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Autore: Bittersteel    30/11/2011    8 recensioni
Vedendo che il bambino non capiva, prese la bacchetta e fece assumere al vapore della pozione la forma di un albero.
- L’albero rappresenta la famiglia, - il bambino annuì, - Le radici sono i nonni: nonno Lucius, nonna Narcissa, nonno Rodolphus e nonna Persephone, - poi toccò i rami, - Questi sono mamma e papà, - il bambino annuì di nuovo e Draco toccò con la punta della bacchetta le foglie, - le foglie sei tu. Tu stai in alto, ma hai delle radici forti, che ti sostengono e ti vogliono bene. E farebbero di tutto per farti stare bene, hai capito?
Scorpius disse sì, ma poi scoccò al padre uno sguardo penetrante, e chiese, con una vocina sottile, - Ma così io non posso muovermi, se le radici mi tengono attaccato a terra.

Seconda classificata e vincitrice del premio "Miglior Paesaggio" al Profumi e contest di sole :)
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Malfoys' Rise and Fall'
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La Natura è un tempio i cui pilastri vivi
A volte emettono confuse parole;
l’uomo osservato da occhi familiari
tra foreste di simboli s’avanza.
Charles Baudelaire, Corrispondenze

 
 
- Papà, che stai facendo?
Tra i fumi che si innalzavano dal calderone, Draco vide avanzare il figlio, che tentennava, inesperto sulle gambe a causa dei vapori che rendevano invisibili i mobili e il pavimento. Aveva un completino blu, che si adattava perfettamente ai capelli biondissimi, e guardava trasognato le spirali che formavano strane figure contorte in aria.
- Sto facendo una pozione, Scorpius, vedi?
- E come si fa una pozione?, - chiese il bambino, curioso come sempre quando era al cospetto del padre.
- Si fa mescolando tanti ingredienti diversi, - rispose il padre, ma subito si pentì dell’ambiguità della frase, tornando a precisare, - Ma tutti secondo le istruzioni, o si rischia di farsi tanto male.
 
Lasciò la pozione a sobbollire e prese in braccio il figlio, indicandogli barattoli e sacchetti sparsi per la stanza, - Ecco, quello per esempio è veleno di Acromantula, - disse toccando una bottiglia scura dal collo allungato, - E se lo bevi ti fa così male che papà piange, e tu non vuoi far piangere papà, vero?
Scorpius lo guardò per un attimo col volto inespressivo, poi tese le spalle e disse fieramente che non avrebbe mai fatto piangere il suo papà. Draco rise e lo rimise per terra.
- Papà, ma queste invece sono piante, - disse indicando un sacchetto, - quindi per fare le pozioni usi anche le piante!, - urlò contento, come se avesse appena scoperto la cura contro il morso di un Lupo Mannaro.
- Si, uso anche le piante. Vedi, - indicò il ciuffo, - Queste sono radici di valeriana. Si usano in tante pozioni diverse, a volte fanno bene e a volte fanno male.
- E come fai a capire cosa fanno?, - chiese il bambino, che già protendeva le mani verso il tavolo. Senza aspettare risposta le prese e le portò alle narici, per odorarle; - Hanno un buon odore, sai?
- Lo capisco perché so con cosa le mescolo. E’ tutto nei libri, Scorpius, quando andrai a scuola imparerai.
 
A Scorpius, al solo sentir parlare di Hogwarts, si illuminarono gli occhi. Poi tornò a fissare le la valeriana, e guardò il padre, pensoso. – Ma anche gli alberi hanno radici. Usi anche loro, nel calderone?
Draco scoppiò a ridere di gusto, - No, certo che no, quelle sono radici troppo grandi, e il legno è troppo duro. Non servono gli alberi per fare le pozioni!
Seguì con lo sguardo il figlio che si spostava per ammirare più da vicino alcuni barattoli, e ne prevenì la domanda, - Sì, Scorpius, per fare le pozioni si usano anche gli animali, - disse studiandone il volto, per carpire le emozioni del bambino, davanti quella rivelazione.
- Anche gli animali hanno le radici, allora. – Fu la risposta convinta del bambino.
Per l’ennesima volta Draco rise, provando a spiegare a suo figlio di cinque anni che non  si usano solo ingredienti che hanno le radici, nelle pozioni.
- Allora io non ho le radici, e nemmeno tu. E nemmeno la mamma.
- No, piccolo mio. – Poi riflettè meglio, e gli prese le manine, guardandolo negli occhi, - Noi non abbiamo quel tipo di radici. Ma ne abbiamo altre: la nostra famiglia!
 
