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Autore: Sweet Amber    22/11/2011    3 recensioni
"Aprì di scatto gli occhi, non sapeva se definire sogno o incubo ciò che era tornato a tormentarlo. La vista era appannata e la testa gli girava vorticosamente, l'odore di narcotico lo prese alla gola."
La sete di vendetta ha logorato il suo essere, il rimorso non lo sfiora nemmeno ed è disposto a ricorrere qualsiasi mezzo pur di placare il suo animo. 
Una lettera misteriosa quanto banale, un biglietto di sola andata per l'esperienza più dura della loro vita e un traditore.
Un intreccio tra violenza e ironia, aggressività e sentimenti, fumo e alcol, amore e shonen-ai.
........salve a tutti! Questa è la mia primissima ff e ringrazio di cuore Avly per avermi sostenuta. Spero sia di vostro gradimento, buona lettura!
Avviso: la parte finale del terzo capitolo è stata revisionata e modificata
Amber
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Vi chiedo infinitamente perdono per aver aggiornato la ff dopo due lunghi mesi ç.ç sono tornata con un capitolo forse un po' troppo corto, però vi giuro che ci stavo impiegando veramente troppo per scriverlo quindi non ho resistito! Così, eccomi qui (finalmente!) con un nuovo chapter >.<
Ringrazio dal profondo del cuore ikarikun (per aver aggiunto la storia tra le ricordate
), Silphyl (per aver recensito e aver aggiunto la storia tra le seguite), Nena Hyuga e HeartInRussia (per aver recensito e aver aggiunto la storia tra le preferite **).
Ora vi lascio leggere in santa pace il continuo della ff! Buona lettura e grazie ancora per aver letto i capitoli precedenti (:



Capitolo 4
 
 
Erano passate parecchie ore.
 
Spense il motore, tolse il casco e lasciò che i capelli gli ricadessero sul viso imperlato di sudore. Era una giornata fredda e particolarmente soleggiata, ma dalle cime dei monti iniziava a scendere una fitta nebbia che avvolgeva i rami secchi degli alberi.
 
Eppure ricordava tutto nei minimi dettagli:
 
Abbassò la zip della tuta da moto e spinse la kawasaki fino al parcheggio deserto; si accese una sigaretta. Lo sguardo vagò attraverso gli alti abeti, accompagnato da qualche tiro. Si mise a sedere su un tronco coperto in parte dal muschio; nei paraggi si udiva solo il cinguettio degli uccelli e il vento tra le fronde. Ad un tratto un rumore a lui molto fastidioso interruppe il sottile filo dei suoi pensieri. Il cellulare aveva iniziato a squillare, lesse il nome sul display e, con una smorfia, accettò la chiamata
 
La mano stretta convulsamente sull'acceleratore,
 
-Cosa vuoi?- chiese distaccato
-Lo sai benissimo- rispose una voce ansiosa
-Io il mio lavoro l'ho fatto, Vorkov- asserì freddo
-Quindi la casa era quella?-
-Si, evidentemente non hanno traslocato- continuò con voce atona -Ora sono tutti e tre all'interno-
  
Il rumore sordo del motore che sgasava
 
Chiuse gli occhi, avrebbe voluto fermare il tempo e restare immobile, per sempre
-Ottimo lavoro, Kai- si lasciò sfuggire una lugubre risata -Chi vuoi?-
-Mi interessa solo Ivanov- rispose a denti stretti, il cognome di Boris premeva sulla punta della sua lingua
-Che ne faccio degli altri due?
-Limitati a dare una ripassata a Kuznestov-
-E la ragazza?-
-Carne da macello- disse Kai irritato per le troppe domande
-Raggiungici il prima possibile alla base est di Yaroslavl- tagliò corto Vorkov, ora il suo vero scopo gli era ben chiaro
-Lo farò- riattaccò senza aggiungere altro. Si accese un'altra sigaretta e l'assaporò tiro dopo tiro, sapeva di vendetta.
 
E lo sguardo intenso e carico di elettricità che si erano scambiati.
 
Mise le cuffie nelle orecchie, accese l'Ipod e alzò il volume quando le travolgenti linee di basso dei System Of A Down si fecero largo tra la quiete della natura. Doveva raggiungere Vorkov, ma non aveva intenzione di fare le cose con troppa fretta. Si passò una mano tra i capelli argentei e si soffermò sul suo avambraccio sinistro, dove era tatuata una fenice con le ali spiegate circondata da un vortice di fiamme. Quell'esplosione di colori caldi era un perfetto ossimoro se paragonata al ragazzo.
 
