosa fare. Aveva visto James piangere solo una volta ed era stato quando Harry era stato portato via. Provò a consolare il suo amico ma quello lo spinse semplicemente via. Anche Remus provò a confortare il loro amico distrutto.

"Ramoso, è ancora tuo figlio, quell'Harry innocente che tutti amavamo e al quale eravamo affezzionati è ancora vivo. E' solo stato obbligato a crescere in maniera diversa e molto velocemente" disse Remus.

James sedeva con la testa ciondolante. Stava provando a prendere una decisione su come dire a sua moglie di Harry.

Decise che l'avrebbe fatto stanotte.

***

Harry si svegliò con la sensazione di avere ogni osso in fiamme. Si guardò attorno e il panico lo pervase nel vedere che l'ambiente non gli era familiare. Gli ci vollero un momento o due per ricordare cos'era successo e come era finito lì. Si sentì bruciare dentro per la rabbia di essere stato catturato.  Provò ad alzarsi ma si accorse di riuscire a malapena ad sollevare la testa prima che il suo corpo gli mandasse scariche di dolore, costringendolo a sdraiarsi di nuovo. Gemette piano e sentì la propria voce rompersi perché la sua gola sembrava essere fatta di carta vetrata.

Madama Chips sentì Harry lamentarsi e si affrettò al suo fianco.

"Harry! Bene, sei sveglio" disse, arrivando da lui, e iniziò a prendere diverse fiale di pozioni.

"Come ti senti? Probabilmente sarai un po' dolorante dopo quel terribile incidente."
Harry la guardò, silenziosamente divertito dal fatto che poneva una domanda a e poi si rispondeva da sola.

"Dove mi trovo?" riuscì a gracchiare.

"Non preoccuparti, Harry, sei al sicuro."

"Devo tornare a casa."

Provò ancora una volta a tirarsi sù, ma si rilassò di nuovo quando il dolore gli esplose nella schiena.

"Resta sdraiato", disse Poppy posandogli una mano sul petto prima che ritentasse di alzarsi.

Harry lasciò perdere il suo futile tentativo e invece cedette alle attenzioni dell'infermiera. Studiò con lo sguardo la stanza. Era piuttosto spoglia, con niente di più del letto a baldacchino su cui si trovava, un armadio a due porte nell'angolo più lontano, una piccola scrivania con una sedia e una piccola poltrona vicino al camino. Rifece la sua domanda.

"Dove mi trovo, Poppy?"

"Al momento ti trovi con Sirius Black nella sua casa", replicò lei provando a non incrociare il suo sguardo.

Harry sentì la rabbia infuriare dentro di sé ancora una volta.

"Devo andarmene di qui. Per favore, Poppy, devi lasciarmi andare."

Tentò di pregarla, consapevole di non essere in condizioni di fare altrimenti.

"Mi dispiace, Harry, ma non puoi andare da nessuna parte adesso. Prova solo a riposare e poi potremo riparlare di questo, okay?"

Harry annuì e chiuse gli occhi, provando a dormire, ma la rabbia ancora bruciava dentro di lui. Era nella casa del nemico, alla sua mercé.

'Questo non va bene!' pensò prima di cadere in un sonno agitato.

***

Lord Voldemort sedeva sul suo trono, ma era chiaro che non tutto fosse al posto giusto. Non stava con la schiena dritta ma bensì era piegato su se stesso. La testa ciondolava e sembrava stesse ripetendo un mantra. Bella stava non troppo lontano da lui, con lacrime silenziose che le correvano per le guance. Continuava a ripetere a se stessa 'per favore fà che stia bene, ti prego, ti prego fa che nessuno faccia del male al mio Harry, per favore'.

Voldemort sollevò il capo e fissò i Mangiamore che erano nella sua stanza. Guardò con furia Lucius e Bella. poi tornò a ripetere il suo mantra per calmarsi. Gli ci erano voluti ben venti minuti per placarsi. Non voleva che la sua rabbia facesse di nuovo soffrire Harry. Merlino solo sapeva in che condizioni si trovasse ora. Aveva perso il controllo quando Lucius gli aveva detto che l'Ordine aveva ferito Harry gravemente. Ferire suo figlio! Non era mai stato in vita sua così arrabbiato.

Si rivolse a entrambi i Mangiamorte, che se ne stavano con espressione cupa di fronte al loro padrone.

"Sapete cosa desidero, sapete cosa fare. Non mostratemi le vostre miserabili facce fino a che non l'avrete fatto!", ordinò loro con calmo veleno.

"Sì, Padrone", venne la risposta all'unisono.

Lui si alzò e si diresse alle sue stanze private. Non avrebbe perso Harry, non adesso. Qualunque fosse il costo, Harry doveva tornare da lui e presto anche.

   
 
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