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Autore: Biblioteca    26/11/2011    5 recensioni
Hitler, Mussolini, Stalin e Mao sono finiti all'Inferno dopo morti. Una notte, scoprono che c'è un modo per riuscire a scappare.
Accompagnati dall'ambiguo e misterioso demone Demon, riescono ad uscire. Dovranno fare i conti con il mondo moderno e con gli angeli e i demoni spediti da Dio e da Satana per riportarli all'Inferno.
Ne vedrete delle belle!
(In questa storia ci sono riferimenti religiosi fatti con rispetto nei confronti di qualunque credo religioso. E' solo una storia, non voglio offendere nessuno)
Genere: Satirico, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Hitler venne trascinato da diavolo lungo quasi tutto l’Inferno.  Guardandosi intorno, di girone in girone,  Hitler riconobbe molti dei suoi ‘accoliti’, come Himmler, Hoss, Goebbles e tanti altri. Se in vita si erano dimostrati dei fedelissimi fino all’ultimo, all’Inferno erano diventati i dannati che più lo odiavano. Quel giorno ad esempio, quando lo videro passare, incominciarono a gridargli contro, a lanciargli maledizioni  e a sputargli, mancandolo di striscio.
Analogo era stato il destino per tutti i collaboratori di tutti gli altri dittatori esistiti. E’ sempre così: in vita fedeli, all’Inferno acerrimi nemici. Hitler però non si sentiva mai troppo in colpa, anche perché si ricordava chiaramente che invita aveva dato loro la possibilità di andarsene, di non seguirlo nella sua follia… Era anche vero che come alternativa aveva offerto loro solo la morte, ma comunque non riusciva ancora a sentirsi in colpa. Non era stato lui a trascinarli con sé all’Inferno. Era stata una loro scelta.
“Ora ascoltami bene nanerottolo. Vedi questa stanza? Questo è l’archivio dell’Inferno. Questa porta qui è chiusa a chiave e porta all’ufficio di Satana, questa porta all’uscita, ma ci sono io a guardia quindi non puoi fare scherzi. Ora vedi questo?” disse il diavolo prendendo in mano una cosa grossa, viscida e bianca che si stava arrampicando lungo una delle enormi librerie.
“E’ un verme della carta. Questi animali si mangiano spesso gli archivi e ogni mese abbiamo bisogno di qualcuno che li venga ad uccidere. Ora il tuo compito è trovare tutti quelli che ci sono in questa stanza e schiacciarli.” Detto quello, il diavolo strinse la mano in un pugno e schiacciò il verme “Possibilmente non schiacciarli per terra, altrimenti ti toccherà pulire anche il pavimento. Mancano tre ore all’ora di riposo. Quindi tra tre ore ripasserò. Se trovo ancora anche solo mezzo verme in giro, giuro che ti acchiappo e ti faccio violentare per tutta la notte. Mettiti al lavoro adesso nano!”
Infatti, all’Inferno, spesso i diavoli sono autorizzati a violentare i dannati se risultano ‘indisciplinati’.
In religioso silenzio, sempre se di religione si può parlare, Adolf iniziò a lavorare. Il diavolo gli aveva dato un panno con cui Adolf poteva asciugarsi la mano dopo aver schiacciato i vermi. Mentre lavorava, Adolf notò che la stanza sembrava stendersi all’infinito. Molti erano i fascicoli i cui nomi erano ben visibili. Adolf ogni tanto si fermava e li leggeva. Numerosi erano sia i nomi maschili come:
Enrico 8 (re),  Innocenzo III (papa), Lorenzo De Medici, Pol Pot, il marchese De Sade, Robbespier e Camillo Benso conte di Cavour.
sia i nomi femminili come:
Mary Ellliot (conosciuta come Jack lo squartatore),  Vittoria d’Inghilterra (regina), Lucrezia Borgia, Agrippina Minore, Poppea (la moglie di Nerone) e Caterina Sforza.
Poi ecco che apparve un nome a lui familiare: Eva Braun.
Ebbe un piccolo tuffo al cuore. La curiosità lo spinse a prendere il fascicolo ed aprirlo….
“Non ti conviene amico.” Disse una voce strana alle sue spalle. “Non è giusto impicciarsi dei fascicoli altrui.. il tuo è lì..”
Hitler si guardò intorno terrorizzato. Era stato beccato da un diavolo? Come sarebbe stato punito? Ma nella stanza non c’era nessuno.
“Non sono un diavolo… non puoi vedermi per il momento. Ma io vedo te.. E di te so tutto.”
Hitler si ritrovò con le spalle al muro. Aveva paura. Cosa voleva quella... voce da lui?
“So anche che ti stai chiedendo cosa voglio da te.. vedi quella piccola scatolina nera lì, nascosta sotto la libreria? L’ho gettata io mentre scappavo.. Ebbene prendila.. portala via con te quando avrai finito il tuo lavoro e assicurati di avere altre tre persone nella tua cella. Poi scoprirai che fare.”
La campana suonò e Adolf venne cacciato via dall’ufficio di Satana.  Incominciò a correre per riuscire a raggiungere le celle prima che venissero tutte occupate.
Lungo la strada incontrò Mao. Poi i due vennero raggiunti da Stan e Ben. E finalmente riuscirono ad infilarsi in una cella da quattro  e a chiudersi dentro.
"C'è mancato poco... Dio, come sono stanco." disse Mao.
"Tu sei quello stanco? Ma se per te la pena è anche minore rispetto alla nostra!" disse Ben.
"Certo che è minore! Io non sarei mai stato così idiota da allearmi con un pazzo che diceva che gli ebrei erano inferiori."
Ben e Adolf lo guardarono molto male.
Stan fece finta di nulla.
Ma quando Mao si sedette sulla branda gli si mise subito vicino.
Adolf tirò fuori la piccola scatoletta nera. Era a metà tra un microfono e un telecomando.  
Tutti si girarono e si sedettero vicino a lui per osservare meglio lo strano oggetto.
"Ho trovato questo… Vicino all’ufficio di Satana. Sotto a una delle librerie dell’archivio per essere precisi. Mi è stato indicato da una voce.." disse Adolf.
Gli altri lo osservarono perplessi.
"Sembra un microfono...ma non capisco a cosa possono servire i tasti."
Adolf li provò e scoprì che erano finti.
"Forse è uno scherzo dei diavoli." ipotizzò Ben.
"non hai provato il pulsante rosso..." disse Mao.
"Potrebbe essere pericoloso." disse Stan.
"E a noi che importa? morti, siamo morti e c'è forse cosa peggiore dell'Inferno?" disse Adolf e con decisione spinse il pulsante rosso.

All'inizio non si sentì nulla. Poi ecco un suono: qualcuno stava alsando una cornetta di un telefono e faceva un numero.
Tuuuu Tuuu...
Una voce angelica rispose.
"Pronto? Sono l'arcangelo Gabbriele, chi è?"
"Gabbo non fare l'idiota come il tuo solito! Sai bene che solo io conosco il numero di Dio."
"Ah Satana sei tu! Come te la passi vecchio mio?"
"Di merda, grazie per la sollecitazione Gabbo. Passami Dio è urgente."
"Un momento che vado a chiamarlo."
Partì la musica d'attesa: un coro di voci bianche alternato da tenori che cantavano un alleluja.

"Questo coso intercetta le telefonate tra Dio e Satana!" disse Adolf a bocca aperta.
"Non spegnere! Ascoltiamo: sono troppo curioso." disse Ben
E il quartetto si mise in ascolto....
  
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