Vedendo che il bambino non capiva, prese la bacchetta e fece assumere al vapore della pozione la forma di un albero.
- L’albero rappresenta la famiglia, - il bambino annuì, - Le radici sono i nonni: nonno Lucius, nonna Narcissa, nonno Rodolphus e nonna Persephone, - poi toccò i rami, - Questi sono mamma e papà, - il bambino annuì di nuovo e Draco toccò con la punta della bacchetta le foglie, - le foglie sei tu. Tu stai in alto, ma hai delle radici forti, che ti sostengono e ti vogliono bene. E farebbero di tutto per farti stare bene, hai capito?
Scorpius disse sì, ma poi scoccò al padre uno sguardo penetrante, e chiese, con una vocina sottile, - Ma così io non posso muovermi, se le radici mi tengono attaccato a terra.
Draco comprese le paure del figlio, e in un certo qual modo gli ricordarono le sue, anni prima. Gli accarezzò la testolina, e disse a voce bassa – No, bambino mio, le radici ti sosterranno sempre, ma farai solo quello che vuoi tu, un po’ come il vento, che stacca le foglie e le trascina con sé. Solo che potrai tornare da papà e mamma quando vorrai. Vieni adesso, aiutami a finire la pozione.
 
Scorpius trotterellò dietro il padre, contento, dimentico dell’albero, delle foglie e del vento, della valeriana e dei fili di fumo.
 

*

Un lampo… Poi la notte! – Bellezza fuggitiva
Dallo sguardo che m’ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell’eternità?
Charles Baudelaire, A una passante
 

Quando Scorpius scese dal treno, la luce del sole lo abbagliò tanto da fargli chiudere gli occhi. Si incamminò verso la famiglia che lo aspettava sulla banchina, circondata da nebbia e fumo. Draco sorrideva con gli occhi al suo indirizzo. Prese il baule e si incamminò verso il padre.
La stazione era gremita di genitori in attesa dei figli: chi salutava, chi chiacchierava, chi rideva. Un capannello attirò la sua attenzione: i Potter e i Weasley stavano festeggiando James, che era riuscito ad ottenere voti altissimi ai M.A.G.O. Si voltò appena in tempo per vedere una figura smilza dai lunghi capelli rossi sbattergli contro.
 
- Scusa!
- No, scusami tu, ero così di fretta,  - disse la ragazza, scoccandogli un’occhiata imbarazzata.
Scorpius tremò impercettibilmente. Era da tutta la vita che sognava di avere quello sguardo così blu su di sé.
 
Tutta la vita no, ma quattro anni buoni sì.

- Non ti preoccupare, siamo in una stazione, è normale scontrarsi con qualcuno.
- Scorpius, giusto? - disse lei, guardandolo in un modo che lui non seppe definire.
- Sì, e tu sei Rose, una delle ragazze con la media più alta del nostro anno, - disse sorridendole.
Si scambiarono qualche sguardo imbarazzato, poi sorrisero.
- Vado, mio cugino James vuole festeggiare, - si voltò verso i parenti, - ci si vede.
Scorpius non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, Rose era già andata via, lasciando solo il profumo dei suoi capelli.
- Scorpius!
Draco lo riportò alla realtà, toccandogli un braccio.
La stazione stava lentamente svuotandosi, il vapore si diradava insieme al brusio della folla. Il treno rosso luccicava al sole estivo, e il cuore del ragazzo batteva forte. Si girò di scatto, le narici impegnate a trovare quell’odore così lontano eppure così familiare, come un segugio alla ricerca di una pista. Trovò il padre a guardarlo curioso. Prese aria dalla bocca.
 
- Papà, sono innamorato.
Draco sorrise quasi di nascosto, poi gli fece cenno di continuare. Il figlio lo prese per il braccio e lo fece sedere. Poi si rese conto che mancava un ramo dell’albero, - Dov’è la mamma?
- E’ al San Mungo. Tuo nonno Rodolphus aveva bisogno di un controllo.
- Oh. Papà, - tentennò, - forse non ti piacerà.
Vedendo che Draco non diceva niente, cominciò, - Ti ricordi quando avevo cinque anni, e tu mi hai spiegato cosa sono le radici?
Il padre annuì, Scorpius potè continuare, - Mi hai detto che le radici mi avrebbero sostenuto, aiutato e voluto bene, ma non mi avrebbero mai detto cosa fare, né mi avrebbero incatenato al suolo. Insomma, sarei stato libero.
Draco lo osservò perplesso, poi sospirò, - Nessuno è veramente libero, Scorpius, perfino gli uccelli sono incatenati al cielo.
Fingendo di non notare la nota di amarezza nella voce del padre, Scorpius continuò col suo discorso, - Io tengo alla mia famiglia, alle mie radici. Ma amo anche il vento. Se mi strapperà via non sarà mai per sempre. Farò sempre parte, sarò sempre orgoglioso della mia famiglia. Di te e di mamma. Amo Rose Weasley.
Lo disse così velocemente che gli sembrò di averlo sognato.
Vedendo il padre con gli occhi sgranati, il ragazzo abbassò lo sguardo, quasi sentendosi in colpa di quella brutta notizia. Così facendo non vide gli occhi umidi del genitore, che lo abbracciavano con lo sguardo. Si alzò, le mani in tasca, la testa incassata nelle spalle. Fece qualche passo verso il treno.
La mano di suo padre si chiuse sulla sua spalla, costringendolo a girarsi ed affrontarlo.
- Tra tutte le ragazze, perché lei?, - chiese a bassa voce.
La stazione era ormai deserta. Due generazioni si fronteggiavano davanti a un treno scarlatto. Un gufo bubolava arrabbiato in gabbia.
- Perché è simpatica, bella, intelligente. E’ una delle poche ragazze davvero brave in pozioni. Non puoi chiedermi perché papà, non c’è un perché.
Draco osservò il figlio, rosso in viso, i pugni contratti. Era un ragazzo, ed era già un uomo. Era meno simile a lui di quanto avesse immaginato. Eppure ne fu orgoglioso.
- No, non c’è. Forse è l’amore che ci rende  davvero liberi. Segui il vento, le foglie sono fatte per volare, le radici per ricordarti che c’è sempre qualcuno che ti aspetta.
Gli circondò le spalle con le braccia, afferrò la valigia e si Smaterializzarono.
 