Ma il rimorso non lo sfiorava minimamente.
 
Come tutte le cose accadute nella sua tortuosa vita, anche quell'inchiostro sulla sua pelle aveva una spiegazione.
Dopo aver perso definitivamente i contatti con Yuri e sotto le pressioni incessanti del nonno, Kai si era arruolato alla caserma militare di Tver. Le voci che giravano per la regione russa erano a dir poco agghiaccianti, ma il fatto che i sottotenenti e i caporali usassero metodi cinici e spietati non faceva che accrescere in lui il desiderio di sfidare i propri limiti fisici e mentali. Non perse tempo e spedì la lettera d'ammissione e fu convocato a Tver per sostenere le dure prove che erano riuscite a mettere in difficoltà anche lui. Militò in quella regione per ben tre lunghi anni, crescendo e maturando, ma soprattutto cercando di lasciarsi alle spalle il passato, così come la fenice risorge dalle ceneri anche lui sarebbe rinato. Un mese prima del congedo decise di marchiare sulla pelle quello che in futuro sarebbe stato solo un doloroso ricordo.
 
 
Fissava incessantemente il paesaggio freddo e spoglio fuori dal finestrino, cullato dal movimento sinuoso del treno ad alta velocità. Scosse il capo; si era incantato per l'ennesima volta finendo per rivangare nella sua memoria. Doveva aspettare ancora un'ora prima di poter fumare in santa pace e distrarsi un po'. Distrazione, ecco di che cosa aveva veramente bisogno. Si sarebbe accontentato di poco: alcol e fumo, forse anche di qualche donna. Era chiaro che gli importava poco e niente dell'altro sesso, dato che sapeva bene che nel suo gelido cuore c'era solo una fiamma in grado di bruciarlo senza causargli alcun dolore e aveva rubini al posto dei capelli e acquamarina per occhi. Strinse convulsamente i pugni, lo aveva quasi dimenticato del tutto, non si poteva concedere il minimo errore. Cercò di mettersi comodo sul sedile tentando di riposarsi un po' ma venne interrotto da uno scampanellio seguito da una voce squillante
-Salve! Desidera qualcosa dal carrello?- una bella donna sulla trentina si rivolse a Kai con un sorriso e un po' troppa confidenza
-No, grazie- rispose bruscamente
-Ne è sicuro?- la donna si ritrasse, ma fece un ultimo tentativo mentre riprendeva il carrello per continuare il suo solito giro per i vagoni praticamente deserti
-Mha, ripensandoci...- era deciso. Il suo divertimento iniziava da lì. Diede un'occhiata fugace al cartellino fissato sul tailleur bordeaux all'altezza del seno prorompente "Katarina..." Sorpresa, girò di scatto la testa agitando i lunghi boccoli biondi, come una medusa
-Oh, quindi cosa vuole?- chiese cortesemente strizzando l'occhiolino con fare ammiccante
-Lei- la risposta di Kai fu breve, chiara e concisa. Con molta rapidità e nonchalance si alzò dal sedile e afferrò il polso della donna che lo seguì frastornata abbandonando il carrello in mezzo al corridoio. Camminavano veloci, tanto che la ragazza non ebbe nemmeno il tempo di osservare con cura quel sinonimo di perfezione. La mano fredda di Kai continuava a stringere in una morsa salda l'esile polso caldo mentre il corpo di Katarina si lasciava trascinare fino all'ultimo vagone buio animato da una voglia istintiva e irrefrenabile. La spinse contro il muro dove iniziò a baciare con una passione crescente le labbra carnose e il collo bianco. Lei ricambiò e fece scivolare le mani lungo il corpo marmoreo del ragazzo. Braccati in un vortice di passione, arsi dal desiderio della carne, aprirono la porta che conduceva nel vagone bagagli completamente buio e si fiondarono dento chiudendosi a chiave, assieme ai veloci battiti cardiaci, a baci voraci, ai respiri caldi e intensi. I due corpi spogli fremevano l'uno sopra l'altro, non c'era più spazio per le indecisioni. Ingenua lei, spietato lui.
 
Sweet Amber
  
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