*

Ma il vero viaggiatore è soltanto chi parte
Per partire, col cuore lieve, simile a un pallone;
chi non si separa mai dal suo destino
e, senza sapere perché, dice sempre «Andiamo!»
Charles Baudelaire, Il viaggio

 
Scorpius aveva aspettato quel giorno per un’estate intera. La stazione di King’s Cross era piena come sempre, ma quella volta aveva qualcosa di speciale: era l’ultima volta che quel posto lo vedeva partire da studente. Attraversò la barriera con i genitori, spingendo avanti il baule e il famiglio. Il binario 9 e ¾ era gremito, l’aria frizzante di Settembre gli scompigliava i capelli. Maghi e streghe lo sospingevano verso la banchina, e quasi si commosse nel vedere bambini di undici anni vedere per la prima volta quel treno così grande e così fiero.
La luce del sole rimbalzò per un attimo su alcune teste rosso fiamma, al ragazzo il cuore fece una capriola.

Il treno fischiò, segnalando le undici in punto. Scorpius abbracciò la madre, poi guardò il padre, e si ricordò di un laboratorio fumoso e di un ciuffo di radici di valeriana.
- Vai figliolo. Segui il vento, e ricordati chi sei.
Annuì con un cenno del capo, poi si fiondò sul treno. Entrò in uno scompartimento vuoto e salutò la sua famiglia, le sue radici, fin quando gli fu possibile. Poi si mosse per cercare i suoi amici, ma vide in lontananza una fiamma, e un altro fuoco gli si scatenò dentro.
Abbracciata la ragazza, la sospinse verso la parete.
- Quando odoro l’Amortentia sento tre cose: il profumo del cioccolato, l’odore delle radici di valeriana e quello dei tuoi capelli, Rose. Credi che sia innamorato di te?
La ragazza arrossì vistosamente; recuperato il controllo si allontanò un poco da lui, ma rimase vicina tanto da soffiargli il proprio respiro in faccia. Sorridendo, gli rispose, - Credo che potremmo andare assieme a Hogsmeade, qualche volta.
- Non chiedo di meglio.
 
Si salutarono così, poi ciascuno tornò dai rispettivi amici.
Scorpius si appisolò durante il viaggio. Nel sogno, aveva cinque anni, prendeva un ciuffo di radici di valeriana e ne faceva dono a Rose, mentre suo padre rideva.
 
 
 
 
 
 
Note:
Le citazioni iniziali provengono tutte da I Fiori del Male, ed. tascabili Newton, traduzione di C. Rendina;
Nessuno è veramente libero, perfino gli uccelli sono incatenati al cielo, Bob Dylan;
Ricordati chi sei, Il Re Leone.
I coniugi Greengrass, genitori di Astoria, sono senza nome. In questa storia si chiamano Rodolphus e Persephone.
Vi state chiedendo perché Draco non sbraita contro Rose? Mi baso su un’intervista dove Madama Rowling diceva che Malfoy era innamorato di Hermione. Ho pensato che, da buon padre, volesse impedire al figlio di lasciarsi scappare l’amore, come ha fatto lui.
Nella prima parte Scorpius ha cinque anni, nella seconda ha finito il sesto anno a Hogwarts, nella terza si accinge a frequentare il settimo.
 
 
Questa storia ha partecipato al Profumi e Contest di sole sul forum di efp, classificandosi seconda e vincendo il Premio Miglior Paesaggio. Di seguito il giudizio.
E’ stata una storia gradevole, mi è piaciuta leggerla e mi è piaciuto come hai descritto Malfoy-padre. Anche io l’ho sempre considerato come un padre pieno di attenzioni per il figlio, proprio come l’hai descritto tu. 
non ho nulla da ridire, 
il punteggio che ho calcolato sulla tua storia è: 
Grammatica – punteggiatura 5/5, 
Stile – forma 7/10 , 
ho messo 7 perché in alcune parti l’ho trovata un po’ pesante da leggere. 
Originalità 8/10 , 
Gradimento personale 4/5 
Utilizzo del 1°prompt 5/5 
Utilizzo del 2°prompt 4/5 
3°prompt 1 punto 
+0 pacchetto extra 
totale 34/42 

   
 